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SPEAKERS CORNER e PURE PLEASURE sono le etichette di riferimento in Europa per il vinile audiophile (rispettivamente con sede in Germania ed Inghilterra): esistono entrambe da più di 25 anni e sono specializzate nella ristampa (su licenza ufficiale) di grandi classici jazz e pop (ma anche classica), sempre partendo dai nastri originali e senza alun passaggio in digitale, solo puro analogico. tutti questi dischi suonano di gran lunga meglio degli originali e possono fare la gioia di chi possiede un impianto di qualità STOCKFISCH: quotatissimi produttori di accessori per hi-fi, da 30 anni Stockfisch ha creato un catalogo di produzioni solo analogiche che fanno la gioia del pubblico più attento alla qualità audio. un piccolo catalogo molto noto tra gli appassionati anche in Italia che spazia tra folksongs (chitarra e voce) ed alcuni straordinari titoli di jazz, alcuni anche disponibili su cd super-audio STEEPLECHASE, è una storica etichetta di jazz che esiste da 50 anni con un catalogo di cd di oltre 500 titoli (che abbiamo tutti disponibili): la collana di vinile audiophile – una cinquantina di titoli – sono tutte registrazioni originali storiche di artisti jazz famosi NEUKLANG, collana STUDIO KONZERT: una collana straordinaria ideata dai Bauer Studios tedeschi – i più quotati in Europa sull’analogico, vincitori di innumerevoli premi per le registrazioni da loro effettuate del classico “Koln Concert” di Keith Jarret - che da qualche anno propone incisioni rigorosamente solo analogiche e in presa diretta che suonano come pochi altri dischi in commercio: sono i dischi che i produttori di giradischi utilizzano per provare i loro impianti alla Fiera dell’hi-fi di Monaco di Baviera… RUF non è un catalogo specificamente ‘audiophile’: si tratta di una delle principali etichette di blues al mondo, con sede in Germania e negli Stati Uniti, con uno splendido catalogo di vinili che suonano splendidamente; se di Vs interesse abbiamo anche tutto il catalogo su cd ECM: anche in questo caso non si tratta di dischi ‘audiophile’ ma di incisioni – alcune veramente immortali come il “Koln Concert” di Keith Jarret – di grandissima qualità da parte di alcuni dei principali musicisti jazz degli ultimi decenni.


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Chet ATKINS : Chet Atkins in Hollywood
Speakers Corner – LP: SPC 1993 barcode: 4260019715050  (Rca LSP 1993) Chet Atkins, Howard Roberts (g); Jethro Burns (mand); Clifford Hils, George Callender (b); Larry Bunker, Jack Sperling (dr) & strings – Registrato nell’ottobre del 1958 a Hollywood. Prodotto da Chet Atkins. Spesso l’utilizzo di strumenti a corda in un disco rivela una certa maturità del protagonista. Secondo una legge non scritta, prima o poi a tutti i musicisti rock, jazz o folk, viene voglia di immergersi in tonalità più delicate. Quando pubblicò il suo disco “Chet Atkins in Hollywood”, il leggendario chitarrista era lontano dal suo apice artistico, ma aveva già molte idee ed ottimi strumenti di registrazione per il suo progetto. Due anni prima, ‘Mister Guitar’ era diventato il capo dell’appena inaugurato studio di Nashville della Rca: qui Atkins ha registrato vari progetti, tutti caratterizzati da quel suono orecchiabile tipico di Nashville che, secondo Atkins, era la risposta al declino del rock and roll. I brani contenuti in “Chet Atkins in Hollywood” non sono certamente pezzi chiassosi: i delicati arrangiamenti di Dennis Farnon rendono omaggio allo stile semplice e lineare di Atkins alla chitarra. L’evergreen italiano “Santa Lucia”, lo splendido “Limelight” di Chaplin con i suoi violini e lo storico “Greensleeves”, suonati in modo impeccabile dai musicisti, sono un vero e proprio godimento artistico.

Chet BAKER : Chet is Back
Speakers Corner – LP: SPC 10307 barcode: 4260019712363  (RCA PML 10307) Chet Baker (tp); Bobby Jaspar (ts, fl); Amadeo Tommasi (p); René Thomas (g); Benoit Quersin (b); Daniel Humair (dr) - Registrato nel gennaio del 1962 a Roma, in mono. Quarantadue anni fa, Chet Baker, una delle figure più tragiche del jazz che viveva sulla corsia di sorpasso e si rovinava con droga ed alcool, era costantemente in viaggio da un jazz club europeo all'altro. I gruppi ritmici locali non erano sempre di prim'ordine, quindi Baker scelse alcuni dei migliori musicisti provenienti da diversi paesi per la produzione delle musiche di un film italiano. Nel gennaio del 1962 la filiale italiana della RCA portò i musicisti nei sui studi per la registrazione di "Chet is Back", album contenente standard più un orignale. Come si può notare ascoltando il disco, i due fiati richiedono una concentrazione totale dalla sezione ritmica ed allo stesso tempo schemi armonici rilassati: l'italiano Tommasi, il belga Thomas, il francese Quersin e lo svizzero Humair rispondono alla richiesta con grande disinvoltura. "These Foolish Things" e l'unica nuova composizione "Ballata In Forma Di Blues" sono due ballate che, nascoste tra gli altri pezzi, danno all'ascoltatore lo spazio per respirare. Esse sono infatti circondate da brani dal ritmo veloce che dimostrano l'elevato standard musicale di Chet Baker e Bobby Jaspar. E poi c'è "Over The Rainbow", il cui tema è abbinato ad un'altra tragica figura della storia della musica, Judy Garland: nella sezione centrale Baker con la sua tromba crea magia allo stato puro. Fortunatamente, queste registrazioni, realizzate a Roma nel 1962, non sono rimaste ad uso esclusivo dei collezionisti del tempo. Casa Speakers Corner ne propone una riedizione su vinile che offre la possibilità di ascoltare l'eccellente musica e di godere della copertina originale, proprio come nella registrazione degli anni '60. "Chet is Back" è una gemma inestimabile!


LaVern BAKER : LaVern Baker Sings Bessie Smith

Speakers Corner – LP: SPC 1281 barcode: 4260019715524 (Atlantic SD 1281) LaVern Baker (voc); Paul Quinichette (ts); Jerome Richardson (bs); Jimmy Cleveland, Urbie Green (tb); Buck Clayton (tp); Nat Pierce (p); Danny Barker (g); Wendell Marshall (b); Joe Marshall (dr) – Registrato nel 1958 da Tom Dowd. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Era il 1958 quando una cantante r&b di discreto successo entrò nello studio di registrazione con una band stellare per registrare una dozzina di canzoni tratte dal repertorio di una leggendaria vocalista blues. Lo stile vintage del tributo di LaVern Baker a Bessie Smith potrebbe sembrare un po’ strano in mezzo a pezzi popolari r&b e nel contesto di una crescente produttività degli artisti della Motown, ma questa formula ha decisamente trovato il favore del pubblico. E per un’ottima ragione! Fin dal primo brano, “Gimme A Pigfoot”, la vivace linea di basso rievoca l’atmosfera da ballo degli anni ’20. Un dialogo blues con la tromba (“Baby Doll”, “I Ain’t Gonna Play No Second Fiddle”), alternato a ritmi swing fortemente orchestrati (“On Revival Day”) e a dell’ottimo blues (“Black Water Blues”), sono garanzia di un’esperienza sonora di grande qualità e anche molto divertente. I membri della band sono tra i migliori della storia del jazz: Nat Pierce, Buck Clayton, Paul Quinichette, Urbie Green e Jimmy Cleveland, tutti impegnati ad impreziosire il suono elegante e ben equilibrato di “LaVern Baker Sings Bessie Smith” con assoli rilassati. “LaVern Baker Sings Bessie Smith” è un disco splendido che anche i fan del tradizionale swing per big band adoreranno!


John BARRY : Great Movie Songs of John Barry
Speakers Corner – LP: SPC 62402 barcode: 4260019715630  (Columbia S BPG 62402) John Barry (comp, arr, cond) & orchestra – Registrato tra il 1963 ed il 1966. Prodotto da John Barry. Erano tutti ai suoi piedi, le ragazze dei film di James Bond e l’inimitabile Sean Connery, ma anche Marlon Brando, Michael Caine, Robert Redford e Jane Fonda: tutti, chi più chi meno, hanno ballato al suono della sua musica. John Barry ha iniziato la sua carriera nel modo più britannico possibile, ossia come compositore di colonne sonore per film al servizio di Sua Maestà la Regina Elisabetta. Il caratteristico “Bond Theme” per il celeberrimo Dr. No con le note misteriose della chitarra e quelle potenti degli ottoni sarebbe diventato un must in tutti i film a venire e avrebbe risuonato per sempre nelle orecchie dei cattivi e dei loro scagnozzi. Accanto ai brani completamente orchestrati dai film di James Bond, “Great Movie Songs of John Barry” propone anche le musiche del film del 1966 “La Caccia” (The Chase) di Arthur Penn con Marlon Brando, Jane Fonda, Robert Redford e Robert Duvall. E c’è anche la colonna sonora di “Qualcuno da odiare” (“King Rat”) del 1965 scritto e diretto da Bryan Forbes. Si prosegue con “Seance On A Wet Afternoon”, musiche per l’omonimo film del 1964 sempre di Bryan Forbes che in Italia è passato con il titolo “Ventimila Sterline per Amanda” in cui Barry lascia che i flauti si alzino in accordi dissonanti. Per il film diretto da Sidney J. Furie del 1965, “The Ipcress”, Barry ha invece creato motivi molto taglienti partendo da sonorità delicate, mentre per “Born Free” (“Nata Libera”), film di James Hill del 1965, il compositore ha pensato ad un caldo tappeto fatto da strumenti a corda. In poche parole “Great Movie Songs of John Barry” racchiude il meglio della carriera di questo geniale compositore.


Harry BELAFONTE / Miriam MAKEBA : An Evening with Belafonte / Makeba
Speakers Corner – LP: SPC 3420 barcode: 4260019712219  (RCA LSP 3420) Harry Belafonte, Miriam Makeba (voc); Jonas Gwangwa (arr, cond); Sam Brown, Eddie Diehl, Jay Berliner (g); William Salter (bass-v); Auchee Lee, Solomon Ilori, Chief Bey, (perc); a.o. – Registrato nel 1965 ai Victor’s Studios della RCA di New York. Prodotto da Andy Wiswell and Harry Belafonte. “Songs from Africa”: leggendo il sottotitolo viene da chiedersi se un album con un titolo così senza pretese sarebbe mai riuscito a farsi strada nelle classifiche. Una volta però che lo si ascolta, non ci si meraviglia più che questa raccolta sia stata uno dei dischi più venduti negli anni ’60. Le melodie, tutte derivate da canzoni tribali sudafricane, sono amorevolmente ripensate attraverso nuovi arrangiamenti. Chiaramente i produttori hanno voluto solo un minimo sottofondo strumentale per accompagnare le voci di Belafonte e Makeba ed in questo modo sono anche riusciti a preservare il carattere originale dei brani. In “An Evening with Belafonte / Makeba” alcune melodie di chitarre, un pizzico di armonica a bocca e lievi ritmi di tamburi è tutto quello che serve per dare vita ad un suono morbido e vellutato. Il cuore dell’album è costituito da un coro misto che, utilizzando l’arte tradizionale del canto antifonale, si unisce ai due straordinari solisti. Le suggestive sonorità ed armonie di “An Evening with Belafonte / Makeba” creano dipendenza, fate attenzione: una volta finito di ascoltare il disco si ha subito voglia di ricominciare.


Harry BELAFONTE : Belafonte at Carnegie Hall
Speakers Corner – 2xLP: SPC 6006 barcode: 4260019714589  (Rca LSO 6006) Harry Belafonte (voc); Millard Thomas, Raphael Boguslav (g); Norman Keenan (b); Danny Barrajanos (perc) & orchestra conducted by Robert Corman – Registrato nell’aprile del 1959 live al Carnegie Hall, New York, da Bob Simpson. Prodotto da Bob Bollard. Esibirsi al Carnegie Hall è sicuramente l’aspirazione più grande di ogni artista, ma è allo stesso tempo anche un’enorme sfida perché in un’occasione simile non basta essere bravi: all’artista non è richiesto di esibirsi come al solito, ma di fare qualcosa di eccezionale. Harry Belafonte, artista carismatico e di grande esperienza, ci è sicuramente riuscito tanto che il doppio album live “Belafonte at Carnegie Hall” è rimasto per anni ben saldo ai primi posti di molte classifiche. L’esibizione offerta dal mattatore americano contiene, per così dire, 3 atti: suggestioni afro-americane, canzoni caraibiche ed escursione nella world music. Belafonte è in piena forma e celebra un incredibile festival della canzone, inframmezzando lo spettacolo con siparietti comici che nascono dall’interazione con il pubblico in visibilio. Il cantante americano è brillantemente affiancato da Bob Corman e dalla sua orchestra di 47 musicisti, una formazione che, quando il maestro alza la sua affascinante voce roca, sembra trasformarsi in una piccola combo. Inutile dire che “Belafonte at Carnegie Hall” contiene tutti classici come “Jamaica Farewell”, “Day-O” e “Mama Look a Boo Boo” che contribuiscono a fare dell’evento nella mitica sala concerto di New York uno degli spettacoli live più elettrizzanti di sempre, un evento che cattura l’essenza del performer all’apice della sua carriera. “Belafonte at Carnegie Hall” è un disco imperdibile perché offre all’ascoltatore la straordinaria occasione di godere di un evento assolutamente unico nel suo genere.


William BELL : The Soul of a Bell
Speakers Corner – LP: SPC 719 barcode: 4260019715845  (Stax S 719) William Bell (voc); Joe Arnold (as); Andrew Love (ts); Wayne Jackson (tp); Booker T. Jones, Isaac Hayes (keyb); Steve Cropper (g); Donald 'Duck' Dunn (b); Al Jackson Jr. (dr) - Registrato nel gennaio e maggio del 1967 agli Stax Studios, Memphis, Tennessee. Prodotto da Jim Stewart. E' come se William Bell fosse nato appositamente per impressionarci con lo stile musicale tipico della sua città d'origine, Memphis. Già da molti anni prima che venisse pubblicato il suo album di debutto per la leggendaria etichetta Stax, Bell scriveva per l'etichetta indipendente i testi di molte canzoni, contribuendo ad arricchire il suono originale del Sud. Come si può notare ascoltando "The Soul of a Bell", la sua musica è costruita in modo semplice, nel senso migliore del termine, con una particolare enfasi posta sui testi impegnati, come la hit "Everybody Loves A Winner", molto apprezzata dalle anime più sensibili. E c'è di meglio: con "You Do not Miss Your Water", Bell ha dato forma all'archetipico brano country-soul del luogo. A differenza dell'emozionante Wilson Pickett, ad esempio, Bell coltivava una forma più moderata di espressività. Invece di uno staccato senza respiro, la sua musica scorre ad un ritmo più uniforme, senza evitare la grave e ponderata riflessione come succede in "I've Been Loving You Too Long". Ma al fianco di brani tranquilli come "Nothing Takes The Place Of You" e "Then You Can Tell Me Goodbye" ci sono anche pezzi più accattivanti e potenti come "Eloise" e "Never Like This Before" con il suo ritmo pulsante ed un colorato sfondo canoro. Ogni brano di "The Soul of a Bell" racconta la sua storia, regalando all'ascoltatore un viaggio sonoro davvero avvincente.

Andy BEY : Experience and Judgment
Speakers Corner – LP: SPC 1654 barcode: 4260019716125  (Atlantic SD-1654) Andy Bey (voc, p); Bill Fischer (keyb, perc); George Davis, Richard Resnicoff (g); Wilbur Bascomb (b); Selwart Clarke (v, va); Buddy Williams, Jimmy Young, Ira ‘Buddy’ Williams (dr) – Registrato in luglio e settembre del 1973 nei Regent Sound Studios di New York da Bob Liftin. Prodotto da Williams S. Fischer. Andy Bey è stato uno dei più richiesti vocalisti dell’era del jazz fusion: tra il 1968 ed il 1973 l’hanno voluto Max Roach, Duke Pearson, Horace Silver, Gary Bartz e Stanley Clarke, solo per citarne alcuni. La sua voce baritonale calda e coinvolgente passa facilmente dal blues convenzionale al gospel per approdare ad uno stile di soul più combattivo e politicizzato. “Experience and Judgment”, il primo album di Bey a suo nome, è stato registrato a New York nel 1973 e subito è diventato un cult. Bey propone 12 canzoni piene di rilassanti groove funky, grondanti sentimento, a volte elettrizzanti, senza trucchi e senza inganni. Al suo fianco troviamo Wilbur Bascomb che lascia il suo basso letteralmente esplodere e Bill Fischer che, al piano elettrico, sintetizzatore e varie tastiere, dà inizio ad un vero e proprio spettacolo pirotecnico fusion. I brani più potenti sono gli originali di Bey come “Celestial Blues”, “Experience”, “Judgment”, “Tune Up” e “Being Uptight” a cui Bill Fischer, al tempo direttore artistico dell’Atlantic, ha voluto aggiungere qualche ballata soul per bilanciare il disco. “Experience and Judgment” ha ispirato molti cantanti jazz tra i quali anche Gregory Porter. Jamie Cullum ha detto: «Quello che amo di Andy Bey è che è capace di creare atmosfera. Appena apre bocca, si viene trasportati in un altro luogo».

BLOOD, SWEAT AND TEARS : Child is Father to the Man
Speakers Corner – LP: SPC 9619 barcode: 4260019713155  (Columbia CS 9619) Al Kooper (org, p, keyb, voc); Steve Katz (el-g, g, voc, lute); Fred Lipsius (p, arr, as); Randy Brecker (tr, flh); Dick Halligan (tb); Jerry Weiss (tr, flh, voc); Jim Fielder (b, el-b); Bobby Colomby (perc, dr, voc) – Registrato tra novembre e dicembre del 1967 da Fred Catero. Prodotto da John Simon. Coloro che si aspettano di sentire la voce di David Clayton-Thomas nel disco “Child is Father to the Man” dei Blood, Sweat And Tears, rimarranno delusi perché nel primissimo album del gruppo si esibiva l’eccellente Al Kooper. Kooper è molto più di un cantante: non solo suona il piano e varie altre tastiere, ma ha anche composto quasi tutti i brani e curato gli arrangiamenti degli archi. Pezzi blues come “I Love You More ...” e “I Can’t Quit Her”, e la voce di Al Kooper sono i veri punti di forza del disco, sebbene l’intero album sia davvero molto gradevole dall’inizio alla fine. La fusione di pop, musica classica e jazz, resa così popolare negli anni ’60 da gruppi come i Chicago Transit Authority, Colosseum e Soft Machine, è unita dai Blood, Sweat And Tears ad un mix di acid rock e folk tipico di San Francisco. E’ interessante notare che “Child is Father to the Man” è diventato disco d’oro dopo l’uscita di “B, S&T 2”, il secondo progetto del gruppo che ha avuto la forza di risvegliare l’interesse del pubblico per la formazione. Ascoltando “Child is Father to the Man” i fan del jazz e del pop scopriranno uno dei migliori e più divertenti album della fine degli anni ’60.

Mike BLOOMFIELD / Al KOOPER / Steven STILLS : Super Session
Speakers Corner – LP: SPC 9701 barcode: 4260019713308   (Columbia CS 9701) Mike Bloomfield, Steven Stills (el-g); Al Kooper (p, org, voc, g, el-g); Barry Goldberg (el-p); Harvey Brooks (b); Eddie Hoh (dr) – Prodotto da Al Kooper. Con un titolo come “Super Session”, Bloomfield, Kooper e Stills puntano davvero in alto, considerando che una sessione perfetta non è una cosa che si possa pianificare. Solo quando il tempo, lo spazio ed il pubblico ci mettono del loro, quando la fortuna gioca a favore e quando tutti i musicisti hanno una buona giornata, allora è forse possibile immortalare un momento musicale davvero magico. Senza dimenticare i tecnici del suono che pure devono essere dell’umore giusto! Questa rara concomitanza di fortunati eventi si è verificata durante la registrazione della maggior parte dei 9 brani contenuti nel disco, uscito originariamente per la Columbia Records nel 1968, “Super Session” che comprende tra gli altri “Season Of The Witch” (Donovan), “You Don’t Love Me” (Willie Cobb) ed il classico di Bob Dylan “It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry”. In generale si può dire che i brani più belli sono quelli con Steve Stills, tracce in cui l’interazione tra i musicisti raggiunge livelli davvero molto alti con gli interpreti che s’influenzano a vicenda. Nella super session con Kooper e Bloomfield, il chitarrista è spinto in primo piano, mentre gli altri musicisti rimangono sullo sfondo. In più di un’occasione in questo disco i tre artisti riescono addirittura a superare i momenti più indimenticabili che li hanno visti protagonisti insieme ai loro rispettivi gruppi ossia Kooper con i Blood, Sweat & Fire, Bloomfield con gli Electric Flag e Stills con i Buffalo Springfield. Nel 1968 la rivista Rolling Stone giudicò “Super Session” come una delle migliori uscite dell’anno: un riconoscimento che è del tutto comprensibile ascoltando il disco e che è valido ancora oggi.


BLUE OYSTER CULT : Tyranny and Mutation
Speakers Corner – LP: SPC 32017 barcode: 4260019715159  (Columbia KC 32017) Eric Bloom (voc, keyb, g); Allen Lanier (keyb, g); Donald 'Buck Dharma' Roeser (g, voc); Joe Bouchard (b, voc, keyb); Albert Bouchard (dr, voc) - Registrato nel 1972 ai Columbia Studios, New York City, da Tim Geelan. Prodotto da Murray Krugman e Sandy Pearlman. "Tyranny and Mutation" ci riporta nostalgicamente indietro nel tempo, a quando i dj presentavano i loro prodotti nelle radio che erano seguite allo stesso tempo da normali ascoltatori e da pirati musicali. In quel periodo la Blue Öyster Cult, formazione rock dal carattere un po' progressive ed un po' psichedelico, conduceva un'esistenza di nicchia che rende oggi i suoi dischi, soprattutto i primi, ancora più appetibili. La riscoperta di questo gruppo era già stata iniziata dall'etichetta Columbia con riproposizione dell'album "Secret Treaties" a cui seguì "Tyranny and Mutation". Anche se la band offre nel secondo album un mix di brani più morbidi, la traccia di apertura "The Red & The Back" mette in chiaro che si sta comunque per intraprendere un vorticoso giro sulle montagne russe. Più avanti nell'ascolto gli schietti riff di chitarra si fondono con una melodia complessa, dando vita al suono pieno di colori di "O.D. 'd Life Itself", al rock naif ed allo stesso tempo articolato di "Baby Ice Dog", per elevarsi fino alle vette di "Wings Wetted Down" con le sue splendide parti maschili polifoniche. "Tyranny and Mutation" è un disco che aspetta solo che un dj si decida a metterlo sul suo giradischi!


BLUE OYSTER CULT : Secret Treaties
Speakers Corner – LP: SPC 32858 barcode: 4260019714572  (Columbia KC 32858) Eric Bloom (voc, keyb, g); Allen Lanier (keyb, g, synth); Donald 'Buck Dharma' Roeser (g, voc); Joe Bouchard (b, voc); Albert Bouchard (dr, voc) – Registrato nel 1974 da Tim Geelan e Jerry Smith. Prodotto da Murray Krugman e Sandy Pearlman. Per essere notata nei giorni ruggenti del hard rock, quando c’erano gruppi come i Doors, i Black Sabbath ed i Rolling Stones, una band doveva offrire molto di più che semplice pathos teatrale, un leader chitarrista ed un cantante dalla lingua tagliente. La band Blue Oyster Cult, fondata a Long Island nel 1971, offriva tutto questo e molto altro ancora: era capace di creare brevi sceneggiature sonore che evocavano, negli ascoltatori più aperti di mente, nitide immagini cinematografiche. La rivista Rolling Stone scrisse sul lavoro artistico della formazione: «è come se Hitchcock e Kubrick si raccontassero storie sui propri sogni sessuali». Con il loro terzo album,”Secret Treaties” i Blue Oyster Cult raggiunsero l’apice della loro evoluzione musicale con brani memorabili come “Career of Evil”, “Subhuman” e “Astronomy”. I testi hanno un certo valore letterario, ma non sono sicuramente pensati per anime sensibili, le frasi sono dirette ed intenzionalmente drastiche. La musica di “Secret Treaties” è sfacciata ed estroversa tanto quanto i testi: il suono della chitarra è accattivante e diretto, a volte arricchito dal groove di un Hammond e ripetutamente sormontato da ruvidi assolo degli archi che parlano la lingua di un rock hard, spietato e robusto. “Secret Treaties” è l’album adatto a chi ha voglia di un po’ di rock nudo e crudo.


Dave BRUBECK : The Dave Brubeck Quartet at Carnegie Hall
Speakers Corner – 2xLP: SPC 826 barcode: 4260019714299  (Columbia C2S 826) Dave Brubeck (p); Paul Desmond (as); Eugene Wright (b); Joe Morello (dr) – Registrato nel febbraio del 1963 al Carnegie Hall di New York. Prodotto da Teo Macero. Molti critici considerano il concerto di Dave Brubeck al Carnegie Hall del febbraio 1963 la sua performance live più riuscita. Ma chi può davvero giudicare? A parte lo stesso Brubeck, nessuno ha visto ed ascoltato tutti i sui quasi 12.000 concerti. Anche se i dodici pezzi di “The Dave Brubeck Quartet at Carnegie Hall” erano già stati tutti pubblicati in varie registrazioni in studio, essi non erano certamente familiari a tutto il pubblico. Tra un brano e l’altro sul palco Brubeck faceva un po’ di pubblicità alla sua discografia, ma con lo charm e l’ironia tipici di questo mattatore era davvero impossibile arrabbiarsi. Il programma del concerto inizia con “St. Louis Blues” e termina con “Take Five”. Fortunatamente gli assolo sono distribuiti tra tutti i musicisti cosicchè Paul Desmond e Joe Morello, le cui esibizioni non possono che essere definite eccellenti, ricevono entusiastici applausi da parte del pubblico. “Castilian Drums” dimostra la ricchezza di idee di Morello ed il suo grandioso senso del ritmo; anche se brevi, gli assolo di Desmond come ad esempio in “Southern Scene” sono significativi, melodicamente struggenti e molto poetici. “The Dave Brubeck Quartet at Carnegie Hall” è un disco davvero speciale perché riunisce 12 perle sonore registrate al Carnegie Hall quasi sessant’anni fa.


BUTTERFIELD BLUES BAND : East-West

Speakers Corner – LP: SPC 7315 barcode: 4260019716040  (Elektra EKS 7315) Paul Butterfield (hca, voc); Elvin Bishop, Mike Bloomfield (g); Mark Naftalin (org); Jerome Arnold (b); Billy Davenport (dr) – Registrato nel luglio del 1966 presso i Chess Studios, Chicago, da Jac Holzman. Prodotto da Barry Friedman, Mark Abramson e Paul Rothchild. Nel 1965, a solo un anno di distanza da quando Paul Butterfield formò la sua blues band, lanciando in questo modo uno dei migliori gruppi della comunità blues bianca di Chicago, la Butterfield Blues Band produsse l’album dinamico e visionario intitolato “East-West”. Nel suo nuovo progetto la formazione proponeva brani molto variegati, orientali ed occidentali, dando vita ad un mix sonoro assolutamente innovativo. I primi pezzi sono degli standard tradizionali dal carattere piuttosto enigmatico, caratterizzati da una compattezza ritmica che presto cede il passo ad una strumentazione pensata tatticamente ed a lunghi intermezzi solistici. L’emblema del blues è rappresentato da “Work Song” di Nat Adderley, brano suonato dalla band con una varietà sonora che espande la mente di chi ascolta. Catapultati dalla maestria di Mike Bloomfield alla chitarra nel mondo del rock, tutti i musicisti, ciascuno con il suo personale talento, contribuiscono alla costruzione di una performance di squadra perfettamente bilanciata. Il disco si chiude con la traccia da cui prende il titolo l’intero progetto e che raffigura la rottura definita delle linee più familiari del blues. “East-West” è un mix mai scontato di rock, blues, jazz e suggestioni prese in prestito dalla musica indiana come il raga rock, che offre all’ascoltatore un’esperienza sonora emozionante e molto avvincente.


Charlie BYRD : More Brazilian Byrd
Speakers Corner – LP: SPC 9492 barcode: 4260019715609  (Columbia CS 9492) Charlie Byrd (g) & orchestra conducted by Tom Newsom – Registrato nel 1966 da Fred Plaut e Ed Michalski. Prodotto da Teo Macero. L’immortale samba ed i suoi più stretti parenti di ritmo hanno una doppia anima: da un lato sono ritmi semplici che richiedono una strumentazione piuttosto ristretta, dall’altro hanno una complessità intrinseca con cui è possibile creare miscele sonore caratterizzate da infiniti colori tonali. “More Brazilian Byrd” propone alcune splendide sessioni registrate negli anni ’60, quando cioè la bossa nova conquistò gli Usa ed i grandi produttori si affidarono ad una schiera di superbi musicisti. Influenzato da una preparazione classica, lo stile di Charlie Byrd alla chitarra si fa strada attraverso arrangiamenti complessi ma sempre leggeri. “One Note Samba” con la sua voluta monotonia è eseguita con una nonchalance che non manca di verve, mentre “Weekend in Guaruja” è un pezzo solare e pieno di gioia. L’ensemble suona con grande versatilità: da un lato ci sono le frasi ben misurate per i fiati e dall’altro i rintocchi della batteria che segnano il ritmo sul quale Byrd fa danzare le corde della sua chitarra. Questa interazione armoniosa funziona sia in piccolo, attorno all’assolo di chitarra di “Little Boat”, che nella ricca sequenza di accordi che salgono ariosamente in “Pretty Butterfly”. Il disco si chiude con “Foi A Saudade” che offre all’ascoltatore il suono ricco e pieno di batteria e trombe. E’ impossibile non lasciarsi trasportare da questa emozionante corsa sulle montagne russe che Byrd propone all’ascoltatore con “More Brazialian Byrd”!


Terry CALLIER : Turn You to Love

Speakers Corner – LP: SPC 189 barcode: 4260019715951 (Elektra 6E-189) Terry Callier (g, voc); Reginald 'Sonny' Burke (keyb); Wah-Wah Watson (g); Ernie Watts (sax); Fred Wesley (tb); Oscar Brashear (tp); Keni Burke (b); James Gadson (dr); Oliver C. Brown, Jr. (perc) – Registrato nel 1978 da Jimmy Schifflett, Sye Mitchell, Roger Dollarhide e Laura Livingston in vari studi. Prodotto da Reginald ‘Sonny’ Burke. Quando si ascolta la musica del cantautore americano Terry Callier (1945-2012) viene da chiedersi come mai ci siano voluti tre decenni, dopo l’uscita del suo album di debutto, affinché questo artista potesse vivere della sua musica. “Turn You to Love”, secondo Allmusic.com l’album più sottovalutato di Terry Collier, sorprende l’ascoltatore con il suo mix incredibile di brani. Diversamente dalle opere di alcuni colleghi, le canzoni di Callier non mostrano come dovrebbe essere il soul, ma cosa può essere. La lingua musicale di Callier azzera gli atteggiamenti rabbiosi e favorisce piuttosto il sentimento profondo e coinvolgente, come avviene nel vivace funk di “Sign of the Times” e nel soul di “Pyramids of Love”. L’abilità vocale del cantante di Chicago è davvero incredibile: Callier dà il suo meglio in brani come il fumoso “Turn You to Love”, nel piacevole “Ordinary Joe” e nel più meditativo “Occasional Rain”.


Johnny CASH : At San Quentin
Speakers Corner – LP: SPC 9827 barcode: 4260019713216  (Columbia CS 9827) Johnny Cash (voc, g); June Carter Cash, Carter Family (voc); Bob Wootton (el-g); Marshall Grant (b); W.S. Holland (dr) – Registrato il 24 febbraio del 1969 live al San Quentin State Prison, Usa, da Neil Wilburn e Bob Breaul. Prodotto da Bob Johnston. Johnny Cash è stato, già in vita, una leggenda del country anche se, o forse proprio perché, era molto diverso da tutti gli altri cantanti del genere con le loro camicie a scacchi. Quando si esibiva, Cash usava vestirsi sempre di nero in simbolo di solidarietà con gli oppressi e con coloro che non vedevano riconosciuti i propri diritti. All’apice della sua carriera, il cantautore, che si era macchiato di qualche reato minore, ebbe l’idea di esibirsi gratuitamente per i detenuti. All’inizio la sua idea di mettere in commercio la registrazione dell’evento fu rifiutata, ma poi la sua etichetta decise di pubblicare l’album “At Folsom Prison”. Galvanizzata dal successo ottenuto dal disco, poco tempo dopo la Columbia Records fece uscire anche “At San Quentin”. Durante la registrazione, effettuata nel carcere di massica sicurezza di San Quentin, in California, Cash e la sua combo vengono freneticamente applauditi più o meno alla fine di ogni strofa, oltre ogni aspettativa. Ancora oggi “At San Quentin” è considerato dai fans di Cash il miglior live del ‘man in black’.


Ray CHARLES : Fathead – Ray Charles Presents David Newman

Speakers Corner – LP: SPC 1304 barcode: 4260019715807 (Atlantic SD 1304) David Newman (as, ts); Ray Charles (p); Bennie Crawford (bs); Marcus Belgrave (tp); Edgar Willis (b); Milton Turner (dr) - Registrato nel novembre 1958 agli Atlantic Recording Studios, New York, da Tom Dowd. Prodotto da Nesuhi Ertegun e Jerry Wexler. E' facile da credere che sia i fan del jazz che quelli del rhythm and blues abbiano atteso con impazienza la pubblicazione del disco originariamente pubblicato dalla Atlantic "Fathead - Ray Charles Presents David Newman". Gli Ertegun Brothers, produttori molto apprezzati della prima fase dei vinili di questo genere musicale, da Ray Charles, il 'Re del Soul' come più avanti lo avrebbero chiamato, erano considerati i catalizzatori della sua creatività. Nel gruppo di Charles, al tempo della prima registrazione dal vivo, avvenuta a Newport nel 1958, il leader era un certo David 'Fathead' Newman. Gli 8 pezzi proposti in "Fathead - Ray Charles Presents David Newman" appartengono tutti al repertorio della Ray Charles Band e sono impreziositi da lunghe improvvisazioni senza voce che conferiscono all'album mordacità ed una vera atmosfera jazz. Fortunatamente al tempo della registrazione Ray Charles non subì pressioni commerciali così l'artista ha potuto concentrarsi completamente sul suo piano suonandolo in modo straordinario ed eseguendo assoli eccezionali. Ma anche il lato blues non è stato trascurato: "Fathead- Ray Charles Presents David Newman" suona nella tonalità minore. E si può solo essere d'accordo con l'autore delle note di copertina quando sceglie "Hard Times" di Paul F. Mitchell come il momento saliente d'intero disco. Bisogna tuttavia aggiungere che gli altri pezzi proposti non sono meno belli, rendendo questa splendida riedizione di una delle prime registrazioni della Atlantic, un disco assolutamente da non perdere.


Billy COBHAM : Total Eclipse
Speakers Corner – LP: SPC 18121 barcode: 4260019716071 (Atlantic SD-18121) Billy Cobham (dr, p, arr); Mike Brecker (fl, ss, ts); Randy Brecker (tp, fgh); Glenn Ferris (tb); Milcho Leviev (keyb); John Abercrombie, Cornell Dupree (g); Alex Blake (b); David Earle Johnson, Sue Evans (perc) – Registrato nel 1974 agli Atlantic Recording Studios e agli Electric Lady Studios di New York da Ken Scott. Prodotto da Billy Cobham e Ken Scott. Già quando faceva parte della Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin (1971-1973), il batterista Billy Cobham era ritenuto, e continua ad esserlo, uno dei più grandi eroi del jazz fusion elettrico. “Total Eclipse” è il terzo album che il batterista di origini panamensi ha realizzato come leader in pochi mesi e di cui ha composto tutti i pezzi. Nel lungo brano di apertura che dura 11 minuti, “Solarization”, Cobham mostra già al pubblico il suo ampio e sicuramente raffinato spettro stilistico. La musica del percussionista passa dal jazz-rock ad alta energia con chitarra selvaggia e raffiche tonanti alla batteria ad improvvisazioni molto originali con pianoforte e fiati. Non mancano inoltre delicati groove latini ed avvincenti suggestioni funky. La band selezionata da Cobham è formata da eccellenti musicisti: basta uno sguardo alla sezione fiati composta da Michael Brecker (flauto, sax soprano e tenore), Randy Brecker (tromba e corno) e Glenn Ferris (trombone basso e soprano). Ma soprattutto c’è Billy Cobham, al tempo trentenne, il non plus ultra quando si parla di tecnica percussiva jazz-rock: le sue incredibili rapide raffiche di batteria sono sensazionali oggi come allora. Con “Total Eclipse” questo straordinario batterista entusiasmerà tutti i fan della fusion di prima classe che ricorda Weather Report ed i Return To Forever.


Ornette COLEMAN : The Shape of Jazz to Come

Speakers Corner – LP: SPC 1317 barcode: 4260019716064 (Atlantic SD 1317) Ornette Coleman (as); Don Cherry (crt); Charlie Haden (b); Billy Higgins (dr) – Registrato nel maggio del 1959 ai Radio Recorders, Hollywood, California, da Bones Howe. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Fu John Lewis, pianista del Modern Jazz Quartet, a portare Ornette Coleman alla rinomatica etichetta Atlantic dopo averlo ascoltato suonare a Los Angeles. «Ornette sta facendo l’unica cosa veramente nuova nel jazz…» pare avrebbe detto. “The Shape of Jazz to Come”, il primo disco del grande sassofonista per la Atlantic, fu pubblicato in concomitanza con il debutto a New York del Coleman Quartet, nel novembre 1959. Lewis era sicuro che Coleman avrebbe aperto nuove strade al jazz e la sua opinione si riflette nel titolo del disco che evoca una forma jazz del futuro. Dopo l’ormai piuttosto logoro hard bop di quegli anni, la musica di Coleman era una vera boccata d’aria fresca. I brani veloci (“Eventuality”, “Chronology”) ricordano un bebop selvaggiamente esaltato. Altri pezzi (“Congeniality”, “Focus On Sanity”) si destreggiano con brevi motivi orecchiabili, quasi folk. “The Shape of Jazz to Come” contiene anche due delle più belle composizioni di Coleman, “Peace” e “Lonely Woman”, a cui successivamente vennero aggiunti dei testi. All’inizio degli anni ’60 il modello per la formazione senza pianoforte era il Mulligan-Baker Quartet e questa formazione la ricorda molto. Comunque sia, Ornette Coleman e Don Cherry adorano il grido frenetico e l’interazione intenzionalmente imprecisa: strofe chiaramente definite o forme armoniche tradizionali non erano per loro. «Un disco che è a ragione così intitolato» ha scritto il musicologo jazz Peter N. Wilson di “The Shape of Jazz to Come”, un disco rivoluzionario a cui la rivista Rolling Stone ha assegnato 5 stelle. Storico bestseller.


Ornette COLEMAN : Free Jazz

Speakers Corner – LP: SPC 1364 barcode: 4260019716088  (Rca LSP-1364) Ornette Coleman (as); Eric Dolphy (b-cl); Don Cherry, Freddie Hubbard (tp); Charlie Haden, Scott LaFaro (b); Billy Higgins, Ed Blackwell (dr) – Registrato nel dicembre 1960. L’espressione ‘free jazz’ esisteva già prima che questo disco di Ornette Coleman fosse pubblicato: indicava dei concerti jazz gratuiti, senza biglietto. L’album “Free Jazz”, tuttavia, è nato con lo scopo di dare un nome ad uno stile di nuovo jazz, diverso da tutto quello che si era sentito fino a quel momento. Fare free jazz vuol dire suonare liberamente, nessun musicista è vincolato alle convenzioni e può dare libero sfogo all’immaginazione creativa. Tale libertà permette di trovare nuove regole per ogni nuova composizione, offrendo una grande spinta all’innovazione. Per “Free Jazz”, registrato nel dicembre 1960 all’inizio dell’era del free jazz, Ornette Coleman ha pensato in grande: ha portato in studio contemporaneamente due quartetti, entrambi con due strumenti a fiato e senza pianoforte, e li ha lasciati suonare insieme per 36 minuti senza interruzione in una splendida improvvisazione collettiva, registrata mantenendo i due quartetti separati sui due canali stereo. Non ci sono temi precisi, anche se esistono brevi motivi che ricordano una fanfara in cui i fiati si uniscono. Il ritmo, cadenzato e continuo, è alla base della musica e viene sentito piuttosto che ascoltato. Un musicista dopo l’altro si fa avanti per improvvisare, quasi come in una jam session. Prima Coleman, poi Dolphy, poi i due trombettisti. Gli altri fiati non tacciono mai: commentano e si sostengono a vicenda continuamente, mantenendo il livello di energia altissimo per tutto il tempo. Solo quando è il turno dei bassisti e della batteria, i fiati restano muti per circa undici minuti. “Free Jazz” non è solo una pietra miliare della musica, ma anche e soprattutto un’esperienza sonora davvero fantastica.


Ray COODER : Paradise and Lunch

Speakers Corner – LP: SPC 2179 barcode: 4260019715258  (Reprise MS 2179) Ry Cooder (g, mand, b, voc); Ronnie Barron (p, org); Earl Hines (p); Plas Johnson (as); Oscar Brashear (crt); Red Callender, John Duke (b); Russ Titelman, Chris Ethridge (el-b); Milt Holland (dr, perc); Jim Keltner (dr) - Registrato nel 1974 nei Warner Brothers Studios di Hollywood e Burbank (USA), da Lee Herschberg. Prodotto da Lenny Waronker e Russ Titelman. Sono passati vent'anni da quando una band di anziani musicisti cubani, il Buena Vista Social Club, ha conquistato il mondo. Dietro al progetto c'era Ry Cooder nei panni di produttore che ha sempre considerato questo incontro il più grande evento musicale della sua intera vita. Da sempre interessato alla musica delle 'altre Americhe', nei suoi album Cooder ha raccontato la storia del folk americano e del blues in una moltitudine di stili. "Paradise and Lunch" rimane su questa linea ed inizia con un groove che ricorda il gospel e che profuma di terra natia. "Jesus On The Mainline" trasporta l'ascoltatore in una piccola chiesa di legno, mentre il sano blues a 12 battute di "If Walls Could Speak" fa intuire cosa direbbero alcuni silenziosi testimoni se potessero parlare. La sensazione generale è che Cooder ed i suoi compagni siano perfettamente a loro agio quando si spingono più lontano e questo è testimoniato dal rilassato ritmo calypso di "It's All Over Now" e da quello più vivace di "Mexican Divorce". Tutti brani di "Paradise and Lunch" hanno qualcosa di speciale, ma l'interpretazione di "Ditty Wah Ditty" di Bo Diddley è qualcosa di assolutamente unico.


Ry COODER : Jazz
Speakers Corner – LP: SPC 3197 barcode: 4260019715920 (Warner BSK 3197) Ry Cooder (g, voc); Harvey Pittel (as); Randy Aldcroft, George Bohanon (tb); Red Callendar (tba); John Rodby, Earl Hines (p); Barbara Starkey (org); David Lindley (bjo); Tom Collier (mar); Chuck Domanico (b); Mark Stevens (dr) - Registrato nel 1977 agli Amigo Studios, North Hollywood, da Lee Herschberg e Douglas. Prodotto da Ry Cooder e Joseph Byrd. Quando un appassionato della tradizione come Ry Cooder intitola il suo disco "Jazz", nessuno si aspetta che proponga della musica d'avanguardia. Al contrario, il chitarrista americano propone dei brani ormai dimenticati. Proprio come in un album di affascinanti fotografie in bianco e nero spicca lo stile classico, in "Big Band Bill" brilla lo swing sbarazzino alla Django Reinhard, pur non essendoci alcuna volontà di imitazione. In "Face to Face..." la chitarra dal suono leggermente acido di Cooder si mescola in modo omogeneo con il suono piacevolmente rustico della tuba e del mandolino bluegrass. Le tipiche sonorità caraibiche della marimba dialogano con il suono deformato della chitarra slide. La gioiosità del ritmo in 3/4 di "Happy Meeting in Glory" va di pari passo con le sonorità allegre e spontanee del sax di "In a Mist" e con la chitarra poetica, sognante e meditativa di "Flashes". Da non perdere poi il classico "Davenport Blues", in cui le note del vibrafono creano un suono in cui vive lo spirito del suo compositore Bix Beiderbecke e che, passando liberamente per Mingus, strizza l'occhio ai fan del soul di Jerry Roll Morton. "Jazz" è un disco ricco di tradizione e di grande capacità interpretativa.


Ry COODER : Ry Cooder

Speakers Corner – LP: SPC 6402 barcode: 4260019716095 (Reprise RS-6402) Ry Cooder (voc, g, mand, b); Van Dyke Parks (p); Bobby Bruce (v); Chris Ethridge Roy Estrada, Max Bennett (b); John Barbata, Richie Hayward (dr); Milt Holland (dr, perc); Gloria Jones (backing voc) – Registrato nel 1970 in diversi studi di registrazione da Bob Kovacs, Doug Botnick, Rudy Hill e Jim Lowe. Prodotto da Lenny Waronker e Van Dyke Parks. All’età di 22 anni, Ry Cooder era già un veterano della scena musicale. Poco dopo aver firmato un contratto con la Warner Music nel 1969, Cooder pubblicò il primo album a suo nome, riponendo fiducia nel talento musicale che aveva sviluppato fin da bambino e nel raro valore del suo strumento preferito, la steel guitar. L’omonimo disco “Ry Cooder” è un’affascinante miscela di blues, folk, rock’n’roll e pop, un mix unico che mette insieme splendide canzoni, un virtuosismo incredibile ed arrangiamenti creativi. Per questo progetto Ry Cooder ha scovato dieci gemme appartenti ad un lasso temporale di oltre sei decenni, a partire dagli anni ’20, con leggende come Woody Guthrie, Blind Blake, Sleepy John Estes e Leadbelly, per spingersi fino ad artisti più attuali con Randy Newman. Per quanto magnifica possa essere la sua scelta, è il fascino esuberante della sua composizione strumentale, “Available Space”, a rubare quasi la scena a tutti gli altri brani. Espansivo ed imparziale, Cooder propone un gioco ironico fatto di frasi irregolari senza parole che promettono all’ascoltatore qualcosa di nuovo ed alla fine girano in un loop infinito. Il bisogno di Cooder di mettersi alla prova, moderato dalla sua venerazione per il passato, lo aiuta a creare un’opera originale che, per coloro che amano l’avventura, sarà una vera scoperta!


Miles DAVIS : ‘Round About Midnight
Speakers Corner – LP: SPC 949 barcode: 4260019713353 (Columbia CL 949) Miles Davis (tr); John Coltrane (ts); Red Garland (p); Paul Chambers (b); Philly Joe Jones (dr) – Registrato nell’ottobre del 1975, nel giugno e nel settembre del 1956 al Columbia’s 30th Street Studio, New York in mono. Prodotto da George Avakian. Finalmente le prime registrazioni che Miles Davis fece con la Columbia nel 1955 e 1956, sono nuovamente disponibili in vinile e sono state realizzate senza ricorrere a tagli o modifiche che solitamente si utilizzano al giorno d’oggi. All’ascoltatore non resta che rilassarsi e godersi le 6 tracce di “’Round About Midnight” nell’ordine in cui il produttore, probabilmente in accordo con Davis, ha deciso di proporle. Tutti i pezzi sono noti e sono stati suonati migliaia di volte in tante versioni, ma quello che hanno fatto Davis ed ogni singolo musicista del suo quintetto, in termini di inventività, elettrizzanti improvvisazioni ed abilità artistica, è davvero straordinario. Il suono senza vibrato di Miles Davis ricorda John Coltrane come è chiaro ascoltando “Bye, Bye Blackbird”, mentre il pezzo forte di Paul Chamber è “Ack Varmeland du Skona” (Cara vecchia Stoccolma”). Il fatto che nel 1956-1957 il bebop fosse molto di moda lo dimostrano i classici “Tadd’s Delight” di Tadd Dameron e “Ah-Leu-Cha” di Charlie Parker. In “’Round About Midnight” tuttavia i fili melodici sono più moderati, aprendo la strada a quello che più avanti sarebbe stato chiamato jazz modale. Sebbene “’Round About Midnight” come disco non abbia mai raggiunto la fama di “King of Blue”, questa registrazione della Columbia contiene molte gemme che vale assolutamente la pena ascoltare.


Miles DAVIS : Miles Smiles
Speakers Corner – LP: SPC 9401 barcode: 4260019713292  (Columbia CS 9401) Miles Davis (tr); Wayne Shorter (ts); Herbie Hancock (p); Ron Carter (b); Tony Williams (dr) - Registrato nell'ottobre del 1966 ai Columbia RecordsStudios, New York, da Frank Laico. Prodotto da Teo Macero. Ad eccezione della registrazione live di un concerto al Portland Festival, la discografia di Miles Davis del 1966 comprende solo le registrazioni contenute nel disco "Miles Smiles". Fatto piuttosto strano se si considera la vastità della produzione del trombettista americano per la Columbia Records negli anni '60. Nel disco proposto da casa Speakers Corner, il bassista Ron Carter si dimostra ineccepibile nell'interpretare i ritmi complicati delle musiche e non a caso questa sua straordinaria capacità gli garantì un posto d'onore nel quintetto di Davis che, come è possibile ascoltare, ha offerto nuove ed originali interpretazioni di alcune composizioni di Wayne Shorter, di hit jazz come "Freedom Jazz Dance" di Eddie Harris e "Gingerbread Boy" di Jimmy Heath. Ogni secondo degli oltre nove minuti del brano "Footprints" firmato da Shorter, è da considerarsi indimenticabile, mentre la batteria del giovane Tony Williams in "Freedom Jazz Dance" trasuda vitalità con un passo veloce che, nelle note di copertina, è definita 'eccitante'. Secondo il critico musicale Anthony Tuttle, questa musica non è né 'new stream' né 'old guard', ma è semplicemente un ottimo jazz moderno. Questo è esattamente ciò che "Miles Smiles" era quando uscì 40 anni fa ed è quello che continua ad essere ancora oggi! E che, come si racconta, per una volta Miles Davis abbia sorriso suonando col suo quintetto, forse non è solo una leggenda.


Miles DAVIS : Miles in Berlin
Speakers Corner – LP: SPC 62976 barcode: 4260019715418  (Columbia 62976) Miles Davis (tp); Wayne Shorter (ts); Herbie Hancock (p); Ron Carter (b); Tony Williams (dr) – Registrato nel settembre del 1964 live al Philharmonic Hall, Berlino, da SFB Radio in mono. Prodotto da Rudy Wolpert. E’ il 1964 ed il primo Jazz festival di Berlino sta per raggiungere il culmine del venerdì 25 settembre: l’ultimo concerto previsto è quello di Miles Davis. La sorella europea della Columbia, la Cbs, non si lascia sfuggire l’occasione di pubblicare un disco che immortali l’evento: “Miles in Berlin”. Il nuovo quintetto, per la prima volta con Wayne Shorter al sax tenore, ammalia e tiene il pubblico col fiato sospeso nella Philharmonic Hall della città tedesca. I classici “Milestones”, “So What” e “Walkin’” sono suonati in modo velocissimo, mentre le ballate rimangono dolci e sognanti. Nei concerti successivi non sarebbe più stata raggiunta l’atmosfera eccezionale del concerto di Berlino, cosa dovuta anche all’ottima acustica della grande sala che ospitava l’evento. Con il pubblico seduto anche dietro al palco, Miles non poteva voltare le spalle a nessuno, come di solito faceva in modo provocatorio durante i suoi concerti; decise quindi di accovacciarsi di quando in quando sul palco. Ma questo non gli impediva di rendere i suoi assoli lirici e dolci, con fini sfumature a basso volume che erano tuttavia udibili anche negli angoli più lontani dal palco. La struttura ritmica del giovane batterista Anthony Williams garantisce alla musica la tensione necessaria. Miles è in gran forma, il pubblico entusiasta, l’acustica eccellente e, come se non bastasse, la tecnologia usata nella registrazione è impeccabile e la stampa su vinile vergine è fantastica: cosa si può volere di più da un disco come “Miles in Berlin”?


DELANEY & BONNIE & FRIENDS with Eric CLAPTON : On Tour

Speakers Corner – LP: SPC 33326 barcode: 4260019716033  (Atco SD 33326) Delaney Bramlett (g, voc); Bonnie Bramlett, Rita Coolidge (voc); Eric Clapton, Dave Mason (g); Bobby Keys (sax); Jim Price (tb); B. Whitlock (org, voc); Carl Radle (b); Tex Johnson (bgo, cga); Jim Gordon (dr) – Registrato nel dicembre del 1969 live al Fairfield Halls, Croydon (UK), da Andy Johns e Glyn Johns. Prodotto da Delaney Bramlett e Jimmy Miller. “On Tour” è un disco live di 42 minuti che è stato registrato nel dicembre del 1969 a Croydon, in Inghilterra e che è stato premiato con 5 stelle dalla rivista Rolling Stone. Il disco non rappresenta solo il culmine della carriera di Delaney & Bonnie, ma segna anche l’inizio della loro collaborazione con Eric Clapton. Nel tour che è stato immortalato dal disco, Clapton suona con straordinario virtuosismo quel mix di country, blues e gospel che avrebbe contraddistinto le sue prime apparizioni da solista negli anni ’70. I momenti salienti di “On Tour” con Clapton come protagonista sono sicuramente l’assolo di “I Don’t Want to Discuss It”, il lungo intervento di Slowhand in “Only You Know And I Know” e l’asciutta introduzione di “Coming Home”. Vocalmente Delaney & Bonnie non hanno mai superato il livello raggiunto in questo live e la band di 11 elementi suona in modo più affiatato di tanti quartetti dell’epoca, indipendentemente che si tratti di un lungo pezzo blues o di un medley di canzoni di Little Richard. Non c’è dunque da stupirsi che questa formazione sia stata scelta da Eric Clapton per il suo primo disco da solista, che il nucleo della band, Bobby Whitlock, Carl Radle e Jim Gordon si sarebbe trasformato nei Derek and the Dominos e che il grosso della band si sarebbe esibito con George Harrison in “All This Must Pass”. Ascoltando “On Tour” si capisce il motivo per cui, almeno la metà dei musicisti che hanno preso parte al progetto, ha raggiunto il rango di superstar meno di un anno dopo la registrazione dell’album.


Paul DESMOND / Gerry MULLIGAN : Two of a Mind
Speakers Corner – LP: SPC 2624 barcode: 4260019714527 (Rca LSP 2624) Gerry Mulligan (bs); Paul Desmond (as); Joe Benjamin, John Beal, Wendell Marshall (b); Connie Kay, Mel Lewis (dr) - Registrato nel 1962 nello studio della Rca Victor's a New York City da Ray Hall, Bob Simpson e Mickey Crofford. Prodotto da Bob Prince e George Avakian. Anche se a volte predominano il suono meraviglioso, la reciproca comprensione e l'equilibrio armonioso, il rapporto tra il sax contralto di Paul Desmond ed il sax baritono di Gerry Mulligan è molto lontano da quello che viene definito 'easy listening'. Per molti ascoltatori sono già difficili da identificare le linee melodiche in standard come "Stardust" e "The Way You Look Tonight", o quale tema si nasconde dietro a "Two of a Mind". Gli incontri per le registrazioni nello studio della Rca si svolsero in più giorni per cui nel disco si possono ascoltare diversi bassisti e batteristi: al basso si alternano Wendell Marshall, Joe Benjamin o John Beal, mentre alla batteria Connie Kay o Mel Lewis. Tutti questi musicisti formano una squadra brillante ed il fatto che manchi un pianoforte è sia voluto che inevitabile per le registrazioni di Mulligan di quell'anno. "Two of a Mind" è un progetto che, in una collezione, merita sicuramente un posto tra i "Best Of" accanto alle altre registrazioni di Gerry Mulligan con Ben Webster e Stan Getz.


Paul DESMOND : Take Ten
Speakers Corner – LP: SPC 2569 barcode: 4260019712424  (Rca LSP 2569) Paul Desmond (as); Jim Hall (g); Gene Cherico, Gene Wright (b); Connie Kay (dr) – Registrato nel 1963 alla Webster Hall, New York, da Ray Hall. Prodotto da George Avakian. No, il titolo del disco non è “Take Five”, ma “Take Ten” e questo suggerisce già che il compositore di questo best-seller da milioni di copie non è Dave Brubeck, ma Paul Desmond. Durante la sessione di registrazione, la chitarra di Jim Hall fu molto più che una semplice sostituta del pianoforte: il chitarrista ha infatti contribuito a dare al quartetto una nuova colorazione sonora caratterizzata dall’influenza della bossa nova. I brani di “Take Ten” sono tutti leggeri ed ariosi, le linee melodiche ed i suoni sono pieni di trasparenza. Le linee chiare e la semplicità dei solisti non smettono mai di stupire chi ascolta e questo non avviene solo negli standard “Alone Together”, “Nancy” e “The One I Love”, tutti per altro proposti con arrangiamenti fatti per l’occasione in studio, a dimostrazione dell’incredibile complicità che univa i musicisti. L’atmosfera è rilassata e questa sensazione arriva all’ascoltatore anche dopo mezzo secolo. Il processo di registrazione e riproduzione della Rca era molto all’avanguardia per i tempi. La musica arriva con tutta la sua nitidezza e chiarezza ed ora finalmente anche senza quei fastidiosi rumori di fondo di un Lp di seconda mano.


Paul DESMOND : Easy Living
Speakers Corner – LP: SPC 3480 barcode: 4260019715661  (Rca LSP 3480) Paul Desmond (as); Jim Hall (g); Eugene Wright, Gene Cherico, Percy Heath (b); Connie Kay (dr) – Registrato nel giugno del 1963, nel luglio e settembre del 1964, nel giugno del 1965 presso RCA Studio di New York City. Prodotto da George Avakian. Perché comprare questo disco? Primo perché ha un suono eccellente! Secondo perché ad esibirsi insieme sono Paul Desmond e Jim Hall naturalmente! Terzo per il brano “Easy Living”, uno dei pezzi più riusciti di sempre in una delle sue versioni più poliedriche! Quarto perché hai perso l’originale uscito nel 1966 e quindi oggi non dovresti rifare lo stesso errore! Gli otto brani contenuti in “Easy Living” sono considerati alcuni tra i migliori della carriera di Desmond dopo che il sassofonista aveva lasciato il gruppo di Dave Brubeck. Il puro stile accordale con singole note di Jim Hall è più arioso ed ispirante delle carnose parti del pianoforte dell’ex formazione. Ed il bassista Percy Heath ed il batterista Connie Kay, ossia metà del grande Modern Jazz Quartet, regalano al progetto un’impeccabile struttura base su cui i musicisti possono brillantemente improvvisare. I vinili sono e rimangono insuperabili, sia per quanto riguarda il suono che per l’atmosfera che regalano. Fortunatamente sono anche un investimento sicuro, forse non tutti, ma “Easy Living” di Paul Desmond e Jim Hall sicuramente sì!


Al DI MEOLA : Casino
Speakers Corner – LP: SPC 35277 barcode: 4260019715654  (Columbia JC 35277) Al Di Meola (g); Barry Miles (keyb); Anthony Jackson (b); Steve Gadd (dr); Mingo Lewis (cga); Eddie Colon (perc) – Registrato nel periodo maggio-settembre del 1977 agli Electric Lady Studios, New York, da Dave Palme. Prodotto da Al Di Meola. Archiviata l’incredibile abilità manuale dimostrata in “Elegant Gypsy”, il maestro delle corde Al Di Meola decise di dedicarsi a “Casino”, album in cui il musicista affronta un materiale musicale particolarmente impegnativo. La track list del disco comprende ad esempio “Egyptian Danza”, un complesso amalgama di melodie circolari che, con una leggera elettronica, evoca gli universi contrastanti di oriente, occidente e nuovo mondo. In “Chasin’ The Voodoo” il suono diventa più denso e sale fino a diventare un fuoco continuo che si nutre delle sonorità della chitarra del maestro. Di Meola combina l’idea di ritmi multipli: in “Fantasia Suite for Two Guitars”, quattro miniature con ritmo percussivo zapateado e sonorità flamenco, il chitarrista si accompagna da solo grazie al multitraccia. Ma il meglio viene alla fine: nella traccia di chiusura, “Casino”, tutte le forze si riuniscono per creare uno spettacolo mozzafiato fatto di tempi diversi, schemi che si sovrappongono, astuti cambi metrici e, certamente, caratterizzato dal suono inimitabile della chitarra di Al Di Meola.


DOOBIE BROTHERS : The Captain And Me
Speakers Corner – LP: SPC 2694 barcode: 4260019713230   (Warner BS 2694) Tom Johnston (g, hca, synth, voc); Patrick Simmons (g, synth, voc); John Hartman (perc, dr, voc); Tiran Porter (b, voc); Michael Hossack (dr, cga, perc). I Doobie Brothers non erano fratelli e non si chiamavano Doobie. La band iniziò nel 1969 con il nome di Pud nel Chateaux Liberté, un club sui monti californiani ed un anno dopo si ribattezzò Doobie, termine slang che indica lo spinello. L’idea iniziale, anche appoggiata dalla Warner, era di fare heavy metal hard rock, ma presto fu chiaro che la band aveva molto di più da offrire. “The Captain And Me” è ritenuto il disco migliore e più versatile del gruppo in cui brani aggressivi convivono con pezzi più melodiosi che ne smorzano la durezza. Il pezzo d’apertura, “Natural Thing”, mostra come accattivanti parti vocali folk possano ben amalgamarsi con sonorità rock. Brani decisamente arrabbiati come “Without You” e “Evil Woman” sono diventati veri e propri pionieri del genere. Di tanto in tanto un ampio assolo di arpa o le melodie della chitarra acustica ricordano il pungente stile bluegrass del sud. Il fatto poi che in “South City Midnight Lady” trovi spazio anche il dolce lamento della steel guitar è abbastanza logico visto che “The Captain And Me” è un disco alla cui base c’è un concetto musicale accuratamente ponderato.


DOOBIE BROTHERS : Minute by Minute
Speakers Corner – LP: SPC 3193 barcode: 4260019715937  (Warner Bros. BSK 3193) Tom Johnston (voc); Patrick Simmons (g, voc); Michael McDonald (keyb, voc); Jeffrey Baxter (g); Norton Buffalo (hca); Tiran Porter (b, voc); John Hartman, Keith Knudsen (dr); Bobby LaKind (cga) - Registrato nel 1978 presso gli studi della Warner Bros. , North Hollywood, da Donn Landee e Loyd Clifft. Prodotto da Ted Templeman. Come i Doobie Brothers siano diventati una 'famiglia' non è solo un evento legato al destino, ma anche una bella storia. Mentre in sala prove i musicisti della band si fumavano uno spinello, in inglese doobie, passandoselo di mano in mano, uno del gruppo sembra aver detto: "Siamo tutti fratelli di spinello (Doobie Brothers)". Più tardi, una volta ritornato in possesso di tutte le sue facoltà, il cofondatore della formazione, Tom Johnston, si mise a pensare ad un suono simile al Motown Sound, con una linea di basso alla Seals & Crofts ed una voce nello stile di Stevie Wonder. Il fatto che "Minute By Minute", il primo album dell'era post-Johnston, rifletta perfettamente lo stile maturo del gruppo, è dovuto soprattutto ai due ex musicisti degli Steely Dan, Jeff 'Skunk' Baxter ed al cantante Michael McDonald. Il cuore pulsante di "Minute by Minute" è incarnato da un groove sottile e delicatamente elettrico. Sonorità scintillanti e colorate sono arricchite da ritmi potenti e suoni caldi ("What a Fool Believes"). La voce solista si combina perfettamente agli accordi del pianoforte, al basso brioso e ad uno sfondo polifonico per dare vita ad un'armonia accattivante ("Here To Love You"). Gli assolo di chitarra e sax, perfettamente eseguiti, non hanno mai la meglio sul suono generale del gruppo. Tanta fratellanza meritava di essere riconosciuta: "Minute by Minute" fu premiato con tre dischi di Platino ed un Grammy Award.


DR. JOHN : The Sun, Moon & Herbs
Speakers Corner – LP: SPC 33362 barcode: 4260019716002  (Atco SD 33362) Dr. John (voc, p, org, vib, perc); Tommy Ferrone, Eric Clapton (g); Bobby Keys (sax); Ed Hoerner, Jim Price (tp); Ken Terroade (fl); Walter Davis (p); Ronnie Barron (org); Jesse Boyce (b); John Boudreaux (dr); The Memphis Horns & backing vocals – Registrato luglio-ottobre del 1970 ai Trident Studios di Londra da Roy Baker e agli studi Dimension Recorders di Hollywood da Judd Philips. Prodotto da Dr. John e Charles Greene. In origine “The Sun, Moon & Herbs” era stato concepito come un triplo, ma dopo una serie di modifiche e seguendo il principio secondo cui ‘less is more’, si è arrivati al presente album singolo che, a dirla tutta, Dr. John non sembra aver mai amato molto. Nessuna delle 7 tracce della registrazione è adatta ad essere trasmessa per radio: gli incantesimi musicali che tessono Dr. John ed i suoi colleghi sono oscuri e paludosi. “Black John The Conqueror” affonda le radici nell’antico folklore cajun che la formazione modernizza rendendolo più ritmato. “Craney Crow” è il fratello minore del precedente brano di Dr. John “Walk on Guilded Splinders” ed ha un effetto simile sull’ascoltatore. “Pots on Fiyo (Filé Gumbo)” mette insieme ritmi latino-americani e canti Cajun. Le parti vocali sono pressoché insondabili e nel mix sembrano fungere più come un ulteriore strumento. “Zu Zu Zu Mamou” è talmente elaborata che sembra di poter tagliare la musica con un coltello. L’ideale è ascoltare “The Sun, Moon & Herbs” durante una calda notte afosa con i tuoni che in lontananza sembrano dei tamburi nella giungla. Quando Dr. John ha concepito questo disco aveva sicuramente qualcosa di ben preciso in mente: sta all’ascoltatore scoprire cosa.


DR. JOHN : Gris-Gris
Speakers Corner – LP: SPC 33234 barcode: 4260019715692  (Atco SD 33234) Dr. John (voc, keyb, perc), Harold Battiste (b, cl, perc, arr); Plas Johnson (sax); Lonnie Boulden (fl); Steve Mann (g, bjo); Richard Washington (perc); Bob West (b); John Boudreaux (dr); Mo "Dido" Pedido (cga) – Registrato nel 1967 ai Gold Star Studios, Los Angeles. Prodotto da Harold Battiste. Si dice che la nonna di Dr. John, alias di Malcolm Rebenneck, spostasse gli oggetti con la forza della mente e che a volte fluttuasse per la stanza. Non è dunque un caso che il nipote decise di chiamarsi Dr. John, in omaggio ad un famoso guaritore voodoo del XIX secolo. Nei 7 magici brani di “Gris-Gris” l’artista propone una potente miscela di melodie creole, sonorità pagane primordiali, un pizzico di atmosfera da martedì grasso e jazz alla New Orleans. “Gumbo Ya Ya” è una trascinante processione con canti arcaici che mostra come al centro dell’intero disco ci siano le sonorità afro: giocare con queste, ammorbidirle qua e là o valorizzarle con danze e voci lontane (“Danse Fambeaux”) fa tutto parte del programma di questa raccolta di tesori artistici. Tra i suoni rochi si notano anche toni piacevoli ed intimi come “Croker Courtbullion”, brano delicato e lungimirante. “Gris-Gris”, album che nella classifica dei 500 album migliori di sempre proposta da Rolling Stone si è piazzato al numero 143, è la dimostrazione che a volte un pizzico di magia, forse di follia, è la chiave giusta per dare vita ad un capolavoro.


EARTH, WIND & FIRE : That’s the Way of the World
Speakers Corner – LP: SPC 33280 barcode: 4260019714275  (Columbia PC 33280) Maurice White (voc, perc, dr); Verdine White (voc, b, perc); Philip Bailey (voc, cga, perc); Larry Dunn (p, org, synth); Al McKay (g, perc); Ralph Johnson (dr, perc); Johnny Graham (g); Fred White (dr, perc); a.o. – Registrato nel 1975 al Caribou Ranch in Nederland, Colorado (Usa), da Curt Wittig. Prodotto da Maurice White. «Ok, è musica da discoteca, ma ben fatta». Chiunque la pensi in questo modo deve essere stato piuttosto attivo negli anni ‘70 e ‘80 e deve aver notato che la musica fusion commerciale che ascoltava il sabato sera era piena di energia. Gli Earth, Wind & Fire attribuivano al loro straordinario mix di musica latina, gospel, soul e funk con una dinamica sezione ottoni, un’importanza esistenziale. “That’s the Way of the World” era visto come il disco che avrebbe mostrato la direzione che avrebbe preso la band: o il successo o l’oblio tra le fila dei tanti gruppi anonimi di rhythm’n’blues. La ricetta segreta della formazione che comprendeva raffinati ritmi latini, solidi bassi e nitide improvvisazioni funky, il tutto aromatizzato con ingredienti sonori esotici, era azzeccata. Incoronata da un arioso falsetto e divertenti armonie vocali, la band diede vita ad un suono da big band che la rivista Rolling Stone definì «innovativo, ma popolare, preciso, ma sensuale, calcolato e tuttavia entusiasmante». Dopo quasi due decenni, solo negli Usa furono venduti di “That’s the Way of the World” più di 3 milioni di copie ed il disco fu inserito dalla rivista musicale americana nella lista dei migliori 500 album di sempre. Gli Earth, Wind & Fire erano destinati a scrivere una pagina importante della storia della musica!


EARTH, WIND & FIRE : Spirit
Speakers Corner – LP: SPC 34241 barcode: 4260019715302 (Columbia PC 34241) Maurice White (voc, dr, perc); Philip Bailey (voc, cga, perc); Larry Dunn (p, org, synth); Johnny Graham (g); Al McKay (g, perc); Jerry Peters (p); Verdine White (voc, b, perc); Fred White, Ralph Johnson (dr, perc) – Registrato nel 1976 ai Wally Heider Studio 3, Burbank Studios, Hollywood Sound Recorders e Westlake Audio da George Massenburg. Prodotto da Maurice White e Charles Stepney. Il detto ‘spiritus ubi vult spirat’ ossia ‘lo spirito soffia dove vuole’, è interpretato dagli Earth, Wind & Fire nel disco “Spirit” con estrema chiarezza. Suoni delicati e gesti modesti non sono certo congeniali al colorato gruppo che negli spettacoli dal vivo mescola l’antico misticismo faraonico egizio con la vita moderna della strada. Che lo spirito evocato dal titolo della registrazione soffi forte è garantito non solo dall’esuberante sezione fiati del gruppo, ma anche dai ritmi disco scelti dalla band così come pure dall’elegante e controllato falsetto che viene utilizzato. Tutto questo ha dato vita ad un album in cui è possibile apprezzare le espressive parti vocali di “Imagine”, la ballata meticolosamente bilanciata intitolata “Burnin’ Bush” come pure le potenti sonorità tutte da ballare della memorabile “Saturday Nite”. “Spirit” è un disco che contiene una gamma incredibile di generi e per questo è stato definito dalla popolare rivista Rolling Stone un album «innovativo ma popolare, preciso ma sensuale, calcolato ma galvanizzante».


Bill EVANS : The Bill Evans Album

Speakers Corner – LP: SPC 30855 barcode: 4260019715074  (Columbia C 30855) Bill Evans (p, el-p); Eddie Gomez (b); Marty Morrell (dr) - Registrato nel maggio e giugno del 1971, al CBS 30th Street Studio, New York, da Pete Weiss. Prodotto da Helen Keane. La storica etichetta discografica Columbia ha registrato e pubblicato solo due vinili con il pianista Bill Evans. Un risultato piuttosto scarso se si considerano i numerosi concerti che il trio del grande musicista ha tenuto tra il 1969 e il 1974. Insieme al fenomenale bassista Eddie Gomez ed al geniale batterista Marty Mortell, Evans ha dato vita ad un trio solido e sempre capace di migliorarsi. Il pianista americano, da sempre interessato alle tante possibilità espressive offerte dal pianoforte Fender Rhodes, le utilizzò per la prima volta in "The Bill Evans Album". Si tratta di un disco eccellente che propone solo composizioni originali di Bill Evans tra cui tre brani precedentemente registrati e quattro opere nuove di zecca. Particolarmente interessanti sono la malinconica "Two Lonely People", l'interpretazione musicale di Evans di una poesia di Carol Hall e "Sugar Plum" e "T.T.T.", opere che rimasero nel repertorio del musicista fino alle sue ultime registrazioni. Insolita ma encomiabile perché inizia con un'improvvisazione introduttiva ad hoc, è la versione per pianoforte elettrico della composizione più famosa di Evans, "Waltz For Debby". Anche se stava registrando con un piccolo ensemble, per il suo "The Bill Evans Album", il musicista americano ha sfruttato appieno le eccellenti strutture tecniche messe a disposizione dallo studio della Columbia ed è per questo che i sette brani del disco suonano molto meglio della maggior parte delle registrazioni dal vivo effettuate dalla formazione. Una volta Evans disse che fu con questo trio che riuscì a soddisfare le sue ambizioni musicali: "The Bill Evans Album" ne è la conferma.


Art FARMER feat. Jim HALL : Live at the Half-Note
Speakers Corner – LP: SPC 1421 barcode: 4260019715906  (Atlantic SD 1421) Art Farmer (flh); Jim Hall (g); Steve Swallow (b); Walter Perkins (dr) – Registrato live nel dicembre del 1963 al Half Note di New York City, da Joe Atkinson, Phil Iehle e Tom Dowd. Prodotto da Arif Mardin. Dopo lo scioglimento del Jazztet, sestetto fondato nel ’59 da Art Farmer e Benny Golson, il trombettista americano divenne il leader di un quartetto senza pianoforte con il chitarrista Jim Hall. Farmer disse in un’intervista che il quartetto non aveva bisogno di un pianista perché Hall poteva fornire tutti gli accordi ed i contrappunti necessari. Eccellente polistrumentista, nelle esibizioni con il quartetto Art Farmer smise di suonare la tromba per utilizzare esclusivamente il flicorno. Il jazz club newyorkese Half Note divenne uno dei locali preferiti dalla formazione e senz’altro quello che ospitò le sue migliori registrazioni. “Live at the Half-Note” propone un programma piuttosto sorprendente composto da cinque standard swing più il poco noto “Swing Spring” di Miles Davis. Hall che fa la sua apparizione in “I’m Gettin’ Sentimental Over You”, era il musicista ideale per Farmer in quanto i due avevano uno stile d’improvvisazione molto simile, delicato e riflessivo e molto più complesso di quanto ci si potesse aspettare. Delle 22 tracce registrate, solo le 5 contenute nel vinile di casa Speakers Corner sono sopravvissute: le altre sono purtroppo bruciate in un incendio. “Live at the Half-Note” è anche per questo motivo un disco di grande valore che ha assicurato alle prossime generazioni la possibilità di godere di queste straordinarie esibizioni.


FLEETWOOD MAC : The Pious Bird Of Good Omen
Speakers Corner – LP: SPC 763215 barcode: 4260019713001  (Blue Horizon 7-63215) Peter Green (g, voc), Jeremy Spencer (g, p, voc); Danny Kirwan (g); Eddie Boyd (p, voc); Big Walter Horton (hca); John McVie (b); Mick Fleetwood (dr) - Registrato tra il settembre del 1967 e l'ottobre 1968 da Mike Ross. Prodotto da Mike Vernon. Dopo lo scioglimento della formazione Bluesbreakers di John Mayall nell'estate del 1967, sembrava giunto il momento che Peter Green, John McVie e Mick Fleetwood si congedassero dal rock britannico. La neonata band dei tre musicisti, i Fleetwood Mac, rivolse per la prima volta la propria attenzione verso il blues nero, con il risultato che il loro stile era così simile a quello di altri gruppi che la rivista Eye definì il loro modo di fare musica 'mimetismo quasi ridicolo'. Nonostante tutto, la scelta stilistica fatta dai Fleetwood Mac li mise sulla giusta direzione e nel 1969, l'anno in cui fu pubblicato "The Pious Bird Of Good Omen", i coraggiosi musicisti raggiunsero le vette delle classifiche pop, superando addirittura i Beatles e Stevie Wonder. Ovviamente, nella cover version di "Need Your Love So Bad" di Little Willie John, pezzo proposto con il suono vellutato di strumenti a corda, ed in altre canzoni blues, l'influenza americana si fa ancora sentire, ma non senza successo! Come si può notare ascoltando "The Pious Bird of Good Omen", il suono caratteristico della band emerge al meglio in brani ormai leggendari come "Albatross" e "Black Magic Woman". Giudicato il miglior progetto blues britannico di sempre (allmusic.com), "The Pious Bird of Good Omen" è un'esperienza sonora davvero da non perdere!


Aretha FRANKLIN : Aretha with the Ray Bryant Combo

Speakers Corner – LP: SPC 8412 barcode: 4260019715357 (Columbia CS 8412) Aretha Franklin (voc); Quentin Jackson, Tyree Glenn (tb); Al Sears (ts); Ray Bryant (p); Lord Westbrook, Skeeter Best (g); Milt Hinton, Bill Lee (b); Belton Evans, Sticks Evans, Osie Johnson (dr) - Registrato in agosto, novembre e dicembre 1960 e gennaio 1961 ai Columbia Recording Studios, New York. Prodotto da John H. Hammond. Come è noto, le prime relazioni non sono sempre benedette dalla fortuna e quindi non c'è da meravigliarsi che la collaborazione di Aretha Franklin con il produttore della Columbia John H. Hammond non sia durata a lungo. I successivi tentativi di Hammond di candire l'irrefrenabile voce natura della Franklin con arrangiamenti zuccherini e trucchetti di studio, non hanno sempre trovato l'approvazione del pubblico. Ma per quanto riguarda il primo disco di Aretha Franklin per la Columbia, era ancora il periodo della luna di miele. In un mix di successo fatto di pop e jazz standard, il giovane talento di soli 18 anni, fa meravigliosamente vibrare le corde vocali. Infiammati dalla freschezza della giovane artista, questi evergreen suonano così freschi ed inebrianti che la questione del genere diventa secondaria. Dal r&b dal sapore rock di "Won't Be Long", passando per le onde melodiche di "Over the Rainbow", si arriva allo stile free e jazzy del classico di Gershwin "It Ain't Necessarily So", non manca proprio niente. Il Ray Bryant Trio, ampliato per l'occasione da alcuni strumenti a fiato, dimostra di essere una formazione straordinaria in quanto capace di offrire sempre un accompagnameto presente e discreto. Se si confrontano le performance più mature di Aretha Franklin, registrate negli anni successivi con la Atlantic, si noterà subito che la futura 'First Lady of Soul', come sarebbe stata chiamata la cantante, era in pieno possesso della sua professione già agli inizi della carriera.


Aretha FRANKLIN : Live at Fillmore West
Speakers Corner – LP: SPC 7205 barcode: 4260019714466  (Atlantic SD 7205) Aretha Franklin, Ray Charles (voc, el-p); King Curtis (ts, ss); Billy Preston (org); Truman Thomas (el-p); Cornell Dupree (g); Jerry Jemmot (b); Bernard Purdie (dr); Pancho Morales (cga) – Registrato live nel febbraio del 1975 al Fillmore West, San Francisco, da Ray Thompson. Prodotto da Jerry Wexler and Arif Mardin. Le registrazioni live possono essere tra loro molto diverse: la maggior parte va buttata, alcune trovano spazio nel mercato come bootleg e solo pochissime riescono a mantenere lo spirito autentico ed il puro entusiasmo del concerto live che hanno fermato nel tempo. “Live at Fillmore West” è una di queste registrazioni live speciali che ha immortalato il concerto che la grande Aretha Franklin ha tenuto al Fillmore West, la leggendaria sala da concerto di San Francisco, chiusa poco tempo dopo questo straordinario evento. Per questa esibizione Aretha Franklin scelse di non esibirsi con la sua solita band che era rimasta a Detroit, ma con i King Curtis And The Kingpins, una delle formazioni più interessanti in circolazione, e volle sul palco anche i pionieristici musicisti Cornel Dupree alla chitarra e Bernard Purdie alla batteria. Una volta che la puntina si appoggia sul disco lo spettacolo è assicurato. In sottofondo si sentono le sonorità acute dei Memphis Horns, una fantastica sezione di ottoni, mentre le dita di Billy Preston si muovono sull’organo creando un’aura fatta di pura energia spirituale. Ad un certo punto della serata succede qualcosa di straordinario: Ray Charles, casualmente seduto tra il pubblico, sale sul palco ed interviene nel brano “Spirit In The Dark”. Per quanto riguarda Lei, la protagonista assoluta della serata, non c’è niente da dire: le parole non bastano a descrivere il suo talento, bisogna solo ascoltarla. Senza i superbi album della fine degli anni ‘60, Aretha Franklin non sarebbe mai diventata la prima sorella soul degli Stati Uniti, né sarebbe apparsa al Fillmore West. “Live at Fillmore West” è davvero un documento straordinario ed un disco di grande pregio che merita un posto d’onore in qualsiasi collezione.


Michael FRANKS : The Art of Tea 

Speakers Corner – LP: SPC 2230 barcode: 4260019716101  (Reprise RS-2230) Michael Franks (voc); David Sanborn (sax); Joe Sample (keyb); Larry Carlton (g); Larry Bunker (vib); Wilton Felder (b); John Guerin (dr, perc); Jerry Steinholtz (cga) – Registrato nel maggio e giugno del 1975 ai Capitol Recording Studios di Los Angeles da Al Schmitt, Bruce Botnick e Lee Hershberg. Prodotto da Tommy LiPuma. Michael Franks è un maestro della parola: non solo ha studiato letteratura americana, ma è anche un cantautore e compositore di colonne sonore. In “The Art of Tea”, il primo disco dell’artista per una major, musica e parole vanno di pari passo. In origine musicista jazz, Franks ha raggiunto i fan del pop e del rock proprio grazie a “The Art of Tea”. Brani sensuali e giocosi come “Popsicle Toes” e “Eggplant” sono pieni di giochi di parole astuti con del jazz-pop arioso che ricorda Henry Mancini. Con un approccio simile a quello degli Steely Dan, il canto e la scrittura di Franks creano le basi per un suono che si fonda su musicisti di prim’ordine come Dave Sanborn e Michael Brecker al sassofono, il guru della chitarra 'Mr. 335' Larry Carlton alla chitarra semi-acustica, Joe Sample alle tastiere e Wilton Felder al basso. Responsabile di questa registrazione straordinariamente meticolosa è Bruce Botnick che nel corso della sua carriera ha anche registrato i Doors ed i Beach Boys. “The Art of Tea” è sicuramente uno dei momenti più alti della discografia di Michael Franks tanto che l’unico singolo del disco, “Popsicle Toes”, è arrivato al ventitreesimo posto della classifica di Billboard dei migliori 100 singoli dell’anno.


Al GREEN : Call Me
Speakers Corner – LP: SPC 32077 barcode: 4260019714190 (Hi XSHL 32077) Al Green (voc); James Mitchell (bs, arr); Andrew Love (ts); Jack Hale (tb); Wayne Jackson (tp); Mabon Hodges (g); Charles Hodges (keyb); Archie Turner (p); Leroy Hodges (b); Howard Grimes (dr); The Memphis Strings – Registrato nel 1973 nei Royal Recording Studios, Memphis, da Willie Mitchell. Prodotto da Al Green e Willie Mitchell. Chef stellati e pop star hanno in comune la capacità di mescolare ingredienti piccanti ed altri meno saporiti per creare un tutto aromatico e appetitoso. Una combinazione di dolce e funky è il segreto delle canzoni sentimentali e sensuali di Al Green che nei liberi anni ’70 erano spesso definite ‘canzoni per fare l’amore’, al centro delle quali c’è il falsetto che Al Green regola alla perfezione. Ma attenzione! “Call Me” è un disco caratterizzato anche da suoni infuocati. L’album si apre con la sinuosa richiesta del brillante singolo “Call Me” per poi passare al rilassato groove di “Stand Up” con le taglienti interazioni dei fiati che richiedono all’ascoltatore un’attenzione infallibile. La musica ritmicamente potente di “Call Me” può essere descritta come leggera, intensa, dinamica, ma mai eccessiva (“Your Love is Like the Morning Sun”) e trova il suo culmine nella profondità spirituale del soul di “I’m Waiting”.


Buddy GUY & Junior WELLS : Play the Blues
Speakers Corner – LP: SPC 33364 barcode: 4260019716026 (Atco SD 33364) Junior Wells (voc, hca); Buddy Guy (voc, g); A.C. Reed (ts); Dr. John, Seth Justman (p); J. Geils, Eric Clapton (g); Carl Dean Radle, Danny Klein, Leroy Stewart (b); Jim Gordon, Roosevelt Shaw, Stephen Bladd (dr). Registrato nell’ottobre del 1970 ai Criteria Studios, Miami, da Ron Albert e nell’aprile del 1972 agli Intermedia Studios, Boston, da Richard Oulleppe. Prodotto da Ahmet Ertegun, Eric Clapton, Michael Cuscuna e Tom Dowd. Suonare il blues significa dare voce ai sentimenti ed agli stati d’animo più intimi di un uomo ed è forse il compito più alto che si à posta la musica nera. In “Plays the Blues” Buddy Guy e Junior Wells, due professionisti di questo genere musicale, propongono il loro particolare stile che in termini di tecnica dell’esecuzione non ha davvero eguali. Il talentuoso chitarrista autodidatta Buddy Guy si è posizionato al ventitreesimo posto della classifica della rivista Rolling Stone dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi ed ha vinto più di un ambito Grammy. Junior Wells è entrato nell’accademia di Muddy Waters quando aveva appena 18 anni e suonava l’armonica a bocca con grande virtuosismo. In “Play the Blues” i musicisti condensano il loro rock suonando su una linea di basso asciutta che in “A Man of Many Words” crea uno stile funky che assomiglia ad un mantra. Si passa poi velocemente al blues in 12 battute dal groove terreno di “T-Bone Shuffle” fino a quando il duo si fa strada tra gli accordi indomabili di “A Poor Man’s Plea”, solo per ritornare due pezzi più avanti al ritmo pulsante ed irregolare di “This Old Fool”. Interpretato da musicisti eccellenti, con la presenza del coproduttore Eric Clapton che si mette anche in gioco alla sua chitrarra ritmica e del rocker Dr. John che occasionalmente contribuisce magicamente alle tastiere, “Plays the Blues” è senza ombra di dubbio un disco che tutti gli amanti del blues, o più generalmente della musica di ottima qualità, dovrebbero avere a casa


Herbie HANCOCK : Man-Child
Speakers Corner – LP: SPC 33812 barcode: 4260019714305 (Columbia PC 33812) Bud Brisbois (tp); Garnett Brown (tb); Dick Hyde (tuba, btb); Wayne Shorter (ss); Bennie Maupin (ss, ts, saxello, bcl, fl); Jim Horn (saxes, fl); Stevie Wonder (hca); Herbie Hancock (keyb); David T. Walker (g); Wah Wah Watson (g, voice bag, synth); Henry Davis (el-b); James Gadson (dr) Bill Summers (per) – Registrato nel luglio del 1975 ai Wally Heider Recording Studios di San Francisco ai Village Recorders di Los Angeles, al Funky Features di San Francisco ed ai Crystal Studios di Los Angeles. Prodotto da David Rubinson & Friends Inc. e da Herbie Hancock. Dopo gli anni dell’avanguardia con l’etichetta Blue Note, Herbie Hancock ottenne molto successo tra i fan della musica pop grazie ad un mix afro-americano che metteva insieme soul, jazz e funk. Avendo composto la colonna sonora per il programma di Bill Cosby “Fat Albert and the Cosby Kids” e avendo pubblicato un album per tutta la famiglia intitolato “Fat Albert Rotunda”, Hancock disse che invece di cercare musicisti jazz che sapevano suonare la musica funk, lui era più orientato verso musicisti funky con un debole per il jazz. Questa scelta è evidente nell’album “Man-Child” in cui appaiono artisti brillanti come Wayne Shorter, Bennie Maupin ed Ernie Watts che tuttavia non si lasciano mai andare ad uno sterile narcisismo. La band si esibisce come fosse una cosa sola, mantenendo l’attenzione attorno ai groove creati da Hancock con la tastiera. Il risultato è un funk veloce creato da tutti i musicisti in modo corale, anche se ad ogni membro della formazione sono garantiti brevi intermezzi solistici in cui dimostrare il proprio personale talento.


Herbie HANCOCK : Flood
Speakers Corner – 2xLP: SPC 98 barcode: 4260019714992  (Sony SOPZ 98/99) Herbie Hancock (keyb); Bennie Maupin (sax, cl, fl, perc); Blackbird McKnight (g); Paul Jackson (b); Mike Clark (dr); Bill Summers (cga, perc) - Registrato nel giugno e luglio del 1975 a Shibuja Kohkaido e Nakano Sun Plaza, Tokyo, da Tomoo Suzuki. Prodotto da David Rubinson. Nell'estate del 1975 il sestetto di Herbie Hancock fece un tour in Giappone che riscosse un incredibile successo e che mostrò alla gente un 'nuovo' Hancock. L'ultimo Lp che il virtuoso tastierista aveva registrato, "Thrust", risaliva ad un anno prima e le musiche da lui scritte per il film cult "Death Wish" ("Il Giustiziere della Notte") con il grande Charles Bronson, erano state accolte negativamente dai suoi fan. Per questo motivo, durante i concerti a Tokyo, Hancock decise di riproporre alcuni suoi intramontabili successi come "Maiden Voyage", "Chameleon" ed il famosissimo "Watermelon Man", mandando il pubblico in visibilio. "Flood" è un disco in cui si sente che Hancock è ancora molto legato al pianoforte acustico, sebbene nella parte finale compaiano le tastiere elettriche, principalmente pianoforte e clavinet, che donano al disco un ritmo piacevolmente funky. Racconta l'esperto e giornalista musicale Michael Frohne: "A quarant'anni di distanza ho il coraggio di ammettere che in quel periodo della musica mi importava poco; in Europa c'era tanta roba nuova ed eccitante da vedere e da ascoltare. Questa ri-edizione nel suo formato originale mi ha offerto la possibilità di verificare se la musica di Hancock è in grado di resistere alla morsa del tempo. E devo dire: il test è pienamente riuscito!". "Flood", un disco davvero imperdibile con Hancock in splendida forma!


Herbie HANCOCK : Crossings
Speakers Corner – LP: SPC 2617 barcode: 4260019715296 (Warner BS 2617) Herbie Hancock (el-p, p, mellotron, perc); Bennie Maupin (ss, fl, b-cl, fl, perc); Eddie Henderson (tp, fhg, perc); Julian Priester (tb, perc); Patrick Gleeson (synth); Buster Williams b, perc); Billy Hart (dr, perc) – Registrato nel febbraio del 1972 ai Pacific Recording Studios, San Mateo, California, da Patrick Gleason. Prodotto da David Rubinson. Negli anni ’70 il disco “Crossings” di Herbie Hancock era immancabile sugli scaffali delle librerie di molti studenti amanti del jazz fusion. La copertina dalle sfumature psichedeliche del disco aveva sicuramente favorito e facilitato la sua popolarità, anche se non era chiaro dove questi incroci avrebbero condotto il pubblico. Ma c’è altro: l’eccellente trombettista Eddie Henderson, spesso sottostimato come improvvisatore e compositore, e Bennie Maupin che come Hancock era cresciuto sotto l’ala protettrice di Miles Davis, suonano un numero incredibile di strumenti come si usava fare in quel periodo. Sintetizzatore e mellotron erano membri permanenti della formazione di Hancock ed in “Crossings” producono addirittura archi melodici. Se “Quasar” di Bennie Maupin lancia il gruppo e l’ascoltatore in territori extraterrestri, come affermato da qualche critico, è un punto controverso. Di certo “Crossings” può essere considerato un documento storico, ma questo non implica che le sue sonorità siano antiquate, al contrario. Si tratta di un disco fuori dal tempo e per questo anche gli ascoltatori più giovani troveranno piacere nell’ascoltare questo straordinario esperimento del secolo scorso.


Donny HATHAWAY : Everything is Everything
Speakers Corner – LP: SPC 33332 barcode: 4260019715821 (Atco SD 33-332) Donny Hathaway (arr, voc, keyb, b); Johnny Board (ts); Clifford Davis (as); Robert A. Lewis (tp); King Curtis, Phil Upchurch (g, b); Louis Satterfield (b) Ric Powell (perc, dr); Morris Jennings (dr) & The Vashonettes (voc) - Registrato tra settembre 1969 ed aprile 1970 da Murray Allen e Roger S. Anfinsen. Prodotto da Donny Hathaway e Ric Powell. Molti artisti hanno iniziato la loro carriera nei cori gospel delle chiese delle comunità nere e quella di Donny Hathaway è sicuramente una delle più folli. La rivista Rolling Stone lo ha nominato come il quarantanovesimo più grande cantante di tutti i tempi, anche se può sembrare una definizione un po' astratta. Ma proprio le primissime battute del brano che apre l'album "Everything Is Everything", "Voices Inside", promettono un programma in cui le voci strumentali e umane sono alla pari. Basta ascoltare il suono straordinariamente saturo ed il chiaro fraseggio degli strumenti a fiato che vanno da tonalità discrete fino a quelle più forti. "Everything Is Everything" è un percorso sonoro che offre di tutto: il blues armonicamente fresco di "I Believe To My Soul", le appassionate virate verso l'alto di "Misty" e la confusione percussiva, arida ed allegra di "Sugar Lee". Ogni singolo arrangiamento gode pienamente dell'eccellenza dei musicisti ed ogni pezzo è per questo unico. "Trying 'Times" ha la stessa morbidezza melodiosa del brano gospel "Thank You Master For My Soul" che si avventura nei regni delle armonie del free jazz per arrivare alla gloria di Dio. E poi c'è il brano di chiusura, "A Dream", in cui la voce di Hathaway è fluida e capace di librarsi fino ai registri più alti: un pezzo il cui titolo è la descrizione più appropriata per l'intero album.


John Lee HOOKER : Don’t Turn Me From Your Door
Speakers Corner – LP: SPC 33151 barcode: 4260019716057 (Atco SD 33151) John Lee Hooker (g, voc), Earl Hooker, Eddie Kirkland (g) – Registrato nel 1953 a Cincinnati e nel 1961 a Miami. Prodotto da Henry Stone. John Lee Hooker non è solo un mistero ma anche un uomo interessante da studiare. L’esperto di blues Jacques Demetre ha detto di Hooker: «da un punto di vista musicale il più crudo ed africano di tutti i musicisti blues», mentre il critico Net Hentoff era sbalordito dalla forza espressiva di questo artista, capace addirittura di spaventare l’ascoltatore impreparato. I brani contenuti in “Don’t Turn Me From Your Door” sono la dimostrazione che la lingua musicale di Hooker è capace di arrivare alla parte più intima ed emotiva dell’ascoltatore. Come dei diamanti grezzi, i brani del disco non presentano artifici e questo permettere loro di esprimere tutta la loro naturale bellezza. La voce di Hooker canta sulle note vibranti della sua chitarra che è guidata dal metro ritmico. Il testo di “You Lost a Good Man” racconta con precisione un ultimo addio, ma anche il brano strumentale “Misbelieving Baby” è uno splendido monologo meditativo. A parte un pizzico di boogie che caratterizza “Pouring Down Rain”, Hooker ha evitato sonorità dolci ed armonie per rimanere austeramente sobrio e spietatamente onesto, negando qualsiasi tentazione di ‘ritorno alle radici’. In effetti, la musica di “Don’t Turn Me From Your Door” è essa stessa la radice di tutto.


Freddie HUBBARD : Backlash

Speakers Corner – LP: SPC 1477 barcode: 4260019715272 (Atlantic SD 1477) Freddie Hubbard (fgh, tp); James Spaulding (as, fl); Albert Dailey (p); Bob Cunningham (b); Ray Appleton (dr); Ray Barretto (perc) – Registrato nel 1967 da Tom Dowd, Phil Jehle e Adrian Barber. Prodotto da Arif Mardin. Dopo i successi ottenuti suonando, come nuova scoperta del jazz, con la creativa formazione di Art Blakey, i Jazz Messengers, in 16 anni Freddie Hubbard ha realizzato una dozzina di Lp per le etichette Blue Note e Impulse. Non c’è quindi da stupirsi che nell’autunno del 1966 Hubbard ricevette una grande offerta da un’importante casa discografica. Seguirono 6 Lp con la Atlantic dei quali il primo, “Backlash”, è tuttora considerato il migliore. Sei pezzi in totale, tre di Hubbard, uno di Bob Cunningham, uno di Don Pickett e l’ultimo di Harold Ousley: questo è stato necessario per realizzare un disco straordinario a cavallo tra hard-bop e soulbeat. Con Fats Navarro e Clifford Brown nel cuore e nelle dita, Hubbard chiese molto ai suoi musicisti: dovevano affrontare un ritmo in continua e veloce evoluzione. Tutti i pezzi sono eccellenti, ma “Little Sunflower” ha qualcosa in più degli altri: il colore del suono del flauto si armonizza perfettamente con gli ottoni di Hubbard ed il contributo di Ray Barretto è molto più che una semplice decorazione. Con “Backlash” non si può sbagliare, non importa se è l'inizio di una raccolta di Freddie Hubbard o un ulteriore contributo ad una vasta raccolta di jazz.


Freddie HUBBARD / Stanley TURRENTINE : In Concert – Volume One+Two

Speakers Corner – 2xLP: SPC 60449 barcode: 4260019715616 (CTI-60449) Freddie Hubbard (tp); Stanley Turrentine (sax); Eric Gale (g); Herbie Hancock (p); Ron Carter (b); Jack DeJohnette (dr) – Registrato nel marzo del 1973 live al Chicago Opera House ed al Ford Auditorium di Detroit da Charles Buchanan. Remixato da Rudy Van Gelder. Prodotto da Creed Taylor. Il produttore ha davvero avuto molto intuito quando nel 1973, in occasione di un piccolo tour americano, registrò le performances di alcuni degli artisti di punta dell’etichetta CTI. Liberati dall’atmosfera spesso sterile di uno studio, Freddie Hubbard, Stanley Turrentine ed alcuni loro amici hanno dato libero sfogo al proprio incredibile talento improvvisativo. La formazione comprende i mostri sacri Herbie Hancock, Ron Carter e Jack deJohnette, tutti allievi di Miles Davis, ai quali si è aggiunto il meno noto Eric Gale, un eccellente chitarrista che ha portato il caldo ritmo giamaicano negli inverni di Chicago e Detroit. La scelta del produttore di proporre due versioni di “Gibraltar” (Freddie Hubbard) e di “Hornets” (Herbie Hancock), una registrata a Chicago e l’altra a Detroit, è comprensibile considerando l’altissimo livello creativo dei musicisti. Ha senso anche proporre due Lp insieme, in origine pubblicati separatamente, poiché entrambi forniscono un’importante  testimonianza degli anni tra il 1970 ed il 1975, cioè di quel periodo in cui gli appassionati di jazz della vecchia scuola erano sconvolti dai nuovi strumenti elettrici e dal fuoco della nuova generazione di musicisti. A quei tempi, alcuni si saranno tappati le orecchie per l’orrore ascoltando questo disco, mentre oggi l’unica cosa che si può pensare è che “In Concert – Volume One+Two” è un album strepitoso e rivoluzionario che dovrebbe far parte della collezione di qualsiasi amante del jazz.


Milt JACKSON : Ballads & Blues
Speakers Corner – LP: SPC 1242 barcode: 4260019715777 (Atlantic 1242) Lucky Thompson (ts); Milt Jackson (vib); John Lewis (p); Barney Kessel, Barry Galbraith, Skeeter Best (g); Oscar Pettiford, Percy Heath (b); Kenny Clarke, Lawrence Marable (dr) - Registrato nel gennaio del 1956 a New York City da Tom Dowd e nel febbraio del 1956 al Rudy Van Gelder Studio di Hackensack, New Jersey da Rudy Van Gelder. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Ogni volta che Milt Jackson riusciva a liberarsi dalla schiavitù del Modern Jazz Quartet e dal suo assertivo leader John Lewis, si dedicava alle sue due grandi passioni: le ballate ed il blues. E' per questo motivo che Jackson si recò nel famoso Rudy van Gelder Studio di Hackensack, New Jersey, USA nel 1956. Il vibrafonista e compositore americano era libero di scegliere i suoi sidemen ed il denaro non era un problema, motivo per cui varie formazioni si riunivano in questo studio per tre sessioni di registrazione. Con Lucky Thompson sul sax tenore (purtroppo solo per tre numeri), Barry Galbraith, Barney Kessel o Skeeter Best alla chitarra, Oscar Pettiford o Percy Heath al basso, insieme a Kenny Clarke o Lawrence Marable alla batteria, iniziò un viaggio attraverso la storia del jazz. In "Ballads & Blues" John Lewis rimane discretamente in disparte per offrire a 'Bags' (soprannome di Milt Jackson) molte opportunità di gloriarsi in piena libertà solistica. La track list propone alcune splendide interpretazioni di pezzi di Cole Porter, Irving Berlin, Jerome Kern, Duke Ellington ed altri ancora, oltre a tre brani firmati dallo stesso Milt Jackson che dimostrano il grande talento compositivo del vibrafonista. "Ballads & Blues" è un album imperdibile per gli amanti di Milt Jackson, ma è anche un'ottima occasione, per chi non lo conoscesse ancora, di avvicinarsi al suo intenso mondo musicale.


Antonio Carlos JOBIM : Stone Flower
Speakers Corner – LP: SPC 6002 barcode: 4260019714800 (CTI 6002) Antonio Carlos Jobim (p, el-p, v, voc, g); Joe Farrell (ss); Urbie Green (tb); Hubert Laws (fl); Eumir Deodato (g, arr, cond); Harry Lookofsky (v); Ron Carter (b); Airto Moreira, Everaldo Ferreira (perc); Joao Palma (dr) – Registrato nel giugno del 1970 al Rudy Van Gelder Studio, Englewood Cliffs, NJ, USA. Prodotto da Creed Taylor. Intorno al 1970 sembrava essere stato detto tutto il possibile su quel mix di samba e cool jazz che si era imposto negli ultimi due decenni. Molti avventurosi musicisti come Luis Bonfa, Baden Powell, Charly Byrd, Joao ed Astrud Gilberto, il sassofonista Stan Getz e anche Antonio Carlos Jobim hanno contribuito in modo fondamentale allo sviluppo di tale stile musicale. Le orecchiabili melodie di “Desafinado” e di “One Note Samba”, firmate da Jobim e Newton Mendonca, erano ascoltate con entusiasmo in tutto il mondo. Che l’uomo da Ipanema avesse ancora molto da dire è provato dal disco “Stone Flower” che presenta la creatività dell’artista nel punto più alto della sua maturità. Già dal brano di apertura, “Tereza My Love”, con Urbie Green al trombone che interpreta il pezzo in modo così puro nel registro superiore, si capisce chiaramente che la tarda bossa è strutturalmente molto più raffinata rispetto a quella hot dance del primo periodo. Le melodie sembrano intrecciate con luccicanti fili di ritmo d’oro e d’argento ed i cluster di note sono leggeri ed ariosi. Tuttavia, qua e là, i musicisti si lasciano andare come nel classico latino “Brazil”. Con quel mago del suono che è Eumir Deodato come arrangiatore e direttore d’orchestra e Rudy Van Gelder come ingegnere del suono, “Stone Flower” è certamente un capolavoro della bossa nova.


Elvin JONES : Midnight Walk
Speakers Corner – LP: SPC 1485 barcode: 4260019715791 (Atlantic SD 1485) Hank Mobley (ts); Thad Jones (tp); Dollar Brand (p); Steve James (el-p); George Abend (perc); Elvin Jones (dr) - Registrato nel marzo del 1966 a New York City da Tom Dowd. Prodotto da Arif Mardin. Era sicuramente un gruppo eterogeneo quello che si è unito ad Elvin Jones, il leggendario ex batterista di John Coltrane, nel 1966 nello studio newyorkese della Atlantic. Si trattava di musicisti eccellenti tra i quali c'erano il fratello di Elvin, l'ottimo trombettista Thad Jones, il geniale pianista Dollar Brand, il bassista Don Moore ed il sassofonista Hank Mobley. In "Midnight Walk" l'impulsivo e potente ritmo del versatile Elvin guida i suoi musicisti verso livelli artistici mai sentiti prima d'ora. Quando il batterista invitava in studio un musicista gli richiedeva prima di tutto tanta energia. I brani proposti in "Midnight Walk" sono in gran parte scritti dai musicisti della stessa band, oltre a due pezzi di compositori contemporanei. Due brani di Thad Jones, in particolare, accenderanno l'entusiasmo dell'ascoltatore, infatti gli originali di questo artista sono così belli che, anni dopo, sarebbero entrati a far parte del repertorio della big band di Thad Jones e Mel Lewis. Thad Jones è molto apprezzato per la sua abilità di compositore ed arrangiatore e gli viene riconosciuto il grande merito di aver dato un grande contributo allo sviluppo della storia del jazz. In seguito noto come Abdullah Ibrahim, Dollar Brand presenta una composizione caratterizzata da una melodia splendidamente accattivante che avrebbe poi riproposto nelle sue successive esibizioni. Grazie ad una copertina rigida e delle note di copertina molto interessanti e scritte in modo professionale, è sempre stato un grande piacere tenere in mano un disco della Atlantic. Le rarissime registrazioni originali che si trovano sul mercato sono un lusso che difficilmente è possibile concedersi. E' per questo motivo che la riedizione sudiophile di "Midnight Walk" proposta dall'etichetta tedesca Speakers Corner è un'occasione da non lasciarsi sfuggire!


Janis JOPLIN : I Got Ol’ Kozmic Blues Again Mama!
Speakers Corner – LP: SPC 9913 barcode: 4260019713087 (Columbia CS 9913) Janis Joplin (voc); Cornelius 'Snooky' Flowers, Terry Clements (sax); Luis Gasca (tr); Richard Kermode, Gabriel Mekler (org); Sam Andrew (g); Brad Campbell (b); Maury Baker, Lonnie Castille (dr) - Registrato nel giugno del 1969 da Sy Mitchell, Jerry Hochman ed Alex Kazanegras. Prodotto da Gabriel Mekler. Quando Janis Joplin morì nell'ottobre del 1970 a soli 27 anni, facendo suo il motto della Beat Generation 'vivi in fretta, ama molto, muori giovane', fu subito incoronata 'la regina del rock', ma già in vita fu amata ed osannata per il suo esplosivo stile vocale. La discografia di Janis Joplin è breve e mutevole tanto quanto lo fu la sua vita. Dopo due Lp incisi con i musicisti della band Big Brother And The Holding Company, grazie ai quali la cantante ha ottenuto il suo primo contratto discografico con la Columbia Records nel 1968, l'etichetta americana le procurò un gruppo più ampio che comprendeva anche un organo ed alcuni strumenti a fiato. L'intenzione della casa discografica era di ampliare l'espressione vocale dell'artista con elementi blues e funk che, tuttavia, i suoi fan più fedeli ed alcuni critici consideravano come un tradimento degli ideali del rock. Gli appassionati europei di rock erano invece meno critici, specialmente da quando Joplin e la sua Kozmic Blues Band fecero un tour di due mesi nel Vecchio Continente. Al momento dell'uscita "I Got Ol' Kozmic Blues Again Mama!" fu un album molto discusso proprio per la scelta artistica di Joplin e della sua casa discografica di aprirsi a sofisticate sonorità soul e blues. Il risultato finale è un disco che racconta lo sviluppo della carriera di Janis Joplin, un disco che ha raggiunto la Top 5 della classifica Billboard e che nel giro di un mese è diventato disco d'oro con 500.000 copie vendute.


Albert KING : Born Under a Bad Sign
Speakers Corner – LP: SPC 723 barcode: 4260019715470 (Stax S 723) Albert King (g, voc); Andrew Love, Wayne Jackson, Joe Arnold (The Memphis Horns); Booker T. Jones, Isaac Hayes (p); Steve Cropper (g); Donald "Duck" Dunn (b); Al Jackson, Jr. (dr) – Registrato nel marzo del 1966 e nel giugno del 1967 agli Stax Studios di Memphis. Prodotto da Jim Stewart. Ci sono voluti più di quarant’anni affinchè Albert King fosse accettato come uno dei tre Re del blues elettrico, al fianco di B.B. King e Freddie King. Albert ha avuto un inizio di carriera molto duro ma motivato: suonava il blues con chitarre che si costruiva da solo. Solo più avanti nel tempo riuscì a comprarsi uno strumento alla sua altezza e fu così che arrivarono un paio di canzoni promettenti ed una serie di singoli di successo fatti sotto contratto con la Stax Records di Memphis. Ma è “Born Under a Bad Sign” il disco che segna davvero la svolta nella carriera dell’artista americano, una registrazione considerata tra le più importanti della storia del blues. La musica di King era apprezzata anche dai bianchi cosicchè all’artista si spalancò subito la strada dei club e anche dei grandi eventi live. Già con il brano da cui prende il titolo l’intero album, King si muove tra tracce familiari nel mondo del blues, per poi intraprendere deviazioni più personali e sentimentali come con “Crosscut Saw” e “Kansas City” con il suono pieno dei fiati. La formazione stupisce inoltre con nuovi timbri e colori come nel canticchiato “Oh Pretty Woman”, nel brusco ammonimento di “Down Don’t Bother Me” e nello swing di “The Hunter”.


Lee KONITZ : Lee Konitz with Warne Marsh
Speakers Corner – LP: SPC 1217 barcode: 4260019715739 (Atlantic SD 1217) Lee Konitz (as); Warne Marsh (ts); Ronnie Ball, Sal Mosca (p); Billy Bauer (g); Oscar Pettiford (b); Kenny Clarke (dr) - Registrato nel giugno del 1955 ai Coastal Studios, New York City, da Tom Dowd in mono. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Che grandioso gruppo ritmico! Un sogno che diventa realtà: Oscar Pettiford e Kenny Clarke e poi Billy Bauer alla chitarra ed in alternanza Ronnie Ball e Sal Mosca al pianoforte. Quando questi maestri dell'improvvisazione, seguaci della scuola di Lennie Tristano, iniziano a suonare, lo spettacolo è assicurato. Nel giugno del 1955, negli studi della Atlantic, alcuni standard fornivano la base di partenza per le lunghe e sofisticate improvvisazioni di Lee Konitz e Wayne Marsh, musicisti che in quel periodo erano allievi del grande maestro di Chicago Lennie Tristano. Sebbene alcuni brani contenuti in "Lee Konitz with Warne Marsh" come "Background Music" e "Ronnie's Line" vengano dichiarati composizioni originali, in realtà si tratta di adattamenti di "All of Me" e di "That Old Feeling", peraltro di livello incredibilmente alto. Il programma prevede inoltre alcune composizioni meno note, ma altrettanto eccellenti, del grande Oscar Pettiford. Il 'time keeping', neologismo di primaria importanza per i musicisti jazz, è l'elemento caratterizzante di "Donna Lee" e "There Will Never be Another Another You", in cui si fa notare lo straordinario talento alla batteria di Kenny 'Klook' Clarke che in quel periodo vivena ancora negli Stati Uniti prima di trasferirsi a Parigi nel 1956 per sfuggire all'odiosa discriminazione razziale che stava ormai dilangando. Naturalmente queste registrazioni sono disponibili anche in varie pubblicazioni digitali che tuttavia non possono essere paragonate alla preziosa versione in vinile 180 grammi contenente le note scritte a suo tempo dal celebre critico Barry Ulanov. Un'ultima osservazione su "Lee Konitz with Warne Marsh": a rendere ancora più importante questo disco c'è il fatto che Lee Konitz, nonostante i 91 anni, continui ancora a tenere concerti in Europa!


Yusef LATEEF : The Blue Yusef Lateef
Speakers Corner – LP: SPC 1508 barcode: 4260019715890 (Atlantic SD 1508) Yusef Lateef (ts, fl, perc, voc); Sonny Red (as); Blue Mitchell (tp); Kenny Burrell (g); Hugh Lawson (p); Buddy Lucas (hca); Cecil McBee, Bob Cranshaw (b); Roy Brooks (dr) – Registrato nell’aprile del 1968 negli studi RCA, New York City, da Ray Hall. Prodotto da Joel Dorn. Yusef Lateef (1920-2013) è stato un grande rappresentante della world music molto prima che questa fosse nota alle comunità jazz, pop e rock. Il polistrumentista americano amava arricchire le sue composizioni jazz e, come nel caso del disco “The Blue Yusef Lateef”, anche quelle blues, con le note di vari strumenti orientali come koto, flauto in bambù e tambura. Il suo modo di suonare il sax era impeccabile e pieno di meravigliose trame, forte ed impulsivo in certi momenti, fresco ed esotico in altri. In “The Blue Yusef Lateef” l’artista esplora, in modo pittorico, le zone di confine del blues, in tutte le loro forme, rivolgendosi sia alla cultura orientale che a quella occidentale. “Juba Juba” inizia con il ritmo di un tamburo su una nave di schiavi, il tempo diventa agonizzante ed è spezzato solo dal flauto di Yusef e dalle parti vocali che cantano ‘freedom, freedom, freedom’. Dopo un inizio cupo è il momento del pezzo classico blues “Like It Is” che porta una ventata di aria fresca con un superbo quartetto d’archi in sottofondo. Le suggestioni r&b in altre tracce testimoniano le abili escursioni dell’artista nel regno del blues, mentre “Back Home” e la mistica odissea cinese “Moon Cup” intessono una magica rete di puro piacere. “The Blue Yusef Lateef” toglie davvero il fiato: come album jazz è una pietra miliare, come disco blues è semplicemente unico, ma come opera musicale è veramente un capolavoro glorioso e geniale.

David LINDLEY : El Rayo-X

Speakers Corner – LP: SPC 524 barcode: 4260019715708(Asylum 5E-524) David Lindley (voc, g, b, v, lute); Jackson Browne, Jorge Calderon (voc); Garth Hudson (horns); Curt Bouterse (dulcimer); Bob Glaub, Reggie McBride (b); William 'Smitty' Smith, Billy Payne (org); Ian Wallace (dr); Ras Baboo (perc, voc, acc) – Registrato nel 1981 al Record One di Los Angeles, da Greg Ladanyi. Prodotto da Jackson Browne e Greg Ladanyi. Quando David Lindley iniziò la sua carriera da solista con “El Rayo-X” nel 1981, si era già affermato come musicista in numerosi locali. Il suo modo di suonare competente, che aveva coltivato a lungo in esibizioni al fianco di Jackson Browne, Linda Ronstadt e Crosby & Nash, è concentrato in questo album come un penetrante fascio di raggi X. In “El Rayo-X” è inoltre possibile ascoltare il polistrumentista alle prese con i suoi primi tentativi, dimenticati da molti, al banjo ed al violino per arrivare poi alla steel guitar. Questo disco è inoltre un concentrato di stili diversi: si va dal reggae di “She Took Off My Romeos” alle hit anni ’80 in cui la protagonista assoluta è la chitarra “Bye, Bye Love” e “Mercury Blues”. Non solo il mix ritmico, ma anche la strumentazione segue un piano sapientemente ideato ed è fatta su misura per ogni pezzo. “Quarter Of a Man”, una danza sottile e colorata sulla linea del basso, è impressionante quanto le note dell’organo in “Ain’t No Way”. “El Rayo-X” è un divertente album rock del suo tempo che vale ancora la pena ascoltare oggi a quarant’anni di distanza.


LITTLE FEAT : Time Loves a Hero
Speakers Corner – LP: SPC 3015 barcode: 4260019715715(Warner BS-3015) Lowell George (g, voc); Bill Payne (keyb, voc, perc); Paul Barrère (g, voc); Ken Gradney (b); Ritchie Hayward (dr, perc, voc); Sam Clayton (cga, perc, voc); a.o. & Tower Of Power Horn Section – Registrato nel 1976-77 ai Sunset Sound Studios, Warner Bros. Studios, Western Recorders, ad Hollywood, e al Record Plant di Sausalito da Donn Landee. Prodotto da Ted Templeman. Il frontman Lowell George ed il suo superbo gruppo Little Feat che alcuni esperti musicali della rivista RoRoRo Rocklexikon hanno definito «una simbiosi tra primitivo folklore anarchico e raffinatezza rock», incarnano perfettamente l’ideale americano di libertà. L’altissimo livello che i musicisti mantengono per tutta la durata di “Time Loves a Hero” è svelato già nel brano funky di apertura “Hi Roller”, seguito dalla title track caratterizzata da un tempo più sommesso ma con sofisticate percussioni che sono un elemento fondamentale dell’intero disco. I Little Feat evocano forme tradizionali, portando l’ascoltatore sulla pista da ballo con “Old Folks Boogie” ed offrendo una gustosa miscela di honky tonk e blues che viene impreziosita attraverso potenti assoli di chitarra. In “Red Streamliner” e “Keepin ‘Up With The Joneses”, come in un puzzle, multiformi figure ritmiche balenano sullo sfondo di un’artigianale filigrana musicale. Ci sono anche momenti più tranquilli: “Missin’ You”, ad esempio, non ha bisogno di altro che accordi di chitarra acustica, voci maschili e le tipiche sonorità del sud.


Charles LLOYD : The Flowering
Speakers Corner – LP: SPC 1586 barcode: 4260019715814(Atlantic SD 1586) Charles Lloyd (sax, fl); Keith Jarrett (p); Cecil McBee (b); Jack DeJohnette (dr) - Registrato nel luglio del 1966 all'Aulaen Hall di Oslo, Norvegia da Meny Bloch. Prodotto da George Avakian. E' difficile da credere, ma c'è stato un tempo in cui un musicista jazz era molto conosciuto ed apprezzato anche nella scena pop flower-power, e non solo nel quartiere Haight Ashbury di San Francisco. Si tratta di Charles Lloyd. Il sassofonista americano si è esibito nelle più importanti sale da concerto, tra le quali la Fillmore West e, grazie ad un efficace marketing, i suoi dischi hanno raggiunto le vette delle hit parade degli anni '60. Com'è facile immaginare, in quel periodo gli organizzatori di festival musicali europei da Molde (Norvegia) ad Antibes (Francia), da San Sebastian (Spagna) a Varsavia (Polonia), si contendevano le apparizioni del leggendario quartetto di Charles Lloyd. Nel 1966, la formazione, composta al tempo da Lloyd, Keith Jarrett, Cecil McBee e Jack DeJohnette, offriva al pubblico un mix di pop e jazz che era a volte accattivante, spesso ambizioso ed esigente, in qualche modo appassionato, ma sempre originale. Questa miscela è stata capace di arricchire e rendere più appetibili brani standard, spingendo gli ascoltatori a tenere il ritmo con mani e piedi. "The Flowering" inizia con uno di questi standard, "Speak Low" di Kurt Weill, per offrire al pubblico 43 minuti di musica eccellente e rilassante. Ascoltando l'album riproposto da casa Speakers Corner, si nota che il controllo non è ancora pienamente nelle mani dei musicisti free jazz che conosciamo oggi. Le sonorità impressionistiche del giovane Jarrett sono perfette e DeJohnette non si era ancora spostato verso il regno di Miles Davis e nella sua fase elettronica. Un brano da ascoltare con particolare attenzione è "Gypsy 66" di Gabor Szabo, pezzo in cui il compositore ricorda il tempo trascorso insieme all'altro grande batterista del periodo, Chico Hamilton. "The Flowering" è una produzione live della Atlantic veramente riuscita e comunque negli archivi dell'etichetta c'è una dozzina di registrazioni inedite di Charles Lloyd che stanno aspettando di vedere la luce del giorno. In generale, "The Flowering" è un disco di gran lunga migliore di "In Europe", perché le sue composizioni lasciano nell'ascoltatore un'impressione molto più potente e profonda.


Charles LLOYD : Forest Flower

Speakers Corner – LP: SPC 1473 barcode: 4260019715111 (Atlantic SD 1473) Charles Lloyd (ts, fl); Keith Jarrett (p); Cecil McBee (b); Jack DeJohnette (dr) – Registrato live nel settembre del 1966 al Monterey Jazz Festival da Wally Heider. Prodotto da George Avakian. Il produttore della Atlantic George Avakian ha davvero avuto un’ottima idea quando, alla fine degli anni ’60, decise di pubblicare il disco “Forest Flower”, ossia la registrazione live del concerto tenuto dal quartetto di Charles Lloyd al festival di Monterey. Anche se il movimento hippy dei figli dei fiori, molto in voga in quel periodo, si sentiva più vicino ad altri generi musicali, era in realtà totalmente rapito dalla musica di “Forest Flower”. I quattro straordinari artisti della band erano capaci di assicurare il tutto esaurito dovunque si esibissero: al festival di Newport (Usa), a Molde (Norvegia), ad Antibes (Francia) e anche nei famosi locali Fillmore East ed West. E la stessa cosa successe anche quando il super gruppo suonò, il 18 settembre del 1966, a Monterey, 120 km a sud di San Francisco, l’epicentro del movimento hippy. “Forest Flower” propone il brano di 18 minuti da cui prende il titolo l’intero disco e lo standard “East of the Sun” di Brooks Bowman che furono registrati durante il festival. La tracklist prevede inoltre la composizione di Keith Jarrett “Sorcery” e “Song for Her” di Cecil McBee, entrambi registrati in studio 10 giorni prima del festival. “Forest Flower” è un disco intenso reso speciale dalla straordinaria interazione tra i musicisti, dall’energia che si sprigiona ad ogni nota e dalla perfetta armonia che rimane tale anche ad ogni cambio di atmosfera. Con questo suo progetto Charles Lloyd era riuscito ad abbattere le barriere tra pop e jazz, dimostrando di essere un vero pioniere del genere.


MAHAVISHNU ORCHESTRA : The Inner Mounting Flame
Speakers Corner – LP: SPC 31067 barcode: 4260019713285 (Columbia KC 31067) John McLaughlin (g); Jan Hammer (p); Jerry Goodman (v); Rick Laird (b); Billy Cobham (dr) – Registrato nell’agosto del 1971 a New York City da Don Puluse. Prodotto da John McLaughlin. Le note di copertina di “The Inner Mounting Flame” sono state scritte dal guru, filosofo e poeta indiano Sri Chinmoy. La musica del disco brucia dalla prima all’ultima nota in quello che sembra un vero fuoco infernale. La ricchezza di idee, la pura vitalità ed il supremo virtuosismo solistico dei 5 straordinari musicisti provenienti da 4 diversi continenti è assolutamente insuperabile e la loro interazione fa davvero sognare, quasi fossero nati e cresciuti con lo stesso spirito. “Meeting of the Spirit”, “The Dance of Maya” e “You Know You Know” sono sicuramente le vette artistiche di “The Inner Mounting Flame”. L’aspirazione, ossia la speranza ed il desiderio, è vista come una fiamma interiore che cresce e che conduce l’uomo verso la perfezione divina. Ciascuno ha la propria opinione, ma quello che è certo è che questa musica dal 1971 è ancora sorprendentemente fresca e creativa e fortunatamente è ancora disponibile su vinile di eccellente qualità.


MAHAVISHNU ORCHESTRA : Birds of Fire

Speakers Corner – LP: SPC 31996 barcode: 4260019715753(Columbia KC 31996) John McLaughlin (g); Jerry Goodman (v); Jan Hammer (keyb, synth); Rick Laird (b); Billy Cobham (dr) - Registrato nell'agosto del 1972 ai Trident Studios di Londra da Ken Scott e ai CBS-Studios di New York da Jim Green. Prodotto dalla Mahavishnu Orchestra. Nata nel 1971 e scioltasi nel 1976, per poi ricostitursi nel 1984 e chiudere definitivamente i battenti nel 1987, la Mahavishnu Orchestra fu creata dal chitarrista Mahavishnu John McLaughlin e dal batterista Billy Cobham. Tra le produzioni della formazione, l'album di debutto, "The Inner Mounting Flame", è forse il migliore tanto da essere stato incluso nella lista dei 100 Best Jazz Albums; solo poco tempo dopo i cinque talentuosi musicisti hanno registrato l'album di studio "Birds Of Fire". Nei 9 originali di John McLaughlin, a cui si aggiunge "Miles Beyon" di Miles Davis, la Mahavishnu Orchestra propone una significativa fusione di rock dinamico con complessi ritmi indiani ed elementi appartenenti alla tradizione musicale occidentale. Nel brano di apertura da cui prende il titolo l'intero album, i musicisti combinano uno stile alla Jimi Hendrix con melodie estese, mentre in "Miles
Beyond", avvalendosi di potenti groove e raffinati riff, gli artisti attingono a tutto ciò che da sempre rende grande il jazz. Con una corposità che ricorda quella della musica da camera, "Birds of Fire" prosegue con "Thousand Island Park", pezzo che fiorisce in colori tenui, a cui si contrappone "Hope", la cui la musica si comporta come l'acqua inesorabile di una cascata: cerca disperatamente la propria via. Poi arriva "One Word", brano in cui le strutture sonore finemente bilanciate si spostano verso le sonorità quasi techno del violino, per continuare con "Sanctuary" in cui l'ascoltatore è invitato a prendere parte ad una sorta di processione interiore. Non c'è tregua, è tutta una successione di emozioni fortissime fino ad arrivare al familiare suono funky di "Open Country Joy" che calma l'ascoltatore e lo accompgna verso una nuova ed intensa avventura: con i suoi paesaggi sonori in lenta crescita, il brano di chiusura "Resolution" è la quintessenza di tutto ciò che rende sublime la New Music.


Henry MANCINI : The Pink Panther

Speakers Corner – LP: SPC 2795 barcode: 4260019713995 (Rca LSP 2795) Henry Mancini (arr, cond, p) & orchestra - Registrato nel settembre del 1963 al Rca Victor's Music Center of the World, Hollywood, da Jim Malloy. Prodotto da Joe Reisman. La celeberrima serie cinematografica di Blake Edwards, "The Pink Panther", è composta di 9 episodi: il primo film del 1963 ha come titoli di testa una sequenza animata, creata da DePatie-Freleng, ed accompagnata dal celebre brano "Pink Panther Theme" di Henry Mancini. Ascoltando le melodie scritte da Mancini è evidente la grande passione del compositore e direttore d'orchestra americano per la musica da ballo che si ritrova nel samba "It Had Better Be Tonight", nello shuffle "Champagne And Quail" e nel cha-cha-cha "Something For Sellers". Non manca poi la ballata, interpretata con tromba e sassofono silenziati in "Royal Blue" o con la semplice combinazione di tastiere ed archi in "Piano and Strings". Le sonorità della fisarmonica sono sicuramente tra le più belle ed evocative in quanto creano un'atmosfera che ricorda Parigi, la Boheme ed il valse musette. La musica di "The Pink Panther" non è mai sfacciata, ma sempre sottile, capace di muoversi come la pantera, sicura ed in punta di piedi. A chi è venuta voglia di immergersi nell'universo sonoro di Henry Mancini non bisogna dimenticare anche lo straordinario "Breakfast at Tiffany's" (SPC 2362).


Henry MANCINI : Breakfast at Tiffany’s
Speakers Corner – LP: SPC 2362 barcode: 4260019714008(RCA LSP 2362) Henry Mancini (arr, cond, p) & orchestra - Registrato nel 1961. Prodotto da Dick Pierce. Nella celeberrima commedia romantica "Breakfast at Tiffany's" la vita della smagliante Holly Golightly è fatta di lunghe notti, feste da capogiro, uomini affascinanti e la sua cifra è la colazione davanti alla vetrina della famosa gioielleria americana: in realtà però la donna ha un nome molto ordinario ed un passato di grande povertà. Il compositore, direttore d'orchestra ed arrangiatore americano Henry Mancini ha regalato a questa esotica donna di mondo in cerca di marito, alcune melodie ormai diventate celeberrime. Fatta eccezione per il dolce e lamentoso successo mondiale "Moon River", Mancini ed i suoi musicisti di Hollywood mescolano sonorità zuccherine con elementi più aspri ed amari che servono a glassare l'intricato profilo della donna capricciosa. In "The Big Blow Out" il suono fantastico della big band è accompagnato da un audace assolo di tromba, mentre in "Breakfast At Tiffany" si può apprezzare un delizioso melange di violini con un coro maschile sospettosamente addomesticato. Come è noto, nel film c'è anche molta danza: "Latin Golightly" offre un leggero ritmo latino-americano, mentre "Loose Caboose" un divertente mambo. Alla fine del film il brano "Moon River" si gonfia fino a diventare un cha-cha, come a dire che un lieto fine non deve in alcun modo essere sentimentale. "Breakfast at Tiffany's" è un disco perfetto per riscoprire un film immortale ed un compositore davvero fuori dal comune. Su Speakers Corner è anche disponibile la colonna sonora di "Pink Panther" (RCA LSP 2795), sempre firmata da Henry Mancini.


Herbie MANN : Herbie Mann at the Village Gate
Speakers Corner – LP: SPC 1380 barcode: 4260019715722(Atlantic SD 1380) Herbie Mann (fl); Hagood Hardy (vib); Ahmad Abdul-Malik, Ben Tucker (b); Rudy Collins (dr); Chief Bey (dr, perc); Ray Mantilla (cga, perc) - Registrato dal vivo nel novembre del 1961 al The Village Gate, New York City da Tom Dowd e Phil Lehle. Prodotto da Nesuhi Ertegun. "Comin 'Home Baby" è il brano d'apertura del disco "Herbie Mann at the Village Gate" ed è anche l'album che ha reso Mann una delle superstar del jazz targato Atlantic. Conosciuto come 'il nostro uomo con il flauto', già nei primi anni '60 Herbie Mann era molto ben visto dalla critica, ma fu attraverso la creazione di alcune colonne sonore ed in seguito di qualche produzione piuttosto commerciale che il musicista divenne davvero famoso. In "Herbie Mann at the Village Gate", disco registrato dal vivo nel leggendario locale notturno Village Gate, Mann offre puro jazz di altissimo livello, il che non sorprende, considerando il gruppo ritmico che comprende Ahmad Abdul-Malik e Rudy Collins. Il compositore di "Comin 'Home Baby", Ben Tucker, fa la sua apparizione come solista ospite, prima che i due brani tratti da "Porgy And Bess" di George Gershwin regalino all'intero disco un'ondata di ritmo. Nelle note di copertina del disco, Willis Conover, uno dei presentatori più famosi del Newport Jazz Festival (gli appasionati fan di jazz più attempati ricorderanno la sua voce baritonale ascoltate nelle trasmissioni dell'AFN), descrive in dettaglio il background etnico dei musicisti che provengono da tutto il mondo, dalla Romania fino a Porto Rico. I tre pezzi della track list sono interpretati in un modo davvero originale che potrebbe essere descritto come un gustoso cocktail al flauto. Il disco "Herbie Mann at the Village Gate", una vera rarità dei tesori dell'Atlantic dei primi anni '60, è stato per molto tempo non disponibile, ma finalmente la nuova edizione della Speakers Corner pone rimedio a tale mancanza.


Les McCANN & Eddie HARRIS : Swiss Movement
Speakers Corner – LP: SPC 1537 barcode: 4260019715500 (Atlantic SD 1537) Eddie Harris (ts); Benny Bailey (tp); Les McCann (p, v); Leroy Vinnegar (b); Donald Dean (dr) – Registrato nel giugno del 1969 live al Montreux Jazz Festival. Prodotto da Joel Dorn e Nesuhi Ertegun. Les McCann suonava già da 10 anni nei club e negli studi di registrazione della costa occidentale degli Stati Uniti quando la sua apparizione del 21 giugno del 1969 al nuovo festival di jazz di Montreux, sul lago di Ginevra, cambiò tutto: questa apparizione sarebbe diventata il suo successo più grande di sempre. “Swiss Movement”, la registrazione live di quello storico evento, si apre con “Compared to What”, una melodia accattivante, inconfondibile, piena di groove e soul, ironica ed emozionante che ancora oggi viene passata per radio in tutto il mondo. Poi è il turno di “Cold Duck Time”, brano composto da Eddie Harris che al sax tenore dà il meglio di sé. Ascoltando “Swiss Movement” è possibile notare come per Benny Bailey i temi sconosciuti fossero una sfida, ma nonostante ciò il maestro riesce comunque a catturare l’attenzione e l’ammirazione di tutto il pubblico. “Swiss Movement” è, e rimarrà per sempre, uno dei dischi jazz live più belli di sempre e per questo non dovrebbe mancare dalla collezione di qualsiasi amante della buona musica.


Brother Jac McDUFF : Tobacco Road
Speakers Corner – LP: SPC 1472 barcode: 4260019715746 (Atlantic SD 1472) Brother Jack McDuff (org); Lonnie Simmons (bs); Red Holloway (ts); John Watson (tb); Fred Berry, King Kolax (tp); Bobby Christian (vib, perc); Roland Faulkner (g); Loyal J. Gresham (b); Robert Guthrie, Joe Dukes (dr) - Registrato nell'agosto del 1966 ai Chess Studios, Chicago. Prodotto da Lew Futterman. "Imitazione, assimilazione, innovazione": con queste tre parole il grande Clark Terry ha sintetizzato il concetto di improvvisazione. Salvador Dalí, l'artista che nei suoi colorati e bizzarri lavori ha fuso il tempo, ha affermato in modo radicale che una persona che non vuole copiare dagli altri non riuscirà mai a realizzare qualcosa di buono. In questo senso Brother Jack McDuff ha copiato molto nel corso della sua carriera ed in "Tobacco Road" è addirittura riuscito a perfezionare alcuni splendidi standard, regalando loro una nuova dimensione. La track list prevede la popolare melodia di Irving Berlin "Alexander's Ragtime Band", le sonorità spirituali di "And The Angels Sing" di Johnny Mercer e Ziggy Elmane, "Blowin' In The Wind" di Bob Dylan ed altri ancora, oltre ai due originali dell'organista ossia la sognante "Made in the Water" ed una versione gospel dell'evergreen blues "Can't Get Satified". In "Tobacco Road" l'organo non ha necessariamente sempre l'ultima parola, ma è molto presente per quanto riguarda il suono e la distribuzione delle parti ed una sola volta, nel brano "The Shadow Of Your Smile" Johnny Mandel e Paul Francis Webster, McDuff utilizza il registro più vitreo dello strumento.


Charlie MINGUS : Pithecanthropus Erectus
Speakers Corner – LP: SPC 1237 barcode: 4260019715517 (Columbia 1237) Jackie McLean (as); J.R. Monterose (ts); Mal Waldron (p); Charlie Mingus (b); Willie Jones (dr) – Registrato nel gennaio del 1956 agli Audio-Video Studios, New York City da Tom Dowd e Hal Lustig in mono. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Quello che, il 30 gennaio del 1956, ha varcato la soglia degli Audio-Video Studio di New York era un quintetto che comprendeva un sax tenore, un sax alto, un piano, una batteria ed un musicista davvero straordinario al contrabbasso: Charlie Mingus! Enfant terrible, fine strumentista, ma anche arrangiatore e compositore dalla fervida immaginazione, Mingus è stato un vagabondo che si muoveva tra tutti i generi di jazz. “Pithecanthropus Erectus”, la suite che dà il titolo al disco proposto da casa Speakers Corner è, tra le altre cose, musica a programma attraverso cui Mingus rappresenta l’evoluzione dell’uomo. Dopo aver imparato a camminare in modo retto, aver raggiunto la presunta superiorità sugli animali, l’uomo secondo Mingus è stato causa di devastazione e distruzione delle risorse naturali. Il compositore lascia ai suoi colleghi musicisti la massima libertà possibile e tutti la sfruttano sia nel momento dell’interazione con gli altri che negli assolo. Proposto in collage di suoni e rumori, la suite è il risultato di un avvincente workshop sperimentale. In mano all’arrangiatore Mingus il classico di Gershwin “A Foggy Day” diventa un intermediatore tra gli stili jazz degli anni ’30 ed il free jazz, mentre in “Profile of Jackie” e “Love Chant” l’arrangiatore vuole che i musicisti negli assolo si spingano fino ai limiti delle loro possibilità improvvisative. Si dice che Charles Mingus non fosse una persona facile con cui avere a che fare, ma poco importa quando c’è di mezzo della musica così straordinaria. Fortunatamente, grazie all’etichetta Speakers Corner, noi ascoltatori abbiamo il privilegio di godere della musica di questo genio, sessant’anni dopo la registrazione in studio, nel suo formato originale.


Charlie MINGUS : Tijuana Moods
Speakers Corner – LP: SPC 2533 barcode: 4260019714480 (RCA LSP 2533) Charlie Mingus (b); Curtis Porter (as); Jimmy Knepper (tb); Clarence Shaw (tp); Bill Triglia (p); Frankie Dunlop (perc); Danny Richmond (dr), Lonnie Elder (voices) - Registrato nel luglio e nell'agosto del 1957 nel Victor's Studio A della RCA di New York City, da Bob Simpson. Prodotto da Bob Rolontz. Quando venne pubblicato nel 1962, "Tijuana Moods" ricevette da Downbeat, la più famosa rivista di jazz americana, le prestigiose 5 stelle, il numero massimo attribuibile ad un disco. E le registrazioni avevano già cinque anni! Esiste forse una prova migliore del fatto che il compositore ed arrangiatore Charlie Mingus fosse in anticipo sui tempi? Come contrabbassista invece Mingus era meno virtuoso di molti altri suoi colleghi, tuttavia i cinque brani di "Tijuana Moods" si meritano ogni singola stella che è stata loro assegnata. I cinque originali firmati da Mingus dimostrano la magistrale conoscenza che il maestro aveva della musica folk messicana e la sua straordinaria capacità di integrare queste melodie popolari nel jazz. Senza "Tijuana Moods" qualsiasi collezione di dischi sarebbe incompleta: casa Speakers Corner offre l'opportunità di colmare questa mancanza con un album dal suono eccellente che è capace di rendere, se possibile, queste registrazioni ancora più belle.


Charles MINGUS : The Clown
Speakers Corner – LP: SPC 1260 barcode: 4260019715197 (Atlantic 1260) Charles Mingus (b); Curtis Porter (as, ts); Jimmy Knepper (tb); Wade Legge (p); Dannie Richmond (dr); Jean Shepherd (voc) – Registrato nel febbraio e nel marzo del 1957 a New York City da Tom Dowd e Larry Hiller in mono. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Chi non ha una vecchia copia di “The Clown” con una copertina malandata ed una pagina del libretto strappata? O forse una delle rare riedizioni fatta con un vinile a basso costo ed una grafica spaventosa? E se non ascolti questo gioiello da tanto tempo, nonostante le tante edizioni dei dischi di Charles Mingus, allora dovresti davvero cogliere l’occasione e comperarti “The Clown”. Questo splendido disco era, ed è ancora, un assoluto must per ogni collezionista di jazz. Il piccolo ensemble, solo 5 musicisti, si chiuse nello studio di New York della Atlantic Records nel marzo del 1957 per registrare musica esclusivamente composta dal grande contrabbassista americano. Nei successivi 15 anni, 3 dei musicisti hanno fatto molti concerti con altre formazioni. La registrazione originale proposta in questa edizione del disco è la più versatile di tutte, forse la migliore. Tanto più se si considera che l’etichetta offrì ai musicisti uno studio ottimale e concesse loro molto tempo per registrare l’album. In poche parole si può davvero dire che la presente edizione di “The Clown” è perfetta dalla prima all’ultima nota.


Charles MINGUS : Mingus at Antibes
Speakers Corner – 2xLP: SPC 23001 barcode: 4260019715838 (Atlantic SD 2-3001) Charles Mingus (b,p); Eric Dolphy (as, cl); Booker Ervin (ts); Ted Curson (tp); Bud Powell (p); Dannie Richmond (dr) - Registrato live nel luglio del 1960 all'Antibes Jazz Festival, Juan-les-Pins, Francia, da Dannie Richmond. Prodotto da Neshui Ertegun. Sicuramente nel 1960, i fan del jazz non conoscevano ancora i dischi di Charles Mingus "Blues and Roots" e "Mingus Ah-Um" quando il 13 luglio di quell'anno andarono all'Arena Pinede Gould in occasione dell'Antibes Jazz Festival a Juan-les Pins, in Francia. Comunque sia, come si può vedere in un breve video clip che ha immortalato il concerto, non erano rimasti posti liberi. Per l'occasione Mingus portò con sé Eric Dolphy e Booker Ervin, due grandi del sax e inoltre c'era anche un trombettista davvero eccellente, il cui nome più tardi sarebbe diventato famoso in tutta Europa, Ted Curson. Ma non finisce qui: il leggendario Bud Powell, che viveva in Francia, fu invitato come ospite per prendere parte ad un pezzo che richiedeva il pianoforte. Questo evento eccezionale, registrato dalla ORTF (Office de Radiodiffusion-Télévision Francaise) e pubblicato ufficialmente dalla Atlantic Records, viene oggi riproposto, dopo anni di assenza dal mercato fonografico, da casa Speakers Corner. In "Mingus at Antibes", il Jazz Workshop, come Mingus chiamava la sua formazione, propone un repertorio con cui tutti i musicisti erano a loro agio: "Better Git It in Your Soul", "Wednesday Night Prayer Meeting" e "What Love?", in cui spicca un meraviglioso assolo di Dolphy al clarinetto basso. A questi si aggiungono "Cry for Freedom", "Prayer for Passive Resistence" e "Folk Forms", noto anche come "Ummh". Come segno di rispetto nei confronti dell'ospite Powell venne deciso di suonare "I'll Remember April", con l'improvvisazione del pianista che è stata entusiasticamente applaudita dal pubblico. "Mingus at Antibes" è un raro e prezioso documento sonoro che è parte integrante degli annali della storia della musica.

MODERN JAZZ QUARTET : Fontessa
Speakers Corner – LP: SPC 1231 barcode: 4260019715456 (Atlantic 1231) John Lewis (p); Milt Jackson (vib); Percy Heath (b); Connie Kay (dr) - Registrato nel gennaio e nel febbraio del 1956 da Rudy Van Gelder in mono. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Nelle sue note di copertina, il famoso critico ed esperto di jazz Ralph J. Gleason ha giustamente menzionato due uomini molto particolari: John Donne e Pablo Picasso. Quasi 400 anni ed una grande quantità di acqua marina separano questi due artisti eccezionali, rispettivamente da Inghilterra e Spagna. Ciononostante, i 4 musicisti americani che compongono il Modern Jazz Quartet fanno da ponte tra il tempo ed i continenti. In "Fontessa" il quartetto offre blues, bebop ed evergreen dagli spettacoli di Broadway degli anni '30. Diversamente da altri dischi più rilassati del Modern Jazz Quartet, "Fontessa" è un album di musica varia ed intensa, dove non c'è spazio per la routine, forse perché il batterista Connie Kay aveva sostituito Kenny Clark solo un anno prima o forse perché l'influenza blues di Milt Jackson aveva talmente ispirato John Lewis da fargli dimenticare completamente la disciplina. Tutti e sette i brani di "Fontessa" sono vere gemme ed al disco nel suo complesso la rivista Rolling Stone ha attribuito ben 5 stelle!


Thelonious MONK : It’s Monk’s Time

Speakers Corner – LP: SPC 8984 barcode: 4260019714152 (Columbia CS 8984) Thelonious Monk (p); Charlie Rouse (ts); Butch Warren (b); Ben Riley (dr) – Registrato tra gennaio e marzo del 1964. Prodotto da Teo Macero. Nel 1964 ‘il grande sacerdote del bop’, come veniva chiamato Thelonious Monk, stava vivendo il momento più alto della sua carriera e aveva un quartetto ben preparato ed in forma che si era formato suonando in numerosi festival. Con tre originali del pianista e tre standard, in “It’s Monk’s Time” i musicisti si fanno strada attraverso temi apparentemente semplici, ma ritmicamente complessi, interrotti di tanto in tanto dagli assolo di Monk al pianoforte. Sul palco il pianista americano si muoveva attorno al suo strumento come un goffo orso con uno dei suoi caratteristici cappelli in testa, si abbassava sul pianoforte dopo l’assolo di Charlie Rouse, i suoi enormi piedi battevano il ritmo, giocherellava con l’anello al dito, dando contemporaneamente vita a delle meravigliose improvvisazioni. Appello ai fan del jazz: ascoltate Thelonious Monk e vi divertirete da matti, soprattutto se nel vostro giradischi inserite “It’s Monk’s Time”!


OREGON : Roots in the Sky
Speakers Corner – LP: SPC 224 barcode: 4260019715593 (Elektra 6E-224) Paul McCandless (cl, hn, ob); Ralph Towner (flh, g, p, perc); Collin Walcott (g, perc), Glen Moore (b) – Registrato nel dicembre del 1978 nei Longview Farms in North Brookfield, Massachusetts, e nell’aprile del 1979 nei Columbia Recording Studios di New York, da David Greene. Prodotto dagli Oregon. Se c’era una formazione che poteva essere considerata una riuscita simbiosi tra elementi musicali asiatici, suggestioni africane, jazz e musica classica, quella era sicuramente Oregon. Ralph Towner, Paul McCandless, Glen Moore e Colin Walcott hanno gettato le basi per la loro carriera nel 1979 con il loro secondo album per Elektra, “Roots in the Sky”, disco che ha davvero fatto guadagnare a questa band un posto speciale nel paradiso musicale di quei giorni. Una strumentazione molto versatile che comprendeva oboe, corno inglese, clarinetto basso, chitarra a sei e dodici corde, pianoforte, flicorno, percussioni, basso, sitar e tabla, ha conferito ai nove pezzi dell’album sonorità raramente ascoltate prima di questo momento ed ha determinato il passaggio dallo stile hippy della formazione con suggestioni country del periodo con l’etichetta Vanguard al classico suono ECM che si può ritrovare nelle registrazioni successive. A questo proposito, “Roots In The Sky” è ancora un importante documento contemporaneo nel mondo della musica tra il 1970 ed il 1980. Un disco raro su cui c'è molto da scoprire!


Alan PARSONS : Eye in the Sky

Speakers Corner – LP: SPC 9599 barcode: 4260019712929 (Arista AL 9599) Alan Parsons (keyb); Eric Woolfson (keyb, voc); Andrew Powell (arr, cond); Ian Bairnson (g); Mel Collins (sax); David Paton (b, g, voc); Stuart Elliot (dr, perc), orchestra & chorus - Registrato nel 1981 negli Abbey Road Studios, Londra, da Alan Parsons. Prodotto da Alan Parsons ed Eric Woolfson. Alan Parsons ha iniziato il suo percorso artistico con un apprendistato come ingegnere del suono alla Emi ed è stato anche responsabile di diverse produzioni di Paul McCartney e dell'album dei Pink Floyd "Dark Side Of The Moon", registrato nei leggendari Abbey Road Studios. Nei prestigiosi studi londinesi, Parsons ci è tornato per registrare il suo progetto "Eye in the Sky", disco i cui testi sono stati scritti dal coproduttore Eric Woolfson, mentre Parsons si è occupato di creare un melange lussureggiante di suoni sintetici e naturali, cosa che gli riesce alla grande. Come tutti gli album della prima parte della carriera di Parsons, "Eye In The Sky" è ispirato da importanti tematiche di quel periodo storico. Fedeli allo stile di vita senza futuro degli anni '80, le canzoni hanno un carattere in qualche modo depressivo che serve a fare da contraltare ai ritmi fortemente rock, liberi da espedienti elettronici. Ogni brano di "Eye in the Sky" possiede una sua specificità; in "Gemini" c'è una coinvolgente armonia nella polifonia vocale, mentre in "Silence and I" sono gli ottoni ed il loro ritmo spagnoleggiante a colpire, così come in "Old And Wise" si rimane incantati dalle sonorità vellutate degli strumenti a corda. Insomma un grande successo del mago britannico del missaggio. "Eye in the Sky" è stato realizzato completamente in analogico, utilizzando mastertape e mastering analogici, mentre la registrazione è digitale.


Alan PARSONS : The Turn of a Friendly Card
Speakers Corner – LP: SPC 9518 barcode: 4260019712356 (Arista AL 9518) Andrew Powell (arr, cond); Alan Parsons, Eric Woolfson (keyb, voc); Ian Bairnson (g); David Paton (b); Stuart Elliot (dr, perc); and the Orchestra of the Munich Chamber Opera Care conducted by Sandor Farcas - Registrato nel 1979 da Alan Parsons. Prodotto da Alan Parsons ed Eric Woolfson. Anche se molti ritenevano che i concept album con un focus tematico non fossero ciò che la gente voleva ascoltare, i progetti egocentrici di Alan Parsons hanno sempre avuto un buon riscontro tra il pubblico. Ovviamente si può ascoltare il suono perfettamente stilizzato della musica che questo artista ha creato alla console di mixaggio e concentrarsi sui suoi contenuti programmatici o in alternativa è possibile crogiolarsi nelle sue profondità tonali esoteriche. Ma non è necessario, perché il mix vellutato di ballate e sonorità rock toccherà le terminazioni nervose delle tue orecchie senza bisogno di liriche e temi. Nell'album "The Turn of a Friendly Card" sono compresi due tra i migliori brani di Parsons: "Time", con le sue splendide armonie e "Games People Play" che si apre con una trionfale fanfara. Le tracce strumentali trovano il favore di quasi tutti i fan del rock e questo non deve stupire visto che la musica ricorda molto il suono del Brit Rock. Ma sia quel che sia, il titolo dell'album mantiene certamente quello che aveva promesso. Le ottime vendite di "The Turn of a Friendly Card" dimostrano chiaramente che questa 'carta amichevole' ha sicuramente fatto la differenza nella carriera di Alan Parsons.


Ann PEEBLES : Straight from the Heart
Speakers Corner – LP: SPC 32065 barcode: 4260019714206 (Hi SHL 32065) Ann Peebles (voc); James Mitchell (bs); Andrew Love, Ed Logan (ts, voc); Jack Hale (tb); Wayne Jackson (tp); Teenie Hodges (g); Charles Hodges (org, p); Leroy Hodges (b); Howard Grimes (dr) – Registrato nell’agosto del 1971 nei Royal Recording Studios, Memphis, da Willie Mitchell. Prodotto da Willie Mitchell. Nei giorni difficili del rhythm’n’blues, la scalata al successo artistico di Ann Pleebles è stata più convenzionale che spettacolare. L’artista fu scoperta nei nightclub di Memphis, prese una pausa da leader della big band Gene ‘Bowlegs’ Miller e piazzò la sua prima hit con la canzone “I Can’t Stand the Rain”. Verso la fine degli anni ’70, poco prima dello scoppio della commerciale disco wave, Peebles fece un ritiro tempestivo, per ritornare solo molti anni dopo con un revival delle sue vecchie canzoni. “Straight from the Heart”, disco registrato nel 1971, non si era addolcito con il tempo. Il canto dell’artista è acuto, pieno di sentimento e viene dal cuore (“Slipped, Tripped and Fell in Love”). Il ritmo è potente, pulsante, giovane e fresco (“What You Laid on Me”), altre volte vivace e pieno di groove (“How Strong is a Woman”). Gli arrangiamenti sono sofisticati e ben bilanciati, ma non evitano gli interventi energici dei fiati né l’uso dell’elettronica con le tastiere Hammond e Hohner, così diffuse in quegli anni. Parti vocali ariose, ma finemente intrecciate, cantanti e big band (“Somebody’s on Your Case”) ed un morbido swing (“I Pity the Fool”) fanno di “Straight from the Heart” un disco pieno di emozione, corpo ed anima.


Oscar PETERSON : Exclusively for my Friends – The Lost Tapes
Speakers Corner – LP: SPC 529096 barcode: 4260019710642 (Mps MPS 529096) Oscar Peterson (p); Ray Brown, Sam Jones (b); Ed Thigpen, Bobby Durham (dr) - Registrato nel maggio del 1965, nel novembre del 1967 e nell'ottobre del 1968 nello studio privato di H.G. Brunner-Schwer a Villingen, Germania. Prodotto da H.G. Brunner-Schwer. Lacrime di dolore e di gioia si mescolarono sui volti dei fan di Oscar Peterson quando si resero conto che il genio del pianoforte, appena uscito da una lunga malattia, aveva recuperato la sua salute ed era ancora capace di sorprenderli. Forse colpita da tanto affetto nei confronti dell'artista americano, la MPS, l'etichetta con la quale lo stesso Petersen sosteneva di aver fatto le sue migliori registrazioni, decise di cercare nei propri archivi alcuni dischi del periodo d'oro del musicista che non erano ancora stati pubblicati. Fu così che vennero alla luce alcune registrazioni inedite che erano state registrate nello studio privato di Villingen tra il 1965 ed il 1968 e realizzate 'esclusivamente per i miei amici', come annotò nei suoi appunti il pianista. In questo modo è nato "Exclusively for My Friends - The Lost Tapes", un disco caratterizzato dall'atmosfera galvanizzante di alcune sessioni live suonate da Peterson davanti ad una manciata di spettatori. E ora, solo per gli amanti del jazz, questi straordinari brani sono disponibili per la prima volta in formato Lp, impreziositi da un suono eccellente che rende loro giustizia. Che tu sia un collezionista di lungo corso o un semplice amante del buon jazz, una cosa è certa: "Exclusively for My Friends - The Lost Tapes" non deve mancare dalla tua collezione!


Elvis PRESLEY : From Elvis in Memphis
Speakers Corner – LP: SPC 4155 barcode: 4260019711977 (Rca LSP-4155) Elvis Presley (voc, g, p); Ronnie Milsap (p); Bobby Emmons (org); Reggie Young (g, el-g); Tommy Cogbill, Mike Leech (b); Gene Chrisman (dr); The Memphis Horns and background vocals – Registrato nel 1969 da Al Pachucki. Prodotto da Felton Jarvis e Chips Moman. Un disco di Elvis, prodotto in Tennessee: cosa c’è di così speciale? Sicuramente tutti sanno che il camionista che è diventato il Re del rock’n’roll ha iniziato a canticchiare le sue prime canzoni dai microfoni di una radio locale. Ma “Elvis in Memphis” è molto più di uno dei circa 40 album che The King ha prodotto nel corso di 35 anni di carriera. Sul New York Times, quotidiano non di certo avvezzo ai complimenti, si leggeva relativamente a “From Elvis in Memphis”: «Segna quello che probabilmente è il ritorno più impressionante nell’intera storia della musica pop». Che cosa era successo? Nel 1969, dopo una carriera fulminea di 14 anni nel mondo dello spettacolo e del cinema, ed una campagna di pubbliche relazioni esemplare, Elvis tornò nella sua città natale per registrare le canzoni di questo album che, nel loro stile, ricordano quelle registrate negli anni ’50 per la Sun Records. Accanto a brani pop e blues come “Power Of My Love” e a quelli dal sound country, come “I’m Movin’ On”, c’è anche una delle hit di un’intera generazione: “In the Ghetto”. Il valore di questo disco da collezione non è certo discutibile: il prezzo astronomico che vale anche una buona copia di seconda mano la dice lunga!


Lou REED : Transformer

Speakers Corner – LP: SPC 4807 barcode: 4260019712240 (RCA LSP 4807) Lou Reed (voc, g, arr), Mick Ronson (voc, g, p, arr); David Bowie (voc, arr); Ronnie Ross (sax); Klaus Voorman (b), Herbie Flowers (tu, b); John Halzey, Barry Desouza; Ritchie Dharma (dr) - Registrato nel 1972 da Arun Chakranerty. Prodotto da David Bowie e Mick Ronson. Si sa che i paragoni raramente colpiscono nel segno e, nel caso di Lou Reed, essi rivelano piuttosto la totale irrazionalità delle persone che li hanno creati. Lou Reed è il Chuck Berry o il Sergent Pepper degli anni '70 o si sta forse egli stesso costruendo l'immagine di un Frankenstein ipersensibile che ha trasformato le sue nevrosi ed i suoi viaggi allucinati in suoni orribili? La rivista Rolling Stone tuonava: "Alcuni dischi sono così incredibilmente ripugnanti che viene voglia di vendicarsi fisicamente degli artisti che commettono simili offese". L'album "Transformer" tuttavia è ben lontano dall'essere tutto questo. Pubblicato solo pochi mesi dopo l'apparizione, a dire il vero un po' infruttuosa, del primo disco underground dell'artista, "Transformer" ha subito scalato tutte le classifiche. Il disco è nato sotto lo sguardo attento dei due angeli custodi inglesi, David Bowie e Mick Ronson, che sapevano come traghettare le qualità artistiche di Lou Reed in acque sicure, senza sminuirne il pungente sarcasmo e l'incredibile essenza provocatoria. In "Transformer" convivono la graffiante chitarra rock di "Vicious", le melodie agrodolci della ballata "Perfect Day" e addirittura la parodia jazz vecchio stile "Goodnight Ladies", cantata con una lingua pesante come il piombo. Che senso ha dunque paragonare questo originale mix musicale a qualcos'altro, quando basta ascoltarlo per quello che è, ovvero un album di culto?

Max ROACH : The Max Roach Trio feat. The Legendary Hasaan
Speakers Corner – LP: SPC 1435 barcode: 4260019715784 (Atlantic SD 1435) Hasaan Ibn Ali (p); Art Davis (b); Max Roach (dr) - Registrato nel dicembre 1964 a New York da Tom Dowd. Prodotto da Arif Mardin. Quasi nessun altro musicista ha pubblicato così poco come Hasaan Ibn Ali, nato William Henry Langford Jr., nel 1931 e morto nel 1980. La sua produzione completa comprende solo un disco con 7 pezzi, tutti composti da lui stesso e proposti oggi nell'album "The Max Roach Trio feat. The Legendary Hasaan", originariamente pubblicato dalla Atlantic nel 1964. Tuttavia il sassofonista Odean Pope, che spesso suonava con Hasaan, parla dell'esistenza di una seconda sessione di registrazione che sarebbe avvenuta nel 1965 sempre per l'Atlantic, ma mai pubblicata perché Hasaan, poco dopo, fu mandato in prigione. Si dice che i nastri siano stati distrutti in un incendio, ma potrebbe anche essere che esistano ancora da qualche parte delle registrazioni con John Coltrane. Fino a quando non verranno alla luce, conviene godere dello spettacolo proposto dal superbo trio di Max Roach. Si tratta di una registrazione che stupisce ed affascina per la sua originalità. Al primo ascolto la musica ricorda Cecil Taylor e Herbie Nichols, ma Hasaan ha più volte affermato che l'uomo che lo ha maggiormente avvicinato al 'mistero della musica', è stato il pianista Elmo Hope. Quando gli fu chiesto come andò la sessione di registrazione con il maestro Max Roach, Hasaan rispose: "Mi ha spaventato a morte". Secondo Odean Pope, Hasaan non era una persona facile con cui andare d'accordo, convinto com'era del suo talento fino all'arroganza. Nonostante questo, o forse proprio per questo, oggi è possibile rimanere incantati nell'ascoltare i 40 minuti di ottima musica offerti da "The Max Roach Trio feat. The Legendary Hasaan" che sono l'eredità di un artista estremamente talentuoso che è purtroppo sempre rimasto una promessa della scena musicale. Siamo in debito con Max Roach che ha convinto la Atlantic Records a fare queste registrazioni. Per molti, molti anni sono sparite dal mercato discografico, ma per fortuna sono ora disponibili in un'eccellente edizione audiophile.


SANTANA : Borboletta
Speakers Corner – LP: SPC 33135 barcode: 4260019714688 (Columbia PC 33135) Carlos Santana (g, perc); Tom Coster (keyb); Leon Patillo (org, el-p, voc); Stanley Clarke (b); Michael Shrieve, Leon "Ndugu" Chancler (dr); Airto Moreira, Flora Purim (perc); Jose "Chepito" Areas, Armando Peraza (perc, cga) – Registrato nel 1974 da Glen Kolotkin. Prodotto da Carlos Santana, Michael Shrieve e Tom Coster. Dopo alcune infuocate esibizioni dal vivo e sovversive incursioni nell’atmosfera del post Woodstock, Santana e la sua band hanno preferito, per il loro nuovo progetto, la calma rassicurante dello studio di registrazione. Guardando la farfalla blu della copertina di “Borboletta” i fan più puristi di Santana hanno subito intuito che la musica di questo disco sarebbe stata più delicata e curata di quella dei precedenti progetti hard-rock dell’artista. In sintonia con le sonorità naturali, il “Canto de los Flores” si muove tra le figure brillanti del pianoforte Rhodes e le suggestioni multiculturali delle percussioni. Si continua con “Life is Anew”, una ballata caratterizzata da un potente arrangiamento, seguita da “Give And Take”, un pezzo rock molto suggestivo. Si arriva poi dove Santana si sente più a casa, “Promise of a Fisherman”, con le sonorità setose e vellutate della chitarra. Il disco si chiude con il brano da cui prende il titolo l’intero album in cui Santana invita l’ascoltatore ad unirsi a lui nella ricerca di questa particolare farfalla chiamata borboletta. Non esitate dunque a catturare questo raro esemplare da collezione!


Carlos SANTANA : Welcome
Speakers Corner – LP: SPC 32455 barcode: 4260019714220 (Columbia PC 32455) Carlos Santana (g, voc); John McLaughlin (g); Tom Coster (keyb, voc); Jules Broussard (sax); David Brown (b); Armando Peraza (perc, voc); José Chepitó Areas (perc); Michael Shrieve (dr). Registrato tra l’aprile ed il giugno del 1973 da Glen Kolotkin. Prodotto da Carlos Santana, Maitreya Michael Shrieve e Tom Coster. Molti fan del rock di Santana avrebbero potuto intendere l’invitante “Welcome” sulla candida copertina del vinile come un tentativo di Santana di allontanarsi dall’aura spirituale del precedente “Love Devotion Surrender”. Effettivamente in brani come “Samba De Sausalito” e “Yours Is the Light”, i musicisti sono riusciti a produrre un’atmosfera latina, ma fortunatamente tali concessioni che ricordano “Caravanserai”, non sono bastate allo zoccolo duro dei fan di Santana. I musicisti hanno dovuto sperimentare qualcosa di nuovo. Incoraggiato dal successo della formula jazz-fusion creata da Miles Davis e dai suoi discepoli, in “Welcome” Santana miscela il suo stile virtuoso alla chitarra con suggestioni elettroniche accuratamente scelte. Gli acrobatici vocalisti jazz Leon Thomas e Wendy Haas hanno contribuito al progetto con ingegnosi e complessi interventi mentre il maestro e John McLaughlin offrono un emozionante duello alle chitarre in “Flame Sky”. “Welcome” è un disco con una forte spinta intellettuale che offre all’ascoltatore un’abbagliante fusione di musica latina e jazz.


SANTANA : Amigos
Speakers Corner – LP: SPC 33576 barcode: 4260019714404 (Columbia PC 33576) Devadip Carlos Santana (g, voc, perc, cga); Tom Coster (keyb); Ndugu Leon Chandler (dr, perc, cga); Armanda Peraza (cga, perc, voc); David Brown (b); Greg Walker (voc) – Registrato nel 1976 presso i Wally Heider Recording Studios, San Francisco, da Fred Catero e David Rubinson. Prodotto da David Rubinson & Friends, Inc. La musica di Santana è come il gioco Shangai: un fitto groviglio di pezzi di vari stili difficile da gestire, anche per i musicisti più esperti. Non importa se i bastoncini sono etichettati funk, jazz, rock, r&b o folk: quando provi a toglierne uno con le dita, l'intero groviglio vibra. Sembra invece relativamente semplice ordinare le tracce all’interno di track lists per compilation più o meno commerciali. Una volta che l’elenco è stato meticolosamente valutato e chiarito ad un gruppo ristretto di amici, a quel punto ci si può rilassare e godere del brillante suono della chitarra in successi come “Caravanserai” o “Welcome”. Nel suo settimo disco, “Amigos” il guru della chitarra è affiancato da un gruppo di eccellenti musicisti appena reclutati e dal geniale produttore David Rubinson. Quest’ultimo osserva attentamente lo sviluppo del progetto che, per l’abbondanza delle parti vocali, la ricchezza variegata dei ritmi e gli assolo di Santana alla chitarra, ricorda i primi lavori del poliedrico artista. Perché mai allora si dovrebbe provare a scegliere i vari stili e generi quando esiste “Amigos” che è uno dei sei, sette, forse otto migliori dischi di Santana? In fin dei conti rimaniamo tutti amigos di Santana.


Carlos SANTANA : Caravanserai
Speakers Corner – LP: SPC 31610 barcode: 4260019713339 (Columbia KC 31610) Carlos Santana (g, perc); Hadley Caliman (sax); Gregg Rolie (org, p); Wendy Haas (p); Tom Coster (el-p); Neal Schon (g); , Douglas Rauch (g,b); Tom Rutley (b); Mike Shrieve (dr); Jose Chepito Areas, Armando Peraza (perc) - Registrato nel febbraio e nel maggio del 1972. Prodotto da ?Carlos Santana e Michael Shrieve. Cercare di categorizzare la musica di Carlos Santana è, per i profeti del rock, come ballare sul cratere di un vulcano. Mentre il New York Times definiva la band "la reincarnazione della Cuban Jazz Bigband di Dizzy Gillespie della fine degli anni '40", la rivista Rolling Stone parlava di "un viaggio alla metedrina senza allucinazioni". L'organista Gregg Rolie ha spiegato l'incredibile eterogeneità del suono di "Caravanserai" in modo molto semplice: ogni componente di questa band multiculturale "suona la musica con cui è cresciuto". La bellezza intrigante di questo suono è già evidente nella prima traccia del disco, "Eternal Caravan of Reincarnation" in cui ci sono suoni naturali, ritmi complessi e piccole melodie che, come in molti altri brani, sono estremamente ammalianti anche senza l'affascinante spinta del
suono di Santana. Naturalmente viene dato anche molto spazio alla chitarra di Santana che regala al pubblico esuberanti assolo che fondono rock, jazz e salsa. Ascoltando "Caravanserai" è evidente che ci si trova davanti ad una band in ottima forma che ha realizzato uno dei dischi più potenti della carriera di Carlos Santana.


Carlos SANTANA / Mahavishnu John McLAUGHLIN : Love Devotion Surrender

Speakers Corner – LP: SPC 32034 barcode: 4260019714831 (Columbia KC 32034) Mahavishnu John McLaughlin (g, p); Carlos Santana (g); Larry Young (org); Doug Rauch (b); Armando Peraza (cga); Billy Cobham, Don Alias, Jan Hammer, Mike Shrieve (dr) - Registrato nel 1973 da Glen Kolotkin. Prodotto da Mahavishnu John McLaughlin e Carlos Santana. Per alcuni, "Love Devotion Surrender" è un album in cui, eccezionalmente, il chitarrista John McLaughlin suona anche il pianoforte e l'organista Jan Hammer si sposta alla batteria. Per tutti gli altri, è l'album più spirituale che abbia mai pubblicato Carlos Santana, intriso dello spirito di John Coltrane. Per comunicare i loro diversi modi di intendere ed interpretazione la musica di Coltrane, Santana e McLaughlin formarono una 'project band' composta da alcuni musicisti delle loro rispettive formazioni. Nell'esecuzione di "A Love Supreme", il ruolo trascinante della melodia di Santana si fonde con il rapido staccato di McLaughlin, dando vita ad un piacevole ritmo mosso. Tale approccio funziona altrettanto bene al rallentatore: la lenta composizione miniaturale di Coltrane "Naima" viene eseguita in modo fluido ed ispirato dalle chitarre acustiche di Santana e McLauglin. Gli arrangiamenti portano il segno distintivo di Santana: il suono occasionalmente un po' intellettuale ma certamente mai artificioso, viene esaltato dai ritmi delle congas e dalle parti vocali che sembrano venire da lontano. "Love Devotion Surrender" è un album creato da due artisti che stavano vivendo a pieno la loro ispirazione.


Boz SCAGGS : Boz Scaggs
Speakers Corner – LP: SPC 19166 barcode: 4260019715852 (Atlantic SD 19166) Boz Scaggs (g, voc); Duane Allman, Eddie Hinton, Jimmy Johnson (g); Barry Beckett (keyb); Al Lester (v); David Hood (b); Roger Hawkins (dr) - Registrato nel 1969 al Muscle Shoals Sound Recorders, Muscle Shoals, Alabama, da Martin Greene. Prodotto da Boz Scaggs, Jann Wenner e Martin Greene. "Boz Scaggs", da non confondere con la precedente registrazione della Polydor intitolata "Boz" del 1965, è il primo album in cui i produttori hanno fatto un lavoro eccellente. L'editore di Rolling Stone, Jann Wenner, amico di Boz, lo aiutò a firmare con la Atlantic Records e l'etichetta gli fece registrare il suo album con quel leggendario set di musicisti, noto per la collaborazione con Aretha Franklin e Wilson Pickett, tra gli altri. Forse la partecipazione più importante del disco è quella del leggendario chitarrista Duane Allman, che ha spianato la strada affinché il talentuoso Scaggs potesse entrare nei prestigiosi Muscle Shoals Sound Studios. L'album si apre con "I'm Easy" in cui la straordinaria formazione abbraccia gli strumenti ed offre bellissime sonorità dal gusto blues, caratterizzate da rapidi passaggi di scala. Ispirato dal timbro del blues, Scaggs canta alcune poetiche canzoni che lo vedono, a volte, accompagnato da un piccolo e ben equilibrato gruppo di strumenti, altre, come in come in "Another Day", da un coro di voci finemente armonizzate che risuona in sottofondo. Poi ci sono le calde ondate sonore della slide guitar e le note allegre del violino nel brano country "Now You're Gone", ma i punti salienti dell'album sono "Waiting For A Train", con il suo divertente jodel ed il brano blues "Loan Me A Dime". Prima che la rivista Rolling Stone lo inserisse tra i 500 più grandi album di tutti i tempi, nel 1978 Boz Scaggs pubblicò una ristampa del suo album, da lui voluta per migliorare la qualità della registrazione. Poi più nulla. Oggi casa Speakers Corner offre all'ascoltatore la possibilità di godere ancora di un album che era praticamente scomparso dalla scena musicale, facendogli anche riscoprire un artista che ha al suo attivo un Grammy ottenuto con il brano "Lowdown".


Lalo SCHIFRIN : Bullitt (OST)
Speakers Corner – LP: SPC 1777 barcode: 4260019715432(Warner WS 1777) Lalo Schifrin (arr, cond); John Audino, Bud Brisbois (tp, fgh); Milt Bernhart, Dick Noel (tb); Bud Shank, Bill Perkins (reeds); Mike Melvoin (p, org); Mike Deasy (g); Ray Brown (b); Carol Kaye (el-b); Stan Levey (dr); Larry Bunker (perc) & strings – Registrato nel dicembre del 1968 ai Western Recorders, Hollywood, da Lee Herschberg. Prodotto da Jimmy Hilliard. Un inseguimento automobilistico ad alta velocità tra una Dodge Charger ed una Ford Mustang, con il super poliziotto Bullitt al volante che spinge il sicario fuori strada ed in una stazione di servizio che esplode e lo incenerisce. Prima di allora, violenti scontri, coprimozzi che volano dappertutto e il personaggio principale Steve McQueen che cambia cupamente marcia e sfreccia per le strade di San Francisco, le ruote che urlano e la gomma che brucia. Fu così che Hollywood organizzò uno degli inseguimenti automobilistici più lunghi e drammatici, molto prima dei giorni dell’ABS e della frenata assistita. Tanto emozionante quanto la sceneggiatura del film “Bullitt” di Peter Yates del 1968 è la musica che Lalo Schifrin ha scritto per il film. Il tema principale della colonna sonora, metricamente spigoloso, ritrae alla perfezione il misterioso protagonista che sferra il suo attacco alla velocità del fulmine. Inizialmente la musica viaggia attraverso un semplice terreno latino, ma gradualmente la trama ritmica cambia e prende un percorso più ruvido, con colpi e martellamenti. Le leggendarie linee di flauto creano una placidità compensatoria con nuvole ariose che fluttuano sopra il mix tagliente. Una traccia davvero speciale è “Shifting Gears”: qui si ascolta Schifrin che accorda la macchina, manipolando una vivace bossa nova fino a farla diventare un rock pulito e scorrevole.


Carly SIMON : No Secrets
Speakers Corner – LP: SPC 75049 barcode: 4260019715968 (Elektra EKS 75049) Carly Simon (voc, g, p); Jimmy Ryan (g,b); Bobby Keys (ts); Lowell George (g); Kirby Johnson (el-p); Peter Robinson (p); Bill Payne (org); Klaus Voorman (b); Andy Newmark, Jim Keltner (dr) – Registrato nel settembre-ottobre del 1972 ai Trident Studios di Londra da Robin Geoffrey Cable. Prodotto da Richard Perry. “No Secrets”, indiscutibilmente il miglior album di Carly Simon, è stato anche il suo più importante successo commerciale. Il disco è rimasto in vetta alle classifiche Billboard per oltre cinque settimane, diventando velocemente disco d’oro così come successe al singolo “You’re So Vain”. Questo pezzo dichiarava il tono leggero dell’album in cui Simon racconta particolari della sua vita sessuale e storie riguardanti lo stile di vita del jet set. Ma la sincerità della cantautrice significava anche che la sua poeticità era a doppio taglio: con “The Right Thing To Do”, un’altra delle sue dieci migliori hit, Simon ha espresso la sua gioia per il rapporto con James Taylor. D’altra parte l’artista era altrettanto disposta a riconoscere i propri errori e si pentì di aver puntato il dito su altre persone. Non fu solo la franchezza della musica di Simon a fare di esso un enorme successo, ma anche la produzione semplice ed elegante dal gusto pop-rock di Richard Perry che conferì alla musica di Simon una vitalità che mai ebbe prima. Perry si è concentrato soprattutto sulla voce di Carly, rendendo le parti vocali più stimolanti e coinvolgenti di quelle delle precedenti produzioni. E, naturalmente, hanno contribuito al successo di “No Secrets” anche gli amici e colleghi musicisti di Carly Simon come Paul e Linda McCartney, Mick Jagger, Klaus Voormann, Lowell George, Bobby Keys, Jim Keltner e l’ex marito James Taylor. Sta di fatto che “No Secrets” è stato premiato come disco di platino dalla Recording Industry Association of America.


SIMON & GARFUNKEL : The Garduate (OST)
Speakers Corner – LP: SPC 3180 barcode: 4260019713063 (Columbia OS 3180) Paul Simon (g, voc); Art Garfunkel (voc), Dave Grusin, a.o. - Con il suo film "The Graduate" ("Il laureato"), premiato con un Oscar e 5 Golden Globes, il regista Mike Nichols ha creato molto più che la storia d'iniziazione erotica del neolaureato Benjamin. Non solo la sceneggiatura, ma anche le modalità di produzione del progetto erano davvero rivoluzionarie. Per la prima volta in assoluto l'incrostata morale dell'alta società americana veniva attaccata da un film, un'Alfa Romeo veniva efficacemente pubblicizzata e mai prima d'ora era stata creata una colonna sonora utilizzando brani pop di successo. Sulla musica di "The Graduate" non c'è molto da dire: brani come "Sounds of Silence", "Mrs Robinson" e "Scarborough Fair" sono entrati negli annali della cultura musicale da quando sono stati utilizzati nella pellicola di Nichols. Ascoltando il disco proposto da casa Speakers Corner è sorprendente notare come i vari pezzi si adattino perfettamente al contesto del film, proprio come se fossero stati scritti per le varie scene. Certamente questa colonna sonora ha aiutato l'ascesa artistica di Dustin Hoffman che al tempo interpretava il suo primo grande ruolo, ma soprattutto è stata una vera rampa di lancio per Simon & Garfunkel che sono stati catapultati in cima alla lista dei migliori cantanti di ballate al mondo. Ascoltando "The Graduate" è inoltre interessante notare la grande abilità musicale di Dave Grusin che, dopo tutto il clamore generato da questo film provocatorio, è purtroppo scesa in secondo piano. "The Graduate" è un'occasione imperdibile per riscoprire un grande film ed un duo che ha ricevuto numerosi Grammy Awards e che è stata citata nella Rock and Roll Hall of Fame.

Nina SIMONE : Nina Simone Sings the Blues
Speakers Corner – LP: SPC 3789 barcode: 4260019711878 (RCA LSP 3789) Nina Simone (p, voc); Rudy Stevenson, Eric Gale (g); Ernest Hayes (org); Bob Bushnell (b); Bernard Purdie (dr) - Registrato nel 1967 da Ray Hall e Mickey Crofford al Victor's Studio Bc della RCA, New York. Prodotto da Danny Davis. Sia nella sua vita pubblica che in quella privata, Nina Simone poteva essere una persona assai intollerante. A volte si lamentava della scarsa abilità erotica dei suoi amanti, mentre altre il bersaglio della sua ira era il pubblico. A volte cancellava le sue esibizioni con breve preavviso e si scagliava ferocemente contro il mondo dello spettacolo. Attraverso sua musica, radicata nel gospel, Simone si creò un percorso che si trova a metà strada tra jazz e pop e che, negli anni '60, le valse il titolo di High Priestess Of Soul. "Nina Sings the Blues" è stato registrato durante quella che è stata indiscutibilmente la fase più produttiva dell'artista. Si tratta di una registrazione che non cerca di accodarsi alle mode del momento, ma che ruota completamente attorno alla voce elegante di contralto di Nina Simone, affiancata solo dalla sessione ritmica e da un organo. "Nina Simone Sings the Blues" è l'album perfetto per ricordare una vera diva della musica jazz.

Nina SIMONE : And Piano!
Speakers Corner – LP: SPC 4102 barcode: 4260019712479 (RCA LSP 4102) Nina Simone (p, voc) – Registrato nel 1969 presso RCA Victor’s Studio B, New York City, da Ray Hall. Prodotto da Stroud Productions, Inc. I musicisti non hanno certo vita facile con le case discografiche. All’inizio della carriera lottano per ottenere il loro primo contratto e poi, quando il debutto porta il successo sperato, le loro voci passano tra le mani di vari arrangiatori. Una volta attraversate tutte le varie stazioni che prevedono collaborazioni con diverse combo, big band ed orchestre di vario tipo, gli artisti solitamente chiedono la possibilità di esibirsi da soli. “And Piano!” è l’album che dimostra come Nina Simone non avesse bisogno di aiuti esterni per portare alla ribalta il suo stile canoro emozionante ed espressivo. Il pianoforte, che Simone suona in modo eccellente, è l’unico accompagnatore che affianca la voce dell’artista in queste splendide canzoni che parlano di solitudine, crisi d’identità e malinconia. Le parti del pianoforte sono molto più che un mero sottofondo musicale: a seconda del pezzo e dell’atmosfera le melodie dello strumento variano dai toni blues, al bagliore tardo romantico fino a raggiungere l’aggressività avanguardista. Eppure i brani, traloro molto diversi, hanno una cosa in comune: pieni di bizzarra bellezza sono il ritratto toccante delle tante sfaccettature della personalità umana.


Nina SIMONE : Emergency Ward!
Speakers Corner – LP: SPC 4757 barcode: 4260019712776 (Rca LSP 4757) Nina Simone (p, voc), Sam Waymon (voc), and orchestra – Registrato nel novembre del 1971 a Fort Dix e nel febbraio del 1972 al Victor’s Studio A della Rca, New York City, da Ed Begley. Prodotto da Nina Simone, Andrew Stroud e Weldon J. Irvine Jr.. Possiamo ritenerci fortunati che Nina Simone, nonostante la sua famigerata eccentricità, abbia osservato con attenzione l’ambiente musicale che la circondava e che con esso abbia interagito per dare vita alle sue interessanti sperimentazioni sonore. In questo modo infatti gran parte del repertorio dell’artista, tra cui brani blues tradizionali, canzoni nere dedicate al lavoro e standard bianchi, ha fortunatamente potuto raggiungere i suoi fan. “Emergency Ward!” non fa eccezione. Il disco si apre con un esplosivo medley live formato da “My Sweet Lord” di George Harrison e “Today is a Killer” di David Nelson. Accompagnata da una piccola combo ed un coro gospel, Nina Simone accende un fuoco sonoro continuo di 18 minuti che non perde mai, neanche per un secondo, il suo ardore spirituale. In contrasto con il delicato “Poppies”, prodotto elegantemente utilizzando archi, fiati e coro, c’è “Isn’t it a Pity”, arrangiata invece per pianoforte. Accompagnata solo da semplici armonie che di tanto in tanto si trasformano in nuvole di accordi, Nina Simone sfodera il suo ampio timbro vocale che, come spesso accade, svanisce nel nulla come una domanda senza risposta. “Emergency Ward!” è un disco eccellente pieno di ottima musica e traboccante di emozioni, una produzione capace di lasciare l’ascoltatore senza parole.


Patti SMITH : Horses
Speakers Corner – LP: SPC 4066 barcode: 4260019712721 (Arista AL 4066) Patti Smith (g,voc); Richard Sohl (p); Lenny Kaye (b, g, voc); Tom Verlaine, Allen Lanier (g); Ivan Kral (b, g, keyb, voc); Jay Dee Daugherty (dr) – Registrato nel gennaio del 1975 presso gli Electric Ladyland Studios, New York City, da Bernie Kirsh. Prodotto da John Cale. Patti Smith è stata definita dal New York Times «la prima poetessa pubblicata a trasporre la sua poesia nel rock’n’roll, attirando i fans del rock sperimentale verso il cinema proibito della sua fantasia allucinata». L’artista ha iniziato la sua carriera in modo anticonvenzionale, con il chitarrista Lenny Kaye che accompagnava le letture delle sue poesie ed il grande fotografo Robert Mapplethorpe che finanziò il suo singolo cult punk-rock “Hey Joe”. Nel 1975 Smith pubblicò il suo album di debutto, “Horses”, un disco fatto di riff rock e dai ritmi parlati che creavano un suono punk-trash. La scena musicale rimase elettrizzata dal progetto e la rivista Creem lo definì come il «miglior suono garage degli anni ’70», ipotizzando che Patti Smith si fosse ispirata a Rimbaud, Burroughs, Dylan ed ai Velvet Underground. Le successive produzioni dell’artista furono liquidate come sentimentali e piene di autoincensamento, dal momento che la poetessa rock aveva smesso di usare la durezza metallica e la lingua cruda che caratterizzavano l’album d’esordio. Ecco perché “Horses” è considerato da molti una pietra miliare nella storia del rock, al quarantaquattresimo posto nella classifica dei ‘500 greatest albums of all times’ della rivista Rolling Stone ed ecco perché è sicuramente un pezzo unico all’interno della fiorente discografia della visionaria del rock’n’roll.


Sonny STITT : Sonny Stitt & The Top Brass
Speakers Corner – LP: SPC 1395 barcode: 4260019715913 (Atlantic SD 1395) Sonny Stitt (as); Jimmy Cleveland, Matthew Gee (tb); Blue Mitchell, Dick Vance, Reunald Jones (tp); Willie Ruff (frh); Duke Jordan (p); Perri Lee (org); Joe Benjamin (b); Philly Joe Jones, Frank Brown (dr) – Registrato nel luglio del 1962 a New York City. Prodotto da Ahmet Ertegun. E’ opinione condivisa da molti che Sonny Stitt sia sempre vissuto all’ombra di Charlie Parker, ma non è vero. Il leggendario critico Nat Hantoff ha scritto ad esempio: «Sonny è stato uno dei musicisti maggiorante impegnati, molto conosciuto ed apprezzato per il suo soul e la naturalezza del suo messaggio solo da musicisti che sentono e suonano come lui e da quella parte del pubblico jazz più toccata dall’emozione nuda ed aperta». “Sonny Stitt & the Top Brass” è la dimostrazione della fondatezza di quest’affermazione. Si tratta di una sessione da cui non ci si aspettava che avrebbe funzionato così bene. Il sax alto di Stitt presiede un gruppo di 7 ottoni e, sebbene la prospettiva di una big band di Sonny Stitt non sembri troppo promettente all’inizio, questo incontro è davvero godibile anche grazie agli splendidi assolo del leader. Il disco è stato registrato nel 1962, quando Stitt era all’apice della sua forma artistica come si può capire ascoltandolo suonare liberamente sulla base fornita dagli ottoni di Blue Mitchell, Jimmy Cleveland and Willie Ruff. Gli arrangiamenti di Tadd Dameron e Jimmy Mundy offrono uno spazio generoso per lo swing ed un pizzico di soul. Alcuni momenti particolarmente piacevoli del disco sono offerti dalla sconosciuta organista Perri Lee, piccole aggiunte di groove davvero ben riuscite che infondono agli arrangiamenti un suono sottile e brillante. Anche se “Sonny Stitt & The Top Brass” non è famoso come “Boss Tenors” o “Salt and Pepper”, da un punto di vista artistico è certamente al loro livello.


THE J. GEILS BAND : The J. Geils Band

Speakers Corner – LP: SPC 8275 barcode: 4260019715647 (Atlantic SD 8275) John Geils (g); Peter Wolf (voc); Seth Justman (p, org); Magic Dick (hca); Danny Klein (b); Stephen Bladd (dr, voc) – Registrato nell’agosto del 1970 presso gli A&R Studios, New York, da Jay Messina. Prodotto da Dave Crawford e Brad Shapiro. Grazie all’eredità di Woodstock ed alla nascita di gruppi musicali appassionati durante quello che forse è stato il decennio più fertile, colorato ma anche più cerebrale del rock’n’roll, Jerome Geils ha trovato il suo perfetto spazio artistico. «Non ci sono molte band in grado di intrattenere senza pretese» disse una volta Geils e per questo mise in piedi un sestetto con cui proponeva un rock dal carattere estroverso e dal ritmo potente. L’unione di blues autentico ed appassionato rock’n’roll che la John Geils Band suonava, insieme ad una fervida venerazione per grandi musicisti come Muddy Waters, Junior Wells e Chuck Berry, fece assomigliare la formazione ad una band nera. Nera, senza compromessi e con le frasi ben azzeccate dell’armonica, la J. Geils Band apre il suo disco del 1970 con il brano “Waits”. Nel brano successivo, “Ice Breaker” il tastierista Seth Justman propone il groove carnoso del suo organo, mentre in “Magic” Dick Salwitz dà il massimo con la sua arpa blues creando incredibili esplosioni di fuoco provenienti dai regni del rhythm & blues. E poi c’è il leader che con la sua indomita chitarra offre riff potenti e cascate di accordi. Coloro che amano la musica onesta, terrena e senza compromessi di questo periodo storico, non dovrebbero davvero lasciarsi scappare il disco “The J. Geils Band”.


Carla THOMAS : The Queen Alone
Speakers Corner – LP: SPC 718 barcode: 4260019715531 (Stax S 718) Registrato nel 1967 agli Stax Studios di Memphis, Tennessee. Prodotto da Jim Stewart. Tra tutte le maestose eminenze del panorama musicale degli anni ’60, la cantante Carla Thomas, artista dell’etichetta Stax, era considerata ‘la regina del soul di Memphis’. Il suono essenziale, chiaro ed asciutto di “The Queen Alone” trasmette il fascino di Memphis e della sua grande tradizione musicale del sud. Con profonda concentrazione la regina iniza la sua esibizione con una versione tesa, ma piacevole di “Any Day Now” di Burt Bacharach. L’apertura riflessiva segnala chiaramente che in questo disco tutto ruota attorno alla voce di Carla Thomas, sia che si tratti di un brano soul (“Stop Thief”) che di un pezzo dal groove metallico (“I Take It to My Baby”). Perfino l’occasionale incursione del violino in “I Want to Be Your Baby” non è fine a se stessa, ma serve ad esaltare la voce morbida della vocalista. In “The Queen Alone” ci sono inoltre una polifonia rigogliosa che segue lo schema domanda-risposta (“Something Good”) ed un inebriante gospel (“Lie To Keep Me from Crying”) che ben rappresentano l’anima soul della registrazione.


TOTO : Toto IV
Speakers Corner – LP: SPC 37728 barcode: 4260019713186(Columbia FC 37728) Steve Porcaro, David Paich (keyb, voc); Steve Lukather (g, voc); Bobby Kimball (voc); David Hungate (b); Jeff Porcaro (dr, perc) - Registrato nel 1982 al Sunset Sound, Los Angeles, da David Leonard, Peggy McCreary e Terry Christian, al Record One, Los Angeles, da Jamie Ledner, Niko Bolas e Lon LeMaster. Prodotto da Toto. Chiunque abbia il coraggio di intitolare un album rock "IV", o deve essere molto sicuro del proprio successo o ci ha rinunciato del tutto. La formazione Toto ha vissuto sulla sua pelle un'esperienza così estrema: da una parte viveva una stagione di grande successo, anche finanziario, ma dall'altra assisteva continuamente alle impietose recensioni della critica. Billboard criticava i suoi testi che definiva superficiali e privi di emozioni, mentre il Los Angeles Times puntò il fuoco contro i musicisti stessi, liquidandoli come pseudo artisti attenti solo alle vendite e poco alla qualità della musica. A questo i Toto risposero con il loro quarto album, "Toto IV" appunto, che è stato un successo senza precedenti e che ha fruttato alla formazione ben 6 Grammy Awards. Per un intero decennio il brano "Africa" ??ha regnato al primo posto delle classifiche ed insieme alla super-hit "Rosanna" sono stati una presenza costante nelle radio insieme a veri e propri classici del rock. "Toto IV" è l'album perfetto per riscoprire una formazione che in più di 35 anni di carriera ha pubblicato 28 album e venduto complessivamente più di 40 milioni di dischi.


Joe TURNER : Big Joe Rides Again
Speakers Corner – LP: SPC 1332 barcode: 4260019715463 (Atlantic SD 1332) Big Joe Turner (voc); Coleman Hawkins (ts); Jerome Richardson (as); Ernie Royal, Jimmy Nottingham (tp); Lawrence Brown (tb); Jimmy Jones (p); Jim Hall (g); Doug Watkins (b); Charlie Persip (dr) – Registrato nel settembre del 1959 da Len Frank, Phil Iehle e Tom Dowd. Prodotto da Nesuhi Ertegun. Che gli esperti abbiano inserito ‘Big Joe’ Turner (1991-1985) nella Blues Hall of Fame nel 1983, cioè quando era ancora in vita, è del tutto comprensibile se si considera la grande libertà stilistica con cui questo artista ha saputo esprimere la sua creatività attraverso le mitiche 12 battute del blues. Il fatto invece che Turner sia stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame solo dopo la sua morte, fa pensare che gli esperti chiamati a giudicare abbiamo commesso un errore. Non importa, resta il fatto che questo gigante dalla voce potente e gentile si è sicuramente guadagnato un posto d’onore anche nell’era dello swing. Turner, che nel corso della sua carriera si è esibito con Benny Goodman, Duke Ellington, Art Tatum e, più avanti nel tempo, anche con Dizzy Gillespie e Roy Eldridge, ha fatto conoscere ai suoi ascoltatori molte sfaccettature del blues. La traccia che apre lo splendido disco “Big Joe Rides Again”, ossia “Switchin’ In The Kitchen”, è un boogie-woogie abbastanza veloce in cui la voce di Turner si esprime liberamente su un sottofondo musicale piuttosto potente. Ci sono poi altri brani swing in cui Coleman Hawkins ed Ernie Royal si esibiscono in assoli mozzafiato, come l’evergreen simile ad una ballata “Pennies From Heaven” e lo standard “Until The Real Thing Comes Along” che nelle mani di Turner e della sua band diventa un’aria imponente. In termini di suono “Big Joe Rides Again” ha il tipico suono aperto e non filtrato della Atlantic. Gli assoli di sassofono in particolare, in cui è possibile percepire anche il ticchettio delle valvole ed il rumore del soffio, danno all’ascoltatore la sensazione che il solista si sia esibendo a pochi metri da lui. Eccellente!


VANGELIS : Heaven and Hell
Speakers Corner – LP: SPC 1025 barcode: 4260019715685 (RCA RS 1025) Vangelis (keyb, perc); Jon Anderson (voc) and the English Chamber Choir - Registrato nel settembre del 1975 ai Nemos Studios di Londra da Alan Lucas. Prodotto da Vangelis. Le innovazioni tecniche negli strumenti musicali e lo sviluppo del linguaggio tonale sono stati oggetto di continue discussioni a partire dal XIX secolo. Per conciliare questi due elementi con le infinite possibilità del suono elettronico, c'è però bisogno di un grande sforzo mentale. Alla fine, le due fazioni non sono mai arrivate ad una risposta condivisa e la questione se l'arte sia sempre e solo il risultato del talento, rimane ancora aperta. Evangelos Odysseas Papathanassiou, ossia Vangelis, ha sempre lavorato con i sintetizzatori più all'avanguardia, riuscendo a spingere le sue cascate sonore fino al limite dell'elettronica. In un'intervista rilasciata alla rivista Stereo Review, lo stesso Vangelis afferma che il suo scopo è quello di "creare melodie importanti e svilupparle oltre, senza perdersi nella tecnica". In "Heaven and Hell" si scorgono lontane voci umane e richiami simili a quelli delle sirene che aprono la strada ad una danza orientale. Poi una canzone, molto lontana nel tempo, da qualche parte tra musica gregoriana ed antifonale, appare come un suono che risplende. La polifonia creata con il pianoforte Boesendorfer ricorda che qualsiasi forma di espressione musicale è sempre ben accetta. In "Heaven and Hell" spetta all'ascoltatore scoprire ciò che per lui è paradisiaco e quello che è infernale. Va detto comunque che, anche musicalmente parlando, l'uno non può essere immaginato senza l'altro.


WEATHER REPORT : Weather Report Live in Tokyo
Speakers Corner – 2xLP: SPC 1213 barcode: 4260019715760(Sony SOP 1213) Wayne Shorter (ss, ts); Joe Zawinul (p, el-p); Miroslav Vitous (b, el-b); Eric Gravatt (dr); Don Um Romao (perc). Registrato nel gennaio del 1972 alla Shibuya Philharmonic Hall, Tokyo, da Susumu Satoh. Prodotto da Kiyoshi Itoh. Ti ricordi cosa hai fatto la sera del 13 gennaio del 1972? Molti giapponesi amanti del jazz quella sera hanno raggiunto la grande Shibuya Public Hall di Tokyo per assistere al concerto dei mitici Weather Report, evento che è ormai considerato una vera pietra miliare della storia del jazz. I tecnici della consociata giapponese della Columbia, la Sony, hanno sistemato con cura i loro microfoni e registratori ed hanno immortalato questo memorabile concerto dal vivo che viene oggi riproposto da casa Speakers Corner nel doppio vinile "Weather Report Live in Tokyo". Due dei brani del disco erano già stati registrati a New York con lo stesso gruppo di musicisti per l'album "I Sing The Body Electric", ma l'esperienza di ascoltare live questo eccellente ensemble è stata concessa solo ai privilegiati fan giapponesi. Il programma del concerto consisteva in lunghi medley composti da Wayne Shorter e Joe Zawinul: i due artisti hanno scomposto dei loro pezzi, per poi ricomporli attraverso l'interazione di gruppo ritmico e solisti. Tra le opere più riconoscibili della trackl list ci sono sicuramente "Doctor Honoris Causa" e "Directions". Per il loro straordinario lavoro, Shorter e Zawinul sono stati premiati dal pubblico con un applauso lungo ed intenso. Per i tanti ascoltatori che non hanno potuto assistere al concerto nipponico dal vivo, "Weather Report Live in Tokyo" è un doppio album davvero imperdibile, con una qualità sonora superba.

Fred WESLEY and THE HORNY HORNS, feat. Maceo PARKER : A Blow for Me, a Toot to You
Speakers Corner – LP: SPC 18214 barcode: 4260019716132 (Atlantic SD-18214) Fred Wesley (tb, voc); Maceo Parker (ts); Michael Brecker (sax); Randy Brecker (tp, flh); Bootsy Collins (g, b, dr); Garry Shider (g); Rick Gardner (tp); Bernie Worrell (keyb); Frank ‘Kash’ Waddy, Jerome Brailey (dr) – Registrato nel 1977 agli United Sound Systems di Detroit da Jim Vitti ed agli Hollywood Sound Recorders di Los Angeles da Jim Callon. Prodotto da George Clinton e Bootsy Collins. Fuoriclasse della band di James Brown, Fred Wesley e Maceo Parker furono scelti con grande entusiasmo da George Clinton, leader dei Parliament e dei Fukadelic, per entrare a far parte del grande impero del P-Funk da lui fondato. Nel 1977 Clinton e Bootsey Collins, altra leggenda della black music, hanno prodotto “A Blow for Me, a Toot to You”, l’album di debutto di Fred Wesley insieme ai The Horny Horns, una formazione in cui spiccano Wesley al trombone e Maceo Parker al sax tenore. Gran parte dei pezzi del disco è stata composta da Clinton e Collins per cui non c’è da stupirsi che le sonorità dell’album siano principalmente P-Funk. “A Blow for Me, a Toot to You” inizia in modo piuttosto cupo con un remake di “Up for the Down Stroke” dei Parliament, ma l’influsso di questa band è presente anche in altri brani della registrazione. Per quello che riguarda i pezzi strumentali, “Four Play” mescola funk e jazz, mentre “Peace Fugue” di Wesley mostra il sound tipico dell’etichetta CTI degli anni ’70. “A Blow for Me, a Toot for You”, secondo forse solo a ”Mothership Connection” dei Parliament e a “One Nation Under a Groove” dei Funkadelic, è certamente molto più di un disco da raccomandare: è una registrazione che tutti gli appassionati di funk dovrebbero avere nella propria collezione.

Bill WITHERS : Just As I Am
Speakers Corner – LP: SPC 7006 barcode: 4260019713070(Sussex SXBS 7006) Bill Withers (voc, g); Booker T. Jones (arr, org, g); Steven Stills (g); Donald ‘Duck’ Dunn, Chris Ethridge (b); Al Jackson, Jim Keltner (dr); Bobbie Hall Porter (perc) – Registrato nel 1971 al Sunset Sound Recorders da Bill Lazerus ed al Wally Heider Recording Studio da Bill Halverson, entrambi ad Hollywood, California. Prodotto da Booker T. Jones. “Just As I Am”: chi inizia tardi la sua carriera, può aver già sviluppato una personalità ben definita anche se, come nel caso di Bill Withers, non aveva ancora niente a che fare con la musica. Withers aveva servito per molti anni la marina americana, aveva lavorato come lattaio ed aveva perfino installato servizi igienici nei jet per un produttore americano di aeromobili e tutto questo mentre tartassava diverse case discografiche con demo autoprodotti che finivano regolarmente nella pattumiera. Nel 1971 arrivò la svolta: il noto produttore Booker T. Jones lo prese sotto le sue ali protettive e lo mise in studio con alcuni eccellenti musicisti come il chitarrista Stephen Stills, il batterista Al Jackson ed il bassista Donal ‘Duck’ Dunn. Il risultato è “Just As I Am”, tardivo album d’esordio in cui Withers mostra tutta la sua matura capacità di cantautore, compositore ed interprete che raramente sarebbe riuscito ad eguagliare nelle registrazioni successive. Nella tracklist di “Just As I Am” spiccano “Harlem”, un pezzo funk sulla periferia di New York, “Grandma’s Hands” una retrospettiva obbligatoria sull’infanzia dell’artista e la ballata sentimentale “Ain’t No Sunshine”, questi ultimi due sono diventati due premiatissimi singoli. “Just As I Am” contiene il credo musicale di un artista esperto che finalmente a 35 anni riesce ad essere ascoltato.

Warren ZEVON : Stand in the Fire
Speakers Corner – LP: SPC 519 barcode: 4260019715944 (Asylum 5E 519) Warren Zevon (voc, g, p); Zeke Zirngiebel (g, voc); David Landau (g); Bob Harris (synth, p, voc); Roberto Pinon (b, voc); Marty Stinger (dr) - Registrato nell'agosto del 1980 dal vivo al Roxy Theatre in West Hollywood, California, da Billy Youdelman e Greg Ladanyi. Prodotto da Greg Ladanyi e Warren Zevon. Il musicista americano Warren Zavon (1947-2003) si era fatto apprezzare nel panorama rock come compositore, aveva pubblicato un paio di singoli ed aveva anche fatto un clamoroso flop con il suo album di debutto del 1969 prima che la sua carriera cambiasse corso. Circa 10 anni dopo, il suo album live, "Stand in the Fire", creato in cinque giorni al Roxy Theatre di West Hollywood, è entrato negli annali della storia della musica come uno dei migliori album live di tutti i tempi ed è stato premiato con quattro stelle dalla rivista Rolling Stone. Con un titolo ambiguo scelto da Zevon che si era dovuto confrontare con il lato più duro del mondo dello spettacolo, "Stand in the Fire" offre rock geniale, puro, semplice e diretto che arriva immediatamente al pubblico. Entusiasta e con una grande voglia di suonare, la band di Zevon regala agli ascoltatori accordi infuocati e testi significativi come nel brano "Jeannie Needs a Shooter", mentre in "Excitable Boy" la formazione alimenta l'inferno emotivo con raffiche di rock ad alta velocità. "Mohammed's Radio" racconta la difficile situazione iraniana ed è il brano in cui si manifestano al meglio le grandi qualità di cantante e compositore dell'artista. Notevoli sono inoltre il potente mix heavy e honky-tonk "I'll Sleep When I'm Dead" ed il fragoroso brano di chiusura "Bo Didley's a Gunslinger" caratterizzato da un'antifonia percussiva e da una metrica molto complessa.
 


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SARA K. : Water Falls                                                                          €. 45,00
Stockfisch – 2xLP: SFR 35780251 barcode: 4013357802513  Sara Katherine Wooldridge, meglio nota come Sara K., è una cantautrice e chitarrista americana dotata di un talento straordinario. Questa cantante ha infatti il raro dono di catturare emotivamente l’ascoltatore con il suo carisma spontaneo ed intenso a cui difficilmente si può resistere. Con uno stile caldo e personale che unisce folk, pop, jazz, blues, scat ed un tocco di avanguardia, la cantautrice del New Mexico attraversa molti confini musicali. In “Water Falls” Sara K. ha l’eleganza di Joni Mitchell e l’urgenza di Tracy Chapman. La registrazione, realizzata con il sistema di masterizzazione analogico Neumann VMS-82 Direct Metal Mastering (DMM), è analitica, senza asprezze, molto aperta, ariosa ed incredibilmente dinamica.

SARA K. : In the Groove                                                                     €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780111 barcode: 4013357801110  Il disco in vinile di solito ha due lati: in “In the Groove” la cantautrice americana Sara Katherine Wooldridge, meglio nota come Sara K., offre anche due lati della sua arte! Da un lato i suoi impressionanti concerti dal vivo, da solista, dove affascina il pubblico solamente con la sua voce ed il fragile ma efficace accompagnamento della sua chitarra a quattro corde. Dall’altro i meravigliosi lavori in studio in cui gli eccellenti musicisti che la accompagnano aggiungono alla sua voce una gamma quasi infinita di strumenti e stili: dall’arpa da concerto e quartetto d’archi alla fisarmonica, dal basso, alla tuba, dal duduk al kantele, senza tralasciare sassofoni e pianoforte. Il disco è stato realizzato con il sistema di masterizzazione analogico Neumann VMS-82 Direct Metal Mastering (DMM).


SARA K. & Chris JONES : Live in Concert                                           €. 45,00
Stockfisch – 2xLP: SFR 35780301 barcode: 4013357803015  Diciamoci la verità: gli album dal vivo sono spesso limitati, le canzoni sembrano versioni pallide di opulenti originali in studio. In “Live in Concert” è diverso. Nel concerto che hanno tenuto insieme nel giugno del 2002, la cantautrice texana ed il suo sideman Chris Jones hanno dimostrano un’abilità artistica fuori dal comune. Sara tuba, strilla e sussurra con un vero suono hi-end a cui si aggiungono le note della sua chitarra a quattro corde e quelle del dobro e della chitarra di Chris Jones. “Live in Concert” offre uno spettacolo avvincente pieno di passione ed intensità.


David ROTH : More Pearls                                                                  €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780411 barcode: 4013357804111  Il cantautore americano David Roth scrive e canta canzoni con una combinazione devastante di sincera saggezza ed incisiva arguzia. In collaborazione con i suoi distributori cinesi, David Roth è molto popolare in Cina, la Stockfisch ha selezionato le canzoni che formano la tracklist di “More Pearls”. La qualità del suono di un vinile pressato è legata alla durata di ciascun lato. La versione digitale di “More Pearls” è composta da più di 65 minuti: circa 33 minuti sono troppi per un vinile che suoni bene. Per garantire una qualità audio degna di un disco audiophile, realizzato con il sistema di masterizzazione analogico Neumann VMS-82 Direct Metal Mastering (DMM), la selezione di cover proposta in “More Pearls” ha una durata di circa 21 minuti per lato.


David ROTH : Will You Come Home                                                    €. 45,00
Stockfisch – 2xLP: SFR 35780791 barcode: 4013357807914 In “Will You Come Home” il cantautore David Roth trasporta l’ascoltatore in un magico viaggio attraverso i momenti salienti della sua vita. Roth è un ritrattista musicale capace di trasmettere storie ed aneddoti con un’intensità che quasi è possibile percepire fisicamente. “Will You Come Home” ricorda un’antologia di poesie, uno di quei libri meravigliosi che si possono aprire semplicemente a qualsiasi pagina senza mai rimanere delusi da quello che si trova. Quella straordinaria sensazione di calore e familiarità che ci sorprende nell’ascoltare questa musica deriva dalla magia delle melodie, dalla morbidezza delle armonie e dai suoni irresistibili della chitarra e dalla voce di David Roth.


David ROTH : Meet You Where You Are                                            €. 45,00
Stockfisch – 2xLP: SFR 35780951 barcode: 4013357809512  L’album “Pearl Diver” del 2004 ha segnato l’inizio di una collaborazione estremamente fruttuosa tra il poeta americano David Roth e Guenter Pauler della Stockfisch Records. Parlando del suo primo incontro con il cantautore di Chicago, Pauler ha detto: «Sono rimasto colpito da come affronta argomenti molto diversi con un’intuizione sicura per poi trasformarli in opere d’arte». A 16 anni di distanza David Roth brilla ancora con il suo nuovo album, “Meet You Where You Are”, una raccolta di meravigliose canzoni di diversi periodi della vita dell’artista dal 1990 al 2018. Oltre al noto chitarrista folk tedesco Jens Kommnick, con cui Roth ha registrato in studio tutte le tracce di chitarra di base, in “Meet You Where You Are” sono anche intervenuti gli eccellenti Beo Brockhausen, Manfred Leuchter (fisarmonica), Hans-Joerg Maucksch (basso) e Lea Morris con la sua splendida voce.


Allan TAYLOR : In the Groove                                                            €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780071 barcode: 4013357800717  Per più di 50 anni Allan Taylor, nato a Brighton nel 1945, è stato considerato un artista esperto, uno scrittore di rara grazia le cui cronache trobadoriche hanno immortalato il realismo di eroi altrimenti non celebrati, vite altrimenti inesplorate. Le sue canzoni sono scritte grazie ad una vita di viaggi dal punto di vista di un osservatore di passaggio, così ogni canzone sembra una storia raccontata davanti a un drink in un bar. In occasione di una delle sue frequenti visite agli studi Stockfisch, Taylor ha suggerito di pubblicare un vinile con dieci delle sue canzoni preferite. E’ nato così “In the Groove”, disco contenente capolavori come “The Dove”, “Chimes At Midnight” e “Colour To The Moon”, realizzato in vinile 180 gr., utilizzando il sistema di masterizzazione analogico Neumann VMS-82 Direct Metal Mastering (DMM), che garantisce un’acustica davvero degna di un vinile audiophile.


Allan TAYLOR : All is One                                                                     €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780781 barcode: 4013357807815 Mentre negli album precedenti Allan Taylor ha cantato canzoni su quello che aveva osservato durante i suoi tanti viaggi, in “All is One” si spinge più in profondità, offrendo all’ascoltatore, come suggerisce il titolo stesso del progetto, una potente dichiarazione filosofica. Se un artista che ha quasi 70 anni chiama il suo album “All Is One” ha ovviamente qualcosa da dire. In questo periodo Taylor era appena uscito da una delle prove più dure della sua vita: una grave disfunzione alla spalla gli aveva impedito di suonare la chitarra per un periodo piuttosto lungo. Appena guarito è tornato nello studio di registrazione della Stockfisch Records. Invece di guidare sull’asfalto questa volta il chitarrista si muove nel tempo e la canzone da cui prende il titolo il disco è l’esempio migliore di questo nuovo punto di vista dell’artista. Il testo racconta di vecchie chitarre e di guanti di velluto che chiudono le porte, ma la canzone è ben lontana dall’affogare nella rassegnazione sentimentale. Taylor suona le sue amate chitarre Martin con la stessa intensa espressività che utilizza nel canto. Nell’ultima canzone l’artista riassume: «Potrei non essere l’uomo perfetto, immagino che farò del mio meglio» e termina l’album con la confusa leggerezza di un semplice accordo di re maggiore. Forse un tocco troppo modesto per un maestro?


Allan TAYLOR : In the Groove vol. 2                                                  €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780171 barcode: 4013357801714 Follow up di “In the Groove”, “In the Groove vol. 2” propone un’altra splendida selezione tratta dello straordinario repertorio del chitarrista Allan Taylor. Racconta il musicista: «Ho scelto questi brani principalmente perché so che quelli di voi che ascoltano i dischi in vinile di solito li ascoltano su sistemi audio superbi e quindi ne apprezzano la qualità. Come si ottiene questo suono non lo so; io scrivo canzoni e le eseguo, il team di Stockfisch è l’esperto della registrazione. Sono grato al team per aver continuato a lavorare con standard così elevati che hanno reso la mia musica così bella». In effetti utilizzando il sistema di masterizzazione analogico Neumann VMS-82 Direct Metal Mastering (DMM), l’etichetta tedesca garantisce agli splendidi brani di Allan Taylor di rivelarsi in tutta la loro bellezza.  


Allan TAYLOR : Analog Pearls vol. 6 – Win or Lose                           €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35788061 barcode: 4013357880610 Racconta il chitarrista americano Allan Taylor: «L'idea di ripubblicare “Win or Lose” su Stockfisch Records è nata da Guenter Pauler dopo che gli avevo inviato il master-tape originale che avevo trovato tra il mio materiale d’archivio. Ho pensato che potesse essere interessato principalmente perché la qualità originale di registrazione era molto buona. Inoltre rientrava nei parametri di qualità che Stockfisch richiede da tutte le sue registrazioni, quindi abbiamo deciso di andare avanti con l’idea, pubblicandolo nella serie “Analog Pearls”». Continua il chitarrista: «Sono trascorsi quasi quarant’anni da quella registrazione originale e, sebbene molto sia cambiato per quanto riguarda le tecniche e le attrezzature di registrazione, spero che le canzoni abbiano resistito alla prova del tempo e che tu, ascoltatore, apprezzerai il risultato».


Chris JONES : Roadhouses & Automobiles                                        €. 45,00
Stockfisch – 2xLP: SFR 35780271 barcode: 4013357802711 Dopo essersi fatto apprezzare come uno straordinario virtuoso della chitarra durante il famoso Nautilustour del 2002, con il suo primo album da solista, “Roadhouses & Automobiles”, Chris Jones dimostra di essere anche un eccellente compositore ed un cantante impressionante. Ascoltare “Roadhouses & Automobiles” è davvero divertente, con le sonorità di tuba e tromba che ricordano Ry Cooder, con pezzi in stile Appalachian, con gli assoli gorgoglianti dell’organo Hammond e con eccezionali virtuosismi strumentali. Si tratta di uno dei migliori dischi dell’etichetta tedesca che nel corso degli anni è diventato uno standard utilizzato per i test di ascolto e le sessioni demo: canzoni come “No Sanctuary Here” sono usate dai mixer dal vivo per controllare i PA del palco. Un disco assolutamente da non perdere se si vuole davvero godere di un impianto audio di alto livello.


Chris JONES : No Looking Back                                                           €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780011 barcode: 4013357800113  Racconta Guenter Pauler dell’etichetta Stockfisch: «Nel 1982, un chitarrista di 24 anni di nome Chris Jones venne nel nostro studio a Northeim per registrare 10 canzoni per il suo primo album su un registratore a nastro da 2 pollici ed un mixer. Così iniziò la meravigliosa collaborazione creativa tra Stockfisch Records e l’ingegnoso chitarrista Chris Jones. Quando il disco di Jones “Moonstruck” è stato prodotto dalla Stockfisch nell’inverno tra il ’99 ed il 2000, l’etichetta decise di aggiungere come bonus cd, l’album “No Looking Back” che era ormai fuori catalogo. In occasione dell’uscita del progetto Chris Jnes scrisse: «Il mio primo Lp “No Looking Back” è incluso nella sua rimasterizzazione digitale del 1982: le canzoni sono ancora intime (forse anche di più, ho vissuto ed imparato molto in questi 17 anni) e la musica significa per me tanto adesso quanto allora».


THE BASSFACE SWING TRIO : A Tribute to Cole Porter                   €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780561 barcode: 4013357805613  Una grande piccola jazz band, un leggendario compositore americano ed un suono meraviglioso: solo un anno prima questa miscela esplosiva aveva dato vita ad una delle registrazioni più straordinarie del Bassface Swing Trio, con tecnologia Direct-to-disc-Cut, dedicata a George Gershwin. Si poteva fare di più? Difficile da immaginare, ma vero. A dimostrarlo è il disco “ A Tribute to Cole Porter” in cui a Thilo Wagner (pianoforte), Jean-Philippe Wadle (contrabasso) e Florian Hermann (batteria), si unisce la straordinaria cantante Barbara Buerkle, per interpretare una raffinata selezione di brani jazz di Cole Porter. Il suono è incredibilmente aperto e trasparente, le linee del pianoforte di Thilo Wagner sono fresche e vivaci come un ruscello di montagna ed il canto di Buerkle è tridimensionale, forte e sensibile. Performance dinamica dove non manca l’umorismo.


Dennis KOLEN : Northeim Goldmine                                                  €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780591 barcode: 4013357805910  Dennis Kolen è un cantautore di Rotterdam cresciuto con la musica della collezione di vinili di suo padre che comprendeva dischi di Jackson Browne, James Taylor e Paul Simon. Kolen è stato influenzato da tutti questi giganti, ma in particolare dai protagonisti della West Coast Music degli anni ’70 come The Eagles, Poco, Crosby Stills & Nash. Il disco “Northeim Goldmine” è un omaggio all’etichetta tedesca Stockfisch di Northeim che per Dennis Kolen ha il valore di una miniera d’oro in quanto lo ha aiutato a realizzare i suoi progetti artistici. Ascoltando “Northeim Goldmine” ci si accorge che Kolen ha una voce singolarmente espressiva che appartenere ad un artista che non teme i grandi, come i Beatles o Joni Mitchell, ma che cerca di prendere il meglio da tutti loro per farlo suo e riversarlo nelle sue interpretazioni in modo da offrire all’ascoltatore qualcosa di davvero unico.


Katja WERKER : Contact Myself 2.0                                                   €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35781021 barcode: 4013357810211  Nell’aprile del 2011 Katja Werker è stata ospite nello studio Stockfisch di Northeim. La carismatica, ma altrettanto timida cantautrice tedesca è tutt'altro che un cliché. Le sue canzoni sono reali, autobiografiche e contengono una buona dose di malinconia. La musica di “Contact Myself 2.0” è stata arrangiata in modo discreto ed in sintonia con la voce tenera e piena di sentimento di Katja accompagnata da Gert Neumann alle chitarre ed Hans-Joerg Maucksch al contrabbasso. Racconta Werker dell’album: «Mi ha aperto molte porte ed ha aperto la mia strada come cantante, chitarrista e cantautrice. Indipendentemente dagli alti e bassi che ho dovuto affrontare dall’uscita di questo album, queste canzoni sono sempre state lì per me come le braccia forti e premurose di un padre». Non manca un ringraziamento dell’artista al team Stockfisch: «Guenter Pauler ed il suo team mi hanno permesso di realizzare questo progetto piuttosto impegnativo non solo con la massima brillantezza audio-tecnica, ma anche in un ambiente di calore umano e calma. Ed è stata una sfida, perché, nonostante abbia pubblicato molti album nel corso degli anni, una vera registrazione in presa diretta è stata un’esperienza completamente nuova per me».


RalF ILLENBERGER : Red Rock Journeys                                           €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780201 barcode: 4013357802018Con “Red Rock Journeys” prende la parola un musicista che può essere senza dubbio annoverato tra i grandi della chitarra acustica: Ralf Illenberger. “Red Rock Journeys” è, per così dire, un vero disco alla Illenberger, ossia con un equilibrio incredibile tra suono terroso ed altezze elevate, tra solida artigianalità e capacità di trascendere. Si tratta di una compilation di brani per chitarra che Illenberger ha composto nella suggestiva cornice del Red Rocks di Sedona, in Arizona, dove vive da molti anni. A rendere il disco un’esperienza sonora indimenticabile ci ha pensa la Stockfisch che per rendere l’audio di questo vinile davvero speciale ha utilizzato il sistema di masterizzazione analogico Neumann VMS-82 Direct Metal Mastering (DMM).


THE GREATER GOOD : The Greater Good                                          €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780751 barcode: 4013357807518 The Greater Good è un trio composto da Eugene Ruffolo, Dennis Kolen e dal cantante e compositore americano Shane Alexander. Senza troppi indugi e preliminari, i tre musicisti che si propongono per la prima come trio, si sono incontrati allo studio Stockfisch a Northeim e hanno dato libero sfogo alla loro creatività e competenza. Et voilà, il gioco è fatto: hanno creato un disco omonimo, “The Greater Good” che ha in sé lo spirito di una reunion di vecchi amici a cui è davvero impossibile resister. La tracklist propone 10 brani dolci ma accattivanti con armonie vocali suggestive e la presenza di assoli di chitarra da paura.

                  
Brooke MILLER : Familiar                                                                   €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780761 barcode: 4013357807617 Brooke Miller è una bravissima cantautrice canadese con una voce dal timbro ricco ed un modo di suonare la chitarra del tutto unico in cui risuonano influenze che vanno da Bruce Cockburn a Joni Mitchell. Le melodie ritmiche ed accattivanti dei suoi pezzi con elementi folk ed un pizzico di country evocano la grandezza sterminata della sua terra natale. L’ultimo progetto di Brooke Miller, “Familiar” ha qualcosa di diverso dai suoi precedenti dischi. Lei ed il marito musicista Dan Ross sono andati in Germania per lavorare con il produttore ed ingegnere Guenter Pauler alla Stockfisch Records. Gli arrangiamenti snelli, per lo più chitarra acustica e voce, e l’alchimia tra il suo materiale a base folk con l’avanguardistica tecnologia di masterizzazione DMM hanno creato una raccolta di canzoni intime che raggiunge velocemente l'ascoltatore. “Familiar” si è posizionato al secondo posto della classifica della ‘Essential Albums of 2012’ della rivista americana Acoustic Guitar Magazine Usa.


Tony CHRISTIE & RANAGRI : The Great Irish Songbook                 €. 32,00

Stockfisch – LP: SFR 35780871 barcode: 4013357808713  Il quartetto Ranagri dal Regno Unito vanta collaborazioni con Peter Gabriel, Stevie Wonder ed Ennio Morricone. Tony Christie, nome d’arte di Anthony Fitzgerald, è un cantante, musicista ed attore inglese noto per il brano “Is This The Way To Amarillo” che nel 2005 è risultato il singolo più venduto dell’anno nel Regno Unito. In “The Great Irish Songbook” questi eccellenti musicisti offrono al pubblico alcuni classici della tradizione irlandese, arrangiati in modo moderno così da conferire loro un nuovo splendore. “The Great Irish Songbook” è il magistrale omaggio musicale di Tony Christie ai suoi antenati, un viaggio molto gratificante ed edificante nei misteri della cultura musicale irlandese-celtica. Un disco tradizionale e moderno allo stesso tempo e soprattutto con un’eccellente qualità sonora garantita da casa Stockfisch.


RANAGRI : Playing for Luck                                                               €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780961 barcode: 401 3357809611  Il quartetto Ranagri viene dal Regno Unito ed è formato da un musicista irlandese tradizionale, due di formazione classica ed un cantante e chitarrista blues, tutti con la passione per la musica folk. La formazione vanta collaborazioni con artisti del calibro di Peter Gabriel, Stevie Wonder ed Ennio Morricone. Si tratta di quattro musicisti ostinatamente indipendenti, strumentisti altamente qualificati, due donne e due uomini, ciascuno con il proprio background, quattro voci inconfondibili, quattro prospettive unicamente individuali che insieme creano una vera magia. “Playing for Luck” è un universo musicale da favola, a volte cantabile, a volte mistico, a cavallo tra musica folk, pop nobile ed elegante, sonorità godibili, rock ed arte cantautorale fluente ed eloquente.

 
Carrie NEWCOMER : The Slender Thread                                          €. 45,00
Stockfisch – 2xLP: SFR 35780881 barcode: 4013357808812  Carrie Newcomer è una cantautrice, performer ed educatrice le cui opere sono caratterizzate da una spiritualità discreta, non dogmatica ma allo stesso tempo molto profonda. Si legge nel The Dallas Morning News di lei: «E’ stata descritta come una ‘mistica della prateria’ dal Boston Globe ed una persona che ‘fa tutte le domande giuste’ da Rolling Stone, e ‘E’ il tipo di artista la cui musica ti fa fermare, pensare e poi dire, che è così vero». “The Slender Thread”, album di debutto di Newcomer su Stockfisch, è un album dalle melodie calde ed orecchiabili ottenuta con una ricca strumentazione che comprende, tra gli altri, chitarra acustica, pianoforte, marimba, arpa celtica, ocarina, fisarmonica, contrabbasso. Per l’artista le sue canzoni sono come vecchi amici e per questo “The Slender Thread” è un album che trasmette il calore, la vicinanza e la serenità che solo una solida amicizia può trasmettere.


Christian KJELLVANDER : Solo Live                                                    €. 45,00
Stockfisch – LP: SFR 35780891 barcode: 4013357808911  Christian Kjellvander è un cantautore svedese che propone una miscela vincente di folk americano ed europeo, country e rock. Nei primi anni ’90 Kjellvander ha formato una band, The Loosegoats, con cui ha pubblicato una serie di album che ha riscosso un discreto successo. “Solo Live” è il primo album dal vivo da solista del cantautore svedese. Si tratta di un disco pieno zeppo di influenze, sia europee che americane dai Jayhawks, a Townes Van Zandt passando per i Fairport Convention. “Solo Live” è stato registrato live da Guenter Pauler negli studi Stockfisch di Nordheim il 16 maggio del 2015.


Brian FLANAGAN : Where Dreams Are Made                                    €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780911 barcode: 4013357809116  Brian Flanagan è un cantautore, compositore e poeta irlandese che ha lavorato con artisti tra loro molto diversi come Michael Flatley, Nadine Coyle, Eric Bibb, Nathan Carter, Brian Kennedy e Sharon Shannon. Nelle 11 tracce che compongono “Where Dreams Are Made”, Flanagan tratta temi molto profondi come la gioia di un amore, la disperazione per una perdita, il saper riconoscere le opportunità e coglierle, descrive incontri capaci di cambiare la vita di una persona ed esperienze naturali quasi mistiche. Le melodie di “Where Dreams Are Made” sono orecchiabili, ma mai banali. Dopo aver ascoltato l’album un paio di volte, ci si affeziona ad alcuni brani che ti rimangono in testa, diventando di volta in volta più familiari e divertenti. Ciò è ovviamente dovuto alla voce calda e vellutata di Flanagan, ai morbidi cori di sottofondo ed al supporto strumentale semplice, ma meravigliosamente armonioso.


Ian SMITH : Last Call                                                                           €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780941 barcode: 4013357809413 Ian Smith è un eccellente chitarrista e cantautore di origine scozzese, proveniente dalla contea irlandese di Donegal. Con una carriera trentennale alle spalle, Smith presenta “Last Call”, la sua prima produzione per gli specialisti del suono di Northeim. Il disco si apre con “When It Snows in New York City”, brano meraviglioso che avvolge l’ascoltatore in un abbraccio di sonorità folk che rivelano l’influenza di James Taylor e Joni Mitchell. In questo progetto Smith ha al suo fianco, come special guest, il celebre musicista americano vincitore di un Grammy nel 2005 Tim O’Brien che partecipa ai cori e suona mandolino e chitarra. Poi ci sono Beo Brockhausen che suona vari strumenti a fiato, Hans-Joerg Maucksch al basso, Jens Kommnick alla chitarra e Manfred Leuchter alla fisarmonica. Tutti loro hanno contribuito a rendere ancora più belle le composizioni di Smith, portandole con le proprie interpretazioni ad un livello davvero altissimo.


Chris JONES & Charlie CARR : Analog Pearls vol. 3                          €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35788031 barcode: 4013357880313
La straordinaria serie “Analog Pearls” di casa Stockfisch si arricchisce di un nuovo volume: “Analog Pearls vol. 3”. Nel 1979 Chris Jones e Charlie Carr si unirono per registrare alcune delle loro canzoni ed una manciata di pezzi tradizionali. I nastri di queste registrazioni sono rimasti nascosti nell’archivio Stockfisch per 40 anni, per riemergere di nuovo nel 2019. Racconta Guenter Pauler, fondatore dell’etichetta tedesca: «Riscoprire i nastri di questa produzione dopo così tanto tempo mi ha riportato alla mente come ho incontrato Chris Jones per la prima volta: è stato grazie a Charlie Carr, che all’epoca lavorava in un negozio dell’esercito nel sud della Germania e che ha acquistato per me un Crown DC-300, l’amplificatore più potente del tempo. Per ringraziarlo, gli ho offerto di fare una registrazione nel nostro studio. Charlie era entusiasta e ha portato con sé Chris Jones, che doveva accompagnarlo durante le sessioni di registrazione. Così è iniziato il nostro meraviglioso viaggio».


Crag HADDEN & Charlie CARR : Analog Pearls vol. 4 – Old Gold     €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35788041 barcode: 4013357880412
La Stockfisch Records è lieta di presentare “Analog Pearls vol. 4 – Old Gold”, disco che ha immortalato una registrazione di 40 anni fa di Craig Hadden e Charlie Carr, impegnati nell’interpretazione di alcune loro hit degli anni ’50. Racconta Hadden: «Non importa che tipo di musica ascolti oggi, quasi ogni stile ha le sue radici negli Oldies, il rock’n’roll degli anni ’50. C’è qualcosa di speciale nella musica di quest’epoca che rimane anche negli anni ’80. Abbiamo cercato di ricreare queste canzoni in modo tale da riportare alla mente i ricordi di quelli di voi che le ricordano ancora, oltre ad offrire qualcosa di fresco ed emozionante per quelli che non le hanno mai ascoltate prima. Credo che sarete d’accordo con noi nel dire che gli Oldies non moriranno mai».


VARIOUS : Vinyl Collection                                                                €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780061 barcode: 4013357800618
Negli anni ‘80 esperti e professionisti assicuravano che il disco in vinile sarebbe stato presto surclassato dai nuovi media digitali. Oggi possiamo dire che si sbagliavano: giradischi e dischi in vinile stanno vivendo un vero e proprio boom di vendite! Stockfisch Records ed il suo studio di masterizzazione Pauler Acoustics si sono sempre dedicati con passione al vinile, proponendo registrazioni selezionate di grande qualità come “Water Falls” di Sara K. o “Pearl Diver” di David Roth. Per il primo volume della serie “Vinyl Collection” casa Stockfisch ha selezionato 10 brani straordinari dal suo prezioso repertorio degli ultimi 4 anni. Il risultato finale è un disco che offre una qualità senza compromessi data da un vinile 180 gr con stampa audiophile, taglio DMM e copertina ricca di foto e spiegazioni.


VARIOUS : Vinyl Collection vol. 2                                                      €. 32,00
Stockfisch – LP: SFR 35780091 barcode: 4013357800915    E’ sorprendente che, nonostante download ed mp3, la richiesta di vinile da parte del mercato sia attualmente in costante crescita. Stockfisch ha deciso dunque di pubblicare “Vinyl Collection vol. 2”, il secondo volume della serie Vinyl Collection contenente dieci tracce selezionate all’interno del repertorio dell’etichetta tedesca. In questo disco troviamo disponibile per la prima volta su vinile “That Train” di Ewen Carruthers, un sentito omaggio al cantautore inglese scomparso nel 2010, registrato da Allan Taylor nella famosa sessione Porsche/Burmester. La tracklist prevede poi alcuni brani del malinconico cantautore irlandese residente in Canada Paul O’Brien, del duo folk australiano Carl & Parissa ed altri tratti dall’album di David Munyon “Pretty Blue”. Si procede con l’inedito dal primo album su Stockfisch di Katja Maria Werker “Mitten im Sturm”, un pezzo per chitarra suonato dal virtuoso Ralf Illenberger che aveva registrato con l’etichetta tedesca negli anni ’70, una meravigliosa canzone dal terzo album di Paul Stephenson e anche un inedito dell’eccezionale chitarrista Chris Jones,purtroppo scomparso nel 2005.


VARIOUS : Vinyl Collection vol. 3
                                                    €. 32,00 

 Stockfisch – LP: SFR 35780151 barcode: 4013357801516  Per il terzo volume della serie Vinyl Collection, “Vinyl Collection vol. 3” casa Stockfisch ha selezionato brani del suo repertorio che, grazie al loro timbro profondo, morbido e trasparente, si adattano particolarmente bene dal punto di vista sonoro al disco in vinile. Nella tracklist troviamo canzoni tratte dagli ultimi lavori di Allan Taylor, Steve Strauss, David Muyon e Paul O’Brien. Poi ci sono anche pezzi di alcune scoperte più recenti di Guenter Pauler, il fondatore di Stockfisch, come Carrie Newcomer dall’Indiana, Kerstin Blodig dalla Norvegia e della band anglo-irlandese Ranagri. Carrie Newcomer è una bravissima cantante dalla voce vellutata e le sue canzoni sincere affascinano il pubblico di tutto il mondo. La cantante, cantautrice e chitarrista Kerstin Blodig propone brani tratti dal suo album di debutto per Stockfisch, pezzi registrati in una radura in una delle più grandi aree forestali della Germania, a Solling. L’ispirante atmosfera naturale che è entrata nel disco attraverso il canto degli uccelli ed i suoni della vegetazione, si adatta meravigliosamente alle canzoni norvegesi di Kerstin ed al suono profondo della chitarra acustica. Il quartetto Ranagri viene dal Regno Unito ed è formato da un musicista irlandese tradizionale, due di formazione classica ed un cantante e chitarrista blues, tutti con la passione per la musica folk.


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Thorbjorn RISAGER & THE BLACK TORNADO : Best Of                    €. 39,00
Ruf – 2xLP: RUFLP 2075 barcode: 0710347207511  L’artista danese Thorbjorn Risager è un acclamato cantautore, vocalista incomparabile, chitarrista pieno di sentimento e bandleader della potente band The Black Tornado. «Non riesco a credere che siano trascorsi 20 anni da quando abbiamo iniziato questo grande viaggio», afferma Risager ripensando ad una carriera durante la quale ha conquistato prestigiosi premi blues, la sua musica è arrivata in oltre 20 paesi del mondo ed ha anche avuto la possibilità di esibirsi con leggende come Buddy Guy. Il doppio album “Best Of” è dunque una celebrazione di questi splendidi 20 anni di carriera, una meravigliosa raccolta di canzoni che racchiude gli ultimi due decenni della vita artistica di questo moderno bluesman. Coprendo gli anni dal 2004 al 2012, il primo volume del box è caratterizzato dall’eccitazione dei primi anni, quando Risager e la band, originariamente operante sotto il nome Blue 7, diedero una nuova svolta al r&b della New Orleans degli anni ’50. In questo primo disco ci sono le migliori canzoni degli album di quell’epoca rivoluzionaria a partire dal primo album di studio del 2006 “From The Heart”, che ha portato la rispettata rivista statunitense BluesWax a definire Risager come «il prossimo grande nome del blues». Il secondo volume del box racconta invece la carriera del bluesman più maturo, con l’ingresso, nel 2014, nella scuderia dell’etichetta tedesca Ruf con il disco “Too Many Roads” in cui esplode anche il suo grande talento compositivo. “Best Of” non è un punto di arrivo, né i suoi pezzi sono l’ultima parola della band. E’ solo una tappa verso un traguardo che pochi artisti raggiungono.


Roger CHAPMAN : Life in the Pond                             
                       €. 29,00

Ruf – LP: RUFLP 2074 barcode: 0710347207412 Dopo una lunga assenza dallo studio di registrazione, il settantanovenne cantautore britannico Roger Chapman è tornato al lavoro ed oggi propone il suo nuovo progetto intitolato “Life in the Pond”. Dodici anni dopo la celebre raccolta “Hide Go Seek”, il nuovo disco vede il veterano Chapman, leader della storica band Family, con alcuni vecchi compagni, tra cui il suo ex collega, co-compositore, polistrumentista e produttore John 'Poli' Palmer. “Life in the Pond” è un mix delle tante influenze che hanno attraversato e segnato la carriera di questo artista che dal caratteristico vortice di jazz, blues, folk e psichedelia dell'album di debutto dei Family del 1968, “Music In A Doll's House”, si è poi spostata verso la più dura Americana degli Streetwalkers degli anni '70. Più di quattro decenni dopo, “Life In The Pond” unisce tutti questi fili, trovando la voce di Chapman in forma strepitosa, in una tracklist che spazia dall'ipnotico di sette minuti “Nightmare #5” a “Rabbit”, passando per il soul-funk distopico di “Got The Gun”. Il mondo è cambiato dagli anni '60, ma Roger Chapman ha ancora qualcosa da dire e con “Life In The Pond”, la sua voce di artista è più vitale che mai.

EDDIE 9V : Little Black Flies                                                               €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2071 barcode: 0710347207115 Per tutta la sua vita Eddie 9-Volt ha seguito l’istinto. Nel 2019 è stato pubblicato il suo acclamato album di debutto “Left My Soul In Memphis”. Il talentuoso polistrumentista accende semplicemente gli amplificatori nella sua roulotte e, insieme a suo fratello, produttore e partner di composizione Lane Kelly, regala una delle sorprese dell’anno. Oggi, a 24 anni, Eddie è diventato più audace come dimostra il suo ultimo progetto per casa Ruf: “Little Black Flies”. Suo fratello Lane è ancora una volta al mixer e con lui ci sono anche alcuni volti noti dalla Georgia come l’icona della chitarra Cody Matlock. Secondo Eddie 9V, il disco dovrebbe sembrare improvvisato con rumori di sottofondo e battute in studio incluse. Racconta il chitarrista: «La maggior parte delle registrazioni di oggi non ha anima. Quindi ho preso ispirazione dai vecchi album di Albert Collins, Otis Rush e Mike Bloomfield». “Little Black Flies” propone nove nuovi originali di Eddie, più tre cover, in cui l’artista ha ripensato il soul-blues alla sua maniera, ricordando alle generazioni future perché questo genere colpisce così forte. I fiati squillano, i tamburi tintinnano, le slide guitars ululano ed al centro di tutto ci sono la chitarra pungente e l’inconfondibile voce del leader della band. Con “Little Black Flies” si chiude il cerchio: il ragazzo minorenne che una volta bighellonava fuori dai club di Atlanta va in studio con i migliori musicisti dello stato della Georgia. «Il mio lavoro» dice Eddie 9V «è far sorridere e fare musica che permetta alle persone di dimenticare tutto o musica che ricordi loro le cose belle della vita».

Ghalia VOLT : One Woman Band                                                         €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2070 barcode: 0710347207016  La forza di una donna che si trova con le spalle al muro non va sottovalutata. Nel marzo del 2020, quando a causa del coronavirus la scena musicale globale è stata costretta al silenzio, Ghalia Volt si è dovuta confrontare con un dilemma: cosa faccio ora? La risposta è stata: una one woman band che ha portato alla produzione dell’omonimo disco. In realtà all’inizio della sua carriera Volt era una cantante di strada e quindi per il suo nuovo progetto si è rifatta alle sue abilità di un tempo come cantare suonando le percussioni con i piedi, accompagnandosi alla chitarra. Sicura del format scelto, in agosto Volt è partita per un lungo viaggio in treno attraverso gli Stati Uniti alla ricerca dell’ispirazione ed infatti la maggior parte delle canzoni di “One Woman Band” raccontano esperienze vere vissute dall’artista durante il percorso. A novembre era tutto pronto: “One Woman Band” è stato registrato nei leggendari Royal Sound Studios di Memphis, dove hanno lavorato anche giganti come Al Green e Willie Mitchell. Tutti gli strumenti sono stati registrati dal vivo e, tranne pochissime eccezioni che vedono l’intervento di Dean Zucchero al basso e Monster Mike Welch alla chitarra, Volt ha fatto tutto da sola. Il risultato è un disco che racconta il ritmo della vita con liriche oneste, crude ed anche ironiche che fotografano la realtà oggettiva, ma sempre cercando di trovare in essa un lato positivo.

Jeremiah JOHNSON : Unemployed Highly Annoyed                        €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2069 barcode: 0710347206910  L’emergenza Covid ha quasi lasciato Jeremiah Johnson senza lavoro, ma il cantante e chitarrista blues di St. Louis non si è lasciato abbattere da questo difficile momento ed ha risposto con un nuovo disco intitolato “Unemployed Highly Annoyed”. Racconta l'artista: «Questa disoccupazione forzata è stata più che frustrante. Così mi sono deciso a creare un album di canzoni ispirate al Covid-19. Ho provato a trasformare in musica queste montagne russe emozionali ed alla fine ne è nato un vero concept album». Il risultato finale è uno splendido disco blues e roots rock caratterizzato dalla straordinaria chitarra di Johnson e dalla sua voce appassionata che canta con il tipico stile dell'America del sud. “Unemployed Highly Annoyed” è stato concepito, interpretato e registrato da tre eccellenti musicisti: l'esperto batterista Tony Antonelli, il bassista Paul Niehaus IV che si è anche occupato della produzione e naturalmente Jeremiah Johnson che ha reso il tutto speciale con la sua chitarra e la sua voce. Racconta Johnson: «Non si trattava di suonare perfettamente o di ottenere un suono fluido. Al contrario: ho collegato la mia unica chitarra direttamente all'amplificatore. Avendo registrato quasi tutto dal vivo, anche la passione e l'energia delle canzoni dovevano essere mantenute. Fondamentalmente si ascoltano tre musicisti disoccupati, piuttosto disperati, che fanno qualcosa per evitare di finire al verde!». I brani della tracklist, tutti originali del chitarrista tranne l’ultimo, raccontano delle emozioni e delle situazioni collegate alla pandemia come ad esempio la speranza di poter di nuovo fare ed assistere a concerti dal vivo, le strane dinamiche di coppia che si sono create durante la quarantena o la voglia di ricominciare a vivere e al tempo stesso la paura di non poterlo fare. L’ottavo ed ultimo brano dell'album è invece un'appassionata cover del classico di Luther Allison “Cherry Red Wine”. In “Unemployed Highly Annoyed” Johnson ha unito i suoni dell'America meridionale con il blues del Mississippi ed un tocco di country per regalare all'ascoltatore un'istantanea dei nostri tempi turbolenti.

Bette SMITH : The Good, The Bad and The Bette                             €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2068 barcode: 0710347206811  La nota cantante rock e soul Bette Smith, racconta che il suo nuovo album, “The Good, The Bad and The Bette”, affonda le radici nella sua infanzia trascorsa nel quartiere Bedford-Stuyvesant di Brooklyn: la musica gospel che l’artista ha inserito nel suo ultimo progetto l’ascoltava in chiesa da bambina, mentre il soul risuonava per le strade affollate della cittadina americana. Nella registrazione Smith è stata supportata da professionisti incredibili come il produttore Matt Patton, famoso per le sue collaborazioni con Jimbo Mathus e Dom Flemons, e dall’eccellente ingegnere del suono Bronson Tew. Racconta la cantante: «All’inizio del lavoro ho spiegato a Patton la mia visione; volevo un suono tra il southern rock, il soul e Aretha Franklin». Patton invitò alcuni grandi musicisti come ospiti tra cui Luther Dickinson (chitarra in “Signs and Wonders”) ed il suo collega Patterson Hood (voce in “Everybody Needs Love”). Aggiunge Patton: «Volevamo la loro parte rock, perfino nelle ballate, e pensavamo a vecchie registrazioni di Ike & Tina Turner, Betty Wright e Betty Davis». Per quello che riguarda la scrittura, Smith voleva scavare a fondo in se stessa e confrontarsi con la sua infanzia. Continua Smith: «Ho raccontato a Matt del rapporto con mia madre. I rapporti personali sono diventati il tema centrale dell’album». La vita dell’artista è raccontata quasi cronologicamente: dopo essersi fatta conoscere come la donna forte che è oggi, Bette ripercorre gli eventi traumatici ed il vuoto emotivo che per anni ha cercato di riempire con la spensieratezza. Spiega Bette Smith: «La storia è raccontata dal punto di vista di una bambina e dopo di un’adulta che porta ancora con sé le cicatrici della sua infanzia. Ma si parla anche di continuare a vivere con speranza, forza ed ottimismo. Dalla maggior parte delle persone vengo percepita come una donna forte e sicura, ma non sanno gli ostacoli ed i traumi che ho dovuto affrontare». “The Good, The Bad and The Bette” è un disco intenso che non rinuncia a farci ballare!


Ally VENABLE : Heart of Fire                                                               €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2067 barcode: 0710347206712  A causa della pandemia la scena musicale è stata letteralmente ridotta al silenzio. Tuttavia con “Heart of Fire”, Ally Venable dimostra di non essere stata fagocitata dalla terribile situazione che stiamo vivendo. Il disco è stato realizzato al Bessie Blue Studio di Stantonville, nel Tennessee, lo scorso febbraio con il produttore di fama mondiale Jim Gaines. Venable si è concentrata molto sulla scrittura che vanta un’incondizionata onestà a cui non è facile arrivare. Il tema attorno al quale ruota tutto il progetto è il superamento degli ostacoli che ci impediscono di andare avanti. “Heart of Fire” ha le stesse sonorità che si potrebbero ascoltare in un campo di battaglia: chi ha partecipato ad un concerto di Ally Venable conosce bene l'esplosività con cui suona la sua chitarra. In un mondo pieno di pop elettronico, Ally preferisce affilati riff di chitarra che ricordano i Led Zeppelin come in “Hard Change” e “Do It in Heels”. In “Bring on The Pain” con lei c'è il suo collega Kenny Wayne Shepherd, mentre nella malinconica “Road to Nowhere” al suo fianco c’è Devon Allmann. Poi la giovane texana offre un’innovativa versione di “Use Me” di Bill Withers che, attraverso le congas, diventa più ritmata dell’originale. Sprezzante, appassionato, onesto e crudo, “Heart Of Fire” è un album di cui c’è bisogno in questo momento storico, realizzato da un’artista che si rifiuta di aspettare che la tempesta passi, ma che preferisce ballare sotto la pioggia.

THE RAGTIME RUMOURS : Abandon Ship                                         €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2066 barcode: 0710347206613  Le regole sono fatte per essere infrante ed i generi esistono per essere mescolati. Dopo aver ascoltato l’album di debutto “Rag’n’Roll” dei Ragtime Rumours, era difficile pensare che il suo magico mix di blues, offbeat rock’n’roll e gypsy-jazz potesse essere superato. Invece è possibile: il nuovo disco della formazione, “Abandon Ship”, è, se possibile, ancora migliore del primo! Come hanno detto i membri della band: «“Rag’n’Roll era solo l’antipasto, mentre “Abandon Ship” è il piatto forte». Tom Janssen (voce solista, chitarra acustica e slide, arpa blues), Niki Van Der Schuren (basso, sax baritono, flauto, voce), Thimo Gijezen (chitarra elettrica e gypsy, fisarmonica, pianoforte, armonium, voce) e Sjaak Korsten (batteria, percussioni, voce), hanno realizzato un disco con al centro la scrittura ed un’interpretazione davvero virtuosistica. Negli 11 originali, più una cover di “Yes, My Darling Daughter” di Jack Lawrence del 1940, The Ragtime Rumours hanno inserito l’arte della musica che hanno imparato facendo i concerti per strada. Velocità e lentezza si alternano, si passa dall’intenso groove di “Fieldman Song” alla sensuale “Undressing Me”: all’ascoltatore non resta altro che abbandonarsi al mondo idiosincratico della band, lasciando per un'ora la realtà fuori dalla porta e concentrandosi sui paesaggi lirici tratteggiati dalla musica in cui è possibile incontrare ragazze che ballano al chiaro di luna, mostri marini ed eccentrici venditori di Cadillac. Libertà è la parola chiave di “Abandon Ship”, disco che punta sulla sperimentazione anche attraverso l’utilizzazione di suoni e rumori vari. Forse i puristi del blues avranno da ridire, ma “Abandon Ship” è musica senza confini, per ascoltatori senza paraocchi. Dicono i musicisti della band: «Pensiamo che le regole esistano per essere infrante e noi amiamo farlo».


Vanja SKY : Woman Named Trouble                                                 
€. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2065 barcode: 0710347206514  Vanja Sky può essere definita un’eroina del pop, una pistolera del blues-rock con una voce ardente, armata solo del suo sensazionale nuovo album pieno zeppo di moderni classici. «Se si chiedesse alle persone intorno a me, mi descriverebbero come ‘la donna chiamata Guai’» racconta Vanja con un sorriso malizioso. Il disco contiene otto originali della musicista scritti insieme al chitarrista Robert Wendt, oltre a tre cover. «Questo album ha un’atmosfera blues rock, ma con un tocco personale ed è molto più duro del precedente “Bad Penny”», racconta la musicista croata. Il disco è stato registrato presso lo studio Schaltona di Amburgo con il produttore Roger Inniss e la band dell’artista che comprende Robert Wendt (chitarre, dobro), Artjom Feldtser (basso, voce) e Hanser Schueler (batteria, percussioni). La tracklist del disco si spinge oltre il blues rock per esplorare una miriade di generi a partire dal country blues di “Hard Times” , passando per il folk di “What's Going On”, per il rockabilly di “Lets Go Wild”, fino all’ipnotizzante ritmo del brano funky “Troublemaker”. Le cover sono un ulteriore godimento: l’interpretazione funky di “Life is a Bitch” di Luther Allison avrebbe divertito moltissimo anche il grande bluesman di Chicago. A soli 26 anni, Vanja Sky ha già una carriera fiorente che l’ha portata dai piccoli pub di provincia a grandi tour internazionali. L’ultima parola su “Woman Named Trouble” spetta all’artista: «Oltre ad esserci divertiti un sacco credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro con la musica. Sono molto fiera di questo album».


Ryan PERRY : High Risk, Low Reward                                              €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2064 barcode: 0710347206415  Come tutti i grandi artisti, Ryan Perry non ha paura di rimescolare le carte della propria carriera e di rimettersi in gioco. Dal 2007 a capo della pluripremiata Homemade Jamz Blues Band che lo vede accanto ai suoi fratelli Kyle e Taya, il bandleader dal Mississippi propone "High Risk, Low Reward", il suo album di debutto nelle vesti di solista. Gli 11 originali che Perry ha composto per il suo nuovo progetto sono stati registrati con la preziosa collaborazione del produttore e bassista Roger Inniss ed hanno tutte le carte in regola per entusiasmare i fan della Homemade Jamz Blues Band e più in generale gli amanti del buon blues. Con una tracklist che comprende il brano da cui prende il titolo l'intero disco nel classico blues del Mississippi, "Hard Times" che racconta il fallimento americano, il brano funky "Ain't Afraid to Eat Alone" ed il lento "Homesick" che risuona come i battiti del cuore, questo disco arriva a tutte le generazioni. Il musicista riflette sulla sua vita, sul rapporto splendido che ha con sua moglie, sui rapporti falliti e sulla musica stessa. In "Changing Blues" osserva il suo genere preferito pensando a che direzione ha preso nel tempo. Dovunque vada la scena blues, Ryan Perry sarà sempre in prima fila a servirla con forza e lungimiranza, sempre pronto ad attrarre anche il pubblico più giovane. La nuova generazione del blues è già qui. E qui resta.


Jeremiah JOHNSON : Heavens to Betsy                                            €. 29,00             
Ruf – LP: RUFLP 2062 barcode: 0710347206217   tutto quello di cui ha bisogno Jeremiah Johnson sono le canzoni. Nell’era del pop consumistico il bandleader da St. Louis ama scrivere alla vecchia maniera: prendendosi tutto il tempo di cui ha bisogno ed accompagnandosi con la sua amata chitarra acustica. Tuttavia il suo ultimo progetto intitolato “Heavens to Betsy” è tutt’altro che una produzione vecchio stile: è un concentrato di musica esplosiva del nuovo millennio! «In “Heavens to Betsy” volevo provare a fare qualcosa di diverso da tutti i miei album precedenti» dice l’artista, e questo ha fatto, ritornando alle radici del blues del sud degli Stati Uniti. Con una formazione che comprende Frank Bauer (sax, voce), Tony Anthonis (basso), Benet Schaefer (batteria), Rick Steff (tastiere), Tony Antonelli (percussioni, voce), Pete Matthews (voce) e naturalmente Jeremiah Johnson (chitarra, voce), il groove è assicurato. L’album rappresenta la scrittura audace del cantautore americano che tratta vari temi, a volte più leggeri ed altre più impegnativi: in “White Lightning” racconta le lotte di un contadino del sud, in “Leo Stone” rivela la sua gioia quando la fidanzata gli disse di essere incinta, in “Long Way Home” parla di demenza senile, terribile malattia che ha colpito sua nonna. “Heavens to Betsy” è un disco che vuole e può diventare la colonna sonora dei momenti della vita che davvero contano. Da parte sua Jeremiah Johnson si augura che «questo disco diventi qualcosa che vorresti ascoltare quando sei con gli amici, celebrando la vita».


Whitney SHAY : Stand Up!                                                                  €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2061 barcode: 0710347206118 "Stand Up!" non è solo il titolo di un disco, ma è anche un'esortazione che porterà chiunque ascolti il mix incontenibile di rhythm & blues di Whitney Shay, direttamente sulla pista da ballo! La cantautrice di San Diego, definita dalla prestigiosa rivista Blues Matter Magazine la 'futura icona del blues', presenta un disco che invita a ballare e sognare: 12 canzoni che sono la colonna sonora giusta per i momenti più alti e quelli più bassi della vita. Nel suo nuovo progetto registrato nello Wire Record Studio di Austin, insieme al produttore Kaz Kazanoff, Whitney lascia fluire vibrazioni positive e coinvolgenti. Le canzoni sono caratterizzate da una sfacciata combinazione di soul, ritmi avvolgenti ed una voce che sa di fumo e fuoco come si può ascoltare nel brano che dà il titolo all'album e in "P.S. It's Not About You". Al suo fianco Whitney ha voluto una band di eccellenti musicisti di cui racconta: "Uno dei miei ricordi preferiti è quando con Guy Forsyth abbiamo registrato il duetto "Far Apart (Still Close)". Nel giro di un'ora cantavamo, sbellicandoci dalle risate. Per i loro brillanti assolo di chitarra nel brano "Equal Ground", abbiamo definito Laura Chavez e Derek O'Brien 'Godzilla vs. Mothra' perché entrambi sono due veri mostri di questo strumento! Poi c'è Red Young,una leggenda dell'organo che ogni volta riesce ad aggiungere ad ogni pezzo la quantità giusta di soul". Il materiale di "Stand Up!", scritto insieme ad Adam J. Eros, riempirà le piste di ballo, ma ci porterà anche nella testa di Shay, con temi personali e anche socio-politici. Dice l'artista: "Sono una donna forte ed indipendente. Visto che sono stata cresciuta da mia madre e mia nonna, molti dei brani di questo disco trattano temi come l'uguaglianza ed il potere delle donne". Che sia dura o piena di dolore, ogni nota di "Stand Up!" è vera ed arriva immediatamente all'ascoltatore. Le ultime parole spettano all'artista: "Quando entro voglio che la gente balli. Per me la musica significa sempre catarsi, scacciare esperienze tristi. Quando il pubblico ritorna a casa con un sorriso e con la sensazione di aver dimenticato le preoccupazioni quotidiane, allora posso dire di aver fatto il mio lavoro".

        
Thorbjorn RISAGER : Come On In                                                      €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2060 barcode: 0710347206019 In oltre 1000 concerti in più di 21 paesi, Thorbjorn & The Black Tornado hanno fatto divertire e ballare il pubblico, dimostrando che la forza del blues consiste nell'aiutare la gente a superare i problemi della vita con il groove. Racconta il frontman: "Alcune persone pensano che il blues sia triste perché prende il nome dal colore della malinconia e perché deriva dalla musica degli schiavi americani. Ma bisogna ricordare che questa era una musica che faceva radunare la gente quando voleva dimenticare le fatiche della quotidianità. Il blues veniva suonato in occasioni di festa ed era una musica da ballare. Io vorrei portare avanti questa tradizione: vorrei alleviare i vostri problemi attraverso la musica affinchè possiate ritornare a casa con il sorriso sulle labbra". L'approccio aperto ed innovativo al blues di questa band arrichisce le melodie blues con elementi appartenenti ad altri generi come funk, gospel, soul e rock'n'roll. "Come On In" è caratterizzato da ballads malinconiche incentrate sulla chitarra acustica. Racconta Risager: "Il blues mi dà la possibilità di sfogarmi. Questa volta ho scritto canzoni in cui parlo dei miei dubbi, chiedendomi se nella mia vita ho fatto tutto bene. Comunque nei miei brani si vede sempre la luce alla fine del tunnel. Il che significa stringere i denti e dire: vado avanti".


Mike ZITO & FRIENDS : Rock’n’Roll – A Tribute to Chuck Berry     €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2059 barcode: 0710347205913 Mike Zito è un chitarrista, cantante, cantautore e produttore di St. Louis, nel Missouri, cofondatore insieme a Cyril Neville, Devon Allman, Charlie Wooton e Yonrico Scott della superband blues Royal Southern Brotherhood. Con alle spalle una carriera attraverso la quale ha ampiamente dimostrato di saper fare rock di prima classe, Zito avrebbe tutte le ragioni di sedersi un po’ sugli allori: invece no, la cosa più importante per lui è ancora migliorarsi e mettersi in discussione. Il nuovo e sedicesimo album dell’artista americano, “Rock’n’Roll – A Tribute to Chuck Berry”, segna il ritorno di Zito alle sue radici musicali. La ricca tracklist propone all’ascoltatore 20 classici di Chuck Berry, interpretati da Zito insieme ad un cast stellare di 21 ospiti chitarristi tra i quali Joe Bonamassa, Walter Trout, Eric Gales, Robben Ford, Sonny Landreth, Luther Dickinson, Albert Castiglia, Anders Osborne e addirittura il nipote di Chuck Berry, Charles Berry III. Prodotto da Mike Zito, “Rock’n’Roll – A Tribute to Chuck Berry” è stato registrato nei Marz Studios dell’artista ed è stato mixato e masterizzato da David Farrell. «Abbiamo registrato le tracce di base e poi le abbiamo spedite ad ogni artista ospite», racconta Zito e continua «loro hanno aggiunto i propri contributi e poi ci hanno rimandato il file. Il processo è durato in tutto un anno». In “Rock’n’Roll – A Tribute to Chuck Berry”, Mike Zito offre all’ascoltatore quello che sa fare meglio: ottima musica interpretata con passione e spontaneità.


Big Daddy WILSON : Deep in My Soul                                               €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2058 barcode: 0710347205814      L’America del sud è capace di lanciare potenti incantesimi. I figli e le figlie di questi stati possono allontanarsi dalle loro città d’origine e fare fortuna all’estero, ma ovunque vadano, il sud è lì sotto la loro pelle ed un giorno li richiamerà a casa. Così è stato con “Deep In My Soul”, l’album per cui Big Daddy Wilson ha lasciato la sua base in Europa per fare ritorno nella sua terra natale, gli Stati Uniti. «E’ stato un ritorno a casa, alle mie radici, un momento molto dolce e speciale» ricorda l’artista. Pubblicato da Ruf Records, “Deep in My Soul” segna il ritorno di Big Daddy nel North Carolina, terra in cui è nato e da cui si è allontanato per farsi conoscere sulla scena europea in cui si è fatto un nome con album di successo come “Love Is The Key” (2009), “Thumb A Ride” (2011), “I’m Your Man” (2013), “Time” (2015) e “Neck Bone Stew” (2017). Nel maggio del 2018 Wilson si è recato a Memphis, nel Tennessee, per la pre-produzione del suo nuovo disco “Deep in My Soul”, insieme alla rispettata chitarrista Laura Chavez ed all’eccellente bassista rock Dave Smith. In dicembre era già tutto pronto: Wilson va con la sua band a Stantonville, nel Tennessee per registrare nei Bessie Blue Studio del pluripremiato produttore Jim Gaines. Segue una seconda fase di registrazione che ha avuto luogo negli iconici FAME Studios di Muscle Shoals, Alabama, che in passato ha ospitato grandi artisti come Etta James e Duane Allman. “Deep in My Soul” offre suggestioni blues, funky e reggae in appassionanti brani che raccontano l’amore in tutte le sue diverse sfaccettature. Con “Deep in My Soul” per Big Daddy Wilson si chiude il cerchio della sua carriera: «Considero la mia vita come un lungo viaggio. È il viaggio di un uomo che ha trovato se stesso in questa bellissima musica che chiamiamo blues e che finalmente, dopo 25 anni, è tornato a casa». Il disco è disponibile anche in versione cd.


BB KING BLUES BAND : The Soul of the King                                  
€. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2056 barcode: 0710347205616 Lunga vita al Re! A quattro anni dalla morte del leggendario B.B. King, il suo sorprendente ascendente sul mondo del blues è rimasto invariato. Dei fan di lunga data che sono ancora affascinati dalle registrazioni del concerto “Live at the Regal” del 1965, fino ai giovani chitarristi che cercano il famoso vibrato di B.B. King per innalzare il fascino dei propri assolo, la musica del Re risuonerà sempre e dovunque. E quest’anno, la presenza dell’iconico bluesman è sentita più forte che mai, dal momento che il suo spirito pervade il nuovo album della BB King Blues Band, “The Soul Of The King”. «Con questo album volevamo mostrare al mondo che la band di B.B. King è ancora viva e vegeta e che portiamo avanti la sua eredità musicale » dice il produttore esecutivo del progetto Terry Harvey. Il concetto di leggenda è davvero troppo poco per descrivere la posizione di B.B. King nel Pantheon del blues. La sua storia, iniziata in una piantagione di cotone del Mississippi, è scritta nei suoi album di studio e nelle sue leggendarie esibizioni dal vivo. Con una straordinaria capacità di evocare i sentimenti più profondi con una sola nota, B.B. King ha virtualmente rivoluzionato questo genere musicale. La BB King Blues Band, composta da musicisti che lo hanno affiancato per oltre 35 anni, scrive il prossimo capitolo di questa straordinaria storia. “The Soul Of The King” propone curate versioni di classici della discografia di King ed originali della band che tra le sue fila vanta cantautori di fama mondiale che non temono il confronto con l’eredità del loro ex leader. «È importante che la sua eredità sopravviva», afferma Harvey e continua «coloro che non hanno mai avuto modo di ascoltarlo o vederlo dal vivo, riceveranno da questo disco una panoramica importante sul suo stile e le sue influenze». Molti musicisti hanno paura di confrontarsi con il repertorio di B.B. King, temendo di esporsi troppo nel tentativo di catturare l’anima del geniale musicista. Ma in quanto fedeli collaboratori del Re, i membri della BB King Blues Band hanno la musica del genio che gli scorre nelle vene e durante le sessioni ai Paramount Recording Studios di Hollywood e ai Lucky Run Studios di Houston, le loro esibizioni hanno toccate vette artistiche davvero vertiginose. «Dopo essere stata con B.B. per 35 anni», dice Harvey, «questa band vive e respira la sua musica». Scegliere le canzoni dall’immenso catalogo di King avrebbe potuto essere un calvario, ma per “The Soul Of The King”, la formazione ha fatto una mossa intelligente, lasciando che gli ospiti scegliessero il materiale. «Abbiamo scelto le canzoni del catalogo di B.B. che
più erano in sintonia con le loro voci. Il nostro approccio non era quello di allontanarsi troppo dall’originale, ma di renderlo nuovo. Voglio che il mondo ricordi B.B. e voglio presentare la sua musica ai giovani di oggi». Missione compiuta: “The Soul of the King” dona nuova linfa vitale ad alcuni dei più bei classici del genio americano. Il disco è disponibile anche in versione cd.


Ally VENABLE : Texas Honey                                                               €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2054 barcode: 0710347205418 «Ally è il futuro del blues» ha detto Mike Zito di Ally Venable, eccellente chitarrista e cantautrice americana, classe 1999, che ha iniziato la sua carriera nel coro della chiesa per poi seguire le orme dei suoi beniamini, il chitarrista Stevie Ray Vaughan e la vocalista Miranda Lambert.”Texas Honey”, album di debutto della promettente stella del blues, è stato registrato nei Marz Studios in Nederland, Texas, alla presenza del geniale Mike Zito nelle vesti di produttore. In questo progetto Ally Venable si è molto concentrata sulla scrittura delle canzoni, tutti suoi originali tranne “Love Struck Baby” di Stevie Ray Vaughan e “Careless Love Blues” di Spencer William e Martha E. Koenig. Nei suoi brani, la talentuosa cantautrice racconta le esperienze più significative della sua giovane, ma intensa esistenza, regalando all’ascoltatore un appassionante viaggio nella vita di una ventenne americana. Ascoltando “Texas Honey” è facile intuire che questo è solo il primo tassello nella carriera di un’artista che farà molto parlare di sé. Il disco è disponibile anche in versione cd.


THE RAGTIME RUMOURS : Rag ‘n Roll                                              €. 29,00
Ruf – CD: RUFLP 2052 barcode: 0710347205210 In un periodo in cui l'industria musicale si aggrappa a stanche formule standardizzate, nel suo album di debutto, “Rag ‘n Roll”, la visionaria formazione olandese The Ragtime Rumours ignora le regole e lascia libero sfogo alla creatività. Nel disco di casa Ruf c’è di tutto: negli 11 brani originali firmati dalla band, a cui si aggiunge un pezzo tradizionale, i fantasmi di Robert Johnson e Django Reinhardt incontrano quelli di Tom Waits e Pokey LaFarge, dando vita a musiche che potrebbero essere scritte nel 1920 come nel 2018. Dicono i musicisti della formazione: «Uniamo la nostra ispirazione per la musica ragtime con blues, gypsy jazz e rock’n’roll e la chiamiamo rag’n’roll». La formazione di Tom Janssen (voce solista, chitarra acustica e slide, banjo), Niki Van Der Schuren (contrabbasso, flauto, sax baritono, voce), Thimo Gijezen (chitarra elettrica e gypsy, contrabbasso, fisarmonica, pianoforte, voce) e Sjaak Korsten (batteria, washboard, voce) sta vivendo un periodo di grande successo costellato di riconoscimenti: si è posizionata al primo posto del Brul Contest del 2015, ha preso d’assalto le finali del Dutch Blues Challenge del 2017, ha rappresentato l’Olanda all’International Blues Challenge di Memphis, Tennessee, e ha vinto la European Blues Challenge del 2018 di Hell, in Norvegia. “Rag ‘n Roll” è un album che ha molti punti di forza: è un mix energizzante di ragtime vecchio stile miscelato a gypsy jazz e roots/blues, suonato con un atteggiamento rock’n’roll, i cui brani hanno ritmi molto variegati ed i testi, mai banali, spesso ironici e con una vena surreale, sono la dimostrazione dell’ottima capacità compositiva ed autorale della band. Se credi di aver ascoltato di tutto, l’album di debutto de The Ragtime Rumours, con la sua musica irresistibile, vintage e moderna allo stesso tempo, ti farà certamente cambiare idea. Il disco è disponibile anche in versione cd.


Ina FORSMAN : Been Meaning to Tell You                                         €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2051 barcode: 0710347205111 Ina Forsman è da molti considerata una stella nascente della musica finlandese. Con la sua partecipazione all’European Blues Challenge del 2014, la cantante ha fatto conoscere al grande pubblico la sua voce ammaliante che sa di miele bruciato. Nel 2016 l’etichetta tedesca Ruf ha pubblicato l’album di debutto omonimo dell’artista e sempre nello stesso anno anche un volume per la nota serie Blues Caravan che vede la cantante protagonista insieme a Layla Zoe e Tasha Taylor. Definita dalla rivista Classic Rock ‘voce dinamite’, Ina Forsman presenta il suo secondo album “Been Meaning to Tell You”, disco attraverso il quale rivela all’ascoltatore le sue emozioni più profonde ed intime, come si potrebbe fare con un buon amico. Registrato all’Austin’s Wire Recording Studio con il produttore Mark ‘Kaz’ Kazanoff ed una band di eccellenti musicisti, il disco di casa Ruf, disponibile anche in versione cd, propone 12 brani di cui Ina Forsman ha scritto tutti i testi, mentre le musiche sono il frutto della sua collaborazione con Anna Wilkman e Samuli Rautiainen. Ascoltando “Been Meaning to Tell You”, ciò che colpisce fin da subito è la splendida voce di Ina che passa con disinvoltura dal tono selvaggio di “By My Home” al più lento e dolce flusso musicale di “Figure”. Non si può inoltre non notare la notevole capacità compositiva dell’artista finlandese: come nell’album di debutto, Ina dimostra di essere una vera forza creativa, capace di creare liriche che sono come delle montagne russe emotive che si muovono tra l’acid-jazz di “All Good”, il soul rancoroso di “Genius”, il blues lento di “Miss Mistreated” ed il ritmo latino di “Every Single Beat”. “Been Meaning to Tell You” si chiude con “Sunny”, intimo brano a cappella veramente da pelle d’oca!

                                     
Bernard ALLISON : Let it Go                                                                €. 29,00
Ruf – CD: RUFLP 2049 barcode: 0710347204916 Bernard Allison ha iniziato a suonare la chitarra elettrica e ad interessarsi alle radici della musica nera grazie a suo padre, la leggenda del blues americano Luther Allison (1939-1997) con cui si esibì per la prima volta al Blues Festival di Chicago del 1983. Dopo aver imparato i segreti della tecnica dello slide da Johnny Winter e Stevie Ray Vaughan, nel 1989 Bernard si stabilisce a Parigi dove entra a far parte della band del padre e nel 1990 pubblica il suo primo album da solista. Bernard non si ferma mai. “Let it Go”, il suo ultimo album di studio, proposto da casa Ruf in versione cd e vinile, è già considerato uno dei migliori dischi del 2018. Si tratta di un lavoro capace di lasciare la maggior parte dei musicisti a bocca aperta, ma per questa dinamo creativa, che ha ormai superato i cinquant’anni, è parte della normalità. “Let it Go” è una sorta di ritorno a casa del musicista, infatti l’album segna il rientro di Bernard Allison nella scuderia della Ruf, iconica etichetta blues tedesca creata nel 1994 che ha pubblicato gran parte dell’opera del padre di Bernard. Significativo è anche il fatto che “Let it Go” sia stato registrato, con la preziosa collaborazione del leggendario produttore musicale Jim Gaines, nel Bessie Blue Studio di Stantonville, Tennessee, ossia proprio nel luogo in cui è nato il blues. L’ultimo progetto discografico di Bernard Allison propone 12 tracce, la maggior parte delle quali sono suoi originali, composizioni caratterizzate da sonorità essenziali, senza molti abbellimenti, brani che hanno il loro centro nel suono della sessione ritmica basica. Insieme a John T. McGhee (chitarra ritmica), George Moye (basso), Mario Dawson (percussioni, tamburello) e Jose Ned James (sax nel brano “Kiddo”), Bernard Allison (voce, chitarre) regala al pubblico un album eccellente che non solo riconferma il suo grande talento di musicista, ma anche di straordinario compositore che non manca di omaggiare il padre con l’interpretazione di due suoi originali: “You’re Gonna Need Me” e “Castle”.


Samantha FISH : Belle of the West                                                    €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2048 barcode: 0710347204817 Con una carriera iniziata nel 2009, Samantha Fish si è rapidamente affermata come una delle migliori artiste dell'attuale panorama blues. Oggi, la giovane e carismatica cantautrice, si è anche guadagnata un'ottima reputazione come chitarrista ed eccellente interprete che dal vivo riesce a dare il suo meglio, con uno spirito creativo inquieto, costantemente alla ricerca di nuove avventure sonore. Il New York Times l'ha definita "una chitarrista impressionante ed una cantante incantevole, uno dei talenti più promettenti del genere". Tuttavia Samantha non vuole sedersi sugli allori e ripetere le seppur vincenti formule del passato, lei preferisce guardare avanti alla ricerca di nuove prospettive sonore come dimostra il suo quinto album di studio, "Belle of the West". Le 11 intense canzoni del nuovo album, 8 delle quali suoi originali, hanno titoli molto personali e strutture che fanno risaltare l'abilità alla chitarra della Fish e la sua propensione ad una composizione fortemente emozionante. Nuovi straordinari originali come "American Dream", "Blood in the Water", "Need You More" e "Don't Say You Love Me" dimostrano che Samantha Fish ha una profonda conoscenza del sound Americana, mentre le tre cover "Poor Black Mattie" di R.L. Burnside, "Nearing Home" di Little Mae e "Belle of the West" di Jimbo Mathus, danno prova delle sue grandi qualità di interprete e della sua vasta conoscenza musicale. «Io vedo questo album come una logica progressione», dice Fish e continua «le storie delle canzoni riflettono le mie origini di ragazza americana del Midwest. Sono anche molto personali. Oltre alla composizione mi sono concentrata soprattutto sul canto, sulle melodie e sulle emozioni, perché questa volta volevo mostrare altre sfaccettature di me stessa. Amo il blues del Mississippi, questa musica è semplicemente vera e tocca l'anima. L'album mi ha dato la possibilità di immergermi in questo mondo». "Belle of the West" è stato registrato nel nord del Mississippi, nei leggendari Zebra Ranch Studios ed è stato prodotto da Luther Dickinson. Al disco, che è uno mix riuscitissimo di sonorità acustiche ed elettroniche, hanno partecipato anche iconici musicisti del Mississippi come Jack White, Lillie Mae, Lightnin' Malcolm, Squirrel Nut Zippers, Amy LaVere, Tikyra Jackson, Trina Raimey e Sharde Thomas


Luther ALLISON : Life is a Bitch                                                          €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2047 barcode: 0710347204718 Chi pensa che il blues sia una cosa antiquata, cambierà idea subito dopo aver ascoltato le entusiasmanti interpretazioni di Luther Allison. Nel disco registrato nel 1984, “Life in a Bitch”, il chitarrista e cantante americano presenta un mix di accattivanti melodie blues con testi sempre moderni e ritmi infuocati. In alcuni brani, alla sua solita blues band Allison ha aggiunto una sezione fiati in modo da ottenere un suono orchestrale e dare alla musica ancora più enfasi. Registrato e missato nei Plus Trente Studios il 21 gennaio ed il 12 febbraio del 1984, “Life is a Bitch” è uno dei primi dischi realizzati dal chitarrista americano dopo essersi trasferito stabilmente a Parigi.


Luther ALLISON : Reckless                                                                 €. 29,00
Ruf – 2xLP: RUFLP 2045 barcode: 0710347204510 Durante il W.C. Handy Awards (i Grammy del blues) del 1996, solo un anno prima di morire, Luther Allison è stato selezionato come miglior intrattenitore ed artista blues dell’anno, il suo “Blues Streak” è stato dichiarato l’album blues dell’anno ed il brano “Watching You” si è piazzato come migliore canzone blues. Dopo questi riconoscimenti Luther Allison è stato definito dalle maggiori riviste blues americane come ‘il nuovo re del blues’ ed i suoi concerti hanno iniziato a registrare sempre sold out. Il suo best seller “Reckless”, uscito nel 1997, propone il tipico blues alla Luther Allison, con una ricca tracklisting che comprende brani come “I’m Back” dove Luther canta il suo ritorno nel ghetto a fare musica per le persone per cui ha sempre suonato; “You Can Run, But You Can’t Hide”, il classico di Paul Butterfield a cui il chitarrista riserva un’interpretazione molto fresca e moderna; “Just as I Am” in cui interviene come ospite la cantante nera Marla Glen che Luther definì una giovane Nina Simone; le ballate “Livin’ In The House Of Blues” e “Drownin At The Bottom”, due opere che fanno davvero venire la pelle d’oca e tanto altro ancora. “Reckless” è un aggettivo che significa azzardato, ardito, spericolato: questi aggettivi sono perfetti per definire un album che contiene musica scritta da un cuore giovane ed impavido, nonostante i quasi 60 anni, ma suonata con l’esperienza distillata in una lunga e fiorente carriera artistica.


Luther ALLISON : Blue Streak                                                            €. 29,00

Ruf – LP: RUFLP 2044 barcode: 0710347204411 Durante il W.C. Handy Awards (i Grammy del blues) del 1996, solo un anno prima di morire, Luther Allison è stato selezionato come miglior intrattenitore ed artista blues dell’anno, il suo disco “Blue Streak” è stato dichiarato l’album blues dell’anno ed il brano in esso contenuto, “Watching You”, si è piazzato come migliore canzone blues. Uscito originariamente nel 1995 per la Alligator e registrato a Memphis con la collaborazione del super produttore Jim Gaines, “Blue Stream” viene oggi proposto dalla prestigiosa etichetta tedesca Ruf in versione vinile 180 gr. Quando il disco uscì su Billboard si leggeva: «…la sua chitarra è meravigliosa ed imponente, ma anche blues e la sua voce ricorda più di chiunque altro Otis Redding…». “Blue Streak” propone canzoni blues create con cura alla maniera inimitabile di Mr. Allison, ossia con una voce intrisa di anima ed una chitarra potente.


Luther ALLISON : Bad Love                                                                 €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2043 barcode: 0710347204312Il novantaquattresimo album di Luther Allison, “Bad Love”, ha rappresentato il trionfale ritorno dell’artista negli Stati Uniti. Dopo aver trascorso diciotto anni in Europa, “Bad Love” era il primo album americano dopo “Night Life” del 1976 uscito per Motown. Prodotto dal grande Jim Gaines che vanta collaborazioni con Santana, Stevie Ray Vaughan e Steve Miller, e registrato nel marzo e nell’agosto del 1993 agli Ardent Studios di Memphis, Tennessee, con la partecipazione di musicisti locali come i leggendari Memphis Horns, “Bad Love” è un album straordinario che non appena uscì conquistò subito la stampa internazionale.

Luther ALLISON : Hand Me Down My Moonshine                              €. 29,00
Ruf – 2xLP: RUFLP 2042 barcode: 0710347204213    Hand Me Down My Moonshine” è la prima registrazione acustica del chitarrista americano Luther Allison e fu realizzata nell’abitazione parigina dell’artista. Si tratta dunque di un incontro intimo con Luther, la sua chitarra ed alcuni amici presenti pronti a dare il loro contributo. Il vibrante stile acustico alla chitarra di Allison e la sua voce non amplificata fanno di questo disco un vero piacere sonoro. Dieci dei dodici brani del disco sono originali di Allison che ha anche vestito i panni del produttore. Ad accompagnare Allison in tutti i brani c’è il suo storico bassista Zox, tranne che in “You’re The One” e “Castle” dove interviene il chitarrista europeo Patrick Verbeke. Il figlio di Luther, Bernard Allison, dà il suo contributo in “Meet Me in My Own Hometown” con slideguitar e voce, mentre in questo brano l’armonica è suonata da Thierry Menesclou. L’atmosfera generale della registrazione è molto rilassata e tuttavia allegra: ascoltando “Hand Me Down My Moonshine” si ha l’impressione di trovarsi nella sala dell’appartamento di Luther Allison in compagnia di un gruppo di eccellenti artisti.


Luther ALLISON : Live 89 – Let’s Try It Again                                  €. 29,00
Ruf – 2xLP: RUFLP 2041 barcode: 0710347204114 Il disco “Live 89 – Let’s Try It Again“ è stato registrato dal vivo al club Quasimodo di Berlino tra il 22 ed il 25 maggio del 1989 e mixato al Relief Studio di Belfaux, Svizzera, nel luglio dello stesso anno. Si tratta di una registrazione che segna la svolta europea dell’eccellente chitarrista americano che nel 1983 si era stabilmente trasferito a Parigi. La tracklist del disco prevede tutti originali scritti da Allison tra cui “Serious”, “Backtrack”, “Freedom”, “Just My Guitar (And Me)” e “Bad News is Coming”, oltre a “The Dock of the Bay” di Otis Reeding e Steve Cropper. “Live 89 – Let’s Try It Again“ è una registrazione che emana tutta la grinta e l’entusiasmo di un geniale chitarrista con una grande voglia di conquistare il vecchio continente con il suo incredibile talento.


Luther ALLISON : Montreux 1976                                                      €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2040 barcode: 0710347204015 Luther Allison iniziò a lavorare in Europa nel 1976, nell’anno in cui la Motown pubblicò sull’etichetta Gordy, “Night Life”, il terzo album dell’artista. Il primo tour di Luther Allison si aprì con un concerto al famoso Montreux Jazz Festival, in Svizzera: il disco “Montreux 1976” propone 7 brani tratti da quell’indimenticabile serata. Nel 1983 Luther scelse Parigi come sua nuova casa e da qui fece conoscere al pubblico le sue eccezionali doti di artista che dava il meglio di sé soprattutto nei live. In poco tempo Allison divenne uno dei migliori artisti blues della scena musicale europea e successivamente fu riscoperto anche dal pubblico americano. Nel concerto di Montreux del 1976 Allison, affiancato dalla sua tour band americana, propose al pubblico tra gli altri “Gambler’s Blues” di Otis Rush, “Sweet Home Chicago” di Robert Johnson e “Little Red Rooster” di Willie Dixon. Coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltare Luther Allison dal vivo in quegli anni, ma anche i suoi fan americani che lo seguivano già da prima, tutti saranno d’accordo nel dire che quella di Montreux 1976 è sicuramente l’esibizione migliore dello straordinario chitarrista.


Katarina PEJAK : Roads That Cross                                                    €. 29,00
Ruf – CD: RUFLP 2038 barcode: 0710347203810 Da Belgrado, sua città natale, ai Marz Studios in Texas, dove ha registrato il suo nuovo album, la cantante, compositrice e musicista Katarina Pejak ne ha fatta di strada! Dopo aver studiato pianoforte, Katarina si è fatta conoscere in Serbia per il suo rock tagliente e la sua voce graffiante, ma lei aveva piani più ambiziosi. Nel 2011 si è trasferita negli Stati Uniti grazie alla vittoria di una borsa di studio per il prestigioso Berklee College of Music che annovera tra i suoi passati studenti Steve Vai e Quincy Jones. Anche in questo caso Katarina ha dimostrato di essere all'altezza delle aspettative vincendo l'ambitissimo Songwriting Achievement Award. Ora l'artista serba vive a Nashville, ma il suo nuovo album, “Roads that Cross”, è nato in Texas dove è arrivata con i brani, tutti suoi originali, già pronti, una band stellare che comprende Laura Chavez (chitarra), Lonnie Trevino Jr. (basso), Damien Llanes (percussioni) e Mike Zito (chitarra e voce in “Moonlight Rider”) ed un grande desiderio di realizzare un disco davvero speciale. La giovane e già pluripremiata artista propone all'ascoltatore una track list di brani freschi e godibili che fondono blues, jazz, country e rock‘n’roll e che vede Mike Zito anche nelle vesti di produttore. Racconta Zito: «Una giovane donna serba circondata da Americani, nel sudest del Texas, prende le redini e dirige la band nell'interpretazione di alcune delle migliori canzoni che ho potuto ascoltare da molto tempo a questa parte. La sua voce è sottile e seduttiva, il suo modo di suonare le tastiere è appassionato. Ha emozione, passione e un bisogno disperato di fare della musica magica». Missione compiuta: ascoltare “Roads that Cross” è come fare un viaggio magico su di un tappeto volante. L’album propone una miriade di suggestioni ed emozioni: si passa dal groove latino di “She’s Coming After You” al sapore reggae di “Down With Me”, fino al jazz raffinato di “The Harder You Kick” ed al blues di “Moolight Rider”. Continua Zito: «Vi farà pensare, vi farà piangere. Alla fine del disco, vi avrà sul palmo della sua mano. Per Katarina questo è solo l'inizio...». “Roads That Cross” è un album la cui musica travalica i confini per unire le persone, spaziando tra i generi per offrire all’ascoltatore un’esperienza sonora davvero unica. Il disco è disponibile anche in versione cd.


Mike ZITO : Make Blues Not War                                                       €. 29,00
Ruf – LP: RUF 2035 barcode: 0710347203513 La vita moderna si muove molto velocemente. “Make Blues Not War” è un album che chiede all’ascoltatore di rallentare, di disconnettersi dalla frenesia contemporanea per godere di uno dei più antichi piaceri al mondo: la buona musica. «Ascoltiamo notizie a tutte le ore di tutti i giorni, non si fermano mai e tutto è diventato propaganda. Ma quando si spegne la televisione e si ascolta del buon blues, il mondo diventa un luogo meraviglioso. Io penso che la musica sia la cura per tutti i mali. Lo è sempre stata e sempre lo sarà», racconta Mike Zito. “Make Blues Not War” è il secondo album di Mike Zito da solista, dopo cioè che ha lasciato la famosa band Royal Southern Brotherhood ed è forse il suo album più energico. Realizzato in collaborazione con il noto produttore vincitore di un prestigioso Grammy Tom Hambridge e con la partecipazione del chitarrista Walter Trout e dell’armonicista Jason Ricci, “Make Blues Not War”, disponibile anche in versione cd, è un disco davvero divertente, pieno di blues in cui le melodie della chitarra sono le vere protagoniste, un album che porta all’ascoltatore una fresca ventata di positività.


Victor WAINWRIGHT : Victor Wainwright and The Train                €. 29,00 
Ruf – CD: RUFLP 2033 barcode: 0710347203315 Nato in Georgia da una famiglia di artisti, suo padre era cantante e suo nonno pianista, Victor Wainwright è un uomo dai mille talenti che riesce ad essere allo stesso tempo un ottimo compositore, un attento produttore, un eccellente vocalista ed un talentuoso pianista. Come suggerisce il titolo del suo ultimo disco, “Victor Wainwright and the Train”, il musicista ha scelto di collaborare con una band il cui nome richiama immediatamente il folclore musicale roots. Il treno, in effetti, è da sempre parte dell’immaginario sonoro del blues, ma l’ultimo disco di questo instancabile innovatore del boogie-woogie è una vera locomotiva sbuffante che va avanti, che supera ogni barriera di genere, portando con sé suoni freschi che faranno rimanere a bocca aperta anche gli ascoltatori più dubbiosi. Come dice il testo della canzone “Train”: «Se vuoi ballare il boogie sali su questo treno, prenditi un biglietto o togliti di mezzo…». Con una carriera all’apice del successo, al suo posto molti artisti si sarebbero seduti sugli allori, ma Victor Wainwright e la sua formazione invece preferiscono rischiare ancora, dimenticare il passato per immergersi in una nuova avventura. La pubblicazione di casa Ruf propone 12 originali di Wainwright, brani che, in un panorama musicale asfittico che strizza l’occhio alla massa, sono veri innovatori che estendono il concetto di musica roots verso nuove e coraggiose direzioni. “Victor Wainwright and the Train”, proposto anche in versione cd, è un disco che cammina sul filo del rasoio, in bilico tra rispetto scolastico ed anarchica irriverenza, interpretato da un band di eccellenti musicisti che comprende Wainwright (voce, pianoforte, B3, mellotron, lapsteel, tamburello), Billy Dean (percussioni, voce, mazza da baseball, coltello, campanello della bicicletta), Terrence Grayson (basso, voce), Pat Harrington (chitarra, voce) oltre ad un sacco di ospiti. L’album è un cocktail musicale in cui è possibile ascoltare la tradizione boogie-woogie di Wainwright in brani come “Healing” e “Boogie Depression”, mentre in “Wiltshire Grave” appaiono suggestioni latine e si arriva anche ad una vellutata psichedelia in “Sunshine”. L’ultima parola spetta al compositore ed autore: «Se ascoltate i testi, quello che sto veramente dicendo è che dobbiamo salire su questo treno ed andare avanti insieme…».


Thorbjorn RISAGER : Change my Game                                            €. 29,00
Ruf – LP: RUF 2032 barcode: 0710347203216 Nel 2014 il musicista danese Thorbjorn Risager e la sua band The Black Tornado pubblicarono il loro nono album “Too Many Roads”, sempre per casa Ruf, che fu premiato con un prestigioso award e valse alla formazione il plauso di pubblico e critica. Per coloro che seguono la formazione di Copenhagen sin dalla sua nascita nel 2003, “Too Many Roads” è il miglior album che questo ottetto abbia mai prodotto. Ora non è più vero: con “Change My Mind” Risager alza ancora una volta l’asticella e presenta al pubblico un album di canzoni che sono allo stesso tempo accattivanti ed immediate, ma anche ricche di profondi significati e che propongono innovativi percorsi creativi ed inedite esplorazioni sonore. Il disco è un caleidoscopio fatto di canzoni fiere e feroci dal gusto rock e ballate dal forte potere emozionale; tra tutte spicca il blues classico di “Train”, traccia che inizia con il suono di una locomotiva, una voce ed una chitarra acustica per poi aprirsi alla band che infiamma l’atmosfera e porta il brano al suo climax. In un periodo in cui la tecnologia la fa da padrona, “Change My Mind”, disponibile anche in versione cd, è un album che nasce dall’alchimia umana, una sintonia raggiunta da questi otto straordinari musicisti in circa 800 concerti in 21 paesi del mondo. Inoltre “Change My Mind” è molto più di un titolo: è la regola di vita che da sempre guida le scelte artistiche della band.


Luther ALLISON : A Legend Never Dies                      7lp+4 dvd   €. 250,00
Ruf – 7xLP+4xDVD: RUFLP 2031 barcode: 0710347203117  Ci siamo: è finalmente arrivato “A Legend Never Dies”, il cofanetto che celebra i vent’anni dalla morte della leggenda del blues Luther Allison! Casa Ruf propone due varianti del boxset: una in versione cd, contenente 7 album e 4 dvd, e l’altra in versione vinile, con 7 dischi e 4 dvd. In entrambi i casi si tratta di prestigiose edizioni limitate e numerate, quella in cd stampata in 1500 copie e quella in vinile in sole 1000. Questi splendidi box, arricchiti da un meraviglioso ‘coffee table book’ di 88 pagine realizzato dall’esperto di blues Art Tipaldi con la storia del musicista, commenti dei suoi amici, oltre a bellissime foto private, offrono all’ascoltatore le registrazioni fondamentali che Luther Allison ha inciso con l’etichetta Motown. I 4 dvd dei cofanetti contengono invece imperdibili video di repertorio, offrendo al pubblico indimenticabili immagini tratte dalle performance che Luther Allison ha tenuto nel 1987 (uno spettacolo nella ex Berlino est), nel 1991 (un concerto in Germania dove ha suonato con suo figlio Bernard) e nel 1997 (Live in Paradise e Zoo Bar). Tra le immagini, le più coinvolgenti sono quelle che mostrano Luther durante i W.C. Handy Awards del 1997: ormai al culmine della sua carriera, in questo video Luther mostra una carica energetica ed una passionalità davvero incontenibili che spiegano perfettamente perchè questo musicista ha vinto addirittura 5 Awards ed è anche stato nominato miglior Blues Entertainer of the Year. “A Legend Never Dies” è una vera festa per gli occhi, le orecchie ed il cuore, che ripercorre la storia di un genuino eroe del blues che, a vent’anni dalla sua scomparsa, fa ancora molto parlare di sé.

Si CRANSTOUN : Old School                                                                €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2026 barcode: 0710347202615


Tasha TAYLOR : Honey for the Biscuit                                               €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2025 barcode: 0710347202516


Andy FRASCO : Happy Bastards                                                         €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2023 barcode: 0710347202318


Kim SIMMONDS and Savoy BROWN : The Devil to Pay                    €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2021 barcode: 0710347202110


Mike ZITO : Gone to Texas                                                                  €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2012 barcode: 0710347201212  Mike Zito è un chitarrista, cantante, cantautore e produttore di St. Louis, nel Missouri, cofondatore insieme a Cyril Neville, Devon Allman, Charlie Wooton e Yonrico Scott della superband blues Royal Southern Brotherhood. Con alle spalle una carriera attraverso la quale ha ampiamente dimostrato di saper fare rock di prima classe, Zito avrebbe tutte le ragioni di sedersi un po’ sugli allori: invece no, la cosa più importante per lui è ancora migliorarsi e mettersi in discussione


Jimmy BOWSKILL : Back Number                                                       €. 29,00
Ruf – LP: RUFLP 2008 barcode: 0710347200819


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AFRO-CUBAN ALL STARS : Baila Mi Son                                        €.39,00

Pure Pleasure – LP: PP 5 barcode: 5060149620465  La Afro-Cuban All Stars è un progetto musicale creato dal musicista cubano Juan De Marcos Gonzales per ricreare il suono delle grandi band cubane degli anni ’50. Insieme alla maestosa formazione si esibisce Felix Baloy, cantante cubano dalla voce brillante e seduttiva che ha pubblicato il suo primo disco da solista solo nel 1995 quando conobbe il fondatore della Tumi Music, Mo Fini, con cui realizzò uno splendido set di quattro cd intitolato “Las Leyendas de la Musica Cubana”. Uscito nel 2000, “Baila Mi Son” è un disco caratterizzato da una gioia assoluta, in cui Baloy si dimostra degno di tutte le lodi che gli sono state rivolte a Cuba. Gli arrangiamenti poi incorniciano meravigliosamente la voce del cantante, come nel ricco bolero “Los Es Todo Tu Amor”, in cui spicca anche uno scintillante assolo di flauto. “Baila Mi Son” è una produzione cristallina, fatta di brani che qualsiasi cantante vorrebbe interpretare e con la musica di un’orchestra davvero straordinaria. Un disco che sfiora la perfezione.


Louis ARMSTRONG : Satch Plays Fats                                     €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 708 barcode: 5060149620816  Considerato il successo riscosso da “Louis Armstrong Plays W.C. Handy”, il produttore George Avakian decise di riportare in studio Louis Armstrong (tromba, voce), Barney Bigard (clarinetto), Barrett Deems (batteria), Billy Kyle (pianoforte), Velma Middleton (voce), Arvell Shaw (contrabbasso) e Trummy Young (trombone) per registrare una seconda sessione dedicata ad alcuni brani di Fats Waller. “Satch Plays Fats” è un album straordinario, con tutti gli artisti al top della forma, in particolare la cantante Velma Middleton, spesso ingiustamente sottovalutata. Louis Armstrong e Fats Waller hanno lavorato insieme solo due volte, nel 1925 nella band di Erskine Tate e quattro anni dopo hanno collaborato alla rivista newyorkese Connie’s Hot Chocolates. Ma Waller lasciò un’impressione talmente indelebile in Satchmo da convincerlo, nel 1955, a registrare un disco a lui dedicato. Se ami Louis Armstrong, Fats Waller ed il ritmo del swing, non puoi non comprare “Satch Plays Fats”!


Chet BAKER : Chet Baker & Crew                                    2lp   €.59,00    
Pure Pleasure – 2xLP: PP 1224 barcode: 5060149621141 I brani contenuti in “Chet Baker & Crew” sono stati registrati nell’ultima settimana del luglio del 1956 al Forum Theatre di Los Angeles, quando Baker e la sua band avevano appena terminato un lungo tour europeo. Insieme a Baker (tromba, voce) sul palco ci sono Bobby Timmons al pianoforte, Phil Urso al sax tenore, Jimmy Bond al basso, Peter Littman alla batteria e, nei brani “To Mickey’s Memory” e “Pawnee Junction” Bill Loughbrough ai timpani che conferisce a questi pezzi bop della West Coast delle interessanti suggestioni polinesiane. I membri della band sfruttano appieno le proprie capacità individuali di solisti per allungare la vita a pezzi come “Slightly Above Moderate” e “Halema”, quest’ultimo composto da Phil Urso ed intitolato con il nome della moglie di Baker. La straordinaria chimica che esiste tra Urso e Baker raggiunge i suoi vertici nell’interazione che i due artisti hanno in “Worryin’ the Life Out of Me”. Anche Bobby Timmons offre il suo essenziale contributo, caratterizzando i pezzi blues “Lucius Lu” e “Line for Lyons” con il suo stile giocoso e vivace. L’ultimo dei due brani è particolarmente interessante in quanto è l’unico pezzo in cui è possibile ascoltare la voce di Baker. “Chet Baker & Crew” è un disco che tutti dovrebbero avere nella propria collezione jazz!


Chet BAKER : Chet Baker & Strings                                        €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 549 barcode: 5060149621264 “Chet Baker & Strings” propone il giovane Chet Baker in quintetto con una sezioni d’archi di 9 elementi. I moderni arrangiamenti per archi di Johnny Mandel, Marty Paich, Jack Montrose e Shorty Rogers donano alla musica una grande opulenza, senza mai appesantirla o renderla stucchevole. Forse la cosa più interessante di “Chet Baker & Strings” è il modo in cui il quintetto di Baker dimostra di sapersi adattare ad altri contesti sonori per esplorarli e farli propri. Tutti i brani della tracklist hanno qualcosa di speciale da offrire all’ascoltatore come la splendida interazione tra Baker e Zoot Sims al sax tenore in “Love Walked In” ed alcuni assoli stellari di Russ Freeman al pianoforte e l’intervento, forse il più bello, della sezione d’archi in “Love”. “Chet Baker & Strings” è un disco da non perdere in quanto Sims e Baker sono davvero in forma smagliante, gli arrangiamenti offrono uno swing irresistibile, mentre gli archi supportano in modo leggero ed arioso il cool bop.


Chet BAKER / Art PEPPER : Picture Of Heath                        €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 18 barcode: 5060149620168  Pubblicato per la prima volta con il titolo “Playboys” nel 1956, con una modella pin-up sulla copertina, “Picture of Heath” fu ripubblicato con il nuovo titolo nel 1961 in quanto Hugh Hefner, fondatore della celebre rivista maschile, minacciava una causa legale. Questa era la terza sessione che Chet Baker ed Art Pepper facevano insieme e, come le due precedenti, era destinata a diventare un grande successo grazie all’interazione eccezionale tra i due artisti. In “Picture of Heath” Baker (tromba), Pepper (sax alto), Phil Urso (sax tenore), Carl Perkins (pianoforte), Curtis Counce (basso) e Lawerence Marable (batteria) offrono all’ascoltatore 7 brani godibili di grande energia che piaceranno molto sia agli appassionati di bop che agli amanti del jazz mainstream. “Picture of Heath” è un vinile dal suono strepitoso, rimasterizzato dai nastri mono analogici originali.


Count BASIE- Kansas City Suite – The Music Of Benny Carter        €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 52056 barcode: 5060149621158 “Kansas City Suite – The Music of Benny Carter” ha immortalato una straordinaria sessione del 1960 con Count Basie e la sua grande orchestra in ottima forma, intenti ad interpretare tutti originali di Benny Carter. La città di Kansas City in cui si trovava Count Basie era il nocciolo duro del nuovo jazz. Era un luogo dove i musicisti che suonavano questo nuovo jazz potevano, dalla sera alla mattina, partecipare a numerose jam session. Era un luogo dove musicisti come Walter Page, Benny Moten, Lester Young, Ben Webster, Andy Kirk, Coleman Hawkins e molti altri, si sono trovati a lavorare, sperimentare e vivere la propria musica. Questa era la Kansas City di Count Basie, e questa è la Kansas City a cui Benny Carter ha dedicato la sua musica. Carter ha scritto una suite jazz moderna, arricchita con elementi dello stomp jazz di Kansas City e perfettamente adatta al grande suono della big band di Basie. In Benny Carter le strade ed alcuni luoghi di Kansas City, dove tanti grandi del jazz sono passati e dove è stata scritta gran parte della storia del jazz, evocano ricordi straordinari: per questo motivo le varie parti della suite del maestro hanno come titolo il nome di tali strade e posti. Ascoltando “Kansas City Suite – The Music of Benny Carter” è evidente come, negli anni ’20 e ’30, questa città fosse ormai una leggenda del jazz tanto che la musica che qui nacque sarebbe diventata moderno mainstream e avrebbe raggiunto la sua piena maturità nella musica di Benny Carter ed attraverso la forza dinamica della grande band di Count Basie.


George BENSON : Give Me the Night                        €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 3453 barcode: 5060149622094  “Give Me the Night” è un superbo album pop interpretato da George Benson insieme ad un line-up stellare e prodotto dal grande Quincy Jones. La squadra abituale di Jones comprende il prolifico cantautore Rod Temperton ed il brillante ingegnere del suono Bruce Swedien che ha il grande merito di aver magnificamente immortalato la voce ricca e fluttuante di Benson che non era mai stata usata in modo così versatile. Nel line-up spiccano i vocalisti Louis Johnson e Carlos Vega e tra i musicisti Herbie Hancock e Lee Ritenour. In “Moody’s Mood”, Benson sfoggia tutte le sue capacità vocali e dimostra di essere tecnicamente fluido come qualsiasi cantante jazz, diventando un credibile rivale di Al Jarreau nella gioiosa title track. Ci sono anche due brani strumentali davvero meravigliosi: “Off Broadway” è trascinante e ballabile, mentre “Dinorah, Dinora” di Ivan Lins è molto seducente. “Give Me the Night” è un ottimo album, frutto della collaborazione tra un virtuoso chitarrista e vocalista jazz ed un grande trombettista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra che in questa occasione veste i panni di un illuminato produttore.


Eric BIBB : Natural Light                                            €.39,00
Pure Pleasure – LP: PPAN 18 barcode: 5060149621950  Come altri suoi dischi, anche “Natural Light” di Eric Bibb è stato prodotto dal suo storico bassista Dave Bronze. La voce ed il modo di suonare la chitarra di Eric brillano ovunque: nel pezzo acustico da solista “Champagne Habits”, nel bellissimo “Lucky Man’ Rag” dove al fianco di Bibb c’è un musicista di washboard e nei brani con la band come la cover della hit degli anni ’60 di Jackie Wilson “Higher and Higher”. La tracklist prevede inoltre il brano jazz “Home Lovin’ Man” dove spicca il pianoforte di Janne Petersson, il gospel “Right On Time” e “Tell Riley”, una canzone su Bukka White e suo cugino Riley B.(B.)King. C'è anche un’apparizione come ospite di Hubert Sumlin, il defunto chitarrista di Howlin’ Wolf, che suona un assolo in “Too Much Stuff”. La maggior parte dei pezzi è firmata da Eric Bibb, ma ci sono anche alcune cover arrangiate con gusto tra cui la ballata di Randy Newman “Every Time It Rains”. “Natural Light” è stato da molti definito un album ideale da portare su un’isola deserta: Eric Bibb, in grandissima forma, offre all’ascoltatore tutto il suo meglio, creando atmosfere sempre diverse che fanno di questo disco un’esperienza musicale davvero interessante e sorprendente.


Mary BLACK : No Frontiers                                        €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 16 barcode: 5060149621813  Il disco “No Frontiers” del 1989 di Mary Black è a dir poco un capolavoro e, insieme al suo follow-up “Babes in the Wood” del ’91, è stato registrato dalla cantante irlandese quando era all’apice della sua carriera. L’album è stato per ben 56 settimane in vetta alle classifiche musicali irlandesi ed ha fatto guadagnare all’artista una visibilità internazionale. La canzone “No Frontiers” di Jimmy MacCarthy è diventata una sorta di classico irlandese, mentre “Past the Point of Rescue” di Mick Hanly è stato definito dal cantante folk americano Hal Ketchum «un enorme successo country nel 1991». Entrambe le canzoni sono superbe e le interpretazioni di Mary Black sono assolutamente straordinarie. “Carolina Rua” di Thom Moore e “Vanities” di Noel Brazil sono pezzi molto famosi, ma sono il più oscuro “Columbus” e l’affascinante “Fat Valley of Pain”, entrambi di Brazil, che davvero mostrano tutta la profondità del disco. “No Frontiers” è un’ottima introduzione alla musica di Mary Black, il giusto mix di folk e contemporaneo ed uno dei migliori album irlandesi degli anni ‘80.


Mary BLACK : Mary Black Orchestrated                   €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 50 barcode: 5099343992597 Per oltre trent’anni, la cantante Mary Black è stata una presenza dominante nella musica irlandese, molto apprezzata anche all’estero. Dagli anni ’80 ad oggi, l’artista ha pubblicato 12 album di studio, tutti grandi successi tanto da diventare dischi di platino. Nell’ottobre 2019 Mary Black ha pubblicato un disco diverso da qualsiasi cosa avesse fatto prima: “Mary Black Orchestrated”. Si tratta di un progetto che propone la rivisitazione di 11 delle canzoni preferite di Mary Black, tra cui “No Frontiers”, “The Urge For Going”, “Summer Sent You”, “Carolina Rua”, tutte orchestrate e prodotte dal musicista e compositore di fama mondiale Brian Byrne. Nell’album ad accompagnare la cantante c’è la prestigiosa RTE’ National Symphony Orchestra, diretta da Byrne al National Concert Hall. La musica è tutto per Mary Black e dunque realizzare un progetto con una grande orchestra è stata per lei un’incredibile soddisfazione. Racconta l’artista: «Che grande onore avere alcune delle mie registrazioni preferite suonate dalla National Symphony Orchestra diretta da Brian Byrne. Ho scelto canzoni che significano molto per me, alcune gemme famose ed altre meno note. Non potevo immaginare quanto sarebbero stati grandiosi gli arrangiamenti orchestrali di Brian Byrne che hanno dato a queste canzoni una nuova vita. Sentire la RTE’ Orchestra eseguirli durante la registrazione al National Concert Hall è stato davvero commovente».


Dave BRUBECK / Gerry MULLIGAN : Blues Roots    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9749 barcode: 5060149622384  Sebbene, come lascia sottintendere il titolo, “Blues Roots” sia un disco orientato verso il blues, in esso c'è una grande varietà di tempi e groove. Il quartetto del 1968 comprendeva il leader pianista, il sassofonista baritono Gerry Mulligan, il bassista Jack Six ed il batterista Alan Dawson. La tracklist dell’album comprende “Limehouse Blues” di Douglas Furber e Philip Braham, “Things Ain’t What They Used to Be” di Ted Personse, “Broke Blues” di Teo Macero, “Journey”, una straordinaria ballata per pianoforte firmata da Mulligan, “Blues Roots” scritta a due mani da Brubeck e Mulligan, oltre a “Movin’ Out” e “Cross Ties” di Brubeck. “Blues Roots” è un grande disco, caratterizzato dall’energia e dalla destrezza di una band davvero elettrizzante in tutte le interpretazioni.


Solomon BURKE : King Solomon                              €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 18158 barcode: 5060149622742 Con la sua potente voce ed un’intensità fervente ma controllata, Solomon Burke è stato uno dei primi pionieri della musica soul, anche se il suo contributo a questo genere è stato riconosciuto solo nel 2003 quando ottenne un prestigioso Grammy con il disco “Don’t Give Up on Me”. Dopo una lunga gavetta come solista nel coro della chiesa di Filadelfia e come conduttore di vari programmi radio, nel 1960 Burke firmò un contratto con la Atlantic Records con cui realizzò alcuni dei primi dischi soul nei quali mescolava il suo stile gospel con canzoni prese in prestito dal r&b e dal rock’n’roll: “King Solomon”, registrato nel 1968, è uno di questi. Il disco inizia in modo entusiasmante con una cover di “It’s Been A Change” di Pops Staples in cui Burke sfoggia la sua voce piena di passione mentre i coristi creano l’atmosfera gospel. Con un’intensità che brucia lentamente, “Take Me (Just As I Am)” propone un soul dolce e sfumato, mentre in “Time Is A Thief”, un grande successo del musicista country Mickey Newbury, The King mescola soul e country con la stessa abilità con cui lo faceva Ray Charles. E’ difficile immaginare come un cantante così talentuoso non sia mai diventato una vera star importante. Tuttavia Pure Pleasure ha deciso di omaggiarlo con un vinile di eccellente qualità dalle sonorità bilanciate con la voce soul di Burke sempre in primo piano.


Kenny BURRELL : God Bless the Child                       €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 6011 barcode: 5060149622155  L’abilità alla chitarra di Kenny Burrell è ben documentata dai suoi anni con Oscar Peterson e dalle sue prime apparizioni da leader per l’etichetta Blue Note. “God Bless the Child”, del 1971, è l’unica registrazione del chitarrista americano per CTI ed è un capolavoro purtroppo ancora poco noto del suo catalogo. La band di Burrell per il set comprende il bassista Ron Carter, il percussionista Ray Barretto, Richard Wyands al piano, il flautista Hubert Laws, il trombettista Freddie Hubbard ed il batterista Billy Cobham. Per l’occasione l’arrangiatore della CTI, Don Sebesky, ha diretto gli archi in un modo molto più originale di quanto non abbia fatto negli altri suoi lavori per l’etichetta. Questo è stato possibile in quanto Sebesky aveva capito l’approccio sobrio di Burrell nel suonare la chitarra: Burrell non era un patito del genere fusion, in quegli anni molto di moda, ma grazie al suo istinto sapeva interpretarlo meglio di chiunque altro. Sebesky ha avuto la geniale intuizione di costruire un lunatico paesaggio sonoro, tanto impressionistico quanto illuminante, sul quale Burrell poteva dare libero sfogo al suo talento di chitarrista come si può notare in “Love Is the Answer” e “Do What You Gotta Do”. L’album offre anche brani in cui il chitarrista privilegia toni più dolci e carezzevoli come nella title track e nella la sublime “A Child Is Born” di Thad Jones. “God Bless the Child” è un album in cui Burrell brilla come musicista, come compositore e anche come bandleader. Magnifico.


Charlie BYRD : Brazilian Byrd                                           €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9137 barcode: 5060149621868 Sulla rivista The Audio Beat si legge: «Che album delizioso! Nessuna finzione, nessun narcisismo, nessuna ricerca di significati profondi ed esoterici, “Brazilan Byrd” è semplicemente una raccolta di una dozzina di brani adorabili, solo quattro dei quali durano più di tre minuti, eseguiti con entusiasmo e classe. Una delle registrazioni della Columbia ambientata tra le pareti cavernose del loro famoso 30th Street Studio, questo Lp della metà degli anni ’60 prodotto da Teo Macero presenta il poco apprezzato chitarrista Charlie Byrd in varie ambientazioni musicali arrangiate da lui stesso o da Tommy Newsom. Il fatto che tutti i brani siano stati scritti dal cantante, compositore e chitarrista brasiliano riconosciuto a livello internazionale Antonio Carlos Jobim, aggiunge solo pepe al mix di suoni». “Brazilian Byrd” è un disco godibile e leggero in cui il chitarrista Charlie Byrd, con grande passione, rende omaggio ad una tradizione musicale da lui molto amata.

CANNED HEAT : Boogie With Canned Heat                   €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 7541 barcode: 5060149621332  Il secondo album dei Canned Heat, “Boogie With Canned Heat” del 1968, riassume abbastanza bene la miscela autentica di rhythm’n’ blues elettrico e disinvolto boogie-woogie della fine degli anni ’60. Il quintetto, composto da Alan ‘Blind Owl’ Wilson (chitarra, armonica, voce), Larry ‘The Mole’ Taylor (basso), Henry ‘Sunflower’ Vestine (chitarra), Aldolfo ‘Fido’ Dela Parra (batteria) e Bob ‘The Bear’ Hite (voce), propone una serie di interpretazioni eccellenti, rese ancora più straordinarie da una strumentazione eccezionale. “On the Road Again”, il primo e probabilmente il più significativo successo della formazione, e l’inno contro la velocità ispirato ad Albert King, “Amphetamine Annie”, passavano non solo nelle fiorenti stazioni FM, ma anche nelle più avventurose Top 40 delle stazioni AM. L’amore dei Canned Heat per l’autentico r&b si può ascoltare in “World in a Jug”, nell’oscuro “Turpentine Blues” e anche nell’arrangiamento fatto da Hite del pezzo “Whiskey Headed Woman” di Tommy McClennan. Il meglio arriva con “Fried Hockey Boogie” in cui i Canned Heat danno il loro meglio. Ogni membro viene presentato da Hite e gli viene data la possibilità di suonare da solo prima di dare il via a delle strepitose jam che culminano in un crescendo di Hite. Disco imperdibile per gli amanti dei Canned Heat!

Ron CARTER : All Blues                                                €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 6037 barcode: 5060149622315 Ron Carter è stato a lungo il contrabbassista preferito del produttore Creed Taylor, direttore di etichette come Impulse, Verve, CTI Records, A&M Records ed altre ancora. Carter ha collaborato a molte produzioni di Creed Taylor, anche mentre registrava e andava in tournée con il Miles Davis Quintet, e sono stati i toni dolci e lo swing del suo contrabbasso a dare quel quid in più alle produzioni della CTI degli anni ’70. Sorprendentemente, però, la seconda registrazione di Ron Carter per la CTI, “All Blues”, non fu un immediato successo alla sua uscita all’inizio del 1974, anche se da molti è ritenuto uno dei migliori dischi che il contrabbassista ha realizzato con questa etichetta tra il ’73 ed il ’76. Parte del successo dell’album è sicuramente dovuto alla presenza imponente del saxtenorista Joe Henderson in brani come “A Feeling”, “117 Special”, “Rufus” e “All Blues”. Carter consolida anche una particolare sintonia musicale con il pianista Roland Hanna, con cui aveva suonato per la prima volta in un tour europeo nel 1969 e che è il protagonista di pezzi firmati da Carter come “Light Blue” e “Rufus”. Ci sono inoltre gli eccellenti Richard Tee (pianoforte elettrico in “117 Special”) e Billy Cobham (batteria, percussioni) Ma la vera star di tutti i brani è Ron Carter con il suo contrabbasso che sa suonare alla grande come dimostra nello strepitoso assolo di “Will You Be Mine”.

Ray CHARLES : In Person                                                  €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 8039 barcode: 5060149622193 Negli anni ‘50 Ray Charles era in tournée con la sua band ed ha suonato al Herndon Stadium, ad Atlanta. Un tecnico della stazione radio Waok ha registrato l’evento su un registratore ad una traccia utilizzando un singolo microfono. La registrazione è stata poi trasmessa via etere e la risposta del pubblico è stata travolgente, con conseguente pubblicazione dell’album da parte della Atlantic. “In Person” è uno degli album più straordinari di tutti i tempi, soprattutto se si considerano i modesti mezzi con cui è stata effettuata la registrazione che tuttavia ha ben immortalato sia la musica di Ray Charles che l’energia del pubblico presente al concerto. “In Person” propone una tracklist di brani che erano o sono diventati dei classici, noti a tutti i musicisti funk e blues del paese: “The Right Time”, “What’d I Say”, “Yes Indeed!”, “The Spirit-Feel”, “Frenesi”, “Drown In My Own Tears” e “Tell The Truth”. Ascoltando “In Person” si capisce perchè Ray Charles è stato uno dei cantanti più venerati di sempre.

Nat King COLE : Penthouse Serenade                       €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 332 barcode: 5060149620694  L’anno dopo aver formalmente sciolto il suo trio per rivolgere la sua attenzione alla musica pop vocale, Nat King Cole è andato in studio con il chitarrista John Collins, il bassista Charlie Harris ed il batterista Bunny Shawker per registrare gli 8 brani del 10" “At the Piano - Penthouse Serenade” che comprende standard come “Somebody Loves Me” e “Laura” che Cole ha eseguito al pianoforte. Nel 1955, con l’affermarsi del 12", Cole tornò in studio con Collins, Harris ed il batterista Lee Young, fratello di Lester Young, per incidere altre quattro canzoni e creare una ristampa di 12 tracce per il nuovo formato. Nel 1998, Capitol Jazz ha nuovamente ampliato l’album, pubblicando una versione cd di 19 tracce, aggiungendo una versione alternativa di “I Surrender Dear” dalla sessione del 1955 e 6 brani del gennaio 1952, di cui 4 inediti, registrati con Collins, Harris ed il percussionista Jack Costanzo. La giustificazione per l’inclusione di questi ulteriori pezzi era che presentavano la stessa formazione e che erano interessanti in quanto comprendono versioni alternative e non orchestrate di successi di Cole come “Too Young”, “Walkin’ My Baby Back Home” e “Unforgettable”. Insomma “Penthouse Serenade” è un album strepitoso che nel corso degli anni è passato da 23 a 51 minuti di eccellente musica!

Stanley COWELL : Musa – Ancestral Streams                 €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 19743 barcode: 5060149623275  “Musa - Ancestral Streams” è un disco unico nel pantheon del movimento per la coscienza nera del jazz: è una registrazione per solo pianoforte incredibilmente travolgente. L’intimità di cui Stanley Cowell (1941-2020) è capace è in netto contrasto con le sensazioni audaci e multidimensionali che caratterizzano la stragrande maggioranza delle incursioni post Coltrane nella spiritualità. Ma l’anima pura e la profonda devozione delle interpretazioni di Stanley Cowell portano il disco agli stessi livelli fisici e metafisici. L’energia ed il tocco di Cowell sono notevoli, sembrano guidati da una forza divina e nonostante la spaziosità strutturale e la libertà ritmica della musica, nessuna nota è fuori luogo o esagerata. Il brano più affascinante è “Travelin’ Man”, un duetto in sovraincisione con Cowell al piano acustico ed elettrico che sottolinea la sua insolita affinità per lo spazio e la presenza. Per molti versi “Musa - Ancestral Streams” è la chiave di volta nella discografia dell’artista in quanto sottolinea le sue sontuose doti di compositore e le sue ferme convinzioni culturali. Cowell attraversa il tempo e lo spazio, si sposta in tempi diversi dall’Africa fino all’America. I tre pianoforti che ha utilizzato nella registrazione, kalima thumb piano, pianoforte acustico ed elettrico, collegano tradizione e modernità e conferiscono un carattere sublime alle sue melodie, dotate di un lirismo molto aggraziato. “Musa - Ancestral Streams” è la prova della grandezza di un artista il cui lavoro dovrebbe essere rivalutato e, soprattutto, continuare a vivere ben oltre la sua prematura scomparsa.

CREATIVE ARTS ENSEMBLE : One Step Out                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 913 barcode: 5060149623008  Uno dei titoli più ricercati ed apprezzati apparsi sulla celebre etichetta Nimbus West di Tom Albach, “One Step Out” è un'opera senza tempo di jazz spirituale. Vero gioiello dell’underground jazz di Los Angeles, l’album è stato la prima registrazione del pianista e compositore Kaeef Ruzadun da leader del Creative Arts Ensemble, l’unico grande gruppo che è emerso direttamente dalla leggendaria formazione jazz della comunità Pan Afrikan Peoples Arkestra di Horace Tapscott. Nato a Los Angeles, Kaeef è stato introdotto nel circolo Tapscott alla fine degli anni ‘70. La sua prima esperienza con l’Arkestra avvenne attraverso il tenorista Michael Session che lo portò alla famosa ‘Great House’ al 2412 di South Western Ave. di Los Angeles, una grande casa signorile che i membri dell’Arkestra avevano affittato per viverci insieme e creare un flusso continuo di musica, danza ed eventi. «Quando sono entrato lì», ricorda Kaeef, «è stato come se tutto questo impeto fosse venuto su di me, solo entrando dalla porta principale. Era una sensazione molto, molto calda, d’amore. Sono andato e ne sono uscito con “Flashback Of Time” e quello è stato il mio primo arrangiamento». Kaeef è diventato presto il compositore principale del songbook dell’Arkestra. Ma “Flashback Of Time” alla fine sarebbe apparso nel disco “One Step Out”, interpretato dal nuovo gruppo composto da membri esperti dell’Arkestra. Ispirato sia dall’esempio di Tapscott che dall’Art Ensemble di Chicago, Kaeef volle seguire il loro esempio, mettendo insieme un gruppo più grande. Con Kaeef Ruzadun (pianoforte), Crowley Shaleethia (voce), Wilbert Hemsley (sax tenore), Gary Bias (sax alto e soprano), Dadesi Komolafe (flauto), George Bohannon (trombone), Jeff Clayton (sax baritono), Henry Franklin (basso), Al White (tromba) e SonShip Phaeus (batteria, percussioni), “One Step Out” è un documento chiave del jazz underground radicale di Los Angeles, un tour de force di musica jazz indipendente spiritualmente ispirata.

Jamie CULLUM : Pointless Nostalgic                       2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 9782 barcode: 5060149621387  “Pointless Nostalgic” è il sensazionale album di debutto del brillante cantante e pianista inglese Jamie Cullum. Con la sua intrigante miscela di brani di accattivanti originali, cover di brani moderni e di intramontabili standard, “Pointless Nostalgic” è schizzato in cima alle classifiche, portando all’attenzione internazionale il talento di un giovane e prodigioso artista. L’idea di Cullum di mescolare standard jazz, classici dell’American Songbook e musica pop contemporanea era molto rischiosa, tuttavia Jamie ha trovato un filo conduttore che unisce tutti gli stili, dando vita ad un disco dalle tante sfaccetture, ma sempre molto armonioso. Il jazz ha il ruolo più importante nel mix, ma la versione che di esso offre Cullum è vivace e sbarazzina come nel caso di “Well You Needn’t” di Thelonious Monk. Stranamente, le interpretazioni di pezzi moderni sono più nostalgiche di delle altre: “High and Dry” dei Radiohead spinge al ricordo ed alla riflessione. “Pointless Nostalgic” si chiude con “I Want to Be a Popstar” un’ironica riflessione sui vantaggi di essere una pop star piuttosto che un batterista jazz.

Duke ELLINGTON-Mahalia JACKSON -Black, Brown and Beige  2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 1162 barcode: 5060149622414  “Black, Brown and Beige” è la rappresentazione musicale dipinta da Duke Ellington dell’esperienza del popolo afroamericano negli Stati Uniti ed è senza dubbio il più grande lavoro del maestro. L’opera debuttò al Carnegie Hall il 23 gennaio 1943 e quella era anche la prima esibizione di Ellington su quell’illustre palcoscenico. A causa di una deludente risposta da parte della critica, nel 1958 il maestro decise di rivedere la sua opera dividendo la suite composta di 3 movimenti in sei sezioni più brevi che esemplificavano la narrazione compositiva della storia del popolo nero americano. A rendere questa nuova versione di “Black, Brown and Beige” davvero speciale c’è la straordinaria voce di una delle più note cantanti afroamericane della storia, Mahalia Jackson, che Ellington ha voluto al fianco della sua orchestra in questa nuova avventura.


Duke ELLINGTON : Masterpieces                                     €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 4418 barcode: 5060149622445 Quando Ellington entrò in studio nel 1950 per registrare i brani più lunghi di “Masterpieces”, la sua orchestra era un ponte tra la formazione di fine anni ’40, con una sezione di 5 trombe, e quella della metà degli anni ’50. La sezione dei sassofoni si era stabilizzata nella forma che avrebbe avuto per la maggior parte dei due decenni successivi con il veterani Johnny Hodges ed i nuovi arrivati Russel Procope, Jimmy Hamilton e Paul Gonsalves. La sezione dei tromboni comprendeva Lawrence Brown, Tyree Glenn ed il nuovo arrivato Quentin Jackson. Il batterista era ancora Sonny Greer, alla cornetta Mercer Ellington, al contrabbasso Wendell Marshall, alla tromba Nelson Williams, Andrew Ford, Harold Baker, Ray Nance e William Anderson. Al pianoforte naturalmente c’è Ellington e con lui Billy Strayhorn: insieme questi due geni hanno curato gli arrangiamenti e le orchestrazioni che sono un capolavoro: lussureggianti, sinfonici, impressionisti ed avventurosamente armonici. La successiva orchestra di Ellington, quella dal 1953 in poi, sarebbe stata grandiosa, ma non avrebbe mai prodotto lo stesso suono rigoglioso di quella con cui è stato registrato “Masterpieces”. Le 4 tracce del disco, “Mood Indigo”, “Sophisticated Lady”, “The Tattooed Bride” e “Solitude” sono il frutto dell’armoniosa collaborazione tra due grandi compositori ed orchestratori, ma non sarebbero così belle se non fossero state interpretate da una delle più grandi orchestre della musica afroamericana di sempre.

Duke ELLINGTON : 70th Birthday Concert                2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 60001 barcode: 5060149620427   Il doppio “70th Birthday Concert” è da molti ritenuto una delle migliori registrazioni dell’ultimo decennio di Duke Ellington. Registrato dal vivo il 25 e 26 novembre del 1969 al Free Trade Hall di Manchester, in occasione di un tour europeo della formazione, il disco permette agli ascoltatori di godere del suono ricco e potente della grande orchestra di Duke Ellington. Tra i momenti più intensi del disco ci sono le interpretazioni di “Rockin’ in Rhythm” e “Take the ‘A’ Train”, quest’ultima impreziosita dalla meravigliosa tromba di Cootie Williams, le sonorità indimenticabili dei sassofoni di Johnny Hodges, le note dell’organo suonato da Wild Bill Davis ed un medley mozzafiato di nove brani per la durata di 16 minuti e mezzo. Un’altra gemma è senza dubbio l’incredibile esibizione alla tromba di Cat Anderson in “Satin Doll”, probabilmente il suo assolo più miracoloso di sempre. Un disco davvero da non perdere!

Bill EVANS & Jim HALL : Undercurrent                            €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 15003 barcode: 5060149621622  “Undercurrent” è il primo di due superbi album del pianista Bill Evans e del chitarrista Jim Hall, registrato in due sessioni nell’aprile e nel maggio del 1962. Gli arrangiamenti per pianoforte e chitarra sono rari nel jazz ed è ancora più raro che i risultati siano davvero stimolanti e musicalmente efficaci come in questo caso. E’ normale che le relazioni musicali intuitive si sviluppino nel corso di molti anni, ma qui ci troviamo davanti a due musicisti che hanno chiaramente condiviso un’intesa immediata. Entrambi i musicisti sono nella loro forma migliore: Evans stava vivendo il suo culmine durante la prima meta’ degli anni ’60 e, dopo la tragica morte del suo precedente partner musicale, il virtuoso bassista Scott Lo Faro (all’età di 23 anni), stava cercando nuove direzioni artistiche. Jim Hall è un chitarrista di straordinaria abilità e grande tecnica, con un senso ritmico ed armonico altamente sviluppato, come si può notare ascoltando “Undercurrent”. Ciò che rende speciali le esibizioni offerte in questo disco è un’anticipazione quasi telepatica di dove stava andando la musica: entrambi i musicisti contribuiscono allo stesso modo e c'è uno scambio costante di idee tra loro: ognuno reagisce all’altro con apparente facilità, qualunque sia il mood. “Undercurrent” è un brillante album jazz di grande profondità e con un’atmosfera straordinaria, costruito da entrambi i musicisti con alcune idee davvero eccezionali, diventato uno dei ‘grandi classici’ del jazz.

Gil EVANS : New Bottle Old Wine                                     €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1011 barcode: 5060149620472 “New Bottle Old Wine”, riedizione dell’originale uscito su World Pacific nel 1958, propone Gil Evans (pianoforte) a capo di una big band in miniatura composta da eccellenti musicisti tra cui spiccano Cannonball Adderly (sax contralto), Frank Rehak (trombone), Johnny Coles (tromba) e Chuck Wayne (chitarra). Questa registrazione fu la seconda uscita di Evans come leader e dimostrò che per il pianista e compositore era giunto il momento di spiccare il volo in solitaria. La sessione consiste in interpretazioni dal gusto classico di grandi standard jazz come “St. Louis Blues”, “Round Midnight”, “King Porter Stomp” e “Lester Leaps In”. “New Bottle Old Wine” è il titolo perfetto per un disco senza tempo che qualsiasi amante del jazz classico dovrebbe avere nella propria collezione.

Gil EVANS : Great Jazz Standards                                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1270 barcode: 5060149621394  “Great Jazz Standards” è stato registrato in un periodo d’oro per Evans: aveva infatti appena partecipato alla registrazione di due enormi successi di Miles Davis, “Miles Ahead” e “Porgy And Bess”. In “Great Jazz Standards” c’è il marchio di fabbrica di Gil Evans: un coro di ottoni sfaccettato e sorprendente, composto da eccellenti solisti. A rendere ancora più prezioso il disco ci sono il sassofonista Steve Lacy ed il clarinettista Budd Johnson a cui Evans garantisce uno spazio creativo speciale: il risultato è che gli interventi di questi due artisti sono da pelle d’oca! Gli assoli di Lacy in “Straight No Chaser” di Thelonious Monk e “Django” di John Lewis sono strepitosi e quello di Johnson in “Chant Of The Weed” di Don Redman non è da meno. Il trombettista Johnny Coles ha la sfortuna di essere paragonato a Miles Davis e di uscire inevitabilmente sconfitto dal confronto, tuttavia grazie al suo stile solare, aperto ed estroverso si rivela essere una piacevole alternativa per gli arrangiamenti di Evans. “Great Jazz Standards” è un album magnifico e forse un po’ trascurato che vale quindi la pena riscoprire.

Cesaria EVORA : Café Atlantico                                         €.39,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 54012 barcode: 5060149621981  In “Café Atlantico” Cesaria Evora (1941-2011) si avventura, diversamente dagli album precedenti, in paesaggi musicali più latinoamericani che portoghesi. La cantante capoverdiana soprannominata la ‘diva a piedi nudi’, attinge alla musica tradizionale cubana e brasiliana con effetti ipnotizzanti. Il disco è anche un tributo alla sua città natale di Mindelo, sull’isola di Sao Vicente, che un tempo fu un porto affollato di marinai che navigavano tra il Sud America, i Caraibi ed il Portogallo. La musica è straziante e nostalgica, calda e tragica allo stesso tempo, con anche momenti di vibrante leggerezza. Il magistrale “Carnaval de Sao Vicente” è una delle canzoni da festa più gioiose ed agrodolci di sempre che è anche stata pubblicata come maxi singolo con fantastici remix. “Café Atlantico” ha un’eleganza onirica che raramente si trova nella musica moderna: dall’apertura travolgente con “1 Flor Di Nha Esperança”, all’estivo “Amor di Mundo”, passando per la tragica ballata “Roma Criola” e la straziante interpretazione di Evora dello standard in lingua spagnola “Maria Elena”, “Café Atlantico” è un quadro sonoro colorato, emozionante e molto coinvolgente.

Art FARMER / Jim HALL : Big Blues                                 €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 7083 barcode: 5060149621103  Verso la metà degli anni ’60, il flicornista Art Farmer ed il chitarrista Jim Hall hanno avuto un gruppo stabile ma, tranne che in un’occasione, da allora fino all’uscita di “Big Blues” nel 1978, non avevano più suonato insieme. Si trattava di una formazone piuttosto particolare in quanto era un quintetto senza corni, archi e tastiere. Al fianco di Farmer e Hall ci sono il vibrafonista Mike Mainieri, il bassista Michael Moore ed il batterista Steve Gadd. Il programma prevede “Whisper Not” di Benny Golson, “A Child is Born” di Thad Jones, “Big Blues” di Jim Hall e “Pavane for a Dead Princess” di Maurice Ravel. Visto che Farmer e Hall hanno sempre avuto stili molto complementari, entrambi sono lirici, armonicamente avanzati e riflessivi nelle improvvisazioni, non sorprende che “Big Blues” sia un disco eccellente che si avvale della grande tecnica e sensibilità di due grandi maestri.

Shamek FARRAH & Sonelius SMITH- The World of the Children  €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 19771 barcode: 5060149623282  “The World of the Children” è uno degli album più rari della famigerata etichetta Strata East ed è un capolavoro assoluto di spiritual soul jazz! L’espressivo e profondo sax alto di Shamek Farrah si unisce in modo naturale con le note del pianoforte free di Sonelius Smith, per dare vita ad una sessione davvero memorabile che definisce virtualmente l’essenza del suono Strata East! Fresco e fantasioso, ma non troppo improvvisato. Rapsodico, ma mai eccessivamente indulgente e con un groove audace che è il marchio di fabbrica di questa originale etichetta. Giocoso e selvaggio, ma bello e sicuro di sé e con una finezza spavalda e tanto sapientemente realizzata da far arrivare “The World of the Children” accanto agli altri grandi classici degli anni ‘70.

Aretha FRANKLIN : Yeah!!!                                               €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9151 barcode: 5060149622438  “Yeah!!!” è, secondo molti, il migliore disco di Aretha Franklin prodotto dalla Columbia. Il produttore e talent scout John Hammond, che per primo scoprì Franklin, da lei voleva solo dell’ottima musica, mentre l’etichetta cercava invano di classificarla come cantante melodica, cantante jazz o r&b, senza capire che Franklin, essendo tutto questo e molto di più, non poteva essere rinchiusa in nessuna pretenziosa categoria artistica. “Yeah!!!” propone il lato più jazz di Aretha Franklin che in certi brani come “Misty” (Erroll Garner, Johnny Burke) ricorda altri grandi interpreti come Dinah Washington, Sarah Vaughan e Billie Holiday. Altro ottimo motivo per comprare “Yeah!!!”: il pezzo “Without the One You Love”, l’unico originale di Aretha Franklin contenuto nel disco, è davvero da brividi.

Stan GETZ/Joao GILBERTO : Stan Getz featuring Joao Gilberto - The Best Of Two Worlds   €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 33703 barcode: 5060149620281 Album del 1976, “Stan Getz featuring Joao Gilberto - The Best Of Two Worlds” del defunto sassofonista Stan Getz è una sorta di riunione con il grande chitarrista e cantante brasiliano Joao Gilberto a cui ha anche partecipato in veste di compositore ed autore il grande Antonio Carlos Jobim. Il line-up comprende Stan Getz (sax tenore), Albert Dailey al pianoforte, Clint Houston, Steve Swallow (basso), Billy Hart, Grady Tate (batteria), Airto Moreira, Reuben Bassini, Ray Armando e Sonny Carr (percussioni), Heloisa Buarque de Hollanda (voce), Joao Gilberto (percussioni, chitarra, voce) ed Oscar Castro-Neves (chitarra, arrangiamenti). La maggior parte dei brani proposti sono composizioni di rara raffinatezza ed eleganza firmate da Jobim con le liriche eccezionalmente scritte in inglese. La poesia di Jobim in brani come “Waters of March”, accompagnata dal sax romantico di Getz e dalla chitarra con le corde di nylon di Gilberto, è così sensuale che irradia calore e passione. Altrove, come in “Double Rainbow”, il canto di Gilberto trasporta la morbida bossa nel fraseologia jazz americana, costruendo un ponte arioso e flessibile che supera le barriere di genere. E poi c’è la meravigliosa samba appassionata di “Falsa Bahiana”. “Stan Getz featuring Joao Gilberto - The Best Of Two Worlds” è senza dubbio uno dei migliori album di bossa registrati da Stan Getz.

Dexter GORDON : Daddy Plays the Horn                         €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 36 barcode: 5060149621776 La Bethlehem Records è stata un’importante etichetta jazz negli anni ’50 creata da Gus Wildi e formata da artisti straordinari tra cui le cantanti Nina Simone e Carmen MacRae, gli arrangiatori Marty Paich, Russ Garcia, Frank Hunter ed i solisti Dexter Gordon, Roland Kirk, Charles Mingus, Art Blakey, Milt Hinton, Errol Garner, Zoot Sims, Duke Ellington e molti, molti altri ancora. L’etichetta divenne famosa grazie ad album dal design grafico all’avanguardia e per dare agli artisti il pieno controllo creativo dei loro progetti. Il risultato di tali scelte fu una lunga discografia che ha preservato in modo fresco ed ambizioso un’era musicale davvero straordinaria che comprendeva il West Coast Cool Jazz e l’East Coast Bop. Dopo diversi anni di assenza dai riflettori, Dexter Gordon riapparve sull’etichetta indipendente con una mezza dozzina di registrazioni tra cui “Daddy Plays the Horn” del 1956. Nella band composta da Kenny Drew (pianoforte), Leroy Vinnegar (basso) e Larry Marable (batteria), è senza dubbio il pianista ad offrire il massimo contributo in termini d’interazione attiva come si può notare nel brano di apertura da cui prende il titolo l’intero disco. In effetti si potrebbe addirittura sostenere che Drew esalti il sax tenore di Gordon al punto da poter essere considerato a tutti gli effetti un co-leader. La rivisitazione dello standard bop “Confirmation” di Charlie Parker viene eseguita ad un ritmo medio costante, garantendo a tutti i musicisti molto spazio per dire la loro. Le ballate contenute in “Daddy Plays the Horn”, “Darn That Dream” ed “Autumn in New York” sono a dir poco stellari: semplici e toccanti sono un mondo a sè. Il brano dal titolo piuttosto anonimo “Number Four” è tutt’altro che ordinario ed il brano di chiusura “You Can Depend on Me” offre un ottimo esempio di muscoloso be-bob. Un disco da non perdere!

John GORDON : Erotica Suite                                     €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 19780 barcode: 5060149623312 Un disco fantastico, proprio il tipo di set che l’etichetta Strata East si è specializzata a proporre! La musica di “Erotica Suite” difficilmente avrebbe trovato casa tra le grandi etichette jazz del periodo, non perché sia un prodotto troppo avantgarde o non commerciale, ma solo perché è profondamente personale e potente, forse il lavoro più audace mai registrato dal trombonista John Gordon. Per il lato A del disco, Gordon ha composto una splendida suite in quattro movimenti e per il lato B tre brani altrettanto straordinari! Gordon guida il gruppo al trombone, con assoli impetuosi e pieni di sentimento, insieme al grande James Spaulding al contralto ed al flauto, Waymond Reed alla tromba, John Miller al piano ed alle tastiere, Lyle Atkinson al basso e Frank Derrick alla batteria. Chi conosce alcuni di questi artisti sa per certo che “Erotica Suite” non può che essere una grande sorpresa. La musica è fatta da un gruppo di potenti voci individuali che si uniscono, da strumenti utilizzati in una sorta di missione musicale con risultati che negli anni ’70 furono ritenuti strabilianti e che francamente lo sono ancora oggi.

Arlo GUTHRIE : Alice’s Restaurant                                   €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 6267 barcode: 5060149622360  Classe 1947, Arlo Guthrie ha pubblicato il suo album di debutto, “Alice’s Restaurant”, solo alla fine del 1967. Il progetto è caratterizzato dall’epica title track di oltre 18 minuti che si estende sull’intero lato A e che, nel 1969, fu utilizzata nell’omonimo film diretto da Arthur Penn con Arlo nella parte di se stesso. “Alice’s Restaurant Massacree”, il vero titolo del brano, è composto da un monologo recitato da Guthrie che si accompagna alla chitarra suonata con la tecnica del finger picking. Il testo è basato su un evento realmente accaduto il giorno del Ringraziamento nel ristorante di Alice Brock, quando Guthrie fu processato per aver illegalmente scaricato della spazzatura di Alice dopo aver scoperto che la discarica comunale era chiusa in quel giorno di festa. A causa di questo crimine che risultava sulla fedina penale, il musicista fu successivamente ritenuto non adatto a svolgere il servizio militare. Sul lato B del disco ci sono invece brani dal carattere più marcatamente folk-rock tra i quali spiccano l’inquietante “Chilling of the Evening” e “Ring-Around-a-Rosy Rag” col suo fascino d’altri tempi e “I’m Going Home” che rivela la natura più sensibile della penna di Guthrie.

Buddy GUY : The Blues Giant                                            €.39,00   

Pure Pleasure – LP: PP 10 barcode: 5060149620953 Buddy Guy è probabilmente il chitarrista più particolare ed elettrizzante della storia del blues: quando ha la serata giusta, non c’è musicista al mondo che possa eguagliarlo. Purtroppo però ci sono poche registrazioni in studio che documentano l’immenso talento di questo genio della chitarra. I produttori di Guy hanno sempre voluto che suonasse o alla vecchia maniera, col suono degli anni ’50, o in modo esageratamente moderno richiamando Jimi Hendrix ed Eric Clapton. Una sola volta Buddy Guy venne prodotto correttamente e “The Blues Giant” del 1980 ne è il risultato. Dopo una serie di album mediocri tra gli anni ’60 e ’70, qualcuno finalmente lasciò che il chitarrista suonasse in studio, immerso in un abbandono creativo e spericolato che è tipico dei suoi live. Con una tracklist che prevede tutti originali del chitarrista, oltre a “Outskirts Of Town” di Andy Razaf e Will Weldon, “The Blues Giant” rappresenta il coraggioso tentativo di catturare il feroce stile live di Buddy, fatto di aggressivi ed imprevedibili assoli, in studio. Con Buddy Guy (chitarra, voce) ci sono Phil Guy (chitarra ritmica), J. Williams, (basso) e Ray Allison (batteria).

Buddy GUY / Junior WELLS -Going Back to Acoustic    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1 barcode: 5060149620151 Pubblicato originariamente dall’etichetta francese Isabel Records 900.510 con il titolo “Going Back”, questo disco racchiude uno dei migliori duetti nella storia del blues, quello formato dal chitarrista Buddy Guy e dall’armonicista Junior Wells. Nel corso degli anni i due artisti hanno realizzato molti progetti insieme ma “Going Back to Acoustic” è qualcosa di veramente unico. L’album è stato registrato durante il tour europeo che Guy e Wells hanno tenuto nel 1981: stanchi della solita routine, i due colleghi si sono presi una pausa dai loro musicisti e soprattutto dagli amplificatori ed hanno immortalato questo set spontaneo e completamente acustico. Ne è uscito un disco di musica in netto contrasto con il fumoso blues di Chicago per cui il duo è più conosciuto. “Going Back to Acoustic” propone registrazioni rilassate ed intime, con un’atmosfera da veranda sul retro di casa. Guy passa dalla chitarra a sei corde a quella a dodici, creando ritmi acustici radicali che sono perfetti per le raffinate linee dell’armonica di Wells. Per quanto riguarda la parte vocale, i due bluesmen hanno invece reso omaggio alle radici rurali del country-blues.

Jim HALL : Concierto                                                 2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 6060 barcode: 5060149620298  “Concierto” di Jim Hall è senza dubbio il più grande disco del repertorio dell’etichetta americana CTI e forse lo si può definire un capolavoro. Con due leggendari musicisti in prima linea, Chet Baker (tromba) e Paul Desmond (alto sax), oltre a Roland Hanna (pianoforte), Ron Carter (basso) e Steve Gadd (batteria), Jim Hall (chitarra) interpreta alcuni standard jazz come “You’d Be So Nice to Come Home To” di Cole Porter e “Rock Skippin’” di Duke Ellington e Billy Strayhorn, oltre a “Concierto de Aranjuez” di Joaquin Rodrigo ed i suoi coinvolgenti originali “Two’s Blues” e “The Answer is Yes”. Il fulcro di “Concierto” è l’interpretazione di Hall di un movimento del concerto per chitarra di Rodrigo, arrangiato da Don Sebesky, in cui, da eccellente maestro della melodia, Hall non spreca neanche una nota. Tra le nuove tracce ci sono delle interessanti versioni alternative di “You’d Be So Nice to Come Home To”, “The Answer Is Yes” e “Rock Skippin’”, oltre ad “Unfinished Business”, una traccia incompleta che sfuma seguendo l’assolo di Desmond quando Hall inizia a suonare. Si tratta in realtà del brano “La Paloma Azul”, noto anche come “The Blue Dove”, un pezzo folk messicano suonato da Desmond circa un decennio prima mentre faceva parte del Dave Brubeck Quartet.

Linda HILL : Lullaby For Linda                                          €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 791 barcode: 5060149623039 E Linda Hill ha registrato “Lullaby for Linda” per l’etichetta Nimbus West nel 1981 con altri membri dell’Arkestra, inclusa la flautista Adele Sebastian. E’ proprio il duetto vocale di Sebastian con Hill, nell’epico pezzo di jazz spiritual “Leland’s Song”, ad aprire questa splendida produzione. La formazione che accompagna la leader Linda Hill (pianoforte) comprende anche l’eccellente musicista e compositore di Philadelphia Sabir Matteen (sax tenore, clarinetto), così come il bassista Roberto Miranda ed il batterista Everett Brown Jr., che in seguito avrebbero continuato a registrare per Nimbus. La Pan Afrikan Peoples Arkestra ha iniziato a provare a casa della pianista Linda Hill nei primi anni ’60. Horace Tapscott, fondatore e leader della formazione, ha scritto nella sua autobiografia: «In pochi mesi abbiamo accumulato da 7 a circa 18 membri, i musicisti hanno iniziato a vivere lì. Le persone sono state coinvolte con l’Arkestra come se fosse il lavoro della loro vita». Linda Hill prese talmente sul serio il suo ruolo che Tapscott la chiamò la ‘matriarca dell’Arca’…

Billie HOLIDAY : Lady Day                                                 €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 637 barcode: 5060149621271  Il produttore discografico George Avakian racconta la storia della nascita del disco “Lady Day”. «Quando ho pianificato questo album, mi sono divertito moltissimo a scegliere quello che pensavo fosse la crème de la crème di Billie Holiday. Nel corso di questo conflitto interiore, mi ha colpito il fatto che non solo la voce di Billie fosse incredibilmente perfetta, ma che non riuscivo a ricordare un singolo esempio di qualcuno che suonasse un brutto assolo o anche una brutta frase tra le cento o più esibizioni tra le quali dovevo scegliere nel periodo d’oro del suo lavoro. Controllare i dischi (il che era quasi inutile, perché li ricordavo ancora quasi tutti nota per nota) è stata un’esperienza davvero bella e in qualche modo sconvolgente. Il jazz è il prodotto di tante cose - l’evoluzione musicale, la scena sociale di un periodo particolare, l’atmosfera economica del momento, quello che qualcuno aveva avuto per colazione quel giorno – cose che non si uniranno mai più come hanno fatto quando sono state effettuate queste registrazioni». Con Roy Eldridge alla tromba, Benny Goodman al clarinetto, Ben Webster al sax tenore, Teddy Wilson al piano, John Truehar alla chitarra, John Kirby al basso e Cozy Cole alla batteria, Billie Holiday in “Lady Day” regala all’ascoltatore le sue indimenticabili interpretazioni di alcuni classici jazz senza tempo.

John Lee HOOKER & CANNED HEAT -Hooker ‘n’ Heat  2lp    €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 35002 barcode: 5060149620960 E Quando il doppio “Hooker ‘n’ Heat” venne originariamente pubblicato nel gennaio 1971, i Canned Heat stavano tornando alle loro radici r&b. La formazione aveva anche cambiato line-up con il ritorno di Henry ‘Sunflower’ Vestine e l’arrivo del bassista Antonio ‘Tony’ de la Barreda e del batterista Aldolfo de la Parra. Purtroppo “Hooker ‘n’ Heat” sarebbe stato l’ultimo album a vedere le presenza del cofondatore della formazione Alan ‘Blind Owl’ Wilson, che morì nel settembre 1970. “Hooker 'n’ Heat” propone alcune splendide tracce eseguite da Hooker (chitarra e voce) senza accompagnamento, indimenticabili collaborazioni tra il chitarrista ed Alan Wilson (pianoforte, armonica), oltre a cinque brani in cui Hooker dialoga con tutti i Canned Heat che oltre a Wilson comprendono Henry Vestine (chitarra), Antonio de la Barreda (basso) e Adolfo de la Parra (batteria). Uniti da un grande affitamento John Lee Hooker e i Canned Heat hanno creato un disco che senza dubbio può essere considerato uno dei migliori lavori del chitarrista americano.

Etta JAMES : Deep in the Night                                        €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 3156 barcode: 5060149622100  Pubblicato originariamente su Warners Brothers con scarso successo nel 1978 e prodotto da Jerry Wexler, “Deep in the Night” vede Etta James con una voce sbalorditiva, impegnata ad interpretare un set di materiale eccezionale. La band che comprende alcuni dei migliori musicisti della Los Angeles di fine anni ’70 come Cornell Dupree (chitarra), Jeff Porcaro (batteria), Chuck Rainey (basso) e Jim Horn (sax), solo per ricordarne alcuni, accompagna Etta James in modo perfetto, dando vita ad un r&b estremamente moderno. I momenti salienti in “Deep in the Night” sono tanti, ma un’attenzione particolare deve essere rivolta alle interpretazioni di “Take It to the Limit” degli Eagles, “Only Women Bleed” di Alice Cooper e “Piece of My Heart” di Janis Joplin.

Etta JAMES : The Right Time                                             €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 61347 barcode: 5060149622582  “The Right Time” è stato registrato nello studio Muscle Shoals, lo stesso dove anni prima, nel 1968, prese forma l’album “Tell Mama”, ma questa volta il produttore è Jerry Wexler. Nel disco non c’è nemmeno una nota forzata ed Etta James ha al suo fianco una band stellare che comprende, tra gli altri, il sassofonista Hank Crawford, il chitarrista Steve Cropper ed il bassista Willie Weeks. La cantante americana interpreta i brani in modo incredibilmente naturale: sembra di ascoltare un narratore esperto intento a raccontare una storia avvincente. La bravura di Etta James si svela quando le è chiesto di confrontarsi con brani che molti altri artisti hanno interpretato: lei ha lo straordinario talento di aggiungere un timbro particolare che rende la sua performance diversa da tutte le altre come accade per i pezzi “Love and Happiness” e “Ninety And A Half Won’t Do”. In “Down Home Blues” quello che colpisce è l’eccellente blues, mentre “Wet Match”, col suo linguaggio trash, mette in risalto il lato umoristico della cantante. In “The Right Time” Etta James non manca una nota, le centra tutte, scegliendo con cura quelle più adatte per conferire ai testi un’intensità unica. Non bisogna dunque fare altro che sedersi, chiudere gli occhi ed ascoltare.

JAZZ ARTISTS GUILD : Newport Rebels                          €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9022 barcode: 5060149620113  Nel 1960 un gruppo di artisti guidati da Charles Mingus e Max Roach hanno organizzato una rassegna di protesta contro il Newport Festival a cui contestavano il carattere troppo commerciale. Il batterista americano Jo Jones, uno dei ribelli di Newport, diceva al pubblico che «il grande festival ha dimenticato la musica. Ma questi ragazzi», disse indicando i musicisti presenti, «devono avere la possibilità di essere ascoltati. Questa è una delle ragioni per cui l’abbiamo fatto». Tra i ribelli c’erano Coleman Hawkins, Eric Dolphy, Roy Eldridge, Booker Little, Tommy Flanagan, Kenny Dorham, Abbey Lincoln, naturalmente Mingus e Roach e tanti altri ancora, tutti pronti a suonare le ragioni del loro dissenso, dimostrando quello che il Festival di Newport avrebbe dovuto essere. Registrato a Cliff Walk, a pochi chilometri da Newport, “Newport Rebels” è un disco che racchiude un’energia unica, quella della creativa che non accetta compromessi o barriere. Con una track list che comprende “Mysterious Blues” (Charles Mingus), “Cliff Walk” (Booker Little), “Wrap Your Troubles in Dreams” (Harry Barris, Ted Koehler, Bully Moll), “Tain’t Nobody Bizness if I Do” (Porter Grainger, Everett Robbins) e “Me and You” (Roy Eldridge, Charles Mingus, Tommy Flanagan, Jo Jones), “Newport Rebels” racconta un momento fondamentale della storia del jazz, con Roy Eldridge che con la sua tromba rappresenta la rabbia del popolo afroamericano oppresso dal razzismo dei bianchi. Che dire, un grande disco jazz di protest

Clifford JORDAN : These Are My Roots                            €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 11444 barcode: 5060149623084 Clifford Jordan (1931-1993) era di Chicago, città natale di molti musicisti di sax tenore come Gene Ammons ed Eddie ‘Lockjaw’ Davis, noti per il loro modo di suonare intenso ed appassionato. Se da una parte Jordan condivideva la loro snervante spavalderia, dall’altra il suo tono era diverso, seducente ed allo stesso tempo ruvido. Sideman ricercato, Jordan ha registrato con artisti come Lee Morgan e Max Roach tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 ed ha realizzato una serie di album da solista di altissimo livello. L’anno prima di pubblicare “These Are My Roots”, Jordan entrò a far parte della formazione di Charles Mingus con cui registrò “Right Now: Live At The Jazz Workshop” e dalla quale imparò a ricercare nuove soluzioni musicali senza mai dimenticare l’importanza della tradizione. “Grey Goose” è il risultato dell’esperienza con Mingus: un’ottima armonia sul tema, il basso pizzicato e la batteria infuocata ispirano i solisti, creando un’atmosfera di abbandono. La cupa musica folk blues di Huddie ‘Leadbelly’ Ledbetter, la cui storia di vita si trova a metà strada tra Shakespeare e James Baldwin, è perfettamente inserita in una cornice jazz in cui il fraseggio imprevedibile di Jordan supera le restrizioni della rigida forma folk blues. “These Are My Roots” è un album vivace di swing serio, crudo ed esuberante che vede Jordan (sax tenore) al fianco di Chuck Wayne (banjo), Richard Davis (contrabbasso), Cedar Walton (pianoforte), Julian Priester (trombone), Roy Burrowes (tromba), Sandra Douglass (voce) ed Al Heath (batteria).

KEB’ MO’ : Keb’ Mo’ €.39.00                                              €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 57863 barcode: 5060149620717  L’omonimo disco d’esordio del cantautore americano Keb’ Mo’ è una raccolta tagliente ed ambiziosa di grintoso country blues. In questo suo progetto, Keb’ Mo’ si spinge verso nuove direzioni, cercando di incorporare alcune nuove suggestioni, ma senza mai perdere di vista la tradizione che fa del blues una forma d’arte tra le più vitali. Con il suo modo grintoso di suonare la chitarra, la sua voce appassionata ed una capacità compositiva sorprendentemente compiuta, già nel suo album di debutto Keb’ Mo’ dimostra al pubblico tutto il suo straordinario talento.

Ed KELLY & FRIEND : Ed Kelly & Friend                          €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 106 barcode: 5060149623190 Nel 1978 Pharoah Sanders entrò in studio con il pianista Ed Kelly che era una figura molto importante della scena jazz locale di San Francisco ed Oakland. I due registrarono sei tracce che andavano dalle cover di standard, al soul jazz fino ad includere due veri gioielli. L’album fu pubblicato con il titolo “Ed Kelly & Friend” in quanto Pharoah era sotto contratto con la Arista Records in quel momento. In effetti, come si può vedere, la copertina mostra Kelly che suona accanto al cappello, alle scarpe ed al sassofono tenore Selmer di Pharoah. “Rainbow Song”, una composizione di Kelly, apre il disco con uno stile molto diverso rispetto a quello utilizzato da Pharoah nei suoi album con la Impulse: ricorda piuttosto Grover Washington Junior con una pennellata di archi. Il suono del maestro è pieno e potente come sempre. “Newborn” è una composizione di Sanders che brucia d’intensità: la potenza del suo assolo è eccellente e corre per l’intero arco della gamma del suo strumento per avventurarsi poi in territori che il 99% dei sassofonisti non ha mai esplorato. “You Send Me” di Sam Cooke è trattato con riverenza e rispetto, con Pharoah che offre un’interpretazione sensibile e Kelly che garantisce un accompagnamento perfetto prima di proporre un assolo scintillante ma sobrio che mostra ciò di cui è capace questo musicista. “Answer Me My Love” è una ballata dei primi anni ‘50 con una melodia straordinaria. Pharoah ha registrato almeno tre versioni in studio del suo grande inno “You’ve Got To Have Freedom”, e quella proposta in questo disco è la prima: il tema viene trattato in modo sobrio, anche se l’assolo del sassofonista mostra la sua incredibile capacità di suonare con passione e potenza su tutta la gamma
dello strumento. C'è molto spazio anche per il pianoforte di Kelly che garantisce un’atmosfera elegante per l’esplorazione di Sanders.

Rickey KELLY : Limited Stops Only                                  €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 3146 barcode: 5060149623213  Nato a San Francisco, il vibrafonista Rickey Kelly si è trasferito a Los Angeles nel 1982. Il produttore jazz Dennis Sullivan racconta di essere stato colpito dal talento di Kelly già la prima volta che lo ascoltò esibirsi. Racconta Sullivan: «Lavorava alla Hughes Aircraft e non aveva tempo per i concerti la sera. Doveva prendersi cura della sua famiglia che contava ben sei figli. Ho iniziato a prenotare la sua band subito dopo averlo incontrato. Un artista così benedetto non dovrebbe fare un lavoro quotidiano, pensavo. Rickey lasciò presto il suo lavoro alla società aerospaziale Hughes ed iniziò ad esibirsi a tempo pieno. Rickey rimase nel suo appartamento per lunghi periodi di tempo solo per esercitarsi. Mi ha spesso detto che aveva bisogno di rimanere in isolamento per mantenere pura la sua musica. Durante il soggiorno a Los Angeles ha lavorato con tutte le grandi band jazz e r’n’b. Musicisti come il sassofonista Bobby Watson, il leggendario batterista Billy Higgins, The Jazz Crusaders, il pianista Ahmad Jamal e uno degli artisti più famosi della sua generazione, Marvin Gaye, spesso lo chiamavano per esibirsi con le loro band. Per quanto grandi fossero questi artisti, l’aggiunta di Rickey Kelly al vibrafono sembrava rendere migliore la loro musica. Grazie al suo isolamento, la musica di Rickey ha sviluppato un’unicità ed una purezza del suono che trascendono gli stili». Uscito nel 1983, “Limited Stops Only” vede Rickey Kelly (vibrafono) sul palco con David E. Tillman (pianoforte), Dadisi Komolafe (flauto), James Leary III (basso) e Sherman Ferguson (batteria). La tracklist di “Limited Stops Only” inizia con “Distant Vibes” di Kelly per poi continuare con “Flying Colors” di Ricky Ford, “Yesterdays” di Jerome Kern, “Same Shame” di Bobby Hutcherson, “Dolphin Dance” di Herbie Hancock e “Lush Life” di Billy Strayhorn.

Stacey KENT : The Boy Next Door                            2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 9993 barcode: 5060149621370  Lo stile unico e distintivo di Stacey Kent potrebbe essere descritto come classico chic e potrebbe essere l’equivalente musicale del tubino nero: proprio come il tubino nero ha il potere di far trasparire la personalità di una donna, le interpretazioni delicatamente sfumate di Stacey Kent del Great American Songbook mettono in risalto in modo eloquente le complesse melodie dei testi eleganti e sofisticati della musica popolare americana. A livello vocale, in “The Boy Next Door”, la signora Kent ha dato il meglio di sé e tante sono le cose da ammirare in questo disco: il suo mezzo soprano dai toni morbidi con una scintillante cadenza jazz ed il vibrato traslucido, il suo innato senso dello swing ed il tempismo istintivo, le sue letture delle linee sottilmente sfumate e la squisita delicatezza del suo fraseggio. Maestra narratrice e comunicatrice, nelle sue interpretazioni Stacey Kent si avvale anche delle capacità interpretative di una laureata in lettere comparative che la portano ad evitare il sentimentalismo logoro a favore di un lirismo romantico e piccante. “The Boy Next Door”, è un omaggio sincero ai suoi eroi musicali tra i quali troviamo i leggendari crooner Frank Sinatra e Dean Martin, il maestro ottantenne del jazz Dave Brubeck ed il cantante di cabaret Bobby Short. Il repertorio dell’elegante vocalista comprende, per la prima volta, anche brani non appartenenti all’American Songbook, come splendidi originali di cantautori pop come Burt Bacharach, Paul Simon e Carole King. Affiancata dal suo impeccabile quintetto jazz capace di una straordinaria fluidità ritmica, con “The Boy Next Door” Stacey Kent regala all’ascoltatore un album di elegante e raffinata musica.


Stacey KENT : Dreamsville                                                €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9775 barcode: 5060149620519
La cantante Stacey Kent può o meno essere considerata «la più grande cantante di ballate degli ultimi anni», come afferma il suo agente, ma non si può negare il fatto che le sue interpretazioni abbiano qualcosa di speciale. Ciò che le rende uniche è il suono della voce dell’artista, con quella sua particolare acutezza che in certi momenti ricorda una tromba. L’incantevole album “Dreamsville” comprende alcune gemme che difficilmente è possibile ascoltare come in particolare “You Are There” di Johnny Mandel e Dave Frishberg, “You’re Looking at Me” di Bobby Troup e la stupenda title track di Henry Mancini. La tracklist propone poi alcuni classici intramontabili come “Polka Dots and Moonbeams” e “Thanks for the Memory”, quest’ultima non esattamente una ballata. E sebbene la vera protagonista di “Dreamsville” sia la voce di Stacey Kent, la sua band composta dagli esperti Jim Tomlinson (sax tenore, clarinetto e flauto), Colin Oxley (chitarra), David Newton (piano), Simon Thorpe (basso) e Jasper Kviberg (batteria) riserva più di qualche sorpresa.

Stacey KENT : Close Your Eyes                                 2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 97372 barcode: 5060149622858 Stacey Kent è cresciuta a New York circondata dalla musica di Frank Sinatra, Nat King Cole e dei maestri del jazz dell’era swing. Prima di intraprendere la carriera di cantante, Kent ha imparato ad amare il repertorio della canzone popolare americana e questo si sente in ogni nota che canta. Nel disco “Close Your Eyes” è possibile apprezzare la straordinaria padronanza vocale di questa artista. In “Day In, Day Out”, ad esempio, spicca l’incredibile facilità della cantante nel variare lo schema ricorrente del titolo della canzone. Swing, variazione elegante, intonazione e dizione impeccabile: queste sono tutte le caratteristiche che possiede un’affermata cantante jazz e unirle tutte è un vero colpo di genio. Ciò che rende Stacey Kent così straordinaria è il suo ‘suono’: la sua voce è uno strumento impressionante che nel tono e nel timbro si avvicina alle sonorità di Mildred Bailey, Billie Holiday ed Ella Fitzgerald. Naturalmente tutta la magia fin qui descritta potrebbe essere rovinata da un accompagnamento inappropriato, ma Kent è accompagnata dal suo quintetto e questo non succede. La collaborazione tra la voce di Stacey ed il sassofono tenore di Jim Tomlinson è sublime. Perfetta è anche l’armonia tra tutti i musicisti della formazione che sono David Newton (pianoforte), Colin Oxley (chitarra), Andy Cleyndert (basso) e Steve Brown (batteria). Come ha detto il musicista jazz inglese e critico Humprey Lyttelton, “Close Your Eyes” è « un esercizio spudorato di seduzione di gruppo».

Stacey KENT : In Love Again                                            €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9786 barcode: 5060149621035  Stacey Kent è tornata per proporre al suo pubblico “In Love Again”, un coinvolgente tributo a Richard Rodgers realizzato insieme alla sua eccellente formazione che comprende Jim Tomlinson (sax tenore, flauto), Colin Oxley (chitarra), David Newton (pianoforte), Simon Thorpe (basso) e Jasper Kviberg (batteria). Oltre a canzoni immancabili come “It Never Entered My Mind” e “Bewitched”, la vocalista inglese ha scelto per la sua playlist anche brani legati al Pacifico del sud, pezzi raramente eseguiti in un contesto jazz, come “I’m Gonna Wash That Man Right Outa My Hair” e “Bali Ha’i”. Questi ultimi sono due delle interpretazioni più riuscite del disco: il primo ha una sezione centrale in sei ottavi che richiama il burlesque ed un suono forte che mette in evidenza gli arrangiamenti piacevolmente variegati ed il fascino innato della voce di Kent. Che l’autore dei testi sia Oscar Hammerstein II o Lorenz Hart ha poca importanza: Stacey Kent è comunque capace di fare di loro dei veri gioielli. Tutti i pezzi della raccolta accuratamente concepita da Stacey Kent, che comprende solo alcuni dei classici di Richard Rodgers, sono interpretati dalla vocalista in maniera puntuale e ben definita, con tutto il rispetto che queste melodie e questi testi meritano.
 

Stacey KENT : Let Yourself Go                                 2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 9764 barcode: 5060149621806 “Let Yourself Go” è una straordinaria raccolta di 13 brani scritti da alcuni dei migliori cantautori di sempre, come Irving Berlin ed i fratelli George ed Ira Gershwin, che celebra il contributo offerto da Fred Astaire all’arte vocale. Probabilmente più di qualsiasi altro artista Astaire, con la sua voce inimitabile, ha reso popolari molte canzoni facendole così diventare standard del Great American Songbook. La celebre vocalista Stacey Kent propone questa splendida playlist con tre accompagnamenti musicali: solo pianoforte, con pianoforte e sezione ritmica e con una formazione più ampia che comprende sax e chitarra. Indipendentemente dal contesto strumentale, tutti i brani sono caratterizzati dal piacevole timbro nasale di Kent: la sensazione generale è che i testi siano parte di un’intima conversazione tra la vocalista e ciascun ascoltatore. Sul palco insieme a Stacey Kent ci sono Jim Tomlinson (sax tenore ed alto, clarinetto), Colin Oxley (chitarra), David Newton (pianoforte), Simon Thorpe (basso) e Steve Brown (batteria). Non c’è nessun trucco in “Let Yourself Go”, solo una voce coinvolgente che trasmette il significato di una melodia nella tradizione della persona che sta onorando, l’inestimabile Astaire.

Stacey KENT : The Changing Lights                         2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 17529 barcode: 5060149621998  “The Changing Lights” di Stacey Kent dimostra ancora una volta la maestria della vocalista inglese: l’intonazione, il tempismo e la dizione sono impeccabili e la voce diventa uno strumento dalla chiarezza perfetta e dal vibrato minimo. “The Changing Lights” propone classici ed originali prevalentemente di tradizione brasiliana, ma non mancano pezzi inglesi e francesi. La tracklist prevede cover di classici bossa nova di Tom Jobim, Roberto Menescal, Marcos Valle ed altri. Tra i momenti più interessanti del disco ci sono il malinconico “How Insensitive” ed il classico “One Note Samba” entrambi di Jobim: al secondo viene riservato uno sfacciato trattamento uptempo di difficile realizzazione visto che il pezzo è caratterizzato da note brevi, quasi staccate. Ci sono poi sei originali di Jim Tomlinson, tre dei quali scritti con lo scrittore giapponese, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2017, Kazuo Ishiguro: “The Changing Lights”, “The Summer We Crossed Europe in the Rain” e “Oh Waiter” Seguono due brani in portoghese che Tomlinson ha scritto con il poeta Antonio Ladeira, “Mais Uma Vez” e “A Tarde” e “Chanson Legere” composta con Bernie Beaupere. Gli arrangiamenti e l’accompagnamento del produttore e marito, Jim Tomlinson, sono eccezionali. La sezione ritmica è meravigliosamente delicata con grande merito per i percussionisti, Josh Morrison e Matt Home, il pianista Graham Harvey, il bassista, Jeremy Brown ed i chitarristi, Roberto Menescal e John Parricelli. Tuttavia, “The Changing Lights” è prima di tutto il disco di Stacey Kent che rimane inarrivabile per eleganza interpretativa ed espressività vocale.


Rahsaan Roland KIRK : Blacknuss                                   €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 11601 barcode: 5060149623107  Sin dalle battute iniziali di “Blacknuss”, con il basso di Bill Salter ed il flauto di Kirk che suonano “Ain’t No Sunshine” di Bill Withers, è chiaro che questo non è un normale album di Kirk, ammesso e non concesso che ne abbia mai registrati di dischi normali. Mentre la sezione degli archi, il piano elettrico, le percussioni e la chitarra di Cornel Dupree entrano dalla porta sul retro, si può sentire il profondo groove soul che Kirk sta portando in primo piano. Mentre la melodia svanisce appena due minuti e mezzo dopo, l’urlo del sax tenore di Kirk arriva lamentoso attraverso l’intro di “What’s Goin’ On” di Marvin Gaye, con uno sfondo funk e nessuna ironia: è serio. Con la batteria di Richard Tee che crea il ritmo, gli archi che si sviluppano in un muro di tensione nel mix di sottofondo e la tromba di Charles McGhee, tutto può succedere come in “Mercy Mercy Me”. Quando i musicisti raggiungono la fine di “I Love You, Yes I Do” di Ronald Isley, con i fischietti, i gong, le urla, il canto dall’anima, il groove profondo ed il funk grasso che cola da ogni nota, il disco potrebbe tranquillamente concludersi perché chi ascolta si è già arreso ed invece non sono trascorsi che solo dieci minuti! “Blacknuss”, come “The Inflated Tear”, “Volunteered Slavery”, “Rip, Rig And Panic” e “I Talk To The Spirits”, sono gli album più visionari di Roland Kirk, un artista che è stato capace trasformare il pop in Great Black Music. Ha fatto scendere il jazz dal suo Olimpo per avvicinarlo alle sue radici popolari e così facendo ha creato grande jazz da brani pop, proprio come fecero alcuni suoi eccellenti predecessori con i brani degli spettacoli di Broadway. Altri momenti salienti di “Blacknuss” sono una lettura profondamente commovente di “My Girl” ed una versione strepitosa di “The Old Rugged Cross”. Signore e signori, “Blacknuss” ha la profondità di un disco soul e la passione di un disco jazz. Davvero un album da non perdere!

Lee KONITZ : Inside Hi-Fi                                                 €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1258 barcode: 5060149622735 “Inside Hi-Fi” propone le interpretazioni del sassofonista Lee Konitz con due quartetti, registrate da Rudy Van Gelder nel 1956 a New York. Il chitarrista Billy Bauer ed il pianista Sal Mosca sono le voci portanti dei due gruppi che comprendono anche i bassisti Arnold Fishkind e Peter Ind ed il batterista Dick Scott. L’aspetto più insolito del set è che nelle quattro selezioni con Mosca, Konitz utilizza il sax tenore anziché il soprano, suonando efficacemente in uno stile fresco e molto riconoscibile. I momenti salienti del disco sono probabilmente “Everything Happens to Me”, “All Of Me” e “Star Eyes”, ma tutti e otto i pezzi sono suonati con uno swing eccellente. “Inside Hi-Fi” è uno degli ultimi legami rimasti con il glorioso passato del jazz nei suoi anni migliori ed offre al pubblico la rara possibilità di ascoltare Lee Konitz al sax tenore.
 

Yusef LATEEF : The Doctor Is In… And Out                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1685 barcode: 5060149622353 Nel 1976, l’irrequieto ricercatore spirituale Yusef Lateef ha rivisitato alcuni dei suoi primi temi nel contesto delle moderne strutture sonore del tempo. Nel ripensare le strutture modali e melodiche orientali dei suoi dischi usciti per la Prestige come “Eastern Sounds”, “Cry! Tender” e “Other Sounds”, Lateef si trovò di fronte prospettive più sofisticate e complesse di vent’anni prima e questo grazie al funk ed al soul. Per “The Doctor Is In… And Out”, Lateef (sax alto, sax tenore, flauto, oboe) ha utilizzato una formazione enorme con musicisti come Kenny Barron (tastiere), Ron Carter (basso), Dom Um Romao (percussioni), Al Foster (batteria), Billy Butler (chitarra), Anthony Jackson (basso), una sezione di ottoni di cinque elementi ed un sintetizzatore. Lateef come compositore offre, come sempre, scorci sonori mai prevedibili, ricchi di suggestioni psicologiche, spirituali ed emotive. “The Doctor Is In… And Out” è un condensato di idee e creatività: c’è la profonda meditazione blues “Hellbound” che si trasforma in un funk latino, l’ariosa, contemplativa e scheletrica “Mystique”, il funk liscio ed urbano di “Mississippi Mud”, la musica elettronica di “Technological Homosapiens” e la variazione mariachi, meravigliosamente deformata, che vede la band suonare hard bop blues su una storica registrazione di “In a Little Spanish Town”.

Booker LITTLE : Out Front                                                €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9027 barcode: 5060149620441  Dopo la morte di Clifford Brown, Booker Little è stato il primo solista di tromba ad emergere grazie ad uno stile tutto proprio. Purtroppo però questo straordinario musicista è morto a soli 23 anni, nel 1961, ed oggi sono in molti a pensare che, se non fosse successo l’irreparabile, la sua carriera sarebbe stata strepitosa. “Out Front” è un disco di splendido jazz moderno e può sicuramente essere considerato uno dei migliori album di Booker Little in veste di leader. Il disco è caratterizzato da un’atmosfera straordinaria fin dalla prima nota e molti sono i momenti sorprendenti offerti dalle raffinate esibizioni di Booker Little (tromba), Julian Priester (trombone), Eric Dolphy (sax alto, clarinetto basso, flauto), Don Friedman (pianoforte), Art Davis (basso, tracce 1,3,7), Ron Carter (basso, tracce 2,4,6) e Max Roach (batteria, timpani, vibrafono). “Out Front” è un disco da cui emerge nitidamente la visione audace che Booker Little aveva del jazz e questo rende la sua assenza ancora più dolorosa.

Charles LLOYD : Love-In                                                   €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 11481 barcode: 5060149622834 A distanza di cinquant’anni, “Love-In” di Charles Lloyd, registrato dal vivo al Fillmore Auditorium di San Francisco nel 1967, è ancora considerato un importante documento musicale. Osservando il modo in cui il designer Stanislaw Zagorski ha trattato la foto di copertina del fotografo del Rolling Stone Jim Marshall, pensando al titolo dell’album e a quello di alcuni brani come “Tribal Dance” e “Temple Bells” e notando anche la presenza di “Here There and Everywhere” di Lennon & McCartney, la semiologia di “Love-In” è un potente richiamo allo spirito degli anni ’60. Era un periodo in cui un gran numero di fan del rock era pronto ad abbracciare il jazz, a condizione che i musicisti non si presentassero vestiti in giacca e cravatta, trasudando cinismo. In termini puramente musicali “Love- In” offre un grande spettacolo, con il sax tenore di Lloyd, ed il flauto in due tracce, che mostrano di avere i muscoli. Keith Jarrett al pianoforte è entusiasmante per i suoi assoli, per il gospel di “Sunday Morning”, per i suoi due originali “Sunday Morning” e “Is It Really the Same?” e per il suo modo di suonare gli archi del pianoforte direttamente con le mani. Jack DeJohnette alla batteria e Ron McClure al basso sono solidi e fantasiosi. “Love-In” è un disco avvincente del tutto imperdibile!


Cecil McBEE : Music from the Source                               €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 3019 barcode: 5060149623459  “Music from the Source” è stato registrando in formazione sestetto al jazz club Sweet Basil di New York nell’agosto del 1977. La band di Cecil McBee comprendeva Chico Freeman (sax tenore, flauto), Dennis Moorman (pianoforte), Joe Gardner (tromba), Steve McCall (batteria) e Famoudou Don Moye (percussioni). Enja Records ne fece due dischi di grande successo, “Music From the Source” del 1978 e “Compassion” del 1979. Quando questi dischi furono pubblicati, il giornalista jazz Chris Albertson scrisse: «Pochi gruppi oggi sono così freschi, generano una carica emotiva così alta o lasciano un’impressione duratura come il sestetto di McBee. E’ come se ogni membro fosse un pezzo unico di un puzzle, posizionato con cura per completare con precisione l’immagine mozzafiato prevista. La musica è abbastanza avventurosa da soddisfare qualsiasi temerario sonoro che non abbia completamente perso il senso della bellezza, eppure tutti i valori fondamentali del jazz sono stati preservati con la dovuta riverenza». “Music from the Source” è un disco straordinario la cui musica, come scrisse Scott Yanow su Allmusic, «ha una natura spirituale, a volte è abbastanza modale e nel genere avventuroso di John Coltrane, ma senza esserne un derivato».


Carmen McRAE : The Great American Songbook    2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 29042 barcode: 5060149622469  “The Great Amrican Songbook” è stato registrato dal vivo per la Atlantic Records al Donte’s Club di Los Angeles il 6 novembre 1971 ed è stato pubblicato l’anno successivo. Il programma del disco non contiene solo standard di Ellington, Cole Porter e di altri grandi, ma anche materiale nuovo per l’epoca, come “They Long To Be Close To You” di Burt Bacharach. Ovviamente c’è anche “I Cried for You” (1936) di Billie Holiday, artista che McRae includeva sempre in tutte le sue esibizioni. La qualità del suono è superba. L’ingegnere è riuscito a catturare non solo l’energia della performance dal vivo, ma anche la ricchezza dell’ensemble che accompagnava McRae. In effetti, i musicisti che la supportano sono perfetti per questo set e si tratta di Jimmy Rowles al piano, Joe Pass alla chitarra, Chuck Domanico al basso e Chuck Flores alla batteria. Per chi ama il Great American Songbook, questo album è un disco da non perdere, interpretato da una vocalista che lascia senza parole.


Carmen McRAE -Lover Man and Other Billie                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 8530 barcode: 5060149622667  Con la sua potente ed espressiva voce contralto che offre una gamma molto vasta di tonalità, Carmen McRae è capace di modulare il suo canto a seconda del timbro degli strumenti che l’accompagnano. L’artista riesce a passare da registri lenti e drammatici a quelli più vivaci, jazz e maliziosi con estrema naturalezza. In “Lover Man and Other Billie Holiday Classics”, disco prodotto da Teo Macero, Carmen McRae ed i suoi musicisti, Nat Adderley (cornetta), Eddie ‘Lockjaw’ Davis (sax tenore), Mundell Lowe (chitarra), Norman Simmons (pianoforte), Bob Cranshaw (basso) e Walter Perkins (batteria), dimostrano di essere uniti da una fortissima sintonia. Ogni brano del disco è un pezzo vincente. “Them There Eyes” si apre con McRae che canta accompagnata da basso e batteria. “I’m Gonna Lock My Heart” è un pezzo più allegro con McRae che colpisce con alcune note incredibilmente alte. “Miss Brown to You” è caratterizzato da uno swing civettuolo a cui si contrappone “I Cried for You” in cui McRae canta come se fosse una tromba a cui è stata applicata la sordina. “Lover Man” è un brano meravigliosamente blues con un ritmo incalzante ed improvvisazioni, mentre “A Little Moonlight”, con gli strabilianti assoli di pianoforte, sax e tromba, è selvaggio ed appassionato. “Lover Man and Other Billie Holiday Classics” è un disco che segna l’incontro tra due grandi voci femminili del jazz.


Charles MINGUS : East Coasting                                      €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 6019 barcode: 5060149621974   Charles Mingus è noto per le sue composizioni selvagge, piene di sentimento ed all’insegna dell’avanguardia. “East Coasting” invece è un disco dolce, ma la firma di Mingus c’è e si rivela attraverso il trombone, il batterista Danny Richmond e, naturalmente, anche tramite l’oscura corrente emotiva che incombe su tutto. I musicisti, ad eccezione del pianista Bill Evans, sono quelli di Mingus, ossia Clarence Shaw (tromba), Jimmy Knepper (trombone), Shafi Hadi (sax tenore ed alto) e Dannie Richmond (batteria). “East Coasting” suona come il prototipo di una registrazione jazz degli anni ’50. E’ qualcosa che si potrebbe ascoltare in una soffitta trasformata in camera da letto dove potrebbe vivere un artista o un’anima solitariaL; è come molte persone potrebbero credere che il jazz dovrebbe suonare. Fortemente raccomandato agli amanti del jazz e forse ancora di più ai giovani che sono appena stati folgorati dal romanzo di Kerouac “On the Road” e che cominciano ad interessarsi al jazz, “East Coasting” è un appetitoso assaggio dell’America creativa, ormai tristemente in via d’estinzione.


Charles MINGUS : Let My Children Hear Music               €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 31039 barcode: 5060149621134 Nel disco originale pubblicato dalla Columbia, Mingus ha ringraziato il produttore Teo Macero per «i suoi instancabili sforzi nel produrre il miglior album che abbia mai realizzato». Dal letto di morte in Messico nel 1979 il musicisya inviò un messaggio a Sy Johnson, il responsabile di molti degli arrangiamenti dell’album, dicendo che “Let My Children Hear Music” era il disco migliore della sua carriera. I pezzi proposti erano stati preparati nel corso degli anni, uno risale addirittura al 1939, ed erano stati eseguiti più volte, ma mai con un’orchestra considerevole e ben collaudata come quella utilizzata per l’occasione. La tracklist inizia con l’irresistibile swing di apertura di “The Shoes of the Fisherman’s Wife Are Some Jiveass Slippers” per passare alle profondità vorticose di “The I of Hurricane Sue” due brani gloriosi e pieni di vita. Ogni pezzo ha i suoi punti di forza, ma “Adagio Ma Non Troppo” e “Hobo Ho” hanno qualcosa di speciale. Il primo si basa interamente su un’improvvisazione pianistica eseguita da Mingus nel 1964 e pubblicata in “Mingus Plays Piano”. La sua struttura logica, la natura giocosa ed i momenti di pura bellezza sarebbero sbalorditivi in una composizione scritta: il fatto che sia tutto improvvisato è quasi incredibile. “Hobo Ho”, con al suo centro l’appassionato sax tenore di James Moody, raggiunge un’incredibile intensità con i corni che sparano riff dopo riff. “Let My Children Hear Music” è un album imponente ed un must per ogni serio fan del jazz.


MODERN JAZZ QUARTET : The Sheriff                             €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 11414 barcode: 5060149622766  Registrato nel 1963, “The Sheriff” propone un Modern Jazz Quartet in grande forma. La tracklist prevede quattro originali del pianista John Lewis, incluso il fugace e lunatico brano blues “In a Crowd”, originariamente composto per il film del 1961 “Una storia milanese” di Eriprando Visconti. Poi c’è “Bachianas Brasileiras” di Heitor Villa-Lobos, un pezzo classico che il quartetto ha eseguito per la prima volta con il chitarrista Laurindo Almeida. Il bassista Percy Heath è eccezionale: suona sia con l’archetto che con il pizzicato, alternando destrezza e precisione. John Lewis e Milt Jackson (vibrafono) da parte loro si impegnano in uno splendido contrappunto, intricato, esotico e straordinariamente bello. Il programma si chiude con un’ulteriore brano latino, il brillante “Carnival” di Luiz Bonfa. L’interazione melodica del pianoforte di Jackson con il ritmo di Connie Kay (batteria) è sottile e ricca e si mantiene per una serie di versi prima che Jackson intraprenda il suo assolo blues. Lewis mantiene il polso mentre Percy Heath, con il suo basso, sottolinea il controtempo. “The Sheriff” è la riprova che i fan di questa formazione possono sempre attendersi l’inaspettato!


MODERN JAZZ QUARTET : Lonely Woman                      €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1381 barcode: 5060149622346   Avendo sostenuto la presenza di Ornette Coleman alla School of Jazz di Lennox, in Massachusetts, il pianista e compositore John Lewis ha contribuito a lanciare la controversa carriera di uno degli ultimi grandi innovatori del jazz. Il sostegno di Lewis al geniale musicista texano era in qualche modo unico nei circoli jazz dell’epoca e anche molto sorprendente, soprattutto considerando il divario tra la formalità jazz classica della formazione di Lewis, il Modern Jazz Quartet, ed i radicali principi dell’improvvisazione libera sostenuti da Coleman. Lewis, che in Coleman riconobbe il primo genio del jazz bebop dopo Parker, Gillespie e Monk, omaggiò il sassofonista con l’interpretazione che il Modern Jazz Quartet fece nel 1962 di uno dei brani più famosi di Ornette Coleman, “Lonely Woman”. Nello stesso anno la Atlantic fece uscire il disco omonimo che è da molti ritenuto uno dei progetti più riusciti di questa straordinaria formazione. John Lewis (pianoforte), Milt Jackson (vibrafono), Percy Heath (basso) e Connie Kay (batteria) sfruttano il tema drammatico di “Lonely Woman” aggiungendovi un po’ di complessità data dalla musica da camera. Il quartetto non si avvicina ai principi armonici del free jazz di Coleman ma preferisce mettere in luce la forza spesso trascurata delle sue idee compositive. E mentre il MJQ dimostra ulteriormente la sua abilità nell’interpretazione di alcuni originali di Lewis come “Fugato” e “Trieste”, la band bilancia il set con del materiale più in sintonia con la sensibilità blues e swing di Milt Jackson. “Lonely Woman” è il disco perfetto per gli appassionati di jazz più curiosi.


MODERN JAZZ QUARTET : Pyramid                                  €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1325 barcode: 5060149622513 
Con un gruppo così compatto come il Modern Jazz Quartet è quasi impossibile individuare i singoli musicisti, il che probabilmente spiega il successo della formazione composta da John Lewis (pianoforte), Milt Jackson (vibrafono), Percy Heath (contrabbasso) e Connie Kay (batteria). Musicalmente “Pyramid”, registrato al Music Inn nell’agosto del 1959, è tra i migliori lavori che il quartetto abbia mai pubblicato. Sei brani, tra cui il loro capolavoro, “Django” di John Lewis, la title track firmata da Ray Brown, “Romaine” di Jim Hall, “Vendrome” di Lewis e due standard, “Don’t Mean A Thing (If It Ain’t Got That Swing)” di Duke Ellington e “How High The Moon” di Morgan Lewis. “Pyramid” è un album essenziale che riassume la grandezza del mitico Modern Jazz Quartet.


Thelonious MONK : Criss-Cross                                        €.39,00

Pure Pleasure – LP: PP 8838 barcode: 5060149622568
“Criss-Cross”, il secondo album di Thelonious Monk per la Columbia Records, presenta alcuni dei migliori lavori, degli anni ’60, che Monk abbia mai registrato in studio in formazione trio e quartetto. Che si tratti di rivisitare standard pop o di reinventare composizioni classiche, Thelonious Monk (pianoforte), Charlie Rouse (sax tenore), John Ore (basso) e Frankie Dunlop (batteria) si scambiano idee musicali potenti, oltre a fornire potenti assoli sparsi per tutta la durata del disco. Opportunamente, “Hackensack”, una frenetica composizione originale, apre il disco dimostrando la forza del leader della band in formazione quartetto. Il solido supporto ritmico del trio libera Monk e scatena infinite cascate di inflessioni percussive ed inebrianti progressioni di accordi. Il titolo stesso dell’album riflette la capacità dei quattro musicisti di sostenere complessità melodiche davvero esigenti. “Tea for Two” dimostra il grande apprezzamento di Monk per lo stile al pianoforte di James P. Johnson e di Willie ‘The Lion’ Smith. Poi arriva l’eccellente assolo di Monk in “Don’t Blame Me”: le lunghe corse su e giù per la tastiera non possono fare a meno di ribadire l’enorme debito di gratitudine nei confronti dei pianisti dell’inizio del XX secolo. “Criss-Cross” è un disco perfetto per qualsiasi ascoltatore ed una chicca per gli estimatori di Thelonious Monk.


Thelonious MONK : Something in Blue                             €.39,00

Pure Pleasure – LP: PP 30119 barcode: 5060149621097   Il produttore Alan Bates ha portato Thelonious Monk in studio per la sua prima registrazione in trio, a quindici anni dal suo ultimo lavoro, con il suo compagno ed amico Art Blakey alla batteria ed Al McKibbon al basso. Spesso si è detto che Blakey è stato il batterista ideale per Monk ed in effetti basta ascoltarli insieme per rendersi conto di quanto sia vera questa affermazione. Nel disco ci sono momenti in cui Blakey sembra spingere il pianista quasi con troppa forza, ma questa dinamica era parte integrante del loro rapporto musicale. Inoltre, per tutta la sessione, Blakey sembrava essere in competizione con il produttore nel costringere Monk a soddisfare le varie richieste del piccolo pubblico presente alla performance. “Something in Blue” propone tutti originali di Monk oltre a “Nice Work If You Can Get It” di George Gershwin. Il disco si apre con “Blue Sphere”, brano che dice moltissimo in poco spazio, “Criss Cross” con il suo straordinario equilibrio melodico, “Jackie-ing”, dedicato a sua nipote, “Nutty”, del 1954, che rivela al pubblico un Monk d’annata, il lento e complesso “Something in Blue”, “Hackensack” e “Evidence”. Un disco davvero intenso ed avvincente.


Nate MORGAN : Journey Into Nigritia                                     €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 3257 barcode: 5060149623428  All’alba del governo Reagan, il pianista jazz di Los Angeles Nate Morgan registrò il suo primo album per l’etichetta Nimbus West, “Journey Into Nigritia”. Si tratta di un disco che mostra un artista segnato dalle icone del suo tempo e che cerca di reinventarsi. Sebbene provenisse da un solido background jazz, passando per la Pan Afrikan People’s Arkestra, Morgan ha trovato più eccitante lavorare con le band pop degli anni ’70, come Rufus & Chaka Khan. Con Jeff Littleton al basso, Fritz Wise alla batteria e Dadisi Komolafe al sax alto, in “Journey Into Nigritia”, Morgan si dedica nuovamente al jazz. Il disco si apre con il “Mrafu” che mostra una forte influenza di John Coltrane. Komolafe inizia subito a rombare e, mentre gli accordi modali ricordano McCoy Tyner, Morgan dimostra tutta la sua loquacità al pianoforte. Profumato dall’incenso di Alice Coltrane, la devota sincerità e l’espressione personale di Morgan trionfano in “Morning Prayer”. “Mother” è una composizione memorabile: i toni profondi di Littleton contrastano con i piatti scintillanti di Wise mentre Morgan racconta una verità straziante. “He Left Us A Song” è invece caratterizzato da un tema un po’ solenne che viene espresso per mezzo di veloci esplosioni sonore e pause. L’inaspettato “Study In C.T.” rende omaggio alle radici musicali di Cecil Taylor e Morgan con improvvisazioni libere su un tema denso e tagliente. Il risultato inebriante consente a Morgan di prendere la propria strada con una spruzzata ironica di accordi di basso frastagliati nel mezzo del pezzo. Anche se le esperienze musicali fatte da Morgan nell’ultimo quarto di secolo sono andate oltre lo status di prodigio di questo ambizioso album d’esordio, “Journey Into Nigritia” offre spunti interessanti sullo sviluppo artistico del pianista, aggiungendo un altro prezioso titolo alla discografia di uno dei più sottovalutati interpreti del nostro tempo.


Nate MORGAN : Retribution, Reparation                                 €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 3479 barcode: 5060149623398  Il pianista Nate Morgan (1964-2013) è stato una figura centrale nell’underground jazz di Los Angeles. Figura molto vicina al leggendario Horace Tapscott, Morgan ha fatto parte dell’UGMAA (Union Of God’s Musicians and Artists Ascension) di Tapscott da quando era solo un adolescente e, successivamente, è anche stato un membro chiave della Pan Afrikan People’s Arkestra. “Retribution, Reparation” è il secondo dei due dischi che Morgan ha registrato per la storica etichetta Nimbus West di Tom Albach. Il primo, “Journey Into Nigritia”, è un lavoro intriso di energia attinta da Cecil Taylor e John Coltrane; nel secondo invece, ad un anno di distanza, Morgan si confronta con Herbie Hancock (“One Finger Snap”) e Duke Ellington (“Come Sunday”). Politicamente carico di sentimenti panafricanisti e con un titolo schietto che non ammette compromessi, “Retribution, Reparation” racconta l’universo sonoro della Pan Afrikan Peoples Arkestra in un capolavoro impetuoso ed irrequieto di jazz modale spiritualizzato. Con Danny Cortez alla tromba ed il fedele Jesse Sharps ai sassofoni, la prima linea è esplosiva, alla parte ritmica ci pensano gli eccellenti Fritz Wise alla batteria e Joel Ector al basso. Poi ci sono naturalmente gli energici accordi di Morgan ed i suoi assoli virtuosistici. “Retribution, Reparation” che si apre con un omaggio a Tapscott, “U.G.M.A.A.GER”, è un disco dall’animo militante che rivendica la libertà della musica nera.

Laura NYRO : New York Tendaberry                                       €.39,00       
Pure Pleasure – LP: PP 9737 barcode: 5060149620786  Grinta, dolcezza e dolore, questo è “New York Tendaberry”, il capolavoro di Laura Nyro (1947-1997). Il disco, in cui Nyro canta e si accompagna al pianoforte, sembra raccontare una giornata della vita dell’artista tra le strade di New York. Si sveglia quando il suo uomo se ne va (“You Don’t Love Me When I Cry”), prende per mano l’ascoltatore e lo porta con lei sulla metropolitana per cantare gioiose armonie che si fondono al suono dei treni (“Mercy a Broadway”). Si arriva quindi a “Gibson Street”, un luogo non adatto ai più sensibili, qui vengono impiccati i gatti randagi! Poi arriva la notte languida e profonda, e prende forma una breve celebrazione dalla terrazza dell’artista mentre i petardi irrompono e tutto intorno c’è polvere. Il momento più bello del disco è il brano di chiusura, “New York Tendaberry”, in cui la voce incredibile di Laura Nyro e le note del suo pianoforte regalano all’ascoltatore immagini di rara e stupefacente bellezza.

 
QUICKSILVER MESSENGER SERVICE                                     €.39.00
Pure Pleasure – LP: PP 2904 barcode: 5060149621356  Il disco di debutto dei Quicksilver Messenger Service non ha ricevuto la calorosa accoglienza che molti si aspettavano considerando il grande successo che la band riscuoteva ad ogni suo live. Mentre il successivo “Happy Trails” è un disco live, “Quicksilver Messenger Service” del 1968 è uno splendido album di folk-rock melodico che può senza dubbio essere considerato la migliore registrazione in studio dei Quicksilver. I momenti salienti del disco sono molti e tra questi c’è sicuramente la cover di “Pride of Man” del cantante folk Hamilton Camp, che può essere considerata la migliore traccia in studio del gruppo. Poi c’è “Light Your Windows”, forse la più bella composizione originale del gruppo. “Dino’s Song” è una traccia scritta dal fondatore dei Quicksilver, Dino Valenti, che purtroppo era in prigione quando l’album è stato registrato. “Gold and Silver” è senza dubbio la migliore jam strumentale della band, mentre “The Fool”, traccia di 12 minuti, riflette alcuni dei tratti migliori e peggiori dell’era psichedelica. Interpretato da John Cipollina (chitarra, voce), Gary Duncan (chitarra, voce), David Frieberg (basso, voce) e Greg Elmore (batteria, percussioni), “Quicksilver Messenger Service” è una bella fotografia dello stile assolutamente unico di questa band nata a San Francisco nel 1965.


Steve REICH : Drumming                                                         €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 79170 barcode: 5060149622537  mIn poche parole “Drumming” è, insieme ad “Einstein on the Beach” di Philip Glass, una delle opere più affascinanti del primo minimalismo. La versione che propone casa Pure Pleasure è quella registrata per Elektra/Nonesuch nel 1987 e può essere considerata uno dei più riusciti capolavori di Steve Reich. “Drumming” è un’opera di 60 minuti con uno schema ritmico di base ed è formata da 4 movimenti. Nella prima parte ci sono quattro paia di bonghi accordati, nella seconda tre marimbe (suonate da nove musicisti) e due cantanti che imitano il suono delle marimbe. Nella terza parte tre glockenspiel, un ottavino ed un fischietto (suonato dallo stesso Reich), mentre nella quarta ed ultima parte ci sono tutti gli strumenti precedentemente elencati, comprese le voci. Le transizioni tra i movimenti sono graduali, l’intero pezzo è costruito sull’accumulo e la riduzione. Quando è il momento di passare al movimento successivo, i musicisti spariscono lentamente e le semiminime vengono sostituite da pause in modo da fare spazio ai nuovi strumenti. “Drumming” è un esempio perfetto di musica minimalista, un disco alla base del quale c’è il paradosso, un lavoro sia cerebrale che vitalmente tribale e rituale capace di emanare un forte senso di felicità e leggerezza, indubbiamente un must have!


Terry RILEY : In C                                                                     €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 7178 barcode: 5060149621912  Il disco di Terry Riley “ In C” è, a detta di tutti, l’opera più importante della storia del minimalismo. La partitura dell’opera è composta da 53 moduli musicali, frammenti di materiale musicale e melodie, non tutti in tonalità do come lascerebbe presupporre il titolo. I musicisti si muovono costantemente attraverso frammenti che possono essere omessi o venire suonati più velocemente o più lentamente di quanto sia indicato nella partitura. Gli interpreti sono liberi di ripetere la frase a loro piacimento e per questo motivo l’esibizione dell’opera ha una durata molto varia: può essere suonata in 20 minuti o anche in un’ora e mezza. Interpretata da Terry Riley (sax), Margaret Hassell (voce), Darlene Reimard (basso), John Hessell (tromba), Jerry Kirkbride (clarinetto), David Shostac (flauto), David Rosenboom (viola), Stuart Dempstar (trombone), Edwards Burnham (vibes) e Jan Williams (marimaba), “In C” è più ipnotica di qualsiasi rock & roll e più potente di qualsiasi sinfonia di Ludwig Van Beethoven, è musica capace di cambiare la tua vita.


Max ROACH : We Insist! Freedom Now Suite                         €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 9002 barcode: 5060149620267  “We Insist! Freedom Now Suite” è un classico. In un periodo in cui il movimento per i diritti sociali stava iniziando a scaldarsi, il batterista Max Roach registrava una suite struggente che racconta la storia nera, in particolare la schiavitù, ed il razzismo. Il line-up è da paura: Coleman Hawkins e Walter Benton al sax tenore, Booker Little alla tromba, Julian Priester al trombone, James Schenk al basso, Babatunde Olatunji alle congas, Thomas Du Vall e Ray Mantilla alle percussioni, Max Roach alla batteria e c’è pure spazio per la voce della carismatica Abbey Lincoln. In “Tryptich: Prayer/Protest/Peace” la Lincoln brilla in un duetto mozzafiato con Roach che l’aveva presa sotto la sua ala protettrice, regalando al pubblico delle strazianti urla di rabbia davvero indimenticabili. Registrato tra l’agosto ed il settembre del 1960 ai Nola Penthouse Studios di New York, e originariamente pubblicato dall’etichetta Candid, “We Insist! Freedom Now Suite” è un disco imperdibile a cui l’influente Penguin Guide to Jazz ha assegnato il massimo dei voti, ritenendolo un album di fondamentale importanza per lo sviluppo del free jazz.


Sonny ROLLINS / Coleman HAWKINS-Sonny Meets Hawk! €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 2712 barcode: 5060149621240  “Sonny Meets Hawk!” ha immortalato un incontro memorabile tra due giganti del sassofono, Sonny Rollins e Coleman Hawkins, artisti che hanno offerto enormi contributi all’improvvisazione jazz, superando i limiti del loro strumento. “Sonny Meets Hawk!” è una registrazione straordinaria per molti motivi. Il disco segna la prima volta, fatta eccezione per una breve apparizione insieme sul palco del Newport Jazz Festival del 1963, che questi grandi musicisti hanno suonato insieme. Ciascuno ha mescolato la propria forte personalità con quella dell’altro, ma nessuno dei due ha perso la propria individualità. Forse l’aspetto più straordinario di questo album è che nessuno dei due musicisti si esprime in territori sicuri e confortevoli: Rollins e Hawkins fanno appello per tutta la durata della registrazione ad una potente immaginazione, correndo tutti i rischi che comporta l’audacia dell’improvvisazione, ma traendo anche tutte le soddisfazioni insite in un simile approccio. Insieme a Paul Bley (pianoforte), Roy McCurdy (batteria), Bob Cranshaw (basso nelle tracce 1,2,3,5) e Henry Grimes (basso nelle tracce 3,4,6), Sonny Rollins (sax tenore) e Coleman Hawkins (sax tenore) propongono uno spettacolo davvero avvincente. Registrato nel luglio del 1963 presso lo Studio B della RCA Victor a New York City.


Charles ROUSE : Two is One                                                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 19746 barcode: 5060149623305  In “Two is One”, originariamente uscito per l’etichetta Strata-East, il sassofonista e flautista americano Charlie ‘Charles’ Rouse (1924-1988) propone un’incursione nel lato più funky del jazz. Insieme ad eccellenti musicisti come George Davis (chitarra A1, A3, B2), Paul Metzke (chitarra), Martin Rivera (basso A1, A3), Stanley Clarke (basso A2, B1, B2), Calo Scott (violoncello), Azzedin Weston (conga A1, A3), Airto Moreira (percussioni A2, B1, B2) e David Lee (batteria), Rouse (sax tenore e clarinetto basso) ha messo in piedi un disco di sofisticato soul jazz arricchito da una dose ben calibrata di spiritual jazz. Si tratta di una registrazione frutto degli anni in cui è nata: nella prima metà degli anni ‘70 molti artisti hanno esteso i confini del jazz mescolando elementi del passato con suggestioni elettroniche. Il gruppo senza piano che Rouse ha creato è funky, con molte sonorità ritmiche dietro agli assolo di Rose al sax ed a quelli di chitarra di Davis e Metzke. Calo Scott ha invece tutto il tempo per brillare con quello che suona come un violoncello elettrico, uno strumento insolito per il jazz moderno, ma che in questo contesto sta benissimo. Con una tracklist che propone “Bitchin’” e “In a Funk Way” di George Davis, “Hopscotch” di Joe Chambers, “In His Presence Searching” di David Lee e “Two is One” di Charles Rouse e Roland Hanna, il disco riproposto da casa Pure Pleasure è una registrazione divertente e molto creativa, in pieno stile Strata-East.


Pharoah SANDERS : Izipho Zam (My Gifts)                           €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 19733 barcode: 5060149623015  Due anni dopo la morte del suo mentore, John Coltrane, e poco prima di firmare il contratto con la Impulse!, Pharoah Sanders riuscì finalmente a pubblicare un album da leader. Sebbene non amato da molti musicisti jazz dell’epoca, Sanders seguì la sua musa ai margini della musica orientale e talvolta completamente fuori dai confini di quello che si potrebbe definire jazz. Detto questo, “Izipho Zam (My Gifts)” è una registrazione meravigliosa, piena della profondità di visione e dell’anima sincera che ha sempre reso unica ogni registrazione di Sanders. Un gruppo stellare di musicisti si è unito a Pharoah Sanders (sax tenore): Sonny Fortune al sassofono, il cantante Leon Thomas, Sonny Sharrock alla chitarra, Billy Hart e Majeed Shabazz alla batteria, nonché Chief Bey, Nat Bettis e Tony Wylie alle percussioni, i bassisti Cecil McBee e Sirone, il pianista Lonnie Liston Smith ed Howard Johnson alla tuba. Il set inizia con la splendida melodia soul di “Prince of Peace”, con Leon Thomas che fa il suo tipico jodel, mentre Smith, McBee e Hart lo sostengono e Sanders colma le lacune. Segue “Balance”, la prima melodia per fiati, con percussioni africane, trombe modali e le indagini microtonali di Sanders sulla polarità sonora contrastate dalla tuba di Johnson. Infine, sulla title track di 28 minuti, tutti i membri della band iniziano una lenta indagine tonale, un percorso strutturato nell’abisso della dissonanza e dell’integrazione armonica, con Thomas come ponte attraverso il quale tutti i suoni devono viaggiare. Da qui, percussioni, campane, fischietti, la chitarra di Sharrock, tutti danno il ritmo, fino a quando, circa al docicesimo minuto, entrano in scena le ance. “Izipho Zam (My Gifts)” regala un’esperienza sonora davvero unica ed imperdibile.


Pharoah SANDERS : Rejoice                            2lp                   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 1123 barcode: 5060149623404
Doppio vinile uscito nel 1981 sull’etichetta Theresa, “Rejoice” presenta Pharoah Sanders in forma eccellente. Il sassofonista americano suona molto più dolcemente di quanto avesse fatto un decennio prima, spesso improvvisando in uno stile che ricorda John Coltrane della fine degli anni ’50, in particolare nei brani “When Lights Are Low”, “Moments Notice” e “Central Park West”. Al fianco di Sanders si alternano alcuni dei migliori musicisti del tempo come i pianisti Joe Bonner e John Hicks, il bassista Art Davis, i batteristi Elvin Jones e Billy Higgins, il vibrafonista Bobby Hutcherson, il trombonista Steve Turre ed il trombettista Danny Moore. Nell’arco dell’intero disco la musica mantiene sempre un livello altissimo, tanto che “Rejoice” è da molti considerato una delle migliori registrazioni di Pharoah Sanders.

Archie SHEPP & Mal WALDRON : Left Alone Revisited  2lp   €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 91411 barcode: 5060149623466 Il primo tributo di Mal Waldron a Billie Holiday, intitolato “Left Alone”, fu registrato nel 1959, pochi mesi prima della morte della cantante. Successivamente ci furono molti altri tributi del pianista alla vocalista, l’ultimo dei quali è intitolato “Left Alone Revisited”, registrato meno di un anno dalla sua stessa morte insieme ad Archie Shepp ed originariamente pubblicato da casa Enja. Ascoltando il disco si percepisce che Waldron, che ha lavorato con Billy Holiday durante gli ultimi anni di lei, ha sviluppato una grande familiarità con le versioni dei sei standard della vocalista. Il sax tenore spesso grintoso di Archie Shepp ricorda la trama della voce di Holiday e si integra perfettamente con il pianoforte lussureggiante di Waldron. I due artisti propongono una potente interpretazione di “Left Alone” in cui gli occasionali squittii del sax di Shepp sembrano deliberati, come a voler imitare le interruzioni nella voce della vocalista. “Everything Happens to Me” e “I Only Have Eyes for You” vengono proposte in una versione estremamente emozionante, mentre “Blues for 52nd Street” di Shepp è allo stesso tempo energica e swing. “Left Alone Revisited” è senza dubbio uno dei migliori tributi alla grande carriera dell’indimenticabile vocalista.

Nina SIMONE : Little Girl Blue                                                 €.39,00

Pure Pleasure – LP: PP 6028 barcode: 5060149621721 “Little Girl Blue”, pubblicato nel 1957, è stata la prima registrazione di Nina Simone (pianoforte e voce), originariamente pubblicata per l’etichetta Bethlehem. Supportata dal bassista Jimmy Bond e dal batterista Albert ‘Tootie’ Heath, Simone mette in mostra la sua voce da ballata piena di mistero e sensualità ed il suo autorevole stile jazz uptempo in un’enigmatica atmosfera casalinga che però è sempre elegante. In “Little Girl Blue” Simone dimostra di essere un’eccellente improvvisatrice che non si è mai allontanato dal blues. La sua lettura di “Mood Indigo” di Duke Ellington, che si apre e oscilla mantenendo il fraseggio blu intenso. E’ Con brani come “Mood Indigo (Barney Bigard, Irving Mills, Duke Ellington), “Don’t Smoke in Bed” (Willard Robinson), “He Needs Me” (Arthur Hamilton), “Central Park Blues” (Nina Simone) e molti altri ancora, “Little Girl Blue” è un disco imperdibile che riconferma la maestria di una delle più grandi vocaliste jazz di sempre.


Horace TAPSCOTT : Dial ‘B’ for Barbra  2lp                           €.59,00

Pure Pleasure – 2xLP: PP 1147 barcode: 5060149623374  “Dial ‘B’ for Barbra” del 1981, è la migliore registrazione del pianista Horace Tapscott per la piccola etichetta Nimbus, disco in cui l’artista si esibisce in sestetto con Reggie Bullen (tromba), Gary Bias (sax alto e tenore), Sabir Matteen (sax tenore), Roberto Miguel Miranda (violino basso) ed Everett Brown Jr. (batteria, percussioni). Il gruppo propone alcuni originali di Tapscott più una versione di 19 minuti e mezzo di “Dem Folks” di Linda Hill. Sebbene la musica possa essere definita avantgarde, l’uso dei ritmi e delle ripetizioni garantisce un risultato che non è percepito come faticoso e proibitivo e le esibizioni hanno uno slancio tutto loro. Le tracce sono lunghe ed esplorative, ma anche relativamente liriche: hanno uno stile che non è mai troppo avantgarde e che porta Tapscott ed il gruppo verso vette davvero molto alte. Il membri del sestetto lavorano tutti in straordinario equilibrio con uno stile pulito ed elegante. Tra i brani proposti vale la pena ricordare “Lately’s Solo”, “Dial ‘B’ For Barbara” e “Dem Folks”.


Horace TAPSCOTT : The Call                                                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 246 barcode: 5060149623473 mNel 1961 il pianista e compositore Horace Tapscott (1934-1999) fondò la Pan-African Peoples Arkestra, formazione che mirava a preservare, sviluppare e diffondere la musica afroamericana. L’intento dell’orchestra è stato raggiunto grazie alla determinazione dei musicisti ed alla collaborazione di Tapscott con Bruce Albach, produttore e fondatore della Nimbus West Records. “The Call” propone quattro lunghi brani, arrangiati da Tapscott e suonati con la sua orchestra di 16 elementi tra i quali spiccano alcuni artisti della Nimbus West come Adele Sebastian (voce, flauto), Jesse Sharps (flauto in bambù, flauto soprano e tenore) e Linda Hill (pianoforte). La musica ha sonorità afro-futuristiche con tempi molto variegati ed un dinamico suono espressivo implacabile che è complesso, seducente e spirituale. L’evocativo “Peyote Song No. III” è un pezzo vorticoso che racconta un popolo ed i suoi rituali, con assoli sorprendenti, soprattutto quello di Horace Tapscott che al pianoforte sembra aver trovato un suono che viene da un’altra dimensione. “Quagmire Manor at Five A.M.” si apre con la suggestiva voce della cantante Adele Sebastian per lasciare poi spazio alla musica che letteralmente decolla. Ci sono album con cui ad ogni ascolto si sente qualcosa di nuovo: “The Call” è uno di questi.


Melvin TAYLOR & THE SLACK BAND : Dirty Pool                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 26088 barcode: 5060149623411 Il chitarrista blues elettrico Melvin Taylor registrava album da solista da ormai vent’anni quando venne pubblicato “Dirty Pool” che lo portò sull’orlo di una svolta internazionale. Taylor era già un nome familiare in Europa, ma fu solo dopo una serie di apparizioni nei famosi blues club di Chicago che il musicista si guadagnò lentamente una meritata reputazione che lo poneva sullo stesso livello di alcuni suoi illustri predecessori come Otis Rush, Albert King e Stevie Ray Vaughan. Mentre nella prima parte della sua carriera Taylor era molto vicino allo stile di Wes Montgomery, con la fondazione, a metà degli anni ’90, del trio Melvin Taylor & the Slack Band, il musicista si spostò verso lo stile più selvaggio di Luther Allison e Jimi Hendrix. In effetti la title track del secondo album della formazione, “Dirty Pool”, ricorda più il potente blues elettrico senza compromessi del Texas di Stevie Ray Vaughan e Johnny Winter che il dolce soul di Chicago di Buddy Guy. C’è da dire che tre tracce di questo disco del 1997, inclusa “Dirty Pool”, sono composizioni di Vaughan. Anche altri standard come “Kansas City” e “Floodin’ In California” tendono a fare riferimento alle radici texane. Taylor, che è nato a Jackson, nel Missouri, ha però una chitarra più pulita e tecnicamente migliore rispetto ai suoi predecessori, ma in ogni caso nel suo stile è comunque percepibile la rabbia ed il dolore tipici del blues. Insieme a Taylor (chitarra, voce) ci sono Ethan Farmer (basso) e James Knowles (batteria), tutti e tre perfettamente equilibrati e sincronizzati, capaci di regalare all’ascoltatore un’esperienza musicale affascinante, coinvolgente e anche un po’ burrascoso


Charles TOLLIVER / MUSIC INC. : Live at Slugs’ Volume 1 €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1972 barcode: 5060149623336 Strata East aveva riposto molte aspettative nella formazione Music Inc. di Charles Tolliver, ma purtroppo l’attenzione del mondo della musica era altrove quando nel 1972 fu pubblicato “Live at Slugs’ Volume 1” che aveva immortalato lo straordinario live che la band tenne il primo maggio nel jazz club Slugs’ di New York City. Charles Tolliver (tromba), Stanley Cowell (pianoforte), Cecil McBee (basso) e Jimmy Hopps (batteria) hanno dato vita ad un’esperienza che è stata molto più di un semplice tentativo di ‘preservare il jazz acustico’ nella maniera ampollosa di Wynton Marsalis. Questi musicisti hanno voluto preservare un’autenticità pur mantenendo la nozione di musica improvvisata e per questo meritavano una risposta migliore rispetto al tiepido e scarno applauso ricevuto quella notte e continuano a meritare ancora oggi un pubblico molto più consapevole dei loro sforzi. Il disco è composto da 3 tracce: “Drought” di Tolliver, “Felicite” di McBee e “Orientale” di Cowell. Per tutta la sua durata, la musica di “Live at Slugs’ Volume 1” è sempre incessantemente avvincente. Tolliver dimostra di avere un grande talento sia nei panni di trombettista che in quelli di leader e compositore


Charles TOLLIVER / MUSIC INC-Live at Slugs’ Volume II   €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 19720 barcode: 5060149623343  La seconda parte dell’appuntamento con Charles Tolliver e la sua band, Music Inc., al noto jazz club Slugs’ di New York City è avvincente quanto la prima. “Live at Slugs’ Volume II” propone ulteriori tre originali scritti da alcuni membri del gruppo: “Spanning” e “Our Second Father (Dedicated to the Memory of John Coltrane)” di Charles Tolliver e “Wilpan’s” di Cecil McBee. Nel suo toccante tributo a Coltrane, Tolliver non solo dimostra di essere un eccellente compositore, ma anche un trombettista capace di suonare il suo strumento in modo semplicemente sbalorditivo. Anche la sezione ritmica di Cecil McBee (basso) e Jimmy Hopps (batteria) merita una menzione: i due musicisti guidano il quartetto in modo simile a quanto fecero Jimmy Garrison ed Elvin Jones con Coltrane. E poi c’è Stanley Cowell, purtroppo scomparso nel 2020, fondatore dell’etichetta Strata East, che sembra suonare il pianoforte con sei mani, tanta è la sua destrezza. I fan più accaniti del jazz dovrebbero avere nella propria collezione “Live at Slugs’ Volume II” come pure il primo volume, due dischi davvero essenziali con cui riscoprire una formazione che nella propria carriera ha sempre fatto scelte artistiche molto coraggiose.

Marcos VALLE & Stacey KENT : Ao Vivo 2lp                           €.59,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 20092 barcode: 5060149622186 Marcos Valle festeggia il suo 50° anniversario di carriera come cantautore, arrangiatore, strumentista e cantante con la dolce voce di Stacey Kent. Registrate a Miranda, a Rio de Janeiro, i brani di “Ao Vivo”, tutti originali di Valle, sono impreziositi dalla straordinaria partecipazione di Jim Tomlinson al sassofono. Affiancando musica pop, jazz, bossa nova e world music, ogni traccia di questo disco rivela all’ascoltatore una delle svariate sfaccettature musicali del loro creatore. Brani come “Summer Samba (Samba de Verao)”, “If You Went Away (Preciso Aprender a Ser Só)”, “The Face I Love (Seu Encanto)”, “Look Who’s Mine (Dia de Vitória)” e molti altri ancora, sono resi unici dalla splendida interpretazione di Stacey Kent, attualmente considerata una delle cantanti jazz più importanti al mondo.

 
Sarah VAUGHAN : Sarah Sings Soulfully                                 €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 52116 barcode: 5060149620854 Gli anni di Sarah Vaughan con l’etichetta Roulette (1960-64) sono stati definiti i migliori della sua carriera, un periodo in cui la musicalità della cantante si è squisitamente fusa con il suo sfrenato ardore vocale per raggiungere vette altissime. Il disco “Sarah Sings Soulfully”, registrato verso la fine di quel periodo d’oro, rappresenta una straordinaria testimonianza dell’affermazione artistica della vocalista. “Sarah Sings Soulfully” è una raccolta divina di brani che rivela un'artista capace di mettere la sua anima in ogni singola nota ed in ogni silenzio che le divide. Seducentemente scarna, lussuosamente toccante e dolorosamente onesta allo stesso tempo, la voce di Sarah Vaughan scorre incandescente attraverso i 12 standard proposti dalla tracklist, librandosi con un’intensità che rimane senza precedenti. La sua lettura della frase ‘Just let our love take wing’ contenuta nel brano “Round Midnight” di Thelonious Monk è stupefacente con l’accento grasso e succulento sulla parola ‘just’ e la lunga pausa su ‘love’. E’ un momento illuminante e, incredibilmente, solo uno tra i tanti che risplendono in “Sarah Sings Soulfully”


Sarah VAUGHAN : After Hours With Sarah Vaughan                     €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 660 barcode: 5060149622605 Nel 1949 Sarah Vaughan (1924-1990) firmò il contratto con la Columbia e, nell’estate dello stesso anno, aggiunse un nuovo tassello alla sua serie personale di successi fatti di irresistibili ballate pop: “Black Coffee”. Indipendentemente da quello che stesse cantando, non si poteva fare a meno di notare la straordinaria estensione della sua voce e l’incredibile controllo che l’artista aveva di essa: Vaughan era in grado di spingere senza sforzo il suo strumento dall’estremità più bassa della scala a quella più alta. Cantare e respirare per ‘La Divina’ erano la stessa cosa. Originariamente registrate tra il 1949 ed il 1952, le tracce di “After Hours With Sarah Vaughan” dimostrano il sorprendente fraseggio della cantante, ossia la sua straordinaria capacità di associare i testi della canzone alla musica. Sembra semplice, ma non lo è. Richard Marcus prova a spiegare: «E’ la capacità di trasformare la voce nello strumento principale di una band e prendere una parola ed estenderla su un’intera serie di note. Tuttavia non significa solo la capacità di sostenere una nota, consiste anche nel continuare a cantare la melodia ma con solo una o poche parole, senza far loro perdere il significato e senza minare la continuità della canzone. Ovviamente questa capacità le ha permesso di essere ugualmente a suo agio con qualsiasi stile di musica cantasse. In “After Hours With Sarah Vaughan” la sentiamo navigare attraverso una serie di brani pop fluidamente orchestrati. Anche la versione di “Summertime” di Gershwin riceve un trattamento uptempo. Questa avrebbe potuto essere una raccolta di standard piuttosto commerciali, ma Vaughan dà loro un’anima, elevandoli al di sopra del livello di una qualsiasi canzone pop. Forse non era emotivamente così vigorosa come Billie Holiday, ma ciò non le ha impedito di essere in grado di infondere, anche alle canzoni più semplici, il cuore necessario per farle librare»


Sarah VAUGHAN : Sarah Vaughan in Hi-Fi                                     €.39,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 745 barcode: 5060149620366
La maggior parte delle registrazioni di Sarah Vaughan per la Columbia aveva un forte appeal commerciale, ma non le memorabili opere contenute nel prezioso doppio “Sarah Vaughan in Hi-Fi”. Nel 1950 la divina realizzò otto registrazioni con un ottetto che comprendeva fra gli altri il trombettista Miles Davis, il trombonista Benny Green, lo straordinario clarinettista Tony Scott ed il saxtenorista Budd Johnson. A rendere davvero unico il disco proposto da casa Pure Pleasure ci sono le versioni alternative di sette brani, non presenti nel disco originale che infatti era un singolo. Tra tutte spiccano la versione di “Ain’t Misbehavin’” che, con i memorabili assoli dei quattro corni, è un davvero un classico e “Mean to Me” e “Nice Work If You Can Get It”, due perle rare. Ci sono inoltre due splendide versioni del 1949 di “The Nearness of You”, una registrazione inedita di “It’s All In the Mind” e tre brani per orchestra, del 1951 e del 1953, a chiusura di questa eccezionale ristampa. Sassy raramente ha superato l’altissimo livello artistico che tocca in “Sarah Vaughan in Hi-Fi”


Stevie Ray VAUGHAN & DOUBLE TROUBLE : Couldn’t Stand The Weather     €.39,00
Pure Pleasure – 2xLP: PP 39304 barcode: 5060149620175
Con il suo modo sorprendente di suonare la chitarra, Stevie Ray Vaughan ha determinato il revival blues degli anni ’80. Attingendo sia da bluesmen come Albert King, Otis Rush e Muddy Waters che da interpreti di rock’n’roll come Jimi Hendrix e Lonnie Mack, così come dal chitarrista jazz Kenny Burrell, Vaughan ha colmato il divario tra blues e rock come nessun altro artista aveva fatto e la sua tragica morte nel 1990 ha solo enfatizzato la sua influenza sulla storia del rock mondiale. Nel 1982, Vaughan e i Double Trouble hanno suonato al Festival di Montreux e la loro esibizione attirò l’attenzione di David Bowie che chiese a Vaughan di suonare nel suo prossimo album: l’offerta fu accettata e l’album di Bowie uscì nel 1982. Un anno dopo Bowie offrì a Vaughan il ruolo di chitarrista nel suo tour negli stadi, ma Vaughan rifiutò, preferendo suonare con i Double Trouble. Vaughan e Double Trouble partirono per un tour di successo e registrarono rapidamente il loro secondo album, “Couldn’t Stand the Weather”, che fu pubblicato nel maggio del 1984. L’album ebbe un grande successo, raggiungendo il numero 31 delle classifiche e, alla fine del 1985, divenne anche disco d’oro. Con capolavori come “Scuttle Buttin”, “Tin Pan Alley” e la classica cover “Voodoo Chile (Slight Return)”, “Couldn’t Stand the Weather” è un classico di Stevie Ray Vaughan, ora rimasterizzato dai nastri analogici originali dal geniale ingegnere del suono Ray Staff


Miroslav VITOUS : Infinite Search                                                  €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 524 barcode: 5060149622421
La formazione di Miroslav Vitous (basso), composta da John McLaughlin (chitarra), Herbie Hancock (pianoforte elettrico), Joe Henderson (sax tenore) e Jack DeJohnette (batteria), era ritenuta una delle migliori band fusion della sua epoca. Sicuramente deve essere stata una grande sfida per un giovane bassista ceco guidare un gruppo del genere in occasione del suo album d’esordio che lo vede anche compositore di cinque dei sei brani della tracklist. Registrato alla fine del 1969, più o meno nello stesso periodo dello storico “Bitches Brew”, un anno prima che Vitous iniziasse un periodo di collaborazione con l’innovativo Weather Report, “Infinite Search” è stato un album di tendenza. Prodotto da Herbie Mann, con cui Vitous ha suonato in album come “Memphis Underground” e “Stone Flute”, “Infinite Search” è un album superbo anche nel XXI secolo. Per coloro che sono interessati a scoprire gli inizi del jazz-rock fusion, questa registrazione è davvero cruciale. “Infinite Search” è il brillante esordio di un talento prodigioso!


Dinah WASHINGTON : Back to the Blues                                       €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 25189 barcode: 5060149622407
Prima della sua hit del 1959 “What a Difference a Day Makes”, quasi tutte le registrazioni di Dinah Washington, indipendentemente dallo stile, interessavano gli ascoltatori di jazz. Tuttavia, dopo il suo inaspettato successo nelle classifiche pop, la maggior parte delle sessioni dell’artista per Mercury e Roulette, durante gli ultimi quattro anni della sua vita, sono state piuttosto commerciali, con arrangiamenti più adatti ad un cantante country che ad una vocalista jazz, tanto da portarla a diventare quasi una parodia di se stessa. Fortunatamente, “Back to the Blues” del 1963 è un’eccezione. Si tratta di una raccolta in cui Washington torna alle sue radici blues, supportata da una big band jazz eccellente che comprende Eddie Chamblee e Illinois Jacquet al sax tenore, Billy Butler alla chitarra e Joe Newman alla tromba. Nei 12 brani blues di “Back to the Blues” l’impostazione della big band consente alla potenza ed alla verve del canto di Dinah Washington di emergere, offrendole la possibilità di confermarsi come una delle migliori delle cantanti blues di sempre


Ben WEBSTER : Live at Pio’s                                                           €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 2038 barcode: 5060149623442
“Live at Pio’s” ha immortalato un grande evento in un piccolo club. Si tratta di un concerto che Ben Webster ha tenuto in un minuscolo lounge bar nel Rhode Island in cui però la band del sassofonista ha dato vita ad uno spettacolo mozzafiato pieno di energia, concentrazione e mordente. Le tracce proposte da Webster sono brevi ed in questo modo Junior Mance (piano), Bob Cranshaw (basso) e Mickey Roker (batteria) garantiscono al sassofonista un accompagnamento ritmico superbo, spingendolo a fare alcuni dei suoi assoli più audaci del periodo. Ogni secondo di “Live at Pio’s” è pieno di un fuoco creativo che difficilmente è possibile ritrovare nelle altre registrazioni degli anni ’60 di questo artista. La tracklist di “Live at Pio’s” propone “Cookin For T”, “Gone with The Wind”, “Sunday”, “Pennies From Heaven”, “How Long Has This Been Going On” e “Sometimes I’m Happy”.


Ben WEBSTER : Atmosphere for Lovers and Thieves                    €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 30105 barcode: 5060149620588  Ascoltando “Atmosphere for Lovers and Thieves” si capisce che Ben Webster è un vero mago del sax tenore e che il suo approccio alle ballate è commovente e lirico. Mentre in brani romantici come “My Romance” (Richard Rodgers) e “What’s New” (Bob Haggart, Johnny Burke) è evidente un tono affannoso ed il fraseggio ampio, nel più muscoloso “Easy To Love” (Cole Porter) sono l’umorismo e lo swing a guadagnare il proscenio. “Autumn Leaves” (Joseph Kosma) rivela un grande Webster, capace di tenere perfettamente il tempo. “Stardust”, una melodia adorabile ma che può essere un freno per l’improvvisazione jazz, mostra che Webster è un vero maestro nella costruzione di ballate fluide e ben formulate. La traccia migliore è sicuramente “Blue Light” (Duke Ellington), diventata in seguito “Transbluency”. Gli assoli di Webster sono costruiti in modo impareggiabile e quello finale è un vero grido che proviene dal cuore. La formazione che accompagna il sassofonista gli fornisce un supporto eccellente e soprattutto gli permette di esprimersi in modo struggentemente romantico, ma in “Atmosphere for Lovers and Thieves” non c’è mai strazio, il polso è sempre forte e gli accompagnamenti ben si adattano al brillante e vigoroso sax del maestro.

Randy WESTON : African Cookbook                                              €.39,00
Pure Pleasure – LP: PP 1609 barcode: 5060149622308 Quando “African Cookbook” fu registrato nel 1964, nessuna etichetta era interessata a pubblicare la musica del pianista Randy Weston che produsse il disco con la sua piccola compagnia indipendente Bakton. Solo nel 1972, la Atlantic si decise a pubblicare le successive esibizioni. E’ sorprendente che nessuna casa discografica a metà degli anni ‘60 abbia voluto fare un contratto a Weston anche perchè brani come “Willie’s Tune” e “Berkshire Blues”, con la loro piacevole miscela bop ed i ritmi africani, avevano tutte le carte in regola per ottenere un buon successo. La tracklist del disco prevede tutti originali di Weston, tranne uno, con il trombettista Ray Copeland che si è occupato degli arrangiamenti. Insieme a Weston e Copeland ci sono il grande Booker Ervin (sax tenore) che regala eccelsi assoli, Vishnu Wood (basso), Lenny McBrowne (batteria) ed in tre tracce si aggiungono le percussioni di Big Black e di Sir Harold Murray. “African Cookbook” è un disco orecchiabile dai ritmi contagiosi!

Cassandra WILSON : Blue Light ‘Til Dawn                  2lp              €.59,00                  
Pure Pleasure – 2xLP: PP 81357 barcode: 5060149621424
Cassandra Wilson ha iniziato come cantante jazz, ma presto ha cercato l’ispirazione anche fuori da questo mondo, iniziando ad integrare nelle sue esibizioni gospel, blues e pop. “Blue Light ‘Til Dawn”, il primo album a registrare questo cambiamento artistico della vocalista americana, propone la dolcezza di “Come On in My Kitchen” e “Hellhound on My Trail” di Robert Johnson, il soul di “Children of the Night” di Thom Bell e Linda Creed il pop di “Tupelo Honey” di Van Morrison e l’intramontabile “You Don't Know What Love Is” firmata da Don Raye e Gene Depaul. Lavorando con un piccolo gruppo di inventivi jazzisti newyorkesi, il suono di “Blue Light ‘Til Dawn” è invitante ed intrigante, riuscendo a mettere insieme pezzi dalle estremità più disparate della musica popolare. “Blue Light ‘Til Dawn” è stato un grande successo perchè era, ed è ancora oggi, un disco unico in quanto racchiude l’energia incontenibile di chi, dopo aver fatto un balzo in avanti, sta scoprendo nuove forme espressive.


 

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Nat ADDERLEY : Don’t Look Back
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Chet BAKER : The Touch of Your Lips
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Chet BAKER : No Problem
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Chet BAKER : Daybreak
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Chet BAKER -This is Always
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Chet BAKER - Someday My Prince Will Come
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Chet BAKER & Paul BLEY - Diane

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Paul BLEY & Jesper LUNDGAARD -Live Again

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Joe BONNER - The Lost Melody
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Walt DICKERSON & Richard DAVIS -Divine Gemini

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Walt DICKERSON & Richard DAVIS -Tenderness

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Johnny DYANI - Afrika

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Teddy EDWARDS -Out of This World
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Boulou & Elios FERRE’ -Gypsy Dreams
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Boulou FERRE’- Nuages

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Boulou FERRE’- Confirmation
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Stan GETZ- Live at Montmartre
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Dexter GORDON - Something Different
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Dexter GORDON -Swiss Nights Vol. 1
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Dexter GORDON -Swiss Nights Vol. 2
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Dexter GORDON -Swiss Nights Vol. 3
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Dexter GORDON - Biting the Apple

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Bill HARDMAN : What’s Up
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Buck HILL  -Easy to Love
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Buck HILL - Impressions
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Shirley HORN -A Lazy Afternoon
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Shirley HORN - Violets for Your Furs
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Khan JAMAL -The Traveller
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Sam JONES -Visitation
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Clifford JORDAN -Firm Roots
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Clifford JORDAN- On Stage Vol. 1
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Duke JORDAN  -Flight to Denmark
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Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Duke JORDAN - Change a Pace

Steeplechase – LP: SCG 1135 barcode: 0716043113514
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Duke JORDAN - Duke’s Artistry
Steeplechase – LP: SCG 1103 barcode: 0716043110315
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Duke JORDAN - Wait and See
Steeplechase – LP: SCS 1211 barcode: 0716043121113
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Sheila JORDAN - Sheila
Steeplechase – LP: SCG 1081 barcode: 0716043108114
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Andy LaVERNE  - Frozen Music
Steeplechase – LP: SCS 1244 barcode: 0716043124411
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Joe LOCKE - Present Tense

Steeplechase – LP: SCLP 1257 barcode: 0716043125715
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


John McNEIL- Things We Did Last Summer
Steeplechase – LP: SCS 1231 barcode: 0716043123117
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


John McNEIL - Clean Sweep
Steeplechase – LP: SCG 1154 barcode: 0716043115419
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


John McNEIL-  I’ve got the World on a String
Steeplechase – LP – SCS 1183 barcode: 0716043118311
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Jim McNEELY -Winds of Change
Steeplechase – LP: SCS 1256 barcode: 0716043125616
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Tete MONTOLIU : Tete!
Steeplechase – LP: SCG 1029 barcode: 0716043102914
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Tete MONTOLIU : Catalonian Nights Vol. 1
Steeplechase – LP: SCG 1148 barcode: 0716043114818
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Tete MONTOLIU : Lush Life
Steeplechase – LP: SCS 1216 barcode: 0716043121618
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Niels-Henning ORSTED PEDERSEN : Double Bass
Steeplechase – LP: SCG 1055 barcode: 0716043105519
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Niels-Henning ORSTED PEDERSEN : Trio 1
Steeplechase – LP: SCG 1083 barcode: 0716043108312
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Niels-Henning ORSTED PEDERSEN : Dancing on the Tables
Steeplechase – LP: SCG 1125 barcode: 0716043112517
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Doug RANEY : Something’s Up
Steeplechase – LP: SCS 1235 barcode: 0716043123513
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Doug RANEY : Lazy Bird
Steeplechase – LP: SCLP 1200 barcode: 0716043120017
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Doug RANEY : Blue and White
Steeplechase – LP: SCG 1191 barcode: 0716043119110
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Doug RANEY : The Doug Raney Quintet
Steeplechase – LP: SCS 1249 barcode: 0716043124916
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Mike RICHMOND : On the Edge
Steeplechase – LP: SCS 1237 barcode: 0716043123711
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Bob ROCKWELL : On the Natch
Steeplechase – LP: SCS 1229 barcode: 0716043122912
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Red RODNEY : Red Giant
Steeplechase – LP: SCS 1233 barcode: 0716043123315
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Red RODNEY : Red Snapper
Steeplechase – LP: SCG 1252 barcode: 0716043125210
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 

 


Archie SHEPP & Horace PARLAN : Goin’ Home
Steeplechase – LP: SCG 1079 barcode: 0716043107919
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Archie SHEPP & Horace PARLAN : Trouble in Mind

Steeplechase – LP: SCG 1139 barcode: 0716043113910
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Archie SHEPP & Niels-Henning ORSTED PEDERSEN : Looking at Bird
Steeplechase – LP: SCG 1149 barcode: 0716043114917
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Archie SHEPP / Jasper VAN’T HOF : Mama Rose
Steeplechase – LP: SCG 1169 barcode: 0716043116911
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Louis SMITH : Prancin’
Steeplechase – LP: SCLP 1121 barcode: 0716043112111
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Monnette SUDLER : Brighter Days for You
Steeplechase – LP: SCG 1087 barcode: 0716043108718
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Idrees SULIEMAN / Horace PARLAN : Groovin’
Steeplechase – LP: SCG 1218 barcode: 0716043121816
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Melvin TAYLOR & THE SLACK BAND : Dirty Pool

Pure Pleasure – LP: PP 26088 barcode: 5060149623411
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Cedar WALTON : First Set
Steeplechase – LP: SCG 1085 barcode: 0716043108510
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Cedar WALTON : Second Set
Steeplechase – LP: SCG 1113 barcode: 0716043111312
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 

 


Cedar WALTON : Third Set
Steeplechase – LP: SCG 1179 barcode: 0716043117918
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


Ben WEBSTER : My Man
Steeplechase – LP: SCG 1008 barcode: 0716043100811
Audiophile edition – 180 gr. vinyl

 


Claude WILLIAMS : Call for the Fiddler
Steeplechase – LP: SCG 1051 barcode: 0716043105113
Audiophile edition – 180 gr. vinyl


La serie “Studio Konzert” di casa Neuklang propone dischi audiophile in vinile vergine da 180 gr., registrati in presa diretta completamente in analogico e presentati in edizione limitata e numerata in una elegante confezione. La sala di registrazione degli studi Bauer è un luogo che ha ispirato molti eccellenti musicisti che hanno avuto il privilegio di utilizzare lo splendido pianoforte da concerto Steinway & Sons D-274 con il quale Keith Jarrett interpretò alcune delle sue meravigliose melodie.

Telefona o invia un  e-mail per avere l'ultima offerta   0174 670100   Telefona o invia un  e-mail per avere l'ultima offerta  0174 670100  info@newaudio.it


KUSIMANTEN : Studio Konzert
Neuklang – CD: NLP 4243 barcode: 4012116424317   La serie “Studio Konzert” di casa Neuklang propone dischi audiophile in vinile vergine da 180 gr., registrati in presa diretta completamente in analogico e presentati in edizione limitata e numerata in una elegante confezione. La sala di registrazione degli studi Bauer è un luogo che ha ispirato molti eccellenti musicisti che hanno avuto il privilegio di utilizzare lo splendido pianoforte da concerto Steinway & Sons D-274 con il quale Keith Jarrett interpretò alcune delle sue meravigliose melodie. Il nuovo disco della prestigiosa serie ha come protagoniste Tamara Lukasheva (melodica, voce), Marie-Therese Haertel (viola, voce) e Susanne Paul (violoncello, voce), ossia la formazione Kusimanten. Con leggerezza sonora ed una spinta jazzrock, le Kusimanten uniscono folclore alpino ed est-europeo per creare composizioni dal gusto sperimentale. Al centro del disco c’è la voce mozzafiato della cantante ucuaina di Odessa, Tamara Lukasheva. Con contagioso entusiasmo il trio tutto al femminile propone un disco che celebra la bellezza della diversità

 

 

André WEISS feat. Ralph MOORE : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4238 barcode: 4012116423815
Uno stile rilassato, un virtuosismo concentrato ed un groove alla Oscar Peterson sono gli elementi che contraddistinguono il trio di André Weiss (pianoforte), composto da Jean-Philippe Wandle al basso e Dominik Raab alla batteria. Nel suo disco “Studio Konzert”, la formazione si è arricchitta della presenza del geniale Ralph Moore, da molti considerato uno dei più convincenti e particolari sassofonisti dei nostri giorni che ha suonato nella band di Horace Silver e J.J. Johnson e ha collaborato tra gli altri con Freddie Hubbard, Kenny Barron, Cedar Walton, Dizzy Gillespie, Oscar Peterson e molti altri ancora. Il pianista di Stoccarda André Weiss è uno dei migliori talenti del jazz moderno, con uno stile pieno di swing che inneggia alla bellezza, forza ed eleganza del jazz straight ahead. La base fortemente ritmata del nuovo capitolo della fortunata collana “Studio Konzert” è scandita dal bassista Jean-Philippe Wadle, eccellente interprete che ha collaborato con Dee Dee Bridgewater, Patti Austin e molti altri ancora. Poi c’è il talentuoso batterista Dominik Raab che possiede una tecnica eccellente ed uno swing perfetto, perfezionati in anni di lavoro al fianco di maestri come Don Braden, James Morrison e Tony Lakatos. Con Ralph Moore che spinge i musicisti verso una straordinaria omogeneità del suono, il quartetto regala al pubblico un concerto davvero speciale di musica jazz di ottima qualità.

 

CHOLET, MICHEL, ITHURSARRY : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4227 barcode: 4012116422719
Con una preparazione classica alle spalle, Jean-Christophe Cholet è attualmente considerato uno dei migliori pianisti francesi di musica jazz ed improvvisata, con uno stile variegato che mescola suggestioni appartenenti a vari generei musicali. Cholet è a capo di numerosi progetti e diverse formazioni e la sua discografia conta più di 20 album. Il pianista francese ha conosciuto Matthieu Michel (flicorno) circa vent’anni fa grazie alla Vienna Art Orchestra di cui Michel è membro e da quel momento collaborano regolarmente. In occasione del loro disco “Studio Konzert”, i due eccellenti musicisti hanno voluto al loro fianco il bravissimo fisarmonicista Didier Ithursarry, artista che ama mescolare la sua musica con altre forme d’arte come il teatro, la danza e fondere insieme generi musicali come come jazz, musica improvvisata e world music. L’idea alla base del disco è un programma ispirato alla musica dell’Atlantico, dalla Bretagna ai Paesi Baschi, un incredibile viaggio sonoro che comprende balli tipici e melodie popolari come banako, zortziko, fandango e mutxiko.

 

 

CHOLET, MICHEL, ITHURSARRY : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4227 barcode: 4012116422719
Con una preparazione classica alle spalle, Jean-Christophe Cholet è attualmente considerato uno dei migliori pianisti francesi di musica jazz ed improvvisata, con uno stile variegato che mescola suggestioni appartenenti a vari generei musicali. Cholet è a capo di numerosi progetti e diverse formazioni e la sua discografia conta più di 20 album. Il pianista francese ha conosciuto Matthieu Michel (flicorno) circa vent’anni fa grazie alla Vienna Art Orchestra di cui Michel è membro e da quel momento collaborano regolarmente. In occasione del loro disco “Studio Konzert”, i due eccellenti musicisti hanno voluto al loro fianco il bravissimo fisarmonicista Didier Ithursarry, artista che ama mescolare la sua musica con altre forme d’arte come il teatro, la danza e fondere insieme generi musicali come come jazz, musica improvvisata e world music. L’idea alla base del disco è un programma ispirato alla musica dell’Atlantico, dalla Bretagna ai Paesi Baschi, un incredibile viaggio sonoro che comprende balli tipici e melodie popolari come banako, zortziko, fandango e mutxiko.

 

Andreas DOMBERT : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4226 barcode: 4012116422610
Nel 2015 il chitarrista e compositore Andreas Dombert ha registrato il suo primo album in trio. Ottenuto il plauso di pubblico e critica ed una nomination al prestigioso Echo Jazz Award, la formazione, leggermente cambiata nel suo line up, è andata negli studi Bauer per realizzare un disco per la famosa serie “Studio Konzert”. Dombert ha scelto i suoi compagni molto attentamente: Henning Sievers al basso, artista rinomato a livello internazionale con uno stile davvero unico e Maximilian Breu alla batteria, pluripremiato musicista di Lipsia, noto per il suo stile avantgarde che spazia tra acustica ed elettronica. Come compositore Andreas Dombert offre una vasta gamma di sonorità meditative e sperimentali in uno stile versatile che unisce elementi jazz, classici e minimalisti per dare vita ad un mix che emana una calda malinconia ed un carisma unico nel suo genere. Il programma del disco “Studio Konzert” prevede composizioni tratte dagli ultimi due dischi di Dombert, pezzi che si muovono tra il minimalismo meditativo della chitarra e gli arrangiamenti complessi dell’album di debutto “35”. Ci sono poi alcuni vecchi lavori di Dombert in cui è già chiaramente riconoscibile il tocco unico dell’artista: una particolare sensibilità per le melodie, un pizzico di blues e tanto virtuosismo improvvisativo. Se Sievers e Breu sono garanzia di un perfetto equilibrio sonoro, l’eccellente ingegnere del suono Philipp Heck assicura all’album l’eccellenza di un suono pulito e naturale.


Tom BOURGEOIS : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4225 barcode: 4012116422511
Musicista jazz belga molto attivo anche a livello internazionale, Tom Bourgeois (sassofono, clarinetto basso) nel 2016 ha fondato il quartetto Murmures che oltre a lui vede impegnati gli eccellenti musicisti Thibault Dille (fisarmonica), Florent Jeunieaux (chitarra) e Lois Le Van (batteria). Nel 2018 la formazione ha pubblicato l’omonimo album “Murmures”, il primo progetto in cui Bourgeois appare nelle vesti di bandleader e compositore ed oggi casa Neuklang è lieta di proporne la superba versione in vinile. La combinazione di sassofono, chitarra, fisarmonica e voce crea un’atmosfera poetica ed idilliaca: in interazione o da soli, i quattro strumenti fluiscono dolcemente e ricordano i movimenti di un’anima umana. Sulla strada per trovarsi, gli artisti improvvisano ed alla fine entrano in perfetta armonia in un momento di totale unione. Melodica e calda allo stesso tempo, la musica composta da Bourgeois passa attraverso diverse fasi, proprio come l’uomo nella sua vita. Ascoltando il vinile “Studio Konzert” ci si rende conto che il quartetto Murmures è davvero molto affiatato e che Lois Le Van, Thibault Dille e Florent Jeunieaux, con i loro stili fortemente definiti, esaltano al meglio le composizioni di leader.


Philipp WEISS & Walter LANG : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4223 barcode: 4012116422313
Chi conosce il vocalista Philipp Weiss ed il pianista e compositore Walter Lang sa che si dedicano da sempre al jazz, tuttavia nel loro ultimo progetto per la serie “Studio Konzert”, i due artisti hanno aggiunto, come contraltare al jazz, la musica classica. Il concerto registrato negli studi Bauer si chiama “Dark Licht” ed è un omaggio al compositore tedesco del periodo romantico Robert Schumann (1810-1856). Il noto pianista inglese Gerald Moore (1899-1987), riteneva che le canzoni del periodo romantico emanassero tutta la loro bellezza solo se suonate in un’atmosfera intima e ristretta. Questo vale anche per i pezzi dal gusto romantico di Peter Weiss e Walter Lange e la sala di registrazione Bauer è stato il luogo perfetto in cui immortalare la loro struggente bellezza. Il risultato finale è un disco toccante ed introspettivo in cui emergono la straordinaria intensità della voce di Philipp Weiss e tutto il talento compositivo e di pianista di Walter Lang.
 

Alexandra LEHMLER : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4221 barcode: 4012116422115
L’ultimo disco della serie di casa Neukland vede come protagonista l’eccellente sassofonista jazz tedesca Alexandra Lehmler insieme a Matthias Debus (contrabbasso), Franck Tortiller (vibrafono) e Patrice Heral (batteria). Il disco della formazione è un interessante mix di melodie orecchiabili e ritmi compatti con tanta energia ed estasianti assolo, un album fatto di suggestioni, groove ed elegante swing in cui gli spazi armonici si liquefanno per aprire la strada al suono del sax della Lehmler. Il jazz è musica personale e questa nuova uscita della serie “Studio Konzert” è una riflessione sulla personalità musicale di Alexandra Lehmler: ardente, energica, versatile, legata con tutto il cuore alla sensualità del groove e della melodia in un modo davvero molto contemporaneo.

 


BLACK PROJECT : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4212 barcode: 4012116421217
Il nuovo disco della serie ha come protagonista il sestetto tedesco Black Project, una band che definire fusion è molto limitativo. L'originale formazione propone un interessante mix dal gusto jazz i cui ingredienti principali sono un immancabile timbro nero, un pizzico di blues, una buona dose di schiettezza alla Hendrix ed un'immensa libertà creativa del tipo che si trova in "Bitches Brew" di Miles Davis, a cui va aggiunta una strumentazione esotica che comprende mandolino, banjo, steel pedal guitar e vari rumori. Tutti i membri della formazione - Johannes Stange (tromba, flicorno, trombone), Joerg Teichert (chitarra, banjo, mandolino), Jo Ambros (chitarra, pedal steel guitar, banjo), Konrad Hinsken (Fender Rhodes), Matthias Debus (contrabbasso, chitarra) e Christian Huber (batteria, percussioni) - sono uniti da comuni esperienze musicali che sono state cristallizzate all'interno delle composizioni originali che propone la tracklist del disco. "Studio Konzert" dei Black Project è un disco pieno di atmosfere diverse e tutte ugualmente intense.
 

SIRIUS QUARTET : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4210 barcode: 4012116421019
Il Sirius Quartet, composto da rinomati musicisti dell'ambito della musica contemporanea internazionale, ossia Fung Chern Hwei (violino), Gregor Huebner (violino), Ron Lawrence (viola) e Jeremy Harman (violoncello), propone un repertorio incredibilmente fresco con un fuoco improvvisativo, una precisione ed un'energia pura che è raro trovare. Etichette come 'new music' non rendono sicuramente giustizia all'approccio progressivo della formazione tedesca. Dal loro album di debutto per l'etichetta newyorkese Knitting Factory, il quartetto si è esibito in alcuni dei festival più importanti al mondo come il Beijing Music Festival, la Triennale di Music di Colonia, lo Stuttgart Jazz Festival, il Taichung Jazz Fest di Taiwan e molti altri ancora. In occasione del loro album per la prestigiosa serie "Studio Konzert", i 4 musicisti hanno interpretato arrangiamenti di composizioni dei Beatles, dei Radiohead e di Ann Peebles, oltre ad alcuni loro audaci originali che dimostrano il permanente sforzo innovativo della formazione. Avanzate tecniche musicali, accattivanti improvvisazioni e groove irresistibili prendono forma anche nelle canzoni pop che pure trovano la loro giusta collocazione in questo affascinante viaggio musicale.
 

 

Jens DUPPE : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4204 barcode: 4012116420418
Jens Duppe è un eccellente batterista e compositore tedesco, uno spirito fine e libero che sa dare forma alle proprie fantasie per poi interpretarle con altrettanta eleganza. Grazie alla sua apertura artistica, Duppe è descritto dai media tedeschi come «uno dei rappresentanti più innovativi della musica improvvisata di questo paese». Come batterista e compositore jazz trae ispirazione da leggende come Albert Mangelsdorff e Kenny Werner. In occasione del suo disco “Studio Konzert”, Duppe (batteria) ha voluto al suo fianco Frederik Koster (tromba), Lars Duppler (Steinway a coda, Fender Rhodes) e Christian Ramond (contrabbasso), tutti eccellenti musicisti con cui il batterista collabora da molto tempo. Si tratta di artisti che nel corso delle loro pluriennali carriere hanno sviluppato una varietà di sonorità molto personali che Duppe ha tenuto in forte considerazione già nella fase compositiva. Premiato con il WDR Jazzpreis nel 2019, nella categoria improvvisazione, Jens Duppe è stato descritto dalla giuria come un «batterista completo» che si distingue nel suo design ritmico sia in piccoli ensemble che in grandi bigband. “Studio Konzert” è un disco caratterizzato da un suono inconfondibile che è il risultato di un ottimo lavoro compositivo e di un’eccellente armonia interpretativa che si sviluppa quando si portano sul palco quattro straordinari musicisti che suonano insieme da quasi dieci anni.
 

MAX CLOUTH CLAN : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4203 barcode: 4012116420319
Con una nuova ed accattivante veste grafica, il nuovo volume della serie di casa Neuklang è dedicato agli evocativi paesaggi musicali della formazione capitanata da Max Clouth (chitarre) e composta da Martin Standke (batteria), Markus Wach (contrabbasso), Andrey Shabashev (pianoforte a coda), Michael Makarov (violino), Leana Alkema (violoncello) e Kabuki aka Jan Hennig (sintetizzatore modulare). Al centro dell’album ci sono le note della ‘Lotus guitar’ di Clouth, una chitarra a due colli, uno con e l’altro senza tasti con corde simpatiche aggiuntive, che il musicista si è fatto costruire appositamente per lui. Attraverso il suo strumento personalizzato, che Clouth suona nel disco oltre ad una tradizionale chitarra semiacustica, l’artista riesce ad avvicinarsi all’estetica di un sarod indiano o di un oud arabo. Clouth ha un’idea di jazz che ricorda il jazzrock ruvido e non pretenzioso degli anni ’70 e tra le sue fonti d’ispirazione cita John McLaughlin e la sua Mahavishnu Orchestra, oltre a Embryo, Jimi Hendrix ed i Pink Floyd dei primi tempi, quelli più sperimentali. Dice Max Clouth: « Anche a quindici anni ero affascinato dalla musica concettuale con una sorta di storia che collegasse l’intero album». Con tutti originali firmati da Max Clouth, “Studio Konzert” è un disco intenso che trasporta l’ascoltatore in un affascinante viaggio capace di risvegliare in lui ricordi ed emozioni.
 

 

Vladyslav SENDECKI & ATOM STRING QUARTET : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4202 barcode: 4012116420210
L’ultimo nato della serie “Studio Konzert” vede la collaborazione di un pianista eccellente con un quartetto davvero unico nel suo genere. Vladyslav Sendecki è uno dei pianisti più creativi dei nostri giorni, un musicista per cui «la musica ha sempre significato libertà. Libertà e scambio di pensieri ed emozioni, con il pubblico, con altri musicisti e tra lo strumento e me stesso». Nel 1981, Sendecki cedette alla sua passione musicale ed emigrò prima in Svizzera e poi in Germania, entrando in questo modo nel mondo jazz. Da quel momento è iniziata la sua strepitosa carriera che lo ha visto sul palco al fianco di grandi musicisti come Joe Henderson, Lenny White, Marcus Miller, Randy e Michael Brecker, Jaco Pastorius, Billy Cobham, Till Bronner e Klaus Doldinger, solo per citarne alcuni. Dal 1996 è membro permanente della famosa NDR Big Band, ma nonostante il suo successo internazionale ed il suo attaccamento alla Germania che lo ha accolto, Vladyslav Sendecki non può e non vuole rinnegare le sue radici polacche così come il suo amore per la musica classica. Con la sua creatività ha scelto di abbattere quelle barriere artificiali che separano virtualmente jazz e musica classica, creandosi uno stile interpretativo e compositivo del tutto originale. Il suo
amore per la musica che considera un collante globale sia a livello sociale che culturale, è alla base anche del suo ruolo di direttore artistico dello Star Jazz Festival. L’Atom String Quartet è indiscutibilmente uno dei quartetti d’archi più affascinanti al mondo ed una delle migliori formazioni polacche. Usando strumenti di un ensemble di musica da camera (Dawid Lubowicz e Mateusz Smoczynski ai violini, Michał Zaborski alla viola e Krzysztof Lenczowski al violoncello) e con le radici ben piantate nella musica classica, il quartetto ha inaugurato nuovi orizzonti artistici in termini di suoni e strutture. La loro musica è molto più che un ponte tra jazz e musica classica in quanto unisce melodie popolari polacche, suggestioni etniche appartenenti a diversi paesi del mondo e composizioni appartenenti all’ambito contemporaneo. L’ultima uscita della serie “Studio Konzert” è un viaggio appassionante tra popoli e culture che dimostra come per la musica non esistano barriere.
 

Tobias BECKER / Cherry GEHRING : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4201 barcode: 4012116420111
Il nuovo disco della prestigiosa serie è proposto da Tobias Becker insieme alla sua bigband, formazione che riunisce alcuni dei migliori jazzisti di Germania, Austria e Svizzera. Il grande ensemble ed il suo direttore hanno già registrato un vinile "Studio Konzert" nel 2014, ma nell'ultimo progetto propongono un programma del tutto nuovo la cui la parola d'ordine è groove. Un'altra particolarità che riguarda questa registrazione è la presenza, come ospite, del tastierista Cherry Gehring, artista famoso per aver fatto parte della band Pur ed apprezzato anche come comico. Gehring affianca la vocalista della bigband Verena Nuebel, aggiungendo al soul della voce di lei una buona dose di groove ed eleganza. Coloro che amano le bigband jazz, ma anche i fan di Stevie Wonder, Tower of Power e Chaka Kahn non possono perdersi questo splendido Lp in cui Tobias Becker ha rielaborato alcune delle sue hit più apprezzate, garantendo all'ascoltatore una serata di ottima musica.
 

 

VARIOUS : Studio Konzert – Jubilee Edition 2013-2018
Neuklang – 2xLP: NLP 4200 barcode: 4012116420012
Sono passati 5 anni da quando all'amministratrice dell'etichetta tedesca Eva-Bauer-Oppelland ed all'ingegnere del suono Philipp Heck è venuta l'idea di organizzare dei concerti con pubblico nei prestigiosi Bauer Studios di Ludwigsburg in cui erano a disposizione degli addetti un eccellente equipaggiamento analogico con una console Neve ed un registratore a nastro Studer. Eva-Bauer-Oppelland, Reiner Oppelland e Johannes Wohlleben fanno parte di una generazione che ha usato per molti anni l'attrezzattura analogica ed oggi sono in grado di trasmetterne i segreti più intimi. E' così è nata la serie Studio Konzert che propone dischi audiophile in vinile vergine da 180 gr., registrati in presa diretta completamente in analogico e presentati in edizione limitata e numerata in una elegante confezione: ad oggi sono 35 i concerti immortalati in queste preziose registrazioni. A celebrazione del quinto anniversario dalla nascita della prestigiosa serie, casa Bauer propone "Studio Konzert - Jubilee Edition 2013-2018", un sampler esclusivo composto da due vinili contenenti alcune registrazioni mai pubblicate prima d'ora. I due dischi offrono una panoramica affascinante sulla vastità della gamma musicale offerta dai diversi concerti della serie. Per creare un buon collegamento tra le tracce dei vari concerti che hanno line-up diversi, è stato necessario utilizzare una complessa tecnica di masterizzazione analogica che garantisce che il suono del mix live sia perfettamente preservato. "Studio Konzert - Jubilee Edition 2013-2018" è il modo perfetto per festeggiare il quinto anniversario della serie e per prepararsi alla celebrazione, nel 2019, dei 70 anni dell'etichetta!
 

Antonio CUADROS DE BEJAR & LATIN AFFAIRS : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4193 barcode: 4012116419313
Il nuovo volume della serie vede come protagonisti Antonio Cuadros De Bejar (chitarra), uno dei musicisti jazz e latin più apprezzati della scena musicale di Stoccarda e la formazione Latin Affairs composta da Andi Maile (sax tenore), Joe Gallardo (trombone), Christoph Dangelmaier (basso, ukulele basso) e Daniel Messina (batteria). Nato in Bolivia, Antonio Cuadros De Bejar ha iniziato il suo viaggio musicale nel 1990 che lo ha portato ad attraversare l'America e L'Europa portando sempre con sé un carico molto speciale: l'antico patrimonio musicale della sua terra natale. Questo percorso artistico si è arricchito di suggestioni provenienti da varie tradizioni e la sua chitarra è influenzata da artisti come George Benson e Pat Martino. "Studio Konzert", registrato nei famosi studi Bauer il 13 febbraio del 2018 da Philipp Heck, propone sei originali firmati dal chitarrista boliviano. In "Studio Konzert" Antonio Cuadros De Bejar ed i Latin Affairs mettono in luce l'ampio spettro del latin jazz, dimostrando che non esistono confini fissi per questo genere: mambo, cha-cha-cha, bolero e son si fondono perfettamente con swing, funk e jazz ballad.

 

DONAUWELLENREITER : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4188 barcode: 4012116418811
A varcare la soglia degli imponenti Bauer Studios questa volta tocca ai Donauwellenreiter, ossia Thomas Castaneda (Steinway grand piano), Maria Craffonara (violino, voce), Lukas Lauermann (violoncello) e Joerg Mikula (batteria), una delle formazioni austriache più inusuali ed innovative del momento. Il loro disco "Studio Konzert" propone otto brani composti dai vari membri della band ed arrangiati in gran parte daThomas Castaneda che è il fondatore e mastermind del gruppo. Si tratta di composizioni con una forte componente poetica in cui la parte musicale è un affascinante mix di folk, pop, minimalismo, jazz e classica, reso ancora più accattivante dalla voce sensuale della violinista Craffonara. Ancora una volta casa Neuklang propone al suo pubblico un viaggio nel suono veramente da non perdere.
 

Tobias MEINHART : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4187 barcode: 4012116418712
La rivista tedesca Jazz Thing ha definito Tobias Meinhart 'uno dei più grandi talenti tedeschi del sax tenore'. Dopo la fine del suo tour del 2015, il sassofonista tedesco, residente a New York dal 2010, ha deciso di registrare un concerto live presso i prestigiosi Bauer Studios di Ludwigsburg ed il risultato di questo progetto è l'album "Studio Konzert". Il tema concettuale del disco è il potere spirituale della musica che si palesa quando i musicisti suonano senza porsi alcun tipo di barriere mentali. Raggiungere questo spontaneo flusso artistico quanto più spesso si riesca, è lo scopo della band di Tobias Meinhart (sax soprano e tenore), composta da Phil Donkin (contrabbasso), Jesse Simpson (batteria) e Yago Vazquez (Fender Rhodes, Steinway grand piano) a cui si è aggiunta la mentore di lunga data di Meinhart, la pluripremiata trombettista Ingrid Jensen. La musica del quintetto è rilassata, disinvolta e convince. In "Studio Konzert" è possibile ascoltare una band che non ha paura di mettersi alla prova con una registrazione diretta il cui puro suono analogico è stato curato da Johannes Wohlleben.

Olivia TRUMMER : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4186 barcode: 4012116418613
Nel suo nuovo album per la serie "Studio Konzert", la giovane e talentuosa pianista tedesca Olivia Trummer suona il grande piano Fender Rhodes e canta. Il concerto, registrato dal vivo nei Bauer Studios di Ludwigsburg nel novembre del 2017, è la dimostrazione della bravura di un'interprete in ottima forma artistica, che canta e suona in modo ispirato ed espressivo senza sbavature o imprecisioni. L'album propone composizioni originali della musicista oltre a splendide interpretazioni di note canzoni pop e standard jazz. Gli arrangiamenti dell'album sono brillanti, armoniosi e ben studiati, ma sempre molto spontanei. Con la sua fresca interpretazione, Trummer trasforma "You are the Sunshine of My Life" di Stevie Wonder in qualcosa di nuovo, mentre quando si tratta dei suoi "Sharing My Heart" e "Fly Now", dai suoi album precedenti, la versione in assolo li rende ancora più profondi ed intensi. Il lato B del disco si chiude con le interpretazioni di due pezzi dalla suite "Children's Corner" di Claude Debussy: un momento speciale e sicuramente anticonvenzionale che riconferma, semmai ce ne fosse bisogno, l'originalità assoluta di questa musicista. Registrando utilizzando microfoni di altissima qualità e mixato dal vivo da Philipp Heck, "Studio Konzert" di Olivia Trummer garantisce una grande esperienza di ascolto.

Martin SASSE : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4178 barcode: 4012116417814
Martin Sasse è un pianista tedesco conosciuto a livello internazionale e particolarmente apprezzato in Giappone ed America. Con alle spalle collaborazioni con grandi artisti come Sting, il chitarrista Philip Catherine ed il leggendario sassofonista Steve Grossman, Martin Sasse è stato definito dalla stampa internazionale il 'Wunderkind europeo' ed è attualmente considerato uno dei migliori pianisti del vecchio continente. Il 30 agosto del 2017, Martin Sasse (pianoforte a coda), Martin Gjakonovski (contrabbasso) e Klemens Marktl (batteria), hanno registrato negli studi Bauer, in puro analogico, il loro personale contributo alla serie "Studio Konzert", un album contenente 5 originali di Sasse ed uno di Gjakonovski. Il lato A del disco si apre con lo swing di "New York Spirit" che omaggia il più importante palcoscenico jazz al mondo, continua con "Blues for P.B.", uno splendido brano dedicato al chitarrista Peter Bernstein e si chiude con la ballata "New Perspective". Il lato B inizia con il ritmo di "Groovy Waltz", prosegue con "Bruno's Birthday Blues" di Gjakonovski e termina con "Blues for John", un raffinato omaggio di Sasse a John Coltrane. Dice Martin Sasse del suo progetto in trio: "è un album traboccante di gioia di suonare, di reciproca ispirazione e pieno di creatività, registrato da Philip Heck, un formidabile ingegnere del suono. Le sonorità sono esattamente quelle che ci si aspettano da un trio jazz moderno: aperte, dirette, precise e jazzy...".

SHALOSH : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4176 barcode: 4012116417616
La serie “Studio Konzert” di casa Neuklang propone dischi audiophile in vinile vergine da 180 gr., registrati in presa diretta completamente in analogico e presentati in edizione limitata e numerata in una elegante confezione. La sala di registrazione degli studi Bauer è un luogo che ha ispirato molti eccellenti musicisti che hanno avuto il privilegio di utilizzare lo splendido pianoforte da concerto Steinway & Sons D-274 con il quale Keith Jarrett interpretò alcune delle sue meravigliose melodie. Dagli intenditori, Shalosh, che significa tre, è considerata una delle band più promettenti dell’attuale scena jazz. Nonostante la tipica formazione jazz che comprende Gadi Stern al grande piano, David Michaeli al contrabbasso e Matan Assayag alla batteria e le profonde radici nell musica jazz, Shalosh propone paesaggi sonori che mescolano rock, elettronica, musica africana e mediorientale. “Studio Konzert” è un disco accattivante, toccante, intenso ed appassionante. L’atmosfera live con il pubblico in visibilio ed il leggendario pianoforte Steinway hanno messo il trio nelle condizioni ottimali per suonare interpretazioni potenti, anche di brani che i musicisti hanno suonato centinaia di altre volte.

Ryan CARNIAUX : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4172 barcode: 4012116417210
La prima volta del trombettista americano Ryan Carniaux agli studi Bauer fu nel 2015 come sideman di Johannes Mossinger. Oggi Carniaux propone il suo personale progetto "Studio Konzert" che ha preso forma durante il tour del 2017 al fianco del leggendario batterista Rakalam Bob Moses con il quale aveva pubblicato l'album "Opportunity for Unity". Considerata la perfetta sintonia che si era creata tra loro, durante il tour ad entrambi venne la voglia di registrare della nuova musica con un ensemble più grande, negli studi Bauer. Insieme a Plume (sax alto), Mike Roelofs (piano), Demian Caboud (basso) e Samuel Duhsler (batteria), Carniaux (tromba) e Moses (batteria, percussioni) offrono le interpretazioni di tre loro originali, oltre a "Fatherhood" di Tisziji e di "Sometimes it Snows in April" di Prince. Il risultato finale è un album registrato dal vivo dell'eccellente ingegnere del suono Adrian von Ripka che si è trovato a lavorare con un ensemble di maestri dell'improvvisazione che propongono all'ascoltatore un jazz moderno e melodico.

Wolfgang LACKERSCHMID : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4168 barcode: 4012116416817
Il nuovo volume "Studio Konzert" è dedicato all'eccellente vibrafonista tedesco Wolfgang Lackerschmid, la cui carriera è da sempre caratterizzata da un profondo amore per la musica brasiliana. Sia nel suo periodo americano che in quello europeo, Lackerschmid ha collaborato con alcuni grandi nomi della musica jazz brasiliana e latina come Romero Lubambo, Claudio Roditi e Paquito D'Rivera, oltre ad aver lungamente collaborato con il mai dimenticato Chet Baker. Nel progetto "Studio Konzert", il vibrafonista è affiancato dal Brazilian Trio formato dal pianista Helio Alves, dal batterista Duduka Da Fonseca e dal bassista Nilson Matts. Con 3 originali di Lackerschmid, due di Da Fonseca ed un brano scritto da Attila Zoller, "Studio Konzert" è un album straordinario che mette insieme suggestioni letterarie brasiliane, esecuzioni mozzafiato, incredibili schemi ritmici e le infinite sfumature del vibrafono. Grazie al prezioso lavoro dell'ingegnere del suono Johannes Wohlleben che ha immortalato live in presa diretta il concerto, catturandone l'affascinante atmosfera brasiliana, il nuovo disco di Wolfgang Lackerschmid è un album intenso, ricco della passionalità tipica dei paesi latini.

JUARENA RUF PROJECT : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4167 barcode: 4012116416718
Raul Juarena, da Astor Piazzola definito uno dei più significativi esponenti del tango nuevo, suona da più di 19 anni in duetto con il clarinettista e direttore d'orchetra Bernd Ruf. Il nuovo volume della serie "Studio Konzert" propone lo splendido concerto che i due musicisti hanno tenuto nei famosi studi di Ludwigsburg in cui hanno raccontato storie poetiche e sensuali con i loro strumenti che parlano di vita e di morte, di amicizia e separazioni. La track listing dell'album è molto variegata e propone gioiose milonghe di Anibal Troilos, canzoni di Carlos Gardel, la "Cumparsita", meravigliosi esempi di tango nuevo oltre a liriche composizioni di Raul Jaurena. Toni dolci, coinvolgenti e malinconici si alternano in un mix di tango, musica classica, klezmer ed improvvisazione, una fusione che arriva direttamente all'anima di chi ascolta. A rendere il tutto veramente speciale ci sono i brevi aneddoti di Bernd Ruf su ciascun brano che trasformano la serata in un evento molto emozionante. Registrato da Philpp Heck in presa diretta con l'ausilio di eccellenti microfoni, "Studio Konzert" del Jaurena Ruf Project è un album che gli amanti del tango nuevo non dovrebbero lasciarsi scappare.

KAMA QUARTET : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4164 barcode: 4012116416411
A due anni dalla sua prima esperienza negli studi Bauer, il quartetto KAMA, ossia Katharina Maschmeyer (sax tenore e soprano), Nils Pollheide (chitarra elettrica e acustica, e-bass), Philipp Rüttgers (tastiere, sintetizzatore, pianoforte) e Jens Otto (batteria), a cui si è aggiunto lo straordinario percussionista Nippy Noya, è ritornato a Ludwigsburg per un nuovo progetto. Il concerto proposto nell'ultimo volume "Studio Konzert" è una vera sfida: una nuova interpretazione della complessa suite "A Love Supreme" di John Coltrane, già proposta dal KAMA Quartet nell'album di studio "A Love Supreme / Universal Tone" sempre pubblicato da casa Neuklang. Questa volta però la registrazione non prevede postproduzione: il flusso sonoro è immortalato live in presa diretta dall'eccellente ingegnere del suono Philipp Heck con uno Studer A 820 e con sofisticati microfoni che ne garantiscono l'eccellente qualità audio. Già dalle prime note di "Studio Konzert" si rimane colpiti dalla straordinaria professionalità dei cinque artisti che dimostrano una grande preparazione tecnica e soprattutto, quello che fa la differenza, un'incredibile sensibilità musicale che permette loro di immergersi totalmente nell'opera di Coltrane senza correre il rischio di proporne l'ennesima banale interpretazione.

FOAIE VERDE : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4163 barcode: 4012116416312
In rumeno Foaie Verde significa 'foglia verde', ma è allo stesso tempo un'espressione usata per indicare estasi, turbamento e sorpresa. "Studio Konzert", il nuovo disco della formazione, rispecchia perfettamente il nome della band: vivace, potente e carico di emozioni, si tratta di un progetto che coinvolge l'ascoltatore, regalandogli un'esperienza sonora di altissimo livello che scandaglia tante e diverse espressioni musicali, trasportandolo in un vortice estatico di toni e suoni che garantisce una riserva di energia a cui attingere nei momenti più noiosi della giornata. Nel corso del concerto i Foaie Verde propongono un'enorme varietà di tempi, ritmi e colori tonali. Da una parte ci sono le progressioni melodiche complesse e velocissime, ma sempre precise, dei due violini suonati da Sebastian Klein e Felix Borel e dall'altra il bayan delicatamente ondeggiante di Vladimir Trenin. Alla struttura ritmica ed armonica di base ci pensano gli eccellenti Frank Wekenmann alla chitarra e Veit Hubner al basso. La cantante, Katalin Horvath, interpreta le canzoni tradizionali in uno stile veramente unico, avvicinando il pubblico ai pezzi attraverso brevi spiegazioni dei testi. Appassionato, elegiaco e malinconico, la nuova uscita della serie "Studio Konzert" è un disco che, grazie all'eccellente qualità della registrazione, regala all'ascoltatore una serata di grande musica.

Chris GALL / Bernard SCHIMPELSBERGER : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4157 barcode: 4012116415711
Il nuovo Lp della serie "Studio Konzert" propone una formazione davvero insolita che vede insieme pianoforte e percussioni. All'inizio della loro carriera il pianista Chris Gall ed il percussionista Bernhard Schimpelsberger facevano parte della band Taalism, ma poi le loro strade si sono separate: mentre Schimpelsberger si immergeva sempre più profondamente nel mondo del ritmo indiano collaborando con musicisti come Anoushka Shankar e Akram Khan, Chris Gall scelse la strada più pagana e terrena del jazz-rock che lo ha portato ad essere ospite durante i tour di importanti formazioni come i Quadro Nuevo. L'occasione per ricominciare a collaborare si è presentata con il progetto del nuovo disco registrato nei prestigiosi Bauer Studios. L'insolito line-up del vinile "Studio Konzert" permette ai due musicisti di interagire molto velocemente, abbandonando i soliti ruoli dei loro strumenti per sperimentare nuove possibilità. In questo modo il pianoforte, solitamente strumento melodico ed armonico, si trasforma in uno strumento del ritmo facendo propri i groove delle percussioni, mentre Schimpelsberger, utilizzando strumenti a percussione molto particolari come la garrapata, crea la melodia dei brani. In questo modo la magia è fatta: si creano una simbiosi affascinante ed un dialogo appassionante che tocca jazz, minimal music e world music. "Studio Konzert"
è un concerto all'insegna del ritmo, in cui la poesia e la pluridimensionalità della musica indiana si fonde con gli elementi del jazz.

MEYERS NACHTCAFE‘ : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4156 barcode: 4012116415612
Il nuovo Lp della prestigiosa collana è dedicato a Christian Meyers, da molti ritenuto uno dei migliori trombettisti tedeschi. Nel suo elegante ensemble Meyers Nachtcafé, il musicista tedesco di stanza a Berlino ha messo insieme alcuni eccellenti musicisti di Stoccarda, ossia Martin Johnson (Rhodes), Ruediger Nass (chitarra), Alex Uhl (basso) ed Eckhard Stromer (batteria). Sull'esempio della band di Roy Hargrove, la Rh Factor, Meyers Nachtcafé miscela elementi appartenenti a jazz, hip-hop e soul. La musica di "Studio Konzert" arriva direttamente all'anima dell'ascoltatore: nelle interessanti ballate dal gusto lounge, Christian Meyers al flicorno dà vita a meravigliose sonorità fluttuanti e profondamente malinconiche che colpiscono con il loro fascino raffinato. Ascoltare la Meyers Nachtcafé è sempre un piacere, specialmente negli spettacoli dal vivo in cui è possibile godere pienamente dell'energia che scaturisce dall'interazione dei musicisti. "Studio Konzert" offre la splendida registrazione live, curata dal sound engineer Johannes Wohlleben che aveva già registrato due album con Meyers sempre per l'etichetta Neuklang, di un coinvolgente concerto live che è stato immortalato in puro analogico e senza aggiungere elaborazioni durante la fase di postproduzione.

Maria JOAO : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4153 barcode: 4012116415315
La prestigiosa serie di casa Neuklang si arricchisce di un nuovo volume dedicato alla strepitosa cantante portoghese Maria Joao ed alla sua band Ogre. Mettere la musica di Maria Joao in una categoria è un'impresa impossibile, visto che spazia tra vari generi musicali come avanguardia, jazz, musica latino-americana e musica popolare portoghese. La prima volta di Maria Joao negli studi Bauer fu nel 1991, con il Grupo Cal Viva, per ritornarvi, 25 anni dopo, nell'aprile del 2016, per registrare il suo nuovo progetto in vinile "Studio Konzert". Con la sua formazione Ogre che comprende Joao Farinha al Fender Rhodes ed André Nascimento al laptop e sequencer, Maria Joao dimostra di avere un'estensione vocale impressionante. Nel lato A il disco "Studio Konzert" propone alcune canzoni contenute in "Plastic", l'ultimo album di studio della vocalista portoghese, mentre il lato B presenta delle suggestive trasposizioni musicali di alcune opere di William Shakespeare. Il risultato è un lavoro originale e stimolante che mette insieme musica contemporanea e letteratura.

Raphael SCHWAB & Julien SORO : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4152 barcode: 4012116415216
Dopo due album insieme, "Schwab Soro"e "Volons!", il bassista Raphael Schwab ed il sassofonista Julien Soro hanno registrato il loro primo concerto live nei Bauer Studios, offerto al pubblico dall'etichetta tedesca in versione Lp. La trackinglist di "Studio Konzert" propone alcuni brani tratti dai precedenti album dei due musicisti, oltre a splendidi standard jazz di maestri come Thelonious Monk, Miles Davis e Fats Waller, arrangiati ed interpretati in maniera eccellente da Schwab (sassofono) e Soro (contrabbasso). La nuova uscita della serie "Studio Konzert" di casa Neuklang è un'intensa conversazione tra due musicisti straordinari che aggiungono un nuovo ed importante tassello alla loro proficua collaborazione artistica.

Hanna SCHYBAYEVA : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4151 barcode: 4012116415117
A causa di un forte bisogno di perfezione, solitamente i pianisti classici non amano tenere concerti dal vivo. Tuttavia, non appena la pianista bielorussa Hanna Shybayeva ha sentito parlare della serie “Studio Konzert” di casa Bauer, non ha resistito alla voglia di vivere questa esperienza ed il 29 febbraio del 2016, nei prestigiosi studi di Ludwigsburg ha registrato il suo concerto. Come prima musicista classica a tenere un concerto negli studi Bauer, Hanna Shybayeva ha suonato uno Steinway Grand Piano, con il quale ha proposto un programma straordinario che tocca vari periodi musicali con interpretazioni di opere di Claude Debussy, Frédéric Chopin, George Gershwin, Nicolaj Kapustin, Domenico Scarlatti e François Couperin. Nel prezioso vinile “Studio Konzert”, Shybayeva dimostra di essere una pianista di grande talento, affascinante sia per il modo originale di suonare intramontabili classici che per la sua energia contagiosa.

Johannes MOSSINGER / NEW YORK QUARTET : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4135 barcode: 4012116413519 Euro 16.90
Nel 2015, durante le giornate dedicate al jazz a Ludwigsburg, Germania, il pianista jazz Johannes Mössinger ed il suo New York Quartet hanno registrato un bellissimo concerto presso gli studi Bauer che ora l'etichetta propone su vinile. Insieme alle tre star della scena jazz di newyorkese Ryan Carniaux (tromba), Calvin Jones (contrabbasso) e Karl Latham (percussioni), Mössinger presenta in questo vinile non solo ballate liriche e splendide composizioni, ma anche interessanti brani free jazz dai ritmi impulsivi. Il quartetto offre al pubblico musica accattivante, intensa, profondamente ispirata, suonata con un elevato livello tecnico. Con un entusiasmo contagioso, un impressionante talento nell'improvvisazione ed una coordinazione incredibile tra i musicisti, in "Studio Konzert" Johannes Mössinger ed il suo New York Quartet propongono sonorità uniche che invitano gli ascoltatori ad intraprendere un viaggio attraverso mondi sonori multidimensionali.
 

 

 

Richie BEIRACH : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4134 barcode: 4012116413410
Richie Beirach frequentò gli studi della Bauer, di Ludwigsburg, in Germania, già negli anni ’70 per la registrazione di alcuni dei suoi primi album da solista. Nell’ottobre del 2015 il musicista è ritornato nella cittadina tedesca per un concerto con il suo quartetto europeo. Il vinile “Studio Konzert” propone la registrazione live dell’evento, che vede sul palco Richie Beirach al pianoforte, Gregor Hubner al violino, Veit Hubner al contrabbasso e Michael Kersting alla batteria. Il programma della serata propone alcune composizioni originali del pianista oltre ad alcuni classici arrangiati da Beirach insieme ad Hubner. In “Studio Konzert” il Richie Beirach European Quartet dimostra tutta la sua abilità: attraverso le loro interpretazioni i musicisti trasformano i classici in qualcosa di totalmente nuovo e donano piena espressività agli originali del loro leader.

JUTZ : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4133 barcode: 4012116413311
Nel 2015 l’album di debutto del trio svizzero Jütz, formato da Daniel Woodtli, Isa Kurz e Philipp Moll, è stato nominato al German Record Critics Award. Qualche mese dopo i tre musicisti hanno registrato, nei famosi studi dell’etichetta Bauer, “Studio Konzert”, vinile contenente alcuni loro inediti, pezzi di repertorio, oltre a splendide interpretazioni di brani italiani, austriaci e tedeschi da loro arricchiti con interessanti suggestioni jazz. In “Studio Konzert” emerge anche la passione del trio svizzero per le tradizioni musicali alpine: tutti i pezzi del loro vinile presentano infatti un sapore alpino che in alcuni brani è preponderante, mentre in altri è accuratamente nascosto tra le note. Daniel Woodtli alla tromba e flicorno, Isa Kurz alla fisarmonica e violino e Philipp Moll al contrabbasso hanno dato vita ad un disco che è un caleidoscopio musicale straordinario, con uno stile dinamico fatto di tensione che viene interrotta dallo sviluppo familiare e libero della melodia.

Marialy PACHECO : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4132 barcode: 4012116413212
Il nuovo volume della prestigiosa serie è dedicato alla straordinaria pianista cubana Marialy Pacheco che nel 2014 ha incantato il pubblico con lo splendido disco "Introducing" in cui mostrava il suo effervescente temperamento cubano ed uno stile unico nel suo genere. Anche in "Studio Konzert" le radici cubane della pianista sono in primo piano: la track listing del disco è infatti un interessante mix di brani popolari della tradizione cubana e latina e di originali firmati dalla stessa pianista e da lei riproposti con nuovi arrangiamenti. Marialy Pacheco ha scelto per il suo nuovo progetto alcuni dei suoi pezzi preferiti e si è divertita a giocare con loro, a dare loro una forma nuova che rispettasse la loro essenza, ma che allo stesso tempo li trasformasse in qualcosa di inedito. "Studio Konzert" è uno splendido vinile in cui Marialy Pacheco, attraverso le note del suo maestoso Bosendorfer imperiale, ha saputo creare un equilibrio perfetto tra rigore tecnico e leggerezza caraibica.

Katharina MASCHMEYER : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4120 barcode: 4012116412017
Il 16 aprile del 2015, Katharina Maschmeyer (sax tenore e soprano), Nils Pollheide (chitarra elettrica e acustica, basso elettrico), Philipp Ru¨ttgers (pianoforte, tastiere, sintetizzatore) e Jens Otto (percussioni) hanno registrato il loro album "Studio Konzert". Oltre che per i suoi moderni arrangiamenti jazz, il disco del quartetto si contraddistingue per lo spazio espressivo destinato all'interazione dei musicisti. Grazie a questa scelta, i brani, quasi tutti originali di Katharina Maschmeyer e Nils Pollheide, sono intuitivi ed hanno le sembianze di un naturale flusso sonoro. Veloci parti all'unisono, ritmi non lineari e linee di basso davvero ingegnose si alternano a ballate e passagi più tranquilli, garantendo all'album una grande varietà di atmosfere. "Studio Konzert" di Katharina Maschmeyer è una produzione eccellente, resa veramente unica dalla perfezione della registrazione, che nessun amante del jazz o audiofilo dovrebbe lasciarsi scappare.

Helmut EISEL / Sebastian VOLTZ : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4119 barcode: 4012116411911
Il 16 marzo del 2015 Helmut Eisel (clarinetto), Sebastian Voltz (Fender Rhodes), Mario Bartone (basso) e Dirk Leibenguth (batteria) hanno registrato il loro concerto agli studi Bauer ed il risultato è stato immortalato nello splendido vinile della serie "Studio Konzert". Si tratta di un disco non convenzionale e molto appassionante che deve la sua bellezza alle straordinarie interpretazioni dei quattro musicisti, registrate in presa diretta e con l'utilizzo di sofisticati microfoni che ne garantiscono l'eccellente qualità audio. Dimenticando la registrazione e concentrandosi invece sull'interazione con il pubblico, il quartetto suona in modo divino, unendo forza espressiva, tecnica ed entusiasmo, offrendo all'ascoltatore un programma che prevede alcuni standard jazz ed alcuni brani firmati da Eisel dal fascino klezmer.

ORGAN EXPLOSION : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4118 barcode: 4012116411812
Il 22 gennaio del 2015 le porte degli studi Bauer si sono aperte per l'originale trio vintage Organ Explosion, composto da Hansi Enzensperger (organo, tastiere), Ludwig Klockner (basso) e Manfred Mildenberger (batteria). Nel loro album "Studio Konzert" gli Organ Explosion propongono due originali di Enzensperger, uno di Klockner, oltre a "Creole Love Call" di Duke Ellington e "Groovin'" di Eddie Brigati e Felix Cavaliere. I tre musicisti suonano con creatività ed energia, in modo stravagante ed imprevedibile com'è nella loro natura, utilizzando sonorità anni '70 per dare vita ad un suono fresco ed esplosivo. Il vinile "Studio Konzert" ha il fascino del funk, la creatività del jazz, la veracità del blues e la spudoratezza del punk: cosa si può volere di più da un vinile audiophile?

Maria MARKESINI feat. KLAZZ BROTHERS : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4115 barcode: 4012116411515
Nel nuovo vinile di casa Neukland, la cantante greco-olandese Maria Markesini ed i Klazz Brothers, formazione nota per le sue suggestive miscele di jazz e musica classica, hanno unito i propri linguaggi musicali per proporre un disco pieno di ritmo, improvvisazione, virtuosismo e grandi emozioni. La track list del vinile “Studio Konzert” comprende interpretazioni, in duo ed in quartetto, di musiche tratte da film, standard jazz ed originali degli stessi interpreti, regalando un viaggio musicale che coniuga immagini dal gusto cinematografico di grande intensità e bellezza.

HELLMULLER/RISSO/ZANOLI : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4114 barcode: 4012116411416
Franz Hellmuller (chitarra), Stefano Risso (contrabbasso) e Marco Zanoli (batteria): tre musicisti molto convincenti come solisti e che, se uniti in trio come nel caso del disco "Studio Konzert", sono capaci di formare un trio senza gerarchie, in cui la sola regola da seguire è la creatività. Suonando i loro 6 originali, Hellmuller, Risso e Zanoli cercano la magia del momento e questo, soprattutto nel caso di una registrazione in presa diretta, è forse l'aspetto che più di altri rende l'album davvero speciale. Con melodie nostalgiche, raffinate nuances, elementi orchestrali e suggestioni rock, "Studio Konzert" regala all'ascoltatore una serata di grande musica in qualità audiophile.

Roman ROFALSKI : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4103 barcode: 4012116410310
Roman Rofalski è un eccellente pianista tedesco che si trova perfettamente a suo agio sia nell'ambito jazz che in quello classico. Insieme al suo trio composto da Johannes Felscher (contrabbasso) e Philippe Lemm (batteria), il pianista propone "Studio Konzert", un disco di jazz imprevedibile, caratterizzato da mille sfumature. Nella performance live agli studi Bauer, la formazione ha sfruttato al meglio la sua capacità di esprimersi spontaneamente, trasmettendo al pubblico presente una grande naturalezza. Con una tracklisting che comprende "Der Wegweiser" di Franz Schubert e "Le Gibet" di Maurice Ravel, entrambi arrangiati da Rofalski, "Lucky" dei Radiohead e "Last Accusal", scritta dal pianista e bandleader, "Studio Konzert" è un disco che mette in risalto la grande tecnica e la profonda sensibilità interpretativa di questo trio.

BEBELAAR/FAVRE/LENZ/KROLL : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4102 barcode: 4012116410211
In questi prestigiosi studi dove la creatività è di casa, il 16 aprile del 2014, Patrick Bebelaar (pianoforte), Gunter Lenz (basso), Frank Kroll (sax soprano e clarinetto basso) e Pierre Favre (batteria) si sono incontrati ed hanno registrato il loro disco "Studio Konzert". I quattro musicisti si conoscevano già, ma suonavano in formazioni diverse e questa per loro è stata la prima volta insieme. Il risultato di un simile incontro è un disco intenso e poetico in cui si percepisce la comune volontà degli artisti di scoprire insieme nuovi mondo sonori. Con quattro originali firmati da Babelaar, uno di Kroll e "Take the A-Train" di Billy Strayhorn, "Studio Konzert" offre un concerto davvero suggestivo con una qualità sonora impeccabile.

TRIOZEAN : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4096 barcode: 4012116409611
Triozean è un moderno trio jazz, formato da Olga Nowikowa (pianoforte), Lars Fodisch (basso) e Krishan Zeigner (batteria). "Studio Konzert" propone la registrazione del concerto che la band ha tenuto nei famosi studi Bauer il 5 febbraio del 2014. Il programma che Triozean ha scelto per il pubblico comprende sette brani, sei dei quali composti da Olga Nowikowa e uno da Krishan Zeigner, opere che superano qualsiasi confine stilistico ed uniscono tango, rock, pop, jazz, folklore, musica classica ed improvvisazione. "Studio Konzert" è un disco stimolante caratterizzato da suggestive composizioni che raccontano storie e dipingono immagini, da melodie semplici dai ritmi vivaci e da un'affascinante atmosfera generale leggera ed impalpabile.
 

Tobias BECKER : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4095 barcode: 4012116409512
Il 26 novembre del 2013 in questi stessi studi l'eccellente pianista, arrangiatore e compositore tedesco Tobias Becker e la sua bigband hanno tenuto un concerto la cui registrazione live è stata immortalata nel disco "Studio Konzert". L'atmosfera è veramente speciale, con il pubblico letteralmente travolto dal grande entusiasmo interpretativo e da una generosa dose di swing che la formazione mette in campo nei 7 brani della track listing, la maggior parte dei quali composti da Tobias Becker. Nell'era digitale è molto facile proporre registrazioni in cui l'esecuzione finale viene 'migliorata'. "Studio Konzert" rifiuta questa sorta di sofisticazione e sceglie la verità della registrazione live con la sua ineguagliabile energia e la sua naturale bellezza.
 

 

THE ROPESH : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4084 barcode: 4012116408416
The Ropesh, ossia Lorenzo Colocci (flauto, elettronica), Marcus Franzke (trombone), Apollonio Maiello (pianoforte), Filippo Macchiarelli (contrabbasso) e Mathis Grossmann (batteria, elettronica), sono una band italo-tedesca che ama spingersi verso la sperimentazione per proporre un jazz elettronico molto interessante. Sin dalle prime note di "Studio Konzert", disco registrato l'11 settembre del 2013, si percepisce tutta la carica energetica di questo ensemble. Grazie alle multiformi radici stilistiche dei singoli musicisti, The Ropesh propongono 6 brani, cinque dei quali composti da Colocci e uno da Grossmann, che fondono jazz, elettronica, hip-hop, pop, rock e qualche suggestione latina. Ancora una volta "Studio Konzert" propone allo spettatore un'esperienza musicale audiophile tutta da godere.

Vadim NESELOVSKYI : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4083 barcode: 4012116408317
Vadim Neselovskyi ed il suo Bez Granitz Trio hanno registrato il loro disco "Studio Konzert" il 14 agosto del 2013. In russo 'bez granizt' significa senza confini: in effetti, Neselovskyi è stato sempre affascinato dai confini, perché permettono di scoprire la libertà. Con Alex Morsey uno dei contrabbassisti tedeschi attualmente più richiesti e l'eccellente percussionista Bodek Janke, Neselovskyi (pianoforte, armonica) si è assicurato due interpreti ideali con cui esplorare il rapporto tra forma e libertà, a cavallo tra jazz e sperimentazione. Le 6 tracce del disco, di cui 4 originali di Neselovskyi, sono splendidi quadri sonori, valorizzati da una registrazione che offre sonorità dirette, che piaceranno moltissimo a coloro che sono alla ricerca di sonorite dirette, non stemperate e che restituiscono le emozioni di un'esperienza live.

EAST DRIVE : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4082 barcode: 4012116408218
Il nuovo volume della serie è dedicato all'ensemble East Drive, composto da Vitaliy Zolotov (chitarre), Philipp Bardenberg (basso), Bodek Janke (percussioni) e Vadim Neselovskyi (pianoforte, voce). Nel disco emergono le radici est-europee del quartetto, con brani originali dei musicisti della formazione, che dipingono paesaggi che si trovano da qualche parte tra Russia ed i Balcani. Gli East Drive propongono sonorità jazz-rock con un accattivante gusto balcanico, musiche molto varie che spesso sono potenti e vigorose, ma che, in qualche parte, si fanno più dolci. Con una registrazione di altissima qualità che non ammette effetti o trucchi sonori, "Studio Konzert" offre le stesse intense emozioni di un concerto dal vivo.

JOURNAL INTIME : Studio Konzert
Neuklang – LP: NLP 4081 barcode: 4012116408119
Il primo volume di questa prestigiosa serie di casa Bauer vede come protagonisti il trio jazz Journal Intime, composto da Sylvain Bardiau (tromba), Frederic Gastard (sax basso), Matthias Mahler (trombone), insieme ai prestigiosi ospiti Marc Ducret (chitarra elettrica) e Vincent Peirani (fisarmonica). Trio jazz è tuttavia una definizione un po' limitante per un combo che nella sua musica prevede anche impalpabili sfere sonore atonali e violenti suoni dal gusto minimalista. Gli 80 spettatori presenti al momento della registrazione nella Studiosaal I di Ludwigsburg, erano sbalorditi dalla pienezza del suono e dalla sintonia che univa i cinque musicisti nell'interpretazione dei tre lunghi originali firmati da Frederic Gastard ed arrangiati per l'occasione dai Journal Intime. Coloro che amano la purezza e la naturale bellezza del suono non dovrebbero proprio perdersi il primo volume di una serie audiophile veramente insuperabile.

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